Capitolo 16
La porta si aprì di colpo.
Una volta vista l'amica inginocchiata a terra e con gli occhi ancora lucidi, Shuu si avviò velocemente verso di lei.
"Hilary...gioia, che ti prende? Ti senti male?" le domandò il ghoul preoccupato. È vero, non conosceva la yandere da tantissimo tempo, ma la conosceva abbastanza per capire che la sua amica avesse bisogno di conforto.
"No...no, tranquillo...non è...non è niente." si affrettò a dire la maga strofinandosi il dorso della mano sugli occhi per nascondere le lacrime.
Un piccolo sorriso nacque sul viso di Tsukiyama.
Le faceva troppa tenerezza.
Hilary era una donna pericolosa, ricercata da anni dalla Marina militare, capace di commettere omicidi impensabili senza venir mai scoperta...eppure era lì. Lì a terra intenta a fermare invano i singhiozzi dovuti alla sua piccola crisi.
"Ma chi stai cercando di prendere in giro? Tu hai qualcosa, e questo è più che evidente, non negarlo...voglio sapere di cosa si tratta." le disse Shuu mettendole una mano sulla testa e sfiorandogli il cilindro con le dita.
"Ehi...ti prego, non insistere...ti ho detto che sto bene...!" insistette Hilary con le guance ancora arrossate per le parole di Hawkins.
"Hilary, stammi bene a sentire. Tu sei la prima essere umana a cui io mi sia mai affezionato in questo modo. Sappi che io di te mi fido molto...e vorrei solo che anche tu ti fidassi di me così come io mi fido di te." sentenziò il Gourmet afferrando una lunga ciocca dei capelli della maga tra le dita.
Hilary alzò di scatto la testa.
L'espressione dipinta sul suo viso era parecchio strana.
Pareva innervosita, ma era palese il suo sforzo di restare calma.
"Basta!" urlò la yandere alzandosi di scatto in piedi. E una volta che fu eretta davanti a Tsukiyama lo afferrò per la cravatta nera come la pece.
I loro visi pallidi si avvicinarono in un istante.
Essendo entrambi alti uguali, i loro sguardi si incrociarono subito. Quelli argentati di Hilary con quelli violacei di Shuu. Un contrasto di colori che durò appena qualche secondo.
"Io mi fido di te, ma se ti dico che sto bene e non ho nulla allora vuol dire che devi lasciarmi in pace!!" urlò la maga in faccia al ghoul mentre lo teneva tirato verso di se per la cravatta. I suoi denti bianchi erano leggermente digrignati e le sue pupille erano diventate più piccole.
Ma i suoi occhi erano ancora lucidi.
Non poteva farci niente.
Una volta che ebbe visto il volto stranito di Tsukiyama, Hilary chiuse gli occhi e abbassò il capo. Lasciò andare la presa con cui stringeva la cravatta dell'uomo e subito dopo, con quella stessa mano, si strinse il braccio sinistro al busto.
"Io...scusa Shuu, mi dispiace...non volevo urlare..." disse la donna con espressione dispiaciuta sul viso.
"Oh, chéri, non preoccuparti. Avanti, vieni qui." la rassicurò il ghoul buongustaio mettendole dolcemente una mano dietro la testa e facendogliela appoggiare sulla sua spalla. Si era semplicemente limitato ad abbracciarla.
Hilary rimase immobile qualche secondo.
"Shuu, grazie per la comprensione...davvero, grazie..." lo ringraziò la yandere sforzandosi di sorridere al gesto affettuoso del suo amico.
"E di cosa?" le domandò sereno lui accarezzandole la schiena "Se vuoi sfogarti, fallo pure. Prenditi tutto il tempo che vuoi.".
"Sai cosa? Non ce ne sarà bisogno...sto meglio, davvero. Avanti andiamo." disse Hilary staccandosi dall'abbraccio e avviandosi verso la porta.
Tsukiyama sorrise divertito.
"Spiegami un po' dove stai andando." chiese lui non ironia.
"Semplice. A mantenere la mia promessa." rispose lei con l'occhiolino.
Era quasi notte.
In città erano rimaste poche persone. E fra di esse, una ragazza. Pareva avere alcuni anni in meno di Hilary. I capelli fluenti le arrivavano fino alle spalle e non faceva altro che giocherellarci. Come se stesse aspettando qualcuno.
Di colpo, una mano le toccò la spalla.
Si trattava di una donna con addosso una divisa nera e con in testa un cappello del medesimo colore. I suoi occhi erano nascosti della piccola visiera del cappello e i suoi capelli erano raccolti in uno chignon leggermente disordinato.
"Lei è la signorina Esmeralda?" domandò la donna con fare impassibile.
"Beh, sì. Come posso esserle utile? E lei chi è scusi?" le rispose la ragazza dai capelli color nocciola.
"Chi sono io non ha importanza. Lei deve venire con me. E anche subito." fu la risposta che ottenne.
"Come? Credo che ci sia un errore, vede io non ho fatto nulla. E in questo momento sto aspettando qualcuno, quindi..." provò a ribattere la giovane donna.
Ma venne subito bloccata.
"Non mi interessa se stai aspettando qualcuno, tesoro. Ho detto che tu devi venire con me. Sei stata segnalati in una locanda per disturbo alla quiete pubblica. Ora vieni e non fare storie." tagliò corto la donna in divisa afferrando le manette che teneva legate alla cintura.
E in men che non si dica, sbattè la ragazza contro il muro più vicino e le ammanettò i polsi dietro la schiena.
La giovane Esmeralda provò a ribellarsi, ma fu tutto inutile. La stretta ferrea della donna era troppo forte per lei.
Le due iniziarono a camminare allontanandosi dalle poche persone ancora in giro. La più giovane non faceva altro che fare domande e lamentarsi.
La seconda nemmeno le rispose. Ogni tanto dava qualche spinta alle spalle della ragazza, facendole accelerare il passo.
"Insomma, chi sei?! Che cosa vuoi da me?!" urlò ad un certo punto la ragazza bloccandosi e girandosi verso la sua aguzzina.
"Perfetto...è proprio qui che dovevamo andare. Siamo arrivate." si limitò a dire soddisfatta la donna.
Esmeralda non fece in tempo a ribattere che qualcuno l'afferrò da dietro. E in un istante la sua bocca e il suo naso furono tappati da un panno emanante un odore dolciastro che le fece girare la testa.
Cloroformio.
"Bonsoir, mademoiselle." le sussurrò con accento francese la voce maschile alle sue spalle. L'uomo, mentre premeva il panno sul viso della sua vittima, si lasciò sfuggire un gran sorriso compiaciuto.
Shuu Tsukiyama, vestito elegantemente e con la sua maschera a forma di mezza luna sul viso, stava facendo la sua parte.
Il terrore s'impossessò dell'anima di Esmeralda. I suoi occhi si fecero lucidi all'istante. Provò ad urlare, ma fu tutto inutile. Le sue palpebre stavano per chiudersi, ma fece comunque in tempo a vedere la donna in divisa togliersi il cappellino.
Una volta liberati dallo chignon, dei bellissimi e lunghissimi capelli rosa-fucsia fecero la loro comparsa. E negli occhi color argento della donna si accesa una scintilla di soddisfazione.
E sempre sorridendo, Hilary sostituì il berretto col suo piccolo cilindro.
Una volta che la ragazza si fu addormentata, il ghoul la prese fra le braccia e la guardò con espressione deliziata.
"Che aroma delizioso...finalmente mio!" esclamò l'uomo ghignando eccitato.
"Avanti Shuu, sii paziente. Prima ci sbrighiamo e prima sarai felice." ridacchiò Hilary consultando attentamente le sue carte.
E sul suo viso si formò di colpo un sadico sorriso.
"Andiamo...la trasformerò in una cena che non scorderai mai!".
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