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Capitolo 15

Il cuore di Hilary batteva all'impazzata.

Si era appena risvegliata da quell'orribile incubo, per lei quasi peggiore della morte. Era stato tutto così reale...ma la paura peggiore della yandere non si sarebbe mai dovuta realizzare.

Ancora sconvolta, confusa e spaventata, la maga dagli occhi argentati rimase come paralizzata, seduta in quel campo di magnifiche rose bianche.

Poco alcuni minuti, decise di tornare al covo dove si era temporaneamente sistemata con Tsukiyama. Una volta arrivata, non lo guardò neanche in faccia e, ignorando tutte le sue domande e attenzioni, si chiuse nelle sua stanza.

Doveva sfogarsi. Doveva parlare con qualcuno. E lei sapeva bene con chi.

E così la yandere afferrò un foglio di carta, una penna, si sedette alla scrivania e si mise a scrivere una lettera. Una lettera indirizzata a Victoria, la sua migliore a amica da ormai sedici anni.

"Cara Victoria,
Sono io, Hilary. Ti ricordi di me vero? Hai presente quella donna coi lunghi capelli rosa-fucsia che porta sempre un cappello in testa? Ecco, sono io.
Ma credo che mi ricorderai per essere la tua migliore amica. Perché io e te siamo ancora migliori amiche vero...?"

Di colpo Hilary trasalì e di mise una mano in faccia.

Che razza di lettera stava scrivendo?

"Scusami tanto per la domanda...ma non posso più cancellare. Non farti strane idee mentre leggerai la lettera, ma cerca di capirmi...non sto bene. Non sto affatto bene. Victoria, ti prego, aiutami. Ho bisogno del tuo conforto.
Ho deciso di scriverti per il semplice fatto che noi della ciurma non possiamo sentirci al lumacofono per evitare di disturbare i nostri tre mesi di lontananza. Altrimenti ti avrei chiamata subito, avrei voluto sentire subito la tua voce.
Il fatto è che soffro. Soffro terribilmente. Ma lascia che ti spieghi tutto.
Non molto tempo fa è successo un casino..."

Improvvisamente, però, la maga smise di scrivere. Victoria era la sua migliore amica, ma sarebbe stato giusto raccontarle tutto nei minimi particolari?

"La conosco fin troppo bene...se le dicessi di "R. A." sarebbe capace di interrompere il suo allenamento per cercarmi e distruggere quella dannata costruttrice di bambole...e questo sarebbe un bel guaio. Non voglio che interrompa il suo allenamento per me. E poi infrangerebbe un ordine del nostro capitano...e io non posso permettere una cosa del genere. Roxen è il nostro capitano e ogni suo comando va sempre eseguito." pensò Hilary giocherellando con una ciocca dei suoi capelli.

"...scusami, ma non riesco a scrivertelo...davvero, perdonami, ma non ce la faccio a scriverti tutto quanto...troppi ricordi mi si stanno già formando nella testa. E sinceramente preferirei di gran lunga non ricordare.
Ma per la mia violinista preferita farò uno sforzo.
Sarò sincera: ho paura. Ho paura per il mio rapporto con Basil. Tra noi sono successi un po' di casini e il mio terrore più grande è quello di perderlo per sempre. E per cosa poi? Per degli errori...errori miei che ancora non sono in grado di spiegarmi.
E purtroppo sono diversi giorni che non riesco a fare a meno di piangere quando ci penso...so che non dovrei, o meglio non dovrei dirlo proprio a te.
So bene che tu non vorresti che io piangessi, così come non vorresti vedere piangere nessuno della ciurma, ma cerca di capirmi...io non sono forte come te.
E se ci sono delle persone che lo sono, sappi che sono poche. E fra tutte loro sono più che sicura che tu sei la più forte.
Tu riesci sempre a trattenerti dal piangere, io no.
Guarda, quando ci rivedremo ti darò il permesso di farmi quello che ti pare per farmi capire che in certe situazioni è inutile piangere."

Sul viso di Hilary apparve un piccolo sorriso e i suoi occhi divennero lucidi.

"Ecco, proprio adesso i miei occhi stanno diventando lucidi. Se mi mettessi a piangere te ne accorderesti, perché la lettera sarebbe bagnata fradicia.
Comunque, ho paura che Basil non mi ami più. Ora non sono con lui e questo non fa altro che aumentare la mia preoccupazione. Sai, qui ho conosciuto un uomo che è diventato subito amico mio. Forse il mio migliore amico maschio.
Ho detto "forse", quindi non tentare di rintracciarlo per gelosia. Mi ha riportata a casa dopo l'incubo che ho fatto qualche ora fa...ho sognato che Basil non mi amava più e che faceva di tutto per tenermi lontana da lui e Sabryna. È stato orrendo, credimi. Ho paura di rivederli...non saprei come comportarmi. Ti prego Victoria, ti supplico, aiutami. Che devo fare?
Tu sei la mia migliore amica, mi capisci e ci sei sempre stata...per favore, stai accanto a me un'altra volta. Mi fido di te, mia cara violinista della morte dagli occhi di zaffiro. E ricordati che di adoro di bene!
Con affetto, Hilary."

Dopo aver finito di scrivere quella lunghissima ma sincera lettera, la yandere decise di spedirla seduta stante a Victoria. Aveva fiducia in lei, così come in tutte le altre sue amiche e compagne, ma in fondo la violinista dai capelli corvini era sempre stata la sua migliore amica.

Passarono un paio d'ore.

Hilary era ancora sola. Non voleva che Shuu la vedesse ridotta in quello stato. Seduta sul suo letto con le ginocchia strette al petto e gli occhi lucidi e spenti intenti a fissare il suo mazzo di carte.

Pareva che avesse paura di toccarlo.

"Non ho problemi a predire il futuro dei miei compagni...ma non ho il coraggio di mettermi a predire il mio...!" si disse Hilary morsicandosi il labbro inferiore "...ho troppa paura che mi riservi brutte sorprese...tanto vale aspettare che si compia da solo, no? Si...si, è meglio così...".

Ma di colpo un trillo la risvegliò dai suoi pensieri, riportandola alla realtà. Si trattava niente meno che del suo personale lumacofono. Seppure fosse incerta s'è rispondere o no, alla fine la yandere si convinse a farlo.

Ma non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che udì una voce.

"Hilary? Hilary, mi senti? Sono io, Basil." le disse il mago dall'altro capo del lumacofo. La sua voce pera sempre la stessa, ma pareva speranzosa in un risposta da parte della moglie.

Il respiro di Hilary si bloccò.

Quella era davvero la voce di Hawkins.

E questa volta non si trattava di un sogno.

Le pupille della maga si rimpicciolirono in un istante, la sua fronte cominciò a sudare freddo, le sue guance cominciarono a bruciare e il suo cuore cominciò a battere come poche volte.

Ma non rispose...come se le si fosse formato un nodo in gola.

"Hilary, finalmente. È quasi una settimana che cerco di rintracciarti. Vuoi dirmi dove ti trovi in questo momento?" le domandò Basil.

Ma non udì alcuna risposta. Invece della voce dell'amante, sentì altro.

"Hilary...so che ci sei. È inutile che te ne stai zitta, ho capito che mi stai ascoltando e che sei lì. E il tuo respiro troppo irregolare ne è la prova."

Le labbra della yandere furono presto afferrante dai denti bianchi come perle di quest'ultima. I suoi polmoni stavano quasi per esplodere, così come il suo cuore.

"Guarda che ti sento. Se starai ancora più zitta finirò per sentire il battito del tuo cuore...e allora sarei sicuro al 100% del fatto che mi senti." aggiunse poi il pirata Hawkins una volta percepita l'agitazione di Hilary.

La donna si portò una mano sulla bocca. Voleva impedire che Basil sentisse i suoi singhiozzi. Infatti dai suoi occhi ludici avevano incominciato a fuoriuscire delle piccole lacrime.

Anche l'indovino rimase in silenzio per alcuni secondi.

"Perché non mi parli...? Fammi sentire la tua voce, te ne prego...ho bisogno sentirti, di sapere dove sei e che stai bene." continuò con tono speranzoso il mago "Hilary...ascoltami bene, ok? Io non ho idea di dove tu sia, ma stai certa che ti troverò. Pensa pure quello che ti pare, ma non ho bisogno di consultare le mie carte per essere certo che ti riavrò al mio fianco.".

Per poco la yandere non si fece sfuggire un gemito.

Avrebbe voluto rispondergli, spiegargli tutto...dirgli che lo amava...

Ma non poteva.

Poi udì un sospiro da parte del mago. "Ti amo, Hilary. Presto arriverò.".

E con quelle parole, Basil interruppe la comunicazione tra i due amanti della magia voodoo e delle carte.

Hilary, stringendo i pugni e strizzando entrambi gli occhi, si lasciò cadere in ginocchio, graffiandosi così le ginocchia nude.

"Basil...ti amo anch'io...amore mio...".

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