Capitolo 1
"Io punto tutto sul due rosso.".
La roulette del casinò cominciò a girare veloce facendo balzare la piccola pallina bianca da una casella all'altra. Scommettere tutto quello che si ha in una volta sola non è mai una buona idea quando si gioca ad un casinò. Ma lei lo fece lo stesso.
"Oggi ho molta fiducia nel destino. Come sempre, del resto.".
Lunghissimi capelli rosa-fucsia legati in una coda di cavallo.
Occhi color argento vivaci, limpidi, magnetici e dinamici.
E il suo piccolo, immancabile cilindro nero posato sul capo.
Hilary non era cambiata per niente.
Era rimasta sempre la stessa.
Sempre la stessa yandere follemente malata d'amore.
Ormai la maga era sia moglie che madre e il suo sogno d'amore pareva ormai realizzato. Dalila era sparita per sempre, ma anche se fosse ritornata, di certo Hilary non si sarebbe fatta alcun tipo di problema nell'ucciderla ancora e spedirla nuovamente tra le fredde e gelide braccia della Morte.
Ma ormai la sorella adottiva apparteneva al passato.
Hilary aveva ancora la sua vita da vivere come meglio credesse.
Le piaceva passare parte del suo tempo libero nei casinò. Le piaceva vincere, ma sapeva anche accettare le sconfitte subite sul tavolo da gioco. Ma era davvero raro che perdesse. Anche perché la maga aveva sempre il suo asso nella manica.
Anzi, ne aveva quattro.
Di cuori, di picche, di quadri e di fiori.
Quando notò che la roulette nera e rossa del casinò stava cominciando a girare più lentamente, Hilary socchiuse gli occhi grigi e, con un piccolo sorrisetto soddisfatto, tirò fuori dal suo cilindro le sue fidatissime e adorate carte. Cominciò a mischiarle velocemente facendo passare, carta per carta, l'intero mazzo da una mano all'altra.
Poi ne afferrò quattro a caso con le dita e se le dispose sul tavolo verde smeraldo del casinò. Le mise rivolte verso il basso, così si mise a girarle una per volta.
"Perfetto..." mormorò tranquilla la donna "...tre...due...uno...ora!".
E in quel preciso istante, la roulette con rifiniture dorate del casinò si fermò.
Proprio sul due rosso.
Sul viso di Hilary comparve un enorme e soddisfatto sorriso. "Visto? Spesso il destino ci riserva delle splendide sorprese, no?" aggiunse poi ridacchiando.
Era le decima volta di fila che vinceva quel giorno.
Ma le sue vittorie cominciarono ad innervosire la coppia di appassionati giocatori che aveva deciso di giocare contro di lei.
Hilary, sorridendo, cominciò ad allungare la mano verso i danari messi in palio dai due, ma qualcosa la fermò. Anzi, qualcuno. La stretta ferrea della donna davanti a lei le bloccò il polso, impedendole di completare la sua vincita.
"Sono stanca di te e delle tue vittorie!! Mi stai mandando in rovina!!" le urlò in faccia la donna dai capelli rossi come il sangue e dalla carnagione abbronzata.
"Non è colpa mia se fai pena a questo gioco!" ribatté stizzita Hilary corrugando le sopracciglia e fulminando la rossa con suo sguardo di ghiaccio.
"Ma chi vuoi prendere in giro?! Credi che non mi sia accorta delle tue ridicole carte, eh, carina?! Tu stai barando, ammettilo!!" insistette la donna abbronzata.
Quel suo comportamento così arrogante cominciava ad innervosire la yandere.
E non poco.
"Stammi a sentire...o mi lasci il polso e sparisci dalla mia vista o per te finirà male. Molto, molto male." la minacciò Hilary digrignando i denti bianchi come perle.
La donna dalla carnagione abbronzata non l'ascoltò.
Hilary, ormai sul punto di una crisi di nervi, si liberò il polso e afferrò il piccolo pugnale che teneva legato alla coscia. Con la mano sinistra afferrò i capelli dell'uomo davanti a lei e in colpo solo gli trapassò la fronte con la punta dell'arma argentata.
La donna dai capelli rossi cacciò un urlo che risuonò in tutto il casinò.
Tutti i presenti nella struttura si girarono verso le due donne. Quando si accorsero del cadavere disteso sul tavolo della roulette, anche loro cominciarono ad urlare.
Le uniche cose che Hilary riuscì ad udire furono delle urla.
Urla di terrore puro.
Urla disperate e piene di paura.
Urla di chi sta per andare incontro alla morte.
La donna dai capelli rossi si fiondò correndo verso la porta del casinò.
Voleva solo scappare e salvarsi la vita.
Voleva solo fuggire dalla pazza malata d'amore.
Ma allo schiocco delle dita di Hilary, tutte le porte e le finestre si chiusero, avvolgendo l'intero casinò nelle tenebre.
Si vedeva a malapena. Tutto quanto era buio.
"E così voi tutti volete scappare, eh? Magari per mettervi in salvo la pelle e andare a denunciarmi alla base della Marina militare in città, vero?" domandò con falsa ingenuità la yandere dai lunghissimi capelli rosa-fucsia.
E senza aspettare risposta, sorrise in modo sadico e tirò fuori del suo cilindro un oggetto molto significativo per lei.
Ora tra le mani di Hilary c'era una piccola bambolina voodoo di pezza con dei bottoni neri al posto degli occhi.
E in un istante, la maga omicida strappò a metà il corpo della piccola bambola.
Sangue.
Sangue dappertutto.
Non c'era angolo del casinò che non fosse macchiato di sangue.
La donna dai capelli rossi rimase come pietrificata. Non riusciva più a muoversi. I suoi occhi erano spalancati e il sangue nelle sue vene era diventato gelido. Era immobile, in piedi davanti al portone d'ingresso della struttura.
Di colpo capì che non era sola.
Un'ombra alta e veloce le si avvicinò in un attimo. La rossa non face in tempo a voltarsi che una mano alle sue spalle le sigillò la bocca.
"Hai visto cos'hai combinato...? Se non fosse stato per te, ora tutte quelle persone morte ai nostri piedi sarebbero ancora vive, lo sai?" le sussurrò qualcuno con un filo di pazzia e sadismo nella voce.
La donna ruotò gli occhi alla sua destra, ma non riuscì a gridare.
La sguardo di Hilary era sadico e pieno di voglia omicida.
"Tranquilla, non ci metterò molto...ho preferito non usare la mia preziosa voodoo anche con te. Sarebbe stato uno spreco inutile." aggiunse poi avvicinando una delle sue carte alla gola della rossa.
Intanto le sue unghie cominciarono a graffiare e a penetrare nella pelle vicino alla bocca della sua vittima, come da volerla strappare come un foglio di carta.
"Guardati...sei tutta vestita di rosso, sei bella abbronzata e i tuoi capelli sono dello stesso colore del sangue." ridacchiò divertita "Non trovi che il sangue sia bellissimo? Quello stesso colore di cui il nostro corpo non può fare a meno...!".
Poi si fermò e sorrise.
Il bordo affilato della sua carta stava tagliando la gola della sua vittima è il sangue di quest'ultima cominciò a spargersi sul pavimento.
Hilary lasciò cadere il corpo a terra. Lo fissò soddisfatto per alcuni secondi per poi scoppiare a ridere nella sua insana risata. Da tanto non lo faceva è rifarlo la fece sentire come sollevata da un peso.
"Perfetto, qui ho finito." aggiunse mentre le sue guance cominciarono ad arrossire "Non voglio far tardi al mio appuntamento con Basil! Amore mio, sto arrivando!".
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