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Capitolo 53. SARA' LA FINE?


SPAZIO AUTRICE_

CIAO RAGAZZI ECCO A VOI L'ULTIMO CAPITOLO, SPERO VI PIACCIA.

_ DISEGNO BY @cercami91

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Pov. Robert

Da quando ci siamo incontrati al bar e abbiamo parlato, non ho più avuto il coraggio di chiamarla, di contattarla. Questa volta temo di non poter riparare al danno fatto. Però non posso perderla. Le giornate senza di lei sono vuote, monotone, prive di vita.

Le sue risate, i nostri battibecchi e i suoi abbracci mi facevano sentire a casa.

Se non vuole che io le stia vicino, non vuol dire che non possa proteggerla da lontano. Non ho ancora scoperto chi si è introdotta a casa sua quella dannata sera. Le informazioni raccolte dai miei uomini scagionano Andy.

Ahh che rabbia. Penso tra me e me sfogandomi sui documenti da lavoro e buttandoli per terra, frustrato. Devo pensare. Pensare a cosa fare. Non posso lasciare che le cose finiscano così.

È sparita per dei giorni senza farsi sentire. Non sapevo dove fosse. Non era ne a casa ne a lavoro, perché si era presa dei giorni di riposo. Stava male? Perché non mi ha detto niente? E già e quando se non ci vediamo più e non risponde più alle mie chiamate.

Vorrei proprio sapere però perché non vuole più sentirmi. Lei è irragionevole, non ha motivi per comportarsi come una bambina viziata.

Toc toc.

«Entri» dico irritato.

«Mr. Pawel è arrivata per lei questa busta» dice la signorina Rush, posandola sulla scrivania e andandosene. È da parte dell'investigatore. La apro e mi sento subito un grandissimo stupido e idiota.

Queste foto ritraggono Cristyn, assieme a suo fratello e a una coppia di signori, un uomo e una donna, sulla cinquantina e sessantina. Dalla somiglianza di Cris con al donna credo che siano i suoi genitori. Ci sono foto con tutti loro che li ritraggono in diverse parti della città.

Ecco perché non era in casa in quei giorni e non rispondeva. I suoi genitori erano venuti a trovarla e lei gli ha fatto fare un giro della città. Avrei voluto conoscerli e stare insieme a loro in quei giorni.

Davvero? Mi stupisco di questo mio pensiero. Trascorrere del tempo con i genitori della tua ragazza e un passo importante per un uomo. Con un sorriso triste sulle labbra, la vedo sorridere con i suoi genitori, divertirsi. Tranne nell'ultima foto.

È al parco seduta su una panchina con Andy. Abbracciati.

Ma che cazzo succede? Da quanto tempo si vedono? C'è anche una foto di Andy davanti a casa di Cris. E no questo è troppo. Appena mi allontano lei si riavvicina a quell'idiota. E poi criticava me perché mi vedevo con Clarissa.

A quest'ora credo sia al parco. Dobbiamo fare due chiacchere.

Arrivo e non la vedo ancora da nessuna parte, così decido di aspettarla alla sua panchina, la stessa su cui era seduta con Andy.

Pov.Cristyn

Ritornata a casa, ho solo voglia di isolarmi da tutto e da tutti. per pensare solo al mio benessere, non perché odi tutto il mondo.

Il pacco!!! Quel diamine pacco è ancora lì. Aprendolo trovo dentro un'altra busta. Dentro trovo un abbonamento al Chef's Stars, uno dei ristoranti più rinomati di New York. Con ansia apro la lettera, curiosa di vedere cosa mi abbia scritto.

"Scusa!" .

Una semplice parola che dice tutto. Mio padre mi ha insegnato che per esprimere ciò che si vuole dire, i propri sentimenti, non servono mille parole, ne basta semplicemente una.

Che stress. Prima Robert e ora Andy. Ma dico non potevo conoscere persone normali? No. Per forza loro due dovevo incontrare!!

Ad un tratto questo appartamento mi sembra soffocante, ho bisogno di stare all'aperto.

..............

In questo momento passeggiare all'aria aperta, al parco mi trasmette un senso di freschezza, di tranquillità e mi permette di riflette con calma, su molte cose.

Su di me. Su Robert. Sui miei genitori. Sul mio futuro. Su ciò che voglio.

Trovo una panchina libera e ne approfitto per buttare giù qualche idea per la pasticceria. Vediamo. Qualcosa di piccolo, di dolce o di amaro o aspro. Qualcosa che crei contrasti e venga apprezzato.

Potrei creare qualcosa alla crema , ma che abbia un retrogusto di caffè, di amaro. Qualcosa di morbido con aroma e sapore di arancia. Magari delle tortine al pan di spagna bagnate da succo di arancia, farcite da altra frutta.

Sto quasi terminando i disegni quando sento qualcuno chiamarmi. Riconosco subito la sua voce.

«Sapevo di poterti trovare qui» mi dice Andy , sedendosi vicino a me.

«Ciao!» dico mettendo via il mio book. Credo sarà una chiacchierata molto interessante.

«Ti trovo in forma» dice mentendo.

«Bugiardo, so perfettamente di essere un disastro» gli dico.

«Ok, beccato» dice ridendo, cercando di smorzare la tensione.

«Cosa vuoi da me?» gli chiedo subito.

«Voglio chiederti scusa. Per il mio comportamento. Per non averti dato spiegazioni e per essere sparito» dice guardandomi attentamente.

«Continua» lo invito io.

«Mi sono comportato in quel modo, perché sapevo già di Robert e Clarissa. Lei era una mia vecchia amica del college. Non andavamo agli stessi corsi, ma frequentavamo le stesse compagnie e abitavamo allo stesso campus. Ti ho notata dal primo istante. La tua genuinità, la tua spontaneità, la tua determinazione e il tuo animo forte mi hanno colpito molto . . . io . . tengo molto a te e non volevo che ti legassi troppo a Robert per poi vederti soffrire. . . cosa credo sia succedendo ugualmente, vero?» mi chiede incatenando il suo sguardo al mio.

«Si, anche se non sono affari tuoi» gli rispondo.

«Ascolta, io sono qui per te, solo per te. In qualsiasi momento sarò vicino a te e ti sosterrò. D'altronde è questo che fanno gli amici, no?» l'intensità con cui ha detto queste parole, provoca in me tristezza. Adesso capisco il perché di molte sue azioni. Forse non sarà più insistente e da quel verso si manterrà più distante, anche se ci sarà sempre per me. Senza controllo scoppio a piangere, facendo preoccupare Andy.

«Ehi non fare così. No devi piangere» mi dice abbracciandomi forte per consolarmi.

«Non è colpa mia, saranno gli ormoni» dico senza rifletter.

«Gli ormoni? Cosa centrano gli orm.....» sta per finire la frase quando si ferma e mi guarda sconcertato, «Sei incita? Di lui?» mi chiede passandosi una mano sul viso.

«Si» gli rispondo.

«E lui lo sa? Insomma gliel'hai detto?» chiede Andy.

«Ero andata da lui in ufficio . . . per dirglielo, ma era occupato. . . con la sua Clarissa» dico tra un singhiozzo e l'altro.

«Cazzo! Ops scusa non volevo dirlo» dice lui.

«Tranquillo è tutto ok» lo rassicuro, mentre cerco di ritornare in me

«Non hai nessuno con cui confidarti e a cui poter chiedere aiuto?» mi chiede.

«Certo. Ne ho già parlato con Sandy».

«E con tuo fratello?» mi chiede.

«No. A lui non ho detto niente ancora» dico sospirando.

« Non ti fidi di tuo fratello?» domanda preoccupato.

«No no. Anzi è al persona di cui mi fido ciecamente, mi preoccupo soltanto di come potrebbe reagire quando gli avrò raccontato tutto. Robert. Il bambino. Clarissa » dico facendomi prendere dall'ansia.

«Cirs è tuo fratello. Naturalmente se la prenderà a male, ma non con te. Con Robert semmai, è lui che non si è preso cura di te. Si potrebbe arrabbiare con te solo se tu non gli dicessi niente, se gli tenessi tutto nascosto e lo venisse a scoprire da qualcun altro» mi dice . le sue parole mi fanno riflettere. Non ha tutti i torti.

«Si, hai ragione». Prendo il telefono e provo telefonare a Steve.

Bip bip bip... lascio squillare ,ma non risponde. Scatta la segreteria telefonica, così decido di lasciargli un messaggio, cercando di non piangere. Non voglio che lui si accorga del mio turbamento.

"Ciao. Sono Cris. Devo parlarti. Richiamami".

«Ti ringrazio Andy. Adesso è meglio che rientri» dico mentre faccio per alzarmi.

«Posso darti un passaggio?» si offre gentilmente.

«Non mi sembra il caso, ma grazie lo stesso. Prenderò un taxi».

Aspetta con me fino a quando non arriva il taxi. Poi ognuno per la propria strada.

Mentre sono verso casa sento il mio cellulare squillare.

"Hey brother

There's an endless road to be discovered

Hey sister

Know the water's sweet but blood is thicker

Oh, if the sky comes falling down, for you

There's nothing in this world I wouldn't do

Hey brother

Do you still believe in one other

Hey sister

Do you still believe in love, I wonder?

Oh, if the sky comes falling down for you

There's nothing in this world I wouldn't do"

«Ehi ciao sorellina, tutto ok?» chiede allegramente.

«Ciao. In realtà no. Ho bisogno di vederti» dal mio tono deve aver notato l'urgenza della questione perché risponde subito e con tono diverso.

«Arrivo subito, ci vediamo da te» e stacca la chiamata.

Il resti del breve tragitto verso casa mi è sembrato interminabile. Il tempo di entrare dalla porta, posare il cappotto che sento bussare alla porta.

È Steve!

Ha fatto davvero in fretta ad arrivare.

«Sorellina cos'è successo?» mi chiede preoccupato. Lo convinco a sedersi a fianco a me sul divano. Dopo respiri profondi, prendo coraggio e inizio a raccontargli tutto. Di come sta andando il mio apporto con Robert. di Clarissa. Di tutte quelle volte che Rob mi ha mentito o spariva per giorni senza farsi sentire e di come mi sentivo io in quei momenti. Di come spariva , si fingeva impegnato in occasioni che invece avrebbe dovuto trascorrere con me. Per ultimo e non meno importante gli ho raccontato della mia gravidanza. Del fatto che stessi andando da Rob per dirglielo e di come l'avessi trovato "impegnato". Della sua dichiarazione d'amore, dei suoi tentativi di riavvicinamento e del mio recente incontro casuale con Andy. Gli racconto il tutto senza guardarlo , per timore di vedere la delusione dipinta in volto.

È imbestialito. Il volto rosso e i pugni strettissimi. Credo che in questo momento voglia spaccare qualcosa. O meglio qualcuno.

«Giuro che se me lo trovo di fronte gli farò pentire di essere nato» dice digrignando i denti. In questo momento non vorrei essere nei panni di Rob.

«Ascolta. Di lui mi occuperò io. Volevo solo raccontarti tutto, perché in questo momento non so cosa fare, ho una tale confusione in testa» dico massaggiandomi le tempie.

Voglio solo trascorrere del tempo in serenità. Saluto Steve rassicurandolo sul fatto di sentirmi meglio. Così mentre lui ritorna a lavoro io decido di fare una passeggiata.

Per fortuna sono venuta in macchina. Le gambe non avrebbero retto tutto il tragitto fino al parco. Venendo in macchina evito di stancarmi troppo. Non farebbe bene al bambino.

Mentre passeggio sono talmente sovra pensiero che non mi accorgo di essere quasi arrivata alla panchina su cui sono sedermi e per poco non mi viene un colpo.

Robert è seduto proprio su quella panchina.

Appena mi vede mi bacia furiosamente. Mi fa anche male. Questo non è lui. Questo non siamo noi. Mi allontano, ma lui ci riprova. Senza accorgermene la mia mano vola verso di lui provocando uno schiocco. Sorpreso dal mio schiaffo si infuria ancora di più.

«Coasa c'è piccola? Non ti v più che ti tocchi? Preferisci che faccia venire qui il tuo caro Andy?» , ma cosa sta dicendo? È forse pazzo.

«Non so di cosa tu stia parlando?» dico disorientata.

«A no? Vuoi dire che non vi siete visti più volte mentre ti prendevi una "pausa"?»

«No, non lo nego. Ci siamo incontrati casualmente» dico con voce flebile.

«Dopo tutto quello che ti ho dato, hai il coraggio di prendermi in giro? Mi credi così stupido che io creda a una cosa del genere?» .

«No. Ti credo stupido perché non vedi ciò che veramente hai davanti agli occhi. Non mi hai dato nient'altro che briciole del tuo tempo. Regali e sorprese date come contentino non bastano» . solo quando finisco di parlare mi accorgo che in realtà stiamo urlando entrambi e per di più in un luogo pubblico.

«Sei solo un'ingrata, senza di me non sei niente, sei inutile , sei solo un soprammobile, nessun'altro ti vorrà. Io ti ho dato me stesso e tu mi hai tradito. Sei stata la cosa più importante e mi ha tradito. sei solo una puttana » cerco di rimanere calma , ma appena finisce di urlarmi contro, non ce la feci più a trattenermi.

«Come osi? Tu che sparisci chissà dove con la tua ex e ti diverti con la prima che capita a tiro» gli grido in faccia.

«Questi non sono affari tuoi. Tu non sei niente» mentre lo sento parlare spero solo che tutto questo che sta accadendo sia solo un incubo.

«Non hai un minimo di lucidità? Non ti importa niente di quello che c'è tra noi?» gli chiedo quasi con le lacrime agli occhi. Rimango impietrita di fronte al suo sguardo gelido.

Sono furiosa con lui e con me stessa, ma anche molto delusa. Non ho mai avuto il coraggio di rivolgermi a lui così, ma in questo momento sono troppo sconvolta per preoccuparmene.

Rimasi ferma per pochi attimi, attimi che mi parvero lunghissimi. Dopo essermi ripresa dalla sorpresa, gli voltai le spalle e me ne andai, salii in macchina. Pian piano lo shock venne a scomparire per lasciar spazio alla rabbia, al dolore e delusione. Mi metto le mani nei capelli per la frustrazione e trattengo un urlo.

Perché proprio a me? Sembra di vivere un terribile incubo. Ti prego fa che io mi svegli e scopra che sia stato solo un brutto sogno.

Mi sento distrutta fisicamente che emotivamente. Adesso ho bisogno di conforto, ho bisogno di Sandy. La chiamo. Spero che risponda subito.

«Cris? Tutto bene? » ignara di tutto.

«Sandy. . . » non faccio in tempo a parlare che cedo. Scoppio in lacrime e tra un singhiozzo e l'altro le racconto tutto.

«Cris so che sei sconvolta, non guidare ok, non sei nelle condizioni di farlo. Non correre rischi inutili, aspettami arrivo subito».

Io però non voglio restare nello stesso luogo dove si trova anche lui, così decido di andarmene con la mia macchina. Parto, ma mi accorgo di non essermi messa la cintura di sicurezza.

Senza prima fermarmi e togliendo momentaneamente lo sguardo dalla strada cerco di allacciarmi la cintura, ma per colpa delle lacrime non riesco a farlo. Qualche istante dopo mi ritrovo a sbattere la testa contro il volante e poi più nulla . Nero, buio assoluto.

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