Pov.Cristyn

Toc, toc. . .

Questa non ci voleva. Che tempismo.

«Mr.Pawel. La sua riunione con i clienti aziendali inizierà fra cinque minuti!» sento dire da dietro la porta dell'ufficio di Rob.

«Una delle mie assistenti, segretarie. Devo andare alla riunione, anche se in questo momento preferirei stare qui e fare ben altro» dice dandomi un ultimo bacio prima di alzarsi e vestirsi.

«Anche io» dico, mentre mi rimetto il cappotto e chiuda la cintura con frustrazione. Lui deve averlo notato perché mi si avvicina e mi cinge da dietro.

«Cosa c'è che non va?» mi chiede solleticandomi il collo con il suo respiro.

«Eh che ogni volta che siamo noi due insieme, da soli, c'è sempre qualcosa o qualcuno che ci disturba e che ci allontana e sembra che tu non te ne accorga», dico un po' stanca di questa sua indecisione .

«Non so di cosa tu stia parlando. Non c'è niente e nessun che ci separa» mi dice prendendomi il viso tra le mani , in modo che lo guardassi negli occhi.

«Davvero ne sei convinto? Neanche il tuo lavor?» gli chiedo guardandolo in modo che capisca che so che c'è qualcosa che non va tra noi, che non mi sta dicendo.

«Il mio lavoro è il mio lavoro. L'hai sempre saputo che mi tiene molto occupato» mi dice lui.

«Lo so che il tuo lavoro ti tiene molto occupato, questo lo capisco. Non capisco invece perché la tua vita si concentri solo sul tuo lavoro. Non dico che mi devi portare con te ovunque tu vada per affari, ma è come se invece di avere una relazione con me ce l'avessi solo esclusivamente con il tuo lavoro» dico cercando di far capire come io mi senta.

«Senti hai sempre saputo che tipo d'uomo sono e quali sono i miei. Non capisco perché ti lamenti» fa per drimi lui. Non capisce proprio niente, questo qui, penso sempre più frustrata e delusa.

«Dico che se vuoi avere una relazione con me non puoi sparire, relegarti solo ai tuoi affari per poi comparire sporadicamente e stare con me solo cinque minuti per darmi il contentino. Vorrei che tu dedicassi a me la stessa passione e lo stesso tempo che dedichi al tuo lavoro» gli dico sfogandomi.

Lo guardo per qualche istante, ma non dice niente, neanche una parola.

«Devo andare, ho una riunione».

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Il mio umore nero e triste mi accompagna per tutta la giornata. Per fortuna ho quasi finito il turno alla pasticceria e posso ritornarmene all'appartamento. Dopo aver riscaldato in padella della pasta pronta, decido che è ora di pensare a mee al mio lavoro.

Devo buttar giù qualche idea per i pasticcini da poter servire all'inaugurazione del nuovo hotel- centro congressi.

Vediamo, vediamo, vediamo ...

Ecco!! Potrei modificare una delle mie ricette e renderla più adatta ad un evento come l'inaugurazione di un hotel di un certo stile e spessore.

Potrei creare dei biscotti di pastafrolla alla cannella , dandogli però la forma di una piccola rosa, in modo che al centro possa essere messa della crema o della frutta.

Potrei dar loro la forma di un delfino , come con i fogli di carta con gli origami, e zuccherarli in superficie.

Potrei creare tortine di vario gusto, dal più amaro al più dolce, con frutta o con creme al cacao, allo zabaglione o chantilly.

È ormai notte inoltrata quando termino gli schizzi delle mie idee e decido che è ora di andare a dormire.

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Finalmente è arrivato venerdì. Non vedo l'ora di vedere cosa hanno ideato i ragazzi per l'evento.

La giornata passa tranquillamente, tranne per un cliente strambo e insistente, che era convinto di aver comprato da noi dei biscotti verdi secchi , circa una settimana fa.

Per fortuna abbiamo avuto pazienza e gli abbiamo dato un sacchettino di dolci omaggio, con la speranza che ci lasciasse in pace. Non che io odi le persone anziane, ma questo signore è stato proprio maleducato, niente in confronto ai signori Sullivan.

Arrivata l'ora di chiusura giro il cartello alla porta per segnalare che il negozio non è più aperto e raggiungo i ragazzi al tavolo.

«Allora ragazzi. Vi dico subito che grazie ad un aggancio siamo riusciti a far parte del catering della serata di inaugurazione dell'hotel. Voi avete qualche idea per pubblicizzare la pasticceria?»

«Io ho pensato di creare un sito web tutto nostro, dove teniamo aggiornati i nostri follower su eventuali promozioni, eventi, feste che organizziamo o a cui partecipiamo. Potremmo anche creare spazio in cui i nostri clienti possono commentare i nostri dolci e creare uno spazio pubblicità per il "Dolce della settimana" » propone Petty,

«Io ho pensato che potremmo creare magliette o palloncini, qualche gadget per i più piccoli e creare un angolo per loro, con tipi di dolce da loro più apprezzati» dice Jackie.

«Io ho pensato al volantino. Credo che sia meglio che sul volantino ci sia lo stesso disegno, logo rappresentato sui gadget o sulle magliette. Un disegno che sia anche l'insegna del negozio» ci spiega Wolly.

«Ragazzi sono tutte ottime idee. Petty. La tua idea è perfetta? Conosci qualcuno che potrebbe occuparsene e gestire il nostro sito?» gli chiedo.

«Mio cugino potrebbe occuparsi della creazione e io della gestione del sito, se per voi va bene» chiede lui.

«Perfetto. Jackie, Wolly voi potreste provare a buttare giù qualche idea per il logo? È una bozza del volantino e dei gadget? » gli chiedo.

«Certamente capo».

«Ok. Adesso possiamo andare tutti a casa. Auguro a tutti buon weekend ».

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Appena uscita dal negozio sorrido felice. Rob è appoggiato ad una macchina e appena mi vede arrivare mi viene incontro.

«Ciao piccola» mi saluta lui, con un lieve ma dolce bacio sulle labbra.

«Ciao!» dico sorridendogli.

«Spero che tu non sia troppo stanca, perché voglio portarti fuori a cena» mi dice mentre mi apre lo sportello per farmi accomodare in macchina.

«Adesso? Non passiamo un attimo da casa per cambiarmi?» chiedo stupita.

«Ma no sei perfetta così!» mi dice sorridendo mentre ci inoltriamo nel traffico.

«Senti per te starei bene anche con un sacco di iuta in testa, ma io mi sentirei a disagio se andassi in un ristorante vestita così» gli spiego.

Dopo averci riflettuto un attimo mi risponde.

«Forse ha ragione».

« infatti» dico.

«Meglio passare da Gucci e prenderti un vestito» ribatte lui.

«Cosa??».

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Non c'è stato niente da fare. Rob è irremovibile. Adesso siamo in un fantastico ristorante, al centro di New York, in cima ad un grattacielo. La vista è magnifica. Le luci dei palazzi creano un'atmosfera magica. Lo scurirsi del cielo per l'ora tarda e le migliaia di luci colorate della città, fanno sembrare il tutto un cielo scuro con mille stelle colorate.

Un cameriere ci accoglie e ci fa accomodare ad un tavolo appartato.

«Salve signori. Io sarò il vostro cameriere per la serata. Vi lascio il menù e l'elenco dei vini» dice gentilmente. Rob deve essere già stato in questo ristorante perché sceglie subito il vino

«Tu preferisce rosso o bianco?» mi chiede prima di ordinare.

«Bianco» gli rispondo.

«Ci porti il vino bianco della casa» dice al cameriere.

Dopo pochi minuti arriva il nostro vino.

«Se siete pronti posso prendere le vostre ordinazioni» dice il cameriere, tirando fuori block-notes e penna.

«Io prendo linguine nero di seppia ai frutti di mare come primo e come secondo capesante» , ho sempre visto in televisione cucinare le capesante, ma non le ho mai mangiate. Sono curiosa di scoprire se sono davvero gustose.

«Prendo anche io linguine nero di seppia ai frutti di mare e dei gamberi».

«Perfetto», dice il cameriere prima di andarsene.

Guardandomi intorno noto che questo posto è bellissimo.

Bevo il vino e raccolgo con la lingua una goccia che mi stava per cadere.

Allora ho effetto su di lui! Penso mentre noto che lui sta stringendo la mascella e il suo sguardo si sta scurendo.

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Pov. Robert

Lei è bellissima questa sera. È sempre bellissima, ma questa sera c'è qualcosa di diverso dal solito. Ha le guance più colorite, è più solare.

Lei beve il vino e si passa la lingua sulle labbra per raccogliere una goccia che stava per cadere.

Accidenti. Mi vuole provocare? Ci sta riuscendo! Se non fossimo in un luogo pubblico e circondati da tantissima gente a quest'ora lei starebbe gioendo dal piacere.

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Verso fine serata mentre stiamo gustando il dolce, del tiramisù io e della crema catalana lei, lei guardandomi curiosa mi fa una domanda.

«A cosa devo questa uscita?».

«Ti ricordi che settimana prossima, prima della serata di beneficienza dovrò andare fuori città per occuparmi di clienti».

«Si» dice annuendo.

«Volevo stare del tempo da soli, io e te, prima della partenza. Questo weekend sarà solo per noi» le dico.

«Davvero??» mi chiede con uno sguardo birichino, che comprendo al volo.

Annuisco di rimando. Il sorriso che ha adesso mi rende felice e le illumina il viso. non so come ma lei mi fa sentire sereno, felice.

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Lei è talmente stanca da essersi addormentata appena salita in macchina. Arrivati a casa la sollevo delicatamente senza svegliarla, con l'aiuto di donna Rosaria apro la porta, entrando mi dirigo direttamente quella che ormai è diventata la "nostra camera" e le rimbocco le coperte.

Guardandola adesso sembra un angelo, beatamente sprofondato nel mondo dei sogni. Sembra essere serena, ma anche vulnerabile.

Farò in modo che non le accada nulla. Credo però che questo lavoro alla pasticceria, la stia un po' sfiancando, perché ultimamente dorme molto. Non voglio che si ammali di nuovo.

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SPAZIO AUTRICE.

Ciao ragazzi. Eccomi con un nuovo capitolo. Delusi? Spero di no. Non perdetevi il prossimo capitolo perché ne vedremo delle belle. Chissà cosa combinerà Robert questa volta. Volete scoprirlo? Allora seguitemi!!

Passate a leggere  "Il diario di Sara:)" di @livsilver_29 , non perdetelo.

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