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Capitolo 35. RIAPPACIFICAZIONE

Oh mio dio. . . non riesco a muovermi, non riesco a pensare. Avanzando nel mio appartamento scopro che da per tutto ci sono rose e candele profumate accese. Nel bel mezzo del soggiorno, tutti i mobili sono stati spostati per far spazio ad un ampio tappeto morbido e un tavolo apparecchiato per due, con al centro una candela e una rosa rossa appoggiata su una busta.  Chissà cosa ci sarà scritto. Impaziente apro la busta velocemente e trovo un biglietto, lo leggo.

“Cara Cris, comincio dicendo che non ti merito. Ultimamente sono stato troppo assente e mi sono comportato da vero stronzo con te. Ti ho trascurata e maltrattata. Non era mia intenzione trattarti in quel modo. Ammetto di essermi lasciato trasportare dalle insoddisfazioni e intoppi che sto riscontrando a lavoro. Non dovevo permettere che la mia vita lavorativa influisse negativamente sulla mia vita privata, su di noi. Spero che tu mi possa perdonare. Tu sei tutto ciò che ho sempre desiderato, sei come l’aria, essenziale, senza di te non vivrei.
Con amore,  TUO Robert”

Finita di leggere la lettera ho le lacrime agli occhi e sento due forti braccia cingermi da dirannicchioora mi perdoni?», mi chiede Robert  sussurrandomi all’orecchio.
«Di essere stato un vero stronzo? Di essere nuovamente sparito per giorni senza rispondere a messaggi e chiamate? Per avermi maltrattato e per aver insinuato che , nonostante quel che provo per te, io sia stata con Andy?» gli dico inalberandomi.
«Piccola, non pensavo veramente quello che ho detto», dice cercando di scusarsi.

«Allora prima di parlare conta fino a cento» dico , mentre cerco di calmarmi un po’.

«Sei ancora arrabbiata con me?» dice iniziando a stuzzicarmi l’orecchio , a mordicchiarmi il collo. A quel contatto non riesco a resistere e mi sciolgo. Credo che lui abbia trovato uno dei miei punti sensibili.

«Lo sono» dico, senza essere molto convincente.

«Vediamo se entro fine serata riesco a farti cambiare idea» dice con uno sguardo di sfida.
Da gentiluomo che è mi accompagna al tavolo, mi scosta la sedia per farmi accomodare.

«Per questa sera speciale ho pensato a antipasti rustici per incominciare, salumi e formaggio. Per seguire con spaghetti all’arancia e ostriche e concludere con carpaccio di mare misto e un bel sorbetto al limone » mi spiega mentre mi versa del vino.

«Ottimo, adoro il pesce» dico sorseggiando il vino. Mmhh è squisito, un vino bianco amabile.
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Durante la cena parliamo del più e del meno. Una volta sparecchiata la tavola ci accomodiamo sul divanetto, l’uno tra le braccia dell’altro.
«Allora come va in pasticceria?» mi chiede.

«Bene, sono diventata la responsabile. Stiamo riorganizzando le mansioni e gli orari. Stiamo anche cercando di creare modi per pubblicizzarci e per far parte all’inaugurazione del nuovo hotel» gli dico, informandolo.

«Quale hotel?» mi chiede veramente interessato.

«Vicino alla pasticceria stanno per terminare la ristrutturazione di un palazzo adibito ad hotel e centro congressi. Sandy anche se non può scrivere un articolo sulla pasticceria, è riuscita a sapere chi è il nuovo proprietario e direttore del palazzo e dell’hotel. In questo modo possiamo cercare di far parte del catering e farci notare» dico tutta raggiante.

«Splendido. È una splendida opportunità per voi!» dice sorridendo.

«Si infatti, abbiamo tante idee ma non sappiamo come agire» dico storcendo il muso.

«Posso aiutarvi io!» mi propone lui.

«Non ce ne bisogno. Voglio cavarmela da sola, con le mie forze» gli rispondo.

«Se vuoi posso mettere una buona parola con il responsabile del catering dell’evento e al resto pensi tutto tu. Che ne dici?»

«Direi che è fantastico!!» gli dico, ringraziandolo con un dolce bacio.

«Per te questo ed altro».

«Perché sei sparito di nuovo?» gli chiedo dubbiosa. Ti prego non dirmi che ti sei dovuto occupare di affari, perché è la stessa scusa che hai usato quando ti ho sorpreso al ristorante con quella donna , invece di essere con me dal medico.

«Degli affari mi hanno tenuto occupato. Mi dispiace di non essermi fatto vivo e di averti lasciato solo qualche messaggio in segreteria», mi dice mentre mi accarezza i capelli.

«Come hai fatto ad organizzare tutto questo in così poco tempo?», gli chiedi guardandomi attorno. Non riesco a credere che abbia organizzato tutto questo per me.

«Mi hanno aiutato Sandy e Steve. Mi informavano sui tuoi orari e spostamenti in modo che io potessi organizzarti questa sorpresa, senza farmi scoprire da te» mi risponde lui.
. . . . . . . . . . .  .
Quando l’ora è ormai tarda, Robert fa che andarsene.
«Non te ne andare. Resta con qui con me questa notte» gli dico, guardandolo negli occhi, come farebbe un gattino quando ti implora di dargli un altro biscotto.

Senza rispondermi mi solleva da terra per portarmi in camera.
Mi lancia letteralmente sul letto, facendomi rimbalzare, ma prima che io me ne accorga vengo immobilizzata. In men che non si dica le sue labbra sono sulle mie. Sorpresa e stupefatta dalle mille e straordinarie sensazioni che mi provoca questo bacio, come se fosse il nostro primo bacio, vagando con le mani su tutto il suo corpo, chiedo famelica più contatto.
Solo per pochi secondi ci separiamo, per spogliarci, fino a ché non c’è più nessuna barriera tra noi.
. . . . . . . . . . . .
Al mio risveglio allungo il braccio e trovo Robert ancora addormentato. Non se ne andato via, è rimasto.
Penso a questa notte. Abbiamo fatto l’amore più volte. Prima dolcemente, lentamente e poi senza freni, senza remore, selvaggiamente. Liberi, fino a che non abbiamo raggiunto il massimo piacere e siamo crollati entrambi per lo sfinimento.

Accarezzandogli la guancia noto il suo accenno di barba. Mi piace tantissimo. Almeno mi è piaciuto stanotte, ha provocato in me nuove sensazione.

Vengo risvegliata dai miei pensieri, da dei movimenti.

«Ehi!» dice Rob salutandomi e allungando un braccio per avvicinarmi a lui. Senza farmelo dire una seconda volta mi rannicchio accanto a lui, come se fossimo un cucchiaio.

«Buongiorno dormiglione» lo saluto baciandogli il naso, «Hai fame?» gli chiedo.

«Un po’» mi risponde.

«Ok. Mentre tu ti fai la doccia io preparo qualcosa per colazione» gli dico dandogli un bacio veloce, prima di andare in cucina.

Appena sento che l’acqua della doccia si spegne , inizio a friggere le uova. Dopo pochi minuti lo vedo arrivare in tutta la sua grazia, con addosso solo i boxer. Meno male che ci siamo solo noi due.
«Ecco. Uova all’occhio di bue, con pancetta e spremuta d’arancia» gli dico porgendogli il piatto.

Entrambi finiamo velocemente colazione e ci prepariamo per andare a lavoro.

«Vuoi che ti do un passaggio piccola?» mi chiede lui.

«Si grazie» gli rispondo schioccandogli un bacio sulla guancia.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il tragitto in macchina procede tranquillo. A metà strada Robert mi informa che a fine mese andremo insieme ad un evento.
«Fra un paio di settimana circa, devo andare ad una serata di beneficenza e voglio che sia tu ad accompagnarlo. Riusciresti ad organizzarti, a essere libera per quella sera? »

«Certo. Posso organizzarmi con i turni e mettermi d’accordo con i ragazzi» gli rispondo sorridente.
Arrivato a destinazione, prima di scendere dalla macchina lo saluto con un rapido, ma appassionate ed infuocato bacio, per andarmene altrettanto velocemente e lasciarlo imbambolato, senza parole e senza la possibilità di replicare a quel bacio.

Essendo dieci minuti in anticipo decido di telefonare a Sandy.
Bip bip.  . . . . . .
«Ciao Cris?» mi saluta lei.

«Ciao. Ascolta ti rubo solo pochi minuti. Fra un paio di settimane devo andare con Robert ad una serata di beneficenza e . . . .»

«Ti servirebbe comprare un vestito adatto all’occasione, indovinato?» mi chiede, completando la mia frase.

«Si indovinato. Questo venerdì non posso perché devo rimanere un po’ di più in pasticceria, tu potresti questo sabato?» le chiedo sperando mi dica di si.

«Questo sabato non posso. Dobbiamo lavorare tutto il giorno, ma venerdì prossimo esco qualche ora prima, ti andrebbe bene?» mi chiede lei.

«Si si perfetto. Grazie, ti lascio al lavoro. A stasera» le dico salutandola prima di riattaccare.
. . . . . . . . . . . . .
La giornata passa velocemente e come al solito ritorno a casa stremata, crollando in un batter d’occhi sul divano.
Dovevo essere davvero stanca dato che non mi sono svestita e cambiata. Per fortuna oggi devo fare il turno di pomeriggio.
Voglio far una sorpresa a Robert, voglio andare a trovarlo in ufficio, ma prima è meglio che gli telefono per sapere se è in ufficio, devo fingere di essere in pasticceria e sperare che lui non si ricordi i miei turni lavorativi, in modo che lui non sospetti nulla.

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SPAZIO AUTRICE_

SALVE RAGAZZI! VI PIACE QUESTO NUOVO CAPITOLO??! COSA CREDETE CHE CAPITERÀ?

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