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Capitolo 26. SCELTA!


Pov's Cristyn

Sono passati solo un paio di giorni, ma ancora non sono riuscita a dormire come si deve. Mi sento uno zombi.

Durante questi momenti di pausa, ho pensato a lui. Non riesco ad immaginare di non vederlo più. Mi sarei aspettata di ritrovarmelo davanti casa o in pasticceria, sapendo quanto è insistente. Ma forse sta provando ha lasciarmi il mio spazio, il mio tempo, proprio come gli ho chiesto.

Si ho sofferto molto quando siamo stati insieme, ma soffro ancora di più adesso che siamo separati.

So cosa voglio. Voglio lui, voglio stare con lui.

Gli telefono. Mi risponde subito.

«Ciao!», gli dico .

«Ciao», mi risponde, ma nessuno dei due dice altro.

Prendendo coraggio faccio per dirgli che ho preso una decisione, ma lui mi precede.

«Sai, in questi giorni ho avuto il timore che tu mi rifiutassi, che non avrei più avuto l'occasione di rivederti, di risentirti».

« Lo so», gli dico.

«Tengo a te. So che potresti non credermi, ma ci tengo a te», dice sinceramente.

«Lo so, ti credo», gli dico.

«Davvero?», dal tono della sua voce sembra sorpreso.

«Ascolta, non vorrei buttarmi a capofitto per sentirmi felicissima, vibrare nell'aria, per poi ripiombare giù nel burrone. Questa volta ci andremo con calma, senza esagerare , ok?», gli chiedo, sperando che capisca il perché della mia decisione.

«Lo sai che voglio stare insieme a te e nessun'altra. Se è questo che vuoi procederemo senza fretta, un passo alla volta», sospiro di felicità alle sue parole, contenta di essere sulla stessa lunghezza d'onda.

Dopo una giornata in pasticceria, trascorsa senza fare pausa e dimenticandomi di pranzare, è arrivato il momento di incontrare Rob. Sono davvero a pezzi. Infatti appena arrivata in macchina, devo essere crollata, perché mi ritrovo con la mia tuta-pigiama nel mio letto, con le coperte rimboccate.

Caspita, sono già le nove di sera e dai rumori che provengono dalla cucina non devo essere sola.

«Ciao dormigliona», mi saluta Rob vendendomi arrivare.

Ancora confusa per l'essermi appena svegliata, mi domando cosa ci faccia lui qui.

«Sto preparando la cena, se vuoi rinfrescarti io intanto apparecchio».

Come un sonnambulo mi dirigo in bagno. Dopo una doccia veloce e vestiti puliti ritorno in cucina. Come promesso, Rob ha apparecchiato e a quanto pare ha anche cucinato.

«Non sapevo che tu sapessi cucinare», gli dico sorpresa.

« È una delle mie tante doti nascoste», dice sorridendo.

«Ah è quali sono le tue altre doti?», gli chiedo per scherzare.

«Quelle che ti ho mostrato ieri notte, e l'altra notte ancora e...», dice facendomi diventare rossa come un peperone.

«Si ho capito, ho capito», dico per farlo smettere.

Lui deve essersi accorto della mia reazione, perché sta ridendo a crepapelle. Rob ha preparato pasta alla carbonara, bistecche e insalata di pomodorini e rucola. È tutto squisito.

«Ti è piaciuta la cena?», chiede guardando il mio piatto completamente ripulito.

«Ah, ah. Era tutto buonissimo, complimenti», gli dico complimentandomi.

«Beh d'altronde ho cucinato io!», dice stiracchiandosi.

«Che modestia eh!» .

Offertosi volontario lui sparecchia e sistema i piatti in lavastoviglie, mentre io mi accoccolo sul divanetto.

Ne approfitto per telefonare a casa. Avevo promesso a mia madre di farmi sentire più spesso. Risponde subito.

«Ciao tesoro, come stai?», chiede mia madre felice di sentirmi.

«Bene, un po' fiacca per il lavoro, ma bene», le dico.

«Come va in pasticceria?».

«Benissimo. La scorsa settimana ho trovato due aiutanti che mi aiutassero a giorni alterni, durante la settimana e una ragazza durante il weekend, in modo da organizzarci meglio anche con gli orari», le spiego entusiasta.

«Siamo orgogliosi di te Cris. Hai trovato un lavoro che ti piace e ti sento più felice», dice acutamente mia madre.

«Si è vero, sono più felice», dico mentre Rod mi raggiunge e mi racchiude tra le sue braccia.

«E dimmi è per merito di qualcuno in particolare?», chiede subito mia madre, andando al punto.

«Può darsi», dico rimanendo vaga.

«E adesso che stai facendo?», chiede mia madre, capendo che volevo cambiare discorso.

«In questo momento sono accoccolata con lui sul mio divanetto», le dico, fissando Rob che intuendo di essere l'oggetto della conversazione raddrizza le antenne, incuriosito.

«Mi raccomando Cris, usate precauzioni», dice mia mamma.

«Sì, mamma», dico arrossendo in volto.

«Ti saluto, così posso lasciarvi al vostro appuntamento. Salutamelo, ciao!», dice contenta mia madre prima di riattaccare.

«Era tua madre?», mi chiede Rob sorridendo.

«Si e ti saluta», gli faccio sapere mentre mi offre una birra.

«Ma che carina», dice aprendosi la sua .

«Dice anche di stare attenti e di usare precauzioni», appena capisce a cosa si riferisse mia madre quasi quasi si strozza con la birra.

«Ah si?», mi chiede accendendo la tv.

«Si!».

«Me lo ricorderò!».

Decidiamo di vedere un film, Sette spose per sette fratelli. Mi piacciono momenti come questi. Momenti che possono sembrare banali, ma che per me sono importanti. Stare insieme, tranquilli, acciambellati sul divano, coccolarci mentre guardiamo la televisione. Appoggiandomi a lui, mi sento al sicuro. Lui è la mia roccia.

Finito il film mi saluta con un dolce bacio e ritorna a casa. Un po' delusa che non sia rimasto ritorno a letto. In fondo voglio procedere pian piano, è meglio così.

Non riesco a dormire, da ore e ore mi rigiro nel letto senza riuscire a prendere sonno. Decido di preparami una camomilla e di sistemarmi sul puf, magari così riuscirò a riposarmi.

Come le altre mattine al mio risveglio, mi preparo e mi reco al negozio. Oggi il tempo sembra essere più inclemente del solito. È da un paio d'ore che nevica. Nonostante il maltempo i clienti non mancano mai. Alcuni sono più golosi di altri, ma ci sono sempre.

Vorrei andare a trovarlo anche se per mezzoretta, ma non so se è troppo. Sono un po' indecisa. Forse potrei chiedere un consiglio alla signora Sullivan.

«Ha un attimo?», le chiedo sperando di non disturbarla.

«Certamente mia cara, dimmi di cosa hai bisogno?».

«Di un consiglio? Sugli uomini», le dico.

«Chiedi pure», mi dice allegramente.

«Vede mi sono da poco riavvicinata ad una persona. Vorrei andare a trovarlo a lavoro e portargli un caffè, magari anche uno dei suoi muffin, ma non voglio affrettare le cose tra noi due. Non vorrei che il mio sia un gesto esagerato, mi capisce?», le dico ansiosa.

«Certo che ti capisco. Per te quest'uomo è speciale. Questa relazione è importante e vuoi essere cauta», dice capendomi perfettamente, «Il tuo non è un gesto esagerato, è un gesto semplice che mostra attenzione ed interesse per l'altro. Ti do un consiglio, fa solo quello che ti senti. Se pensi che sia un bel gesto andare a trovarlo, fallo».

«La ringrazio», le dico abbracciandola, « Le dispiace se vado durante la pausa pranzo?».

«Vai pure ma non fare tardi, oggi chiudi tu ricorda».

Preso il muffin e il mappucino prendo un taxi e spero di non trovare occupato Rob, non vorrei disturbarlo.

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Pov's Robert

Ieri ho trascorso una bellissima serata tranquilla con Cristyn. Ho scoperto che non solo è un'amante della buona cucina. Lei è anche simpatica, generosa ed è legata molto alla sua famiglia ed ai suoi amici.

Adesso, sto cercando di non pensare a lei e di analizzare questi quattro preventivi, contratti per cercare di capire quali tra questi sia il più vantaggioso per me e per l'impresa. Quale ditta assumere per la costruzione del nuovo ristorante.

Vediamo. La Harper Construction è la più costosa tra le quattro aziende, ma è la più efficiente e impiegherebbe sei mesi e mezzo per costruire l'intero ristorante.

La Power Bilding, invece, meno costosa e meno conosciuta della rivale, impiegherebbe meno tempo nella realizzazione del progetto, solo cinque mesi.

Le altre due imprese, la Social Working e la Wallmade N.Y, impiegherebbero entrambe circa cinque mesi e mezzo allo stesso prezzo.

Puntando però all'efficienza, al miglior risultato e al guadagno a lungo termine e non al risparmio e al guadagno immediato la mia scelta ricade su Harper Construction. Non mi resta che avviare gli accordi e concludere le trattative.

«Signorina, Rush. Chiami la Harper Construction e gli invii il contratto da visionare e fissi un incontro per concludere le pratiche», le dico dall'interfono.

«Subito signore. Ah Mr. Pawel una certa signorina Cristyn, chiede di vederla».

Cristyn qui? Sarà successo qualcosa?

«Falla entrare pure».

Ed ecco che la vedo entrare. Nonostante sia tutta coperta, infagottata e arrossata per il freddo, non fatico ad immaginare cosa abbia sotto.

«Ciao, disturbo?», chiede rimanendo alla porta.

«Al contrario, sono contento di vederti, non me l'aspettavo una sorpresa», le dico andandole incontro e stringendola tra le mie braccia.

«Ecco, sono venuta per portarti un pensierino», dice arrossendo e cercando di evitare di guardarmi per l'imbarazzo. Afferro il sacchetto che mi ha portato e rimango meravigliato.

«Non è niente di ché. Solo qualcosa di caldo e degli zuccheri, dato che oggi fa freddo e che tu lavori molto. Ho pensato che avessi bisogno un po' di energia», dice guardandosi le punte dei piedi.

Sollevandole il mento con due dita la fisso nei suoi occhi splendidi.

«Mai nessuno mi aveva dato attenzioni come fai tu. Mi piace che tu sia qui», le dico prima di baciarla. Un bacio delicato che si interrompe sfortunatamente subito.

«Sono contenta che ti faccia piacere. Ti lascio al tuo lavoro. Io devo ritornare in pasticceria. Ci vediamo da me stasera?», mi chiede con gli occhi luccicanti.

«Sì, ci vediamo da te stasera. Appena stacco con il lavoro ti raggiungo. Porto io qualcosa da mangiare ok?», le propongo.

«OK!», dice salutandomi con un bacio prima di andarsene.

«Aspetta, come sei arrivata fin qui con la neve?».

«Con un taxi, perché?», chiede stranita.

«Mi sentirei più sereno se ti facessi accompagnare al negozio dal mio autista. Non voglio che ti capitino incidenti», le spiego.

«Se ti può far stare più tranquillo, va bene. Mi farò accompagnare dal tuo autista e appena arrivo ti mando un messaggio, ok?»

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Pov's Cristyn

Come promesso mi sono fatta accompagnare in pasticceria dal suo autista e una volta a destinazione l'ho avvisato di essere tutta intera.

Non ho potuto dirgli la stessa cosa una volta arrivata a casa. Mi sento uno straccio. Peggio degli altri giorni.

Ad un tratto mi sento male. Corro verso il bagno e arrivo in tempo al water. Per minuti, che mi sembrano infiniti, svuoto completamente lo stomaco. Quando credo di star leggermente meglio, cerco di alzarmi, ma mi sento debole. A malapena mi reggo in piedi e ho lo stomaco in subbuglio. Mi sciacquò la faccia sperando di star meglio e cerco rifugio tra le lenzuola del mio letto, crollando come un sasso.

Dormo fino a quando non sento che suonano alla porta. Guardo dalla finestra e vedo che è diventato tutto buio. Deve essere tardi. Forse è Rob alla porta. A confermarlo è un messaggio che mi arriva proprio adesso. È lui!

"Sono io, mi apri la porta??!!"

Ho solamente la forza di scrivergli un messaggio, per quanto sono messa male. Figurati se riesco ad alzarmi e andare fino alla porta per aprirgli.

Così gli mando un messaggio.

"Non mi sento molto bene. Non riesco ad alzarmi. Se vuoi ancora entrare , sotto lo zerbino c'è una chiave di riserva".

Non so cosa voglia fare ora lui, sapendo che non sto affatto bene. Non ho il tempo di scoprirlo perché ripiombo di nuovo nel sonno.

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SPAZIO AUTRICE.

CIAO RAGAZZI!! VI PIACE LA STORIA? COME CREDETE STIA PROCEDENDO LA RELAZIONE TRA CRISTYN E ROBERT?? SI ACCETTANO TUTTI I COMMENTI E SUGGERIMENTI!


CONSIGLI LETTURE:

 - LUCE O OMBRA- il nero dell'asfalto di @-martam- (FANTASIA) ;

- Ti stavo aspettando di @withlove55 (STORIA D'AMORE);

- Piccoli stronzi bugiardi di @piccolibigiardi (CASUALE);

- La grotta degli uccelli dorati di @_lady_book (NARRATIVA GENERALE);


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