Capitolo 21. MONTAGNA
Pov's Robert
Devo impedire assolutamente che lei parta con quel tipo. Ma come? Penso, penso e ho un lampo di genio. Chiederò aiuto al mio amico Rufus. Speriamo risponda .
«Salve, sono Rufus, servizio investigativo privato, come posso esserle utile?», domanda il mio amico.
«Ciao sono Rob? Disturbo?».
«Ma che dici, tu non disturbi mai», dice tranquillizzandomi.
«Senti, so che ti sto dando poco preavviso, ma avrei bisogno di un favore personale», dico spiegandomi, « vedi la mia . . .», come posso dire, «. . . quasi ragazza ha deciso di andarsene in montagna con un tipo, senza pensarci due volte e a me non piace», dico un po' frustrato.
«E tu vuoi che io lo rintracci e scopra dove esattamente hanno intenzione di andare e quando devono partire, ho indovinato?», domanda sapendo già la risposta.
«In realtà si, hai indovinato in pieno», gli dico, mentre continuo a sbattere nervosamente la penna sulla scrivania del mio ufficio.
«Mi metto subito in moto e appena ho novità ti aggiorno», dice Rufus.
«Ci conto!»
«Ok allora a dopo» detto questo riattacca e io cerco di ritornare ai miei affari.
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«Ehi amico li ho trovati. Dal registro della mostra risulta che il ragazzo si chiama Andy e ha preso dei giorni per andare in montagna. Senza farmi notare ho chiesto un po' in giro e a quanto pare sono andati al "Rifugio Saint Mountain" »
«Grazie Ruf sei il migliore», dico felice della notizia.
«Si però, credo siano già in viaggio, quindi se vuoi raggiungere la tua bella ti conviene partire adesso». Ringrazio Rufus e mi dirigo a casa. Faccio velocemente una valigia e chiamo il mio autista per informalo di farsi trovare pronto.
«Dove la porto signore?»
«Rifugio Saint Mountain».
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Il viaggio è stato più lungo di quanto mi aspettassi. Nel frattempo ho telefonato al rifugio per prenotare una camera.
«Sì, signore. Sono disponibili tre camere. Una con il letto a doppia piazza e le altre due camere con letto singolo», mi informa gentilmente la signora.
«Quella con letto a doppia piazza è perfetta. Prenoto quella».
«Perfetto. A che ora arriverà più o meno?», domanda diligentemente.
«Fra tre ore», le riferisco e intanto mi ricordo che non ho avvisato di quest'ultimo cambiamento Harry.
«A nome di chi devo registrare?», mi chiede la signora al telefono.
«Robert Pawel», le rispondo.
«Perfetto, signor Pawel. Al suo arrivo si rechi alla hall e le daranno la chiave».
«Grazie». Chiudo per telefonare al mio amico.
«Ehi, allora ci sei per pranzo?», mi chiede Harry troppo allegro.
«In realtà c'è stato un cambio di programma. Sto andando in montagna», lo informo sentendo che si sta strozzando, sorpreso dalla notizia.
«Ma tu odi la montagna, la neve e il freddo, che ci vai a fare lì?», domanda.
«Devo risolvere una questione», gli dico senza dilungarmi oltre.
«Fammi indovinare, questo affare è alto circa un metro e settanta, ha gli occhi verdi e capelli lunghi e castani, giusto?».
«Non è come credi amico», dico digrignando un po' i denti come avvertimento di non dire altro.
«Ok, ok fa come credi, ma almeno tienimi informato», dice ridendo prima di attaccare.
Finalmente arrivo a destinazione e quel che vedo non mi piace.
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Pov's Cristyn
Questi giorni sono passati velocemente, ma sono stati anche pesanti. Per mia fortuna sono riuscita a trovare tre ragazzi che mi sostituissero in pasticceria. La ragazza dell'altro giorno a cui ho suggerito un assortimento misto di pasticcini, Shona. Un cugino di Melissa e uno dei nipoti dei Sullivan. Almeno durante questa piccola vacanza non dovrò stare in pensiero per la pasticceria.
Grazie all'aiuto di Sandy ho quasi finito di preparare la valigia. Intimo di pizzo, ha detto Sandy che non si sa mai, potrebbe servire. Pantaloni, calzini, canottiere e maglie felpate. I miei stivali dopo sole rossi e bianchi, in tinta con il mio giubbotto invernale e i pantaloni per sciare. Naturalmente non possono mancare la crema di protezione e il look adatto nel caso fossimo rimasti al rifugio.
Finito di prepararmi, mando un messaggio a Andy per chiedergli se è già per strada. Invece di rispondermi per messaggio, mi chiama.
«Ehi ciao, siete pronte?», mi chiede mentre sta guidando, credo.
«Sì, siamo pronte. Ci facciamo trovare davanti all'ascensore, d'accordo?», gli chiedo per accordarci.
«Ok, io sono quasi arrivato, a dopo», dice chiudendo la chiamata. Infatti, neanche cinque minuti dopo lo vedo arrivare su una jeep metallizzata.
«Forza ragazze, la neve ci attende», dice tutto pimpante, aiutandoci a caricare i nostri bagagli. Sorprendendomi questa volta mi saluta con un bacio, un vero bacio, non a stampo.
Durante il tragitto per il rifugio , penso ancora sorpresa al gesto di poco prima di Andy. Finora, non si è mai spinto oltre un certo limite. Forse è cambiato qualcosa dopo la serata al museo.
Il posto risulta un po' distante. Ci sono volute circa sei ore per raggiungerlo, ma l'attesa ne vale la pena. Il paesaggio è meraviglioso, le emozioni che suscita in me sono indescrivibili.
É stupendo, il sorgere del sole crea un effetto spettacolare.
«Mi piace tantissimo questo posto!», dico uscendo dalla jeep e saltellando sulla neve come una bambina.
«Sì, lo vedo!», dice Andy abbracciandomi stretta a se,« Se ci sbrighiamo a scaricare i bagagli, potete darvi una rinfrescata nelle vostre camere e poi possiamo andare a sciare, se volete», ci propone.
Senza neanche pensarci mi tuffo su di lui e lo abbraccio per la felicità del momento e gli do un bacio a stampo veloce, lasciandolo sorpreso.
Sandy e io decidiamo di seguire il consiglio di Andy e andiamo in camera. A quanto pare le nostre camere sono due singole sullo stesso piano, una di fronte all'altra. Indossati maglia e pantaloni termici bianchi e rossi, cerco di infilarmi i dopo sci, ma non riesco. Ah, ah! Ecco perché, non ho tirato già la cerniera, che sbadata. In assetto da scii, raggiungo la hall, dove trovo Andy, per aspettare tutto il gruppo.
«Sei bellissima», dice avvicinandosi.
«Non è vero, stai mentendo. Sembro un gigantesco pupazzo di neve», dico imbronciata.
«Sì, ma sei il mio pupazzo preferito in assoluto», dice prima di baciarmi nuovamente, come quando siamo arrivati. Solo che questa volta rispondo al bacio. Sfortunatamente veniamo interrotti dall'arrivo tempestivo di Sandy e degli altri. Non so gli altri, ma lei sicuramente si è accorta che stava accadendo qualcosa.
«Per chi non fosse stato mai in questo posto, raggiungeremo la pista da scii con la seggiovia e affitteremo l'attrezzatura direttamente lì».
Tutti informati ci avviamo alla seggiovia, organizzata con posti a due a due. Sandy decide velocemente di sedersi con me. Mentre ammiravo dall'alto la distesa innevata, Sandy parte a raffica con le domande.
«Ok, dimmi cosa succede e non dirmi niente, perché prima vi ho notati. A proposito scusa l'interruzione», dice senza prendere un respiro.
«Non ti preoccupare. In realtà non so neanch'io cosa sta accadendo di preciso. Prima mi ha di nuovo baciato e . . . ».
«Aspetta, cosa significa di nuovo? Vuoi dire che . . . », mi domanda, ma non la lascio finire.
«Si mi ha baciato più di una volta e non parlo di un bacio a stampo o sulla guancia come si usa fra fratelli. Credimi erano baci tutt'altro che fraterni, solo che a quest'ultimo ho risposto e l'ho baciato anch'io. Non sono rimasta ferma come un baccalà, come è successo invece al parcheggio», le spiego anch'io senza prendere un respiro.
«Ah Cris sono felice per te. Credimi Andy sembra proprio un bel ragazzo e anche un tipo a posto», mi rincuora la mia amica.
«Si lo so. Con lui mi sento a mio agio, serena», dico sovrappensiero.
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Ci siamo divertiti un mondo sulla neve. Ho anche scoperto di non essere una sciatrice provetta al contrario di Sandy. Ritorniamo all'hotel e mi metto in modalità riposo, quando sento bussar alla porta.
«Ehi, ciao entra pure», dico a Andy aprendo la porta.
«Ascolta verresti con me al bar? Per bere qualcosa?», mi chiede guardandomi speranzoso.
«Si volentieri, dammi solo un attimo che prendo la chiave della camera». Detto fatto. Ci ritroviamo da soli al bar.
Io ho ordinato una cioccolata con panna , lui un caffè. Devo essermi sporcata la bocca senza accorgermene, perché Andy mi fissa in modo strano. Dopo un attimo con un movimento delicato avvicina la sua bocca alla mia, stuzzicandomi le labbra e pulendomi la panne che mi era rimasta in viso, «Ecco, ora non sei più sporca», dice fissandomi intensamente.
Ad un tratto sento un brivido gelido lungo la schiena, lo stesso che provo ogni volta che Rob è nelle vicinanze. Mi guardo a torno, ma non lo vedo. Devo essermelo immaginato.
Trascorro attimi felici con Andy, ma la stanchezza dell'uscita mattutina si fa sentire e decido di ritornare in camera per una bella doccia calda, rilassante.
La doccia non è male, è spaziosa, ha i soffi laterali e un vasto assortimento di scampi. Pazientemente mi tolgo tutti gli strati di vestiti e mi infilo sotto il getto caldo dell'acqua che mi scioglie i muscoli all'istante. Mi sento rilassata, ma il momento non dura tanto. Sento due braccia possenti avvolgermi da dietro e attirarmi ad un petto altrettanto muscoloso. Un respiro caldo e affannoso alita sul mio collo. Il mio copro riconosce subito di chi si l'intruso.
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SPAZIO SCRITTRICE_
CIAO MIEI CARI LETTORI, SE VOLETE SAPERE COME CONTINUA LA STORIA , SEGUITEMI E VOTATE! VI ASPETTANO GRANDI SORPRESE.
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