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Capitolo 20.GELOSIA

PARTE 1

Pov's Cristyn.

Durante questi giorni alla pasticceria ho imparato tante cose: catalogare merci, rapportarmi con i clienti ed essere più paziente e soprattutto organizzata.

È ancora metà settimana, ma la stanchezza si fa sentire. Strano! Di solito reggo bene fino la fatica del lavoro fino a sabato. Mi sento, per la maggior parte del tempo bene, ma in alcuni sporadici momenti mi sento mancare la terra sotto i piedi; mi sento girare la testa. Inoltre non ho molto appetito. Sarà lo stress e il desiderio di far bene il mio lavoro, di essere all'altezza.

Sto allestendo la vetrina, quando sento un brivido lungo la schiena. Guardo fuori dal negozio, ma non vedo niente.

Mentre ripongo nelle mensole delle tortine al pan di spagna e frutta, suona il campanello dell'entrata.

«Salve in cosa posso esserle utile?», dico rivolgendomi ad una ragazza.

«Salve vorrei qualcosa che mi tiri un pò su. Oggi sta andando come peggio non poteva!», mi dice lei.

«Allora,... ti consiglio un muffin cacao al paradiso, tortina fragolosa o un bocciolo cacao e cocco», le dico indicandole i dolci.

«Mmmm, sembrano tutti buoni. Non so davvero cosa prendere», dice grattandosi il mento.

«Se non sa cosa scegliere, posso farle un piccolo vassoio misto, così può avere un assaggio di tutti e tre», le propongo.

«Si, perfetto!», mi ringrazia felice.

«Ecco a te, prendi questo assaggio. Ti dò anche il volantino dove vengono mostrate le promozioni, con prezzi e confezionamenti a chilo», le spiego confezionando il vassoietto di dolci.

«Grazie, lo terrò!», dice più serena di prima.

«Ecco a te!», le consegno il pacchetto.

«Grazie per il consiglio. Io sono Shona!», mi dice porgendomi la sua mano.

«Io Cristyn e figurati!» .

Mentre sono alla cassa, la signora Sullivan è in cucina per sfornare le cookies. Proprio mentre sto per finire di pulire il bancone, sento partire Hasta Luego di Maitre Gims. Avevo impostato questa suoneria, nel caso mi avesse chiamato Andy.

«Ehi ciao Cris come stai? Sei occupata?», mi domanda.

«Sono in pasticceria, ma fra poco andrò in pausa!», gli dico, mentre riempio i vassoi di paste secche.

«Ti andrebbe di bere un caffè insieme, durante la pausa?».

«Si mi piacerebbe!», rispondo e nel mentre cerco di non bruciarmi con le teglie dei pasticcini. Ahi, sono bollenti!

Pum ! E il vassoio cade.

Ahh porca miseria, bruciano davvero, mentre cerco di salvare i più dolci possibili.

«Cris tutto a posto?», mi chiede preoccupato.

«Sì, sì, solo un intoppo», gli dico sbrigativa.

«Allora ci vediamo dopo ok?», mi chiede conferma Andy.

«Ok a dopo, ciao!», salutato Andy vado in bagno per bagnare il braccio, dove mi sono bruciata.

Ahhhh adesso va meglio, ma mi fa ancora male.

«Cara tutto bene?», mi chiede bussando alla porta la ignora Sullivan.

«Si solo una piccola bruciatura, non si preoccupi», dico cercando di non farla preoccupare inutilmente.

«Se ti servisse, nell'armadietto di fianco al lavandino, abbiamo una pomata contro le ustioni!», mi consiglia lei.

«La ringrazio, la userò». Detto questo mi metto la crema sulla bruciatura e la lascio asciugare.

Facendo attenzione, sistemo gli ultimi vassoi e pongo volantini della pasticceria sul bancone, per i clienti.

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Arrivata l'ora di pausa esco per incontrare Andy.

Lo trovo seduto allo Starbucks. Mentre mi avvicino lo saluto con la mano per farmi vedere. Appena mi vede, si alza e mi si avvicina. Mi pone un bacio sulla guancia, vicinissimo alle labbra e poi mi sposta la sedia per farmi accomodare.

«Ciao!», mi dice salutandomi, «Ho preso due caffè scecherati!».

«Non li ho mai provati», mentre però assaggio il mio noto che è buonissimo e lo capisce anche lui.

«Niente male vero!!», dice Andy sorridendo.

«Davvero niente male», gli rispondo di rimando.

«Come sta andando a lavoro?», mi chiede interessato.

«A parte qualche piccolo incidente, si tutto ok!», dico cercando inutilmente di trattenere uno sbadiglio.

«Sai ti ci vorrebbe proprio una piccola pausa», mi fa notare lui.

«Si lo so , ma i signori Sullivan hanno bisogno di me in pasticceria», dico pensando a loro.

«Lo capisco, ma potresti trovare qualcuno che ti sostituisca un paio di giorni e se va bene potresti assumerlo come aiutante, così non sarai sempre stressata e stanca morta», mi suggerisce.

«Lo sai non sei il primo che me lo consiglia», gli dico finendo il mio caffè.

«Sai io e un paio di miei amici andremo a sciare per il week-end, ma partiremo venerdì sera e ritorneremo lunedì mattina presto. Verresti con me?», mi propone Andy cogliendomi di sorpresa.

«Andy, non lo so . . . sai non esco molto con i ragazzi . . . », cercando di non far notare la mia tristezza improvvisa.

«E per via di quel tizio che ti ha spezzato il cuore vero?», dice ad un tratto .

«Sì, diciamo di si», gli rispondo mentre lui mi stringe le mani con le sue.

«Allora permettimi di aiutarti a dimenticarlo, o almeno di sostituire brutti ricordi con altri più belli», mi prega lui.

«Devo pensarci».

«Facciamo così, mi darai la tua risposta alla mostra? Così hai un po' di tempo per pensarci», mi consiglia lui.

«Perfetto!», concordo con lui, «A te come va il lavoro?».

«Bene, in realtà sponsorizzo giovani talenti, alcuni esporranno al "Museum Tecnology Arts". Sono davvero bravissimi!», mi spiega lui entusiasta.

«Sai, mi piace chi ama il proprio lavoro. Non tutti hanno questa fortuna».

«Allor siamo fortunati in due», mi dice sorridendo.

«Scusa, ma devo ritornare alla pasticceria. Ci sentiamo poi per metterci d'accordo per la mostra?», domando.

«Si. Mi faccio vivo io. Ti accompagno? Tanto sono solo due passi».

«Volentieri» rispondo.

Così facendo ci avviamo insieme alla pasticceria, mi saluta con una bacio lieve sulla guancia e se ne va. Entrando in negozio mi accorgo che il signor Sullivan mi guarda sorridendo.

«Come mai quel sorrisino? È merito di quel tuo "amico"?», mi chiede lui facendomi l'occhiolino e facendomi diventare tutta rossa.

«Ma cosa dice? Io sorrido sempre», dico brontolando e andandomi a cambiare nello stanzino.

«In realtà sembri un po' strana negli ultimi giorni. Tutto ok?», mi chiede sinceramente preoccupato, «Forse dovresti fare una visita, così solo per controllo».

«Appena posso, le prometto che andrò dal dottore ok?»

«Ok. E ora a lavoro signorina!»

Sorridendo vado in magazzino a sistemare i nuovi ordini arrivati.

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Pov's Robert

Ultimamente mi sento più stanco e stressato. Non vorrei dirlo, ma ha ragione Harry. Quella ragazza mi sta tormentando. La vedo ovunque. Per strada, nei negozi. Nei miei sogni. A volte credo di trascorrere giorni appassionanti e interminabili solo con lei. Per poi scoprire che sto solo sognando.

Persino quando esco con altre donne, in loro vedo lei. Nessuna doccia gelata o corsa mattutina calmano i miei bollenti spiriti.

Anche il mio corpo si ricorda di lei, al solo pensarla si risveglia. Al solo sentirmi così strano mi sento un idiota.

Decido di raggiungere Harry nel suo ufficio, sperando di trovarlo.

La receptionist mi informa che è occupato in riunione, ma che non ne avrà per molto. Gentilmente e troppo sorridente si offre volentieri di accompagnarmi all'ufficio di Harry. Mesi fa avrei accettato, non mi sarei lasciato scappare questa opportunità, ma adesso non ne ho assolutamente voglia.

Dopo mezzoretta Harry mi raggiunge.

«Cosa hai fatto alla mia receptionist?», chiede sedendosi alla scrivania.

«Niente. Si è solo "offerta gentilmente" di accompagnarmi al tuo ufficio, ma io ho declinato l'offerta».

«Tu cosa? Chi sei e dov'è finito il mio amico?», dice scherzando.

«Ah ah. Spiritoso, davvero spiritoso».

«Tempo fa avrei dovuto aspettare di entrare nel mio ufficio per evitare di interrompere i tuoi "incontri". E adesso? Dimmi la verità centra in qualche modo la ragazza dell'inaugurazione?», mi chiede.

Senza neanche rispondere, il mio sguardo storto conferma la sua ipotesi.

«Ah lo sapevo. Sei cotto, letteralmente cotto amico!», dice lui ridendo, «Il grande e freddo Mr.Pawel messo a tappeto da una sconosciuta!.»

Non fa neanche in tempo ad accorgersene e gli arriva una penna dritta in faccia.

«Invece di fare lo stupido ascoltami. È ora di ritornarmi il favore. Sono obbligato ad andare ad una mostra e tu verrai con me», dico non ammettendo repliche.

«Ok, ok basta che non mi lanci più niente», dice accettando.

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PARTE 2_

Pov's Robert

Appena entrati la noto subito. Eccola lì e lei. Aspetta un attimo. Chi è quel damerino che la accompagna?

Un moto di, non so come definirlo, fastidio forse, mi assale. Ho una voglia irrefrenabile di andare da loro e allontanarla da lui, per portarla lontano da tutti e da tutto.

Mi avvicino cecando di passare inosservato per ascoltare la loro conversazione.

«Allora hai deciso se verrai in montagna con me?», lo sento chiedere. Cosa? Lui e lei in montagna? Dovrà passare sul mio cadavere.

«In realtà penso che sia un'ottima idea. E poi è da molto tempo che non vado in montagna. Verrà anche la mia mica». Lei ha accettato. Mi fa imbestialire. Ma aspetta. Ha detto che verrà anche la sua amica. Quindi non è una cosa a due. Non importa. Il fatto che lei va da qualche parte con lui, mi da comunque fastidio.

«Perfetto. Più siamo meglio è!», dice l'imbecille ridendo e abbracciandola. Ehi! Allontanati, lei è mia! Grido nella mia mente, sperando che lo allontani, ma no, invece lei ricambia l'abbraccio.

Questo non va assolutamente bene. Lo vedo allontanarsi verso l'angolo bar e decido che è arrivato il momento di entrare in scena.

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Pov's Cristyn

Sandy e io abbiamo deciso di cenare da lei e di aggiornarci sugli ultimi avvenimenti.

«Allora, ti ricordi di Andy? Il ragazzo dell'aereo di cui ti avevo parlato?».

«Sii» ,mi dice guardandomi incuriosita.

«Beh, mi ha invitato ad una mostra e io ho accettato», le dico mentre tiro fuori dal fornetto il pollo e le patate.

«Ma è fantastico. Sono felice per te Cris. Spero solo non si un idiota», mi risponde mentre decide quale vino prendere. Alla fine opta per un rosso.

«In realtà mi ha consigliato di prendere una vacanza e mi ha proposto di andare con lui e dei suoi amici in montagna. Dici che dovrei accettare?».

«Mhh tenendo conto che non lo conosco bene, non so cosa risponderti. Se vuoi posso venire con voi, prometto che rimarrò in disparte, ma vigile come un falco», dice lei facendomi ridere.

«In effetti mi ha proposta di portare un'amica, sai per farmi stare un pò più tranquilla», le dico.

«Ma che carino questo Andy», risponde mentre sta prendendo già il dolce. Magia velocissimo, non so come faccia.

«Sai, sa che non ho avuto una bella esperienza con qualcuno e vuole aiutarmi a stare bene», le spiego mentre anch'io prendo il dolce. Mhh buono, tartufo bianco.

«Incomincia a piacermi sempre di più questo ragazzo», dice mentre iniziamo a sparecchiare.

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La serata al Museo. . .

Allora stabilita mi faccio trovare pronta e attendo che arrivi Andy.


Sento suonare il campanello e mi affaccio per controllare chi sia. È Andy.

«Scendo subito!». Giacca, borsa, chiavi, telefono e sono pronta. Non mi sono vestita eccessivamente. Ho indossato un vestitino di lana semplice, che mi piace tanto. Mi sta anche comodo. Appena arrivo alla macchina mi accorgo di aver azzeccato il look per la serata. Anche lui è vestito casual.

«Sei bellissima!», dice aprendomi la portiera per farmi accomodare in macchina.

Arrivati al museo noto tanta che è presente molta gente. La maggior parte devono essere persone ricche, interessate all'arte o promoter dei loro talenti.

Si può notare di tutto. Rappresentazioni di edifici fatte con tappi di bottiglie di plastica. Accidenti sono incredibili, ci saranno voluti molti tappi per realizzarla e tanta pazienza anche.

In un baleno rimango affascinata da quel che sembrerebbe la realizzazione di un gigantesco muffin fatto di cotone colorato con spray e carta stagnola. È fatto talmente bene che sembra reale. Vorrei mangiarlo penso leccandomi le labbra.

La serata procede bene. Andy mi mostra le opere dei suoi talenti e me ne spiega il significato. Una statua fatta di cera, ma decorata con soli spruzzi d'orati rappresenta la delicatezza e il supremo desiderio di bellezza.

Un volto sorridente di una ragazza realizzato di vetro rappresenta invece la purezza, l'incontaminatezza. Anche se non sono esperta d'arte rimango colpita da queste opere.

«Sono stupende», gli dico sorridendo e congratulandomi con lui.

Stiamo parlando tranquillamente, quando sento un brivido scorrermi lungo la schiena. Non mi giro neanche per vedere chi sia arrivato. So che è "lui". Spero solo che non mi noti.

Mi sto divertendo questa sera. Andy sta andando a prendere due acqua toniche per noi. Tutto sta andando come doveva andare. Tranne per un piccolo dettaglio. "Lui" è qui e non mi ha nemmeno riconosciuta, come la ragazza di capodanno, ma come la ragazza dell'inaugurazione.

Lo sento avvicinarsi e mi volto per affrontarlo.

«Ciao!», lo saluto guardandolo negli occhi.

«Vedo che ti sei trovata un altro giocattolo per questa sera. I miei complimenti», dice sorridendo mentre beve il suo drink.

Non credo alle mie orecchie. Non riesco a trattenere la rabbia repressa.

«Come osi? Proprio tu che passi da una donna all'altra, come se fossero calzini da buttar via. Se lo fai tu allora sei uno stallone uno a cui ambire, un esempio per tutti. Se lo faccio io donna sono una poco di buono», dico sdegnata «Sai, sei un vero ipocrita. Non meriti nemmeno una spiegazione e non sono affari tuoi come trascorro il mio tempo», proprio in quel momento torna Andy con i nostri drink a salvarmi.

«Ci sono problemi?», dice mettendosi davanti a me con fare protettivo e guardando di sbieco "Rob".

«Nessun problema. Se ne stava andando», dico riferendomi a Rob.

«In realtà sono appena arrivato e dicerto non me ne andrò proprio quando la serata sta iniziando ad essere interessante», dice con tono di sfida.

I due si guardano in cagnesco per attimi che mi sembrano interminabili. Sembra di assistere in prima persona alle scene dei duelli western.

Abbracciando Andy per un braccio lo convinco a lasciar perdere e ci allontaniamo per vedere altre opere.

«È lui vero?» mi chiede. Io capisco subito a cosa si riferisce. Mi sta chiedendo se è lui colui che mi ha spezzato il cuore.

«Si è lui, ma ho deciso di andare avanti per la mia strada», gli dico cercando di rassicurarlo.

«A quanto pare lui non è dello stesso avviso. Sembrava tutt'altro che deciso a voltare pagina», dice un po' innervosito.

«Non lasciarti influenzare da lui. Rovinerebbe solo la serata».

«Hai ragione!», mi risponde un po' più sereno.

. . . . . . . . .

Durante il tragitto verso casa ripenso a come si è svolta la serata. Questa volta è stata diversa. Non ho provato quella solita agitazione che provo quando penso o mi trovo con lui. Forse sto veramente andando avanti.

Ringrazio Andy per la splendida serata e mi dirigo direttamente in camera senza passare per le altre stanze. Sono davvero stanca. Serena, ma stanca.

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SPAZIO AUTRICE_

CIAO MIEI CARI LETTORI. CREDETE CHE IL NOSTRO ROBERT STIA PERDENDO COLPI? CHE CRISTYN STIA DIVENTANDO INDIFFERENTE VERSO DI LUI?

PER SCOPRIRLO CONTINUATE A SEGUIRMI!

BY @SweetCreation94

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