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Capitolo 14. LA NUOVA CRISTYN.


Pov's Cristyn

Sto finendo di sistemare i miei vestiti nella cabina armadio, quando sento suonare alla porta.

Guardo dallo spioncino per controllare chi è. Sono Sandy e Steve. Devono aver già finito co i loro bagagli.

«Entrate, entrate. Io ho quasi finito di sistemare tutto», li informo.

«Bene. Così posso andare un attimo a incontrare il socio del locale per firmare i documenti e per farmi dare informazioni su rinnovamento e inaugurazione del locale», ci avverte Steve.

«Noi due ,invece, possiamo darci alla pazza gioia. Compere per la casa e se ci rimane tempo compere per noi!», dice Sandy con uno strano sguardo e luccichio verso di me.

Oh, oh, quello sguardo non mi piace.

«Shopping!», grida eccitata Sandy, mentre io speravo di essere scampata a questa tortura.

«Smettila di guardarmi così Cris. Vedrai che non te ne pentirai!», mi promette.

«Va bene, va bene. Questa volta però sarò io ad avere l'ultima parola e ognuna di noi userà la propria carta, ok?», le chiedo sperando accetti.

«Si! New York stiamo arrivando!».

Signore salvami tu!

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Come prima cosa abbiamo noleggiato un'auto a basso costo, sperando che fosse abbastanza capiente per le nostre buste della spesa e così è stato.

Per tutta la mattina abbiamo fatto il giro di quasi tutti i negozi della zona e dintorni. Non immaginate quanti ce n'erano, sembravano spuntare come funghi. Andando per i negozi siamo state spintonate tra la gente e ad un incrocio ci hanno fatto cadere le borse. I marciapiedi erano davvero sovraffollati.

Adesso siamo alla tavola calda "Only food'', piene di buste contenenti qualsiasi cosa. Da accessori per rallegrare l'appartamento, dei set di piatti, bicchieri e posate. Tovaglie, saponi e carta igienica per il bagno. Creme per il corpo, qualche deodorante e detersivi per la lavatrice.

Non ci siamo dimenticate ovviamente di pasta, insalata, pomodorini, peperoni, funghi, latte, cereali, biscotti, acqua e della birra. Cose di prima necessità.

Adesso stiamo facendo riposare le nostre povere gambe e sorseggiando un buon caffè.

Sta quasi finendo il mio quando mi è venuta in mente una cosa.

«Sandy, non è che mi devi dire qualcosa vero?», guardo la mia amica sperando che si confidi con me.

«Ma no, che dici! », mi risponde troppo frettolosamente lei.

Decido di non insistere per non rischiare di farla arrabbiare e di rovinare la giornata.

«Sai cosa possiamo fare? Visto che non è troppo tardi e visto che siamo riuscite a non spendere molto e ci rimane gran parte del budget, possiamo andare a farci dare una sistemata», senza neanche il tempo di rispondere, lascia la mancia sul tavolo e con le borse ci avviamo verso la macchina.

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Ed è così che adesso mi ritrovo terrorizzata davanti al Fashion hair, un parrucchiere che a quanto pare conosce Melissa, la collega di Sandy.

Entriamo è veniamo accolte da un simpatico uomo orientale. Sulla trentina direi.

«Salve! Sono Chin, come posso esservi utile?», ci chiede sorridente.

«Ciao. Io sono Sandy, la collega di Melissa e questa è la mia amica Cristyn. So che non abbiamo preso appuntamento, ma mi chiedevo se hai del tempo per noi, per darci un'aggiustatina ai capelli», chiede Sandy speranzosa.

«Sì Melissa! Come sta? Comunque potrei avere qualche momento per voi fra un'oretta, se potete aspettare», ci riferisce Chin.

«Sì nessun problema!», gli rispondiamo.

«Allora prego, accomodatevi nel salottino».

Sfogliando riviste di moda e acconciature, cerco un taglio che potrebbe essere adatto a me. Proprio in quel momento Chin ci avvisa che ha due posti liberi.

«Allora cosa vogliamo fare?», mi chiede la parrucchiera.

«Vorrei vivacizzare i capelli, renderli più morbidi e splendenti», le rispondo.

«La lunghezza vorresti lasciarla così com'è?», chiede.

«Vorrei scalarli un po' e spuntarli», le rispondo, guardandomi allo specchio di fronte a me.

«D'accordo! Ho in mente il look perfetto!».

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Avete presente come ero prima? Capelli normali, sul castano, niente di particolare.

Beh adesso sembro un'altra persona. Il mio nuovo taglio mi valorizza il viso. i capelli Sembrano meno disastrati, anzi più vivacizzati. In più Chin ha avuto l'idea di farmi fare dei copi di sole sul rosso ramato ed è stata una grande idea.


«Ohh Cris sei stupenda!», mi dice sorridente Sandy. Neanche lei non è male. Si è fatta spuntare i capelli e se li è fatti tingere di un castano cioccolato.


Sembriamo proprio modelle! Penso sorridendo tra me e me.

Stiamo uscendo dal parrucchiere quando dal lato opposto della strada vedo accostare una berlina scura e scendere un uomo.

Ho uno strano presentimento, ma non ci faccio caso. Quando invece l'uomo si gira per poco non faccio cadere il cellulare che ho in mano. Oh -mio -dio. Non può essere. Fa che non sia lui ti prego, non qui. Ma nessuno pare ascoltare la mia preghiera, perché quando lui si toglie gli occhiali da sole capisco che non mi sto sbagliando.

È proprio lui. Ron , Ronny o come diavolo si chiamava. Sapevo che aveva degli affari qui a New York , ma pensavo che non lo avrei mai visto in una città grande come questa.

Sandy deve aver notato il mio sbigottimento, perché segue il mio sguardo e si blocca anche lei.

«È lui vero?», mi chiede cautamente lei. Io però non riesco a dirle una parola e le rispondo con un solo cenno di assenso. Facendo finta di niente ci avviamo alla macchina. Io spero solo che lui non mi abbia vista.

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Pov's Robert

In quest'ultimo periodo le mie giornate sono state un po' monotone.

Dalla mattina alla sera in ufficio, incontri con possibili clienti, riunioni con lo staff e soci. Pausa pranzo e revisione dei documenti. Alla sera tardi e alla notte uscite insieme ad Harry per locali e compagnie di donne, molte donne.

Finalmente oggi ho un pò di tempo libero per me. Finisco di mettere via i documenti nei raccoglitori e telefono a Harry.

«Ehi amico come stai?», mi urla lui tutto pimpante.

«Caio. Ascolta ho praticamente finito per oggi. Ti andrebbe di vederci al Sushi Long Restaurante? Fra una mezzoretta?», gli propongo.

«Per me va benissimo, sono già nelle vicinanze!», risponde Harry prima di riattaccare.

Sistemata la scrivania, recupero la ventiquattrore e mi avvio verso l'uscita. Passando alla reception mi ricordo di una cosa.

«Signorina Forrest, cancelli l'appuntamento delle dodici e venti e veda se può posticiparlo ad un altro giorno. Mentre l'appuntamento delle undici, veda se può anticiparlo alle nove. Mi faccia saper appena ha risolto tutto», dico alla mia segretaria, una delle tante "segretarie" della mia impresa.

«Sarà fatto Mr. Pawel», mi risponde lei sorridendo e squadrandomi mentre me ne vado. Holman è pronto che mi spetta con la macchina in moto.

«Dove la porto signore?», chiede il mio autista.

«Al Sushi Long Restaurante, Holman.>>

«Si, signore!».

Arrivati a destinazione una ventina di minuti dopo, scendo dall'auto andando subito incontro ad Harry. Lui però non ha notato il mio arrivo, è impegnato a squadrare due ragazze che stanno appena uscendo dal parrucchiere, dal lato opposto della strada.

Uuuuuuuuhhhhh! Fischiamo quasi contemporaneamente.

«Che sventole quelle due», afferma Harry.

«Non l'avevo notato sai», dico sorridendo sotto i baffi. Squadrandole bene noto che quella con i capelli lunghi non è affatto niente male. Potrebbe essere proprio il mio tipo adatto per il venerdì sera. Curve giuste nei punti giusti e sorriso mozzafiato.

Risvegliando il mio amico dallo stato di trance, ci avviamo al ristorante. Per fortuna abbiamo un nostro tavolo riservato. Jung San Chi ci viene subito incontro per portarci i menu.

«Salve Signor Pawel e Signor Newman, cosa posso portarvi?».

«Ordiniamo uno shaolin, due tempura maki, due ciraschi tuna e due birre per il momento», gli riferisco.

Annotato tutto sul taccuino San Chi ci porta subito le birre. Forse ero talmente immerso nelle mie riflessioni che non ho notato arrivare la cameriera con i primi piatti.

«A cosa stavi pensando?», chiede Harry capendo che stavo pensando a qualcosa di importante.

«Niente di che», dico facendo un gesto con la mano per cercare di convincerlo che non è niente di importante.

«Ah, ah! Dillo a qualcun altro. Forza avanti sputa il rospo», insiste Harry.

«Mmmm... non mollerai facilmente l'osso giusto? Mi sembrava di aver visto uno persona che conoscevo», gli dico velocemente.

«Chi?», mi chiede Harry, «Aspetta la sventola con i capelli lunghi che abbiamo visto prima fuori in strada? Impossibile, conosco tutte quelle con cui sei stato e quella non è nella lista. Fidati me la ricorderei», dice lui finendo il suo shaolin, «Comunque, mi interessa sapere se per il mese prossimo hai impegni».

«Solo alcuni ma verso metà mese, perché?», gli chiedo interessato. Vedete quando lui ti fa delle domande c'è sempre qualcosa dietro.

«Ci sarebbe l'inaugurazione di un locale verso fine mese, tu ci saresti?», mi domanda lui.

«In linea di massima si ci sono, sempre se i miei impegni non cambiano», gli rispondo.

«Bene ottimo! Adesso che abbiamo finito di pranzare che ne dici di andare da JO ?», propone Harry.

«Si, ma pago io!», affermo.

Detto questo andiamo via.

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Pov's Cristyn

Finalmente arriviamo a casa e portiamo dentro le buste. Sandy sta cercando di parlarmi, ma io non sento una sola parola, sono ancora scioccata da averlo visto

qui nella mia stessa città. Non posso crederci.

La mia amica deve aver chiamato mio fratello, perché me lo ritrovo davanti, con uno sguardo preoccupato.

«Ehi sorellina cosa combini? Sono stato via solo per un pò», mi chiede in pena Steve.

Io non riesco a rispondergli. Sentendo pizzicarmi gli occhi cerco di trattenere le lacrime, ma non riesco e mio fratello mi abbraccia subito.

« Respira Cris, respira. Ecco brava, ora dimmi piano, piano cosa è successo, ok?», mi raccomanda.

«Scusa, non volevo farti preoccupare di nuovo, è che non so cosa mi sia preso. Quando oggi siamo uscite dal parrucchiere...».

«A proposito siete davvero bellissime tutte due», dice interrompendomi e guardando in modo strano Sandy.

«Lasciala continuare», lo redarguisce lei.

«Oggi l'ho visto... è qui a New York...».

«Lui chi? ... Aspetta.. intendi quel tipo di capodanno?», chiede.

«Sì lui, ma Steve... ascoltami non devi preoccuparti, il mio è stato solo un momento no. Cercherò di essere più forte e di non pensarci più», gli dico tranquillizzarlo, ma capisco che non è tranquillo.

«Davvero? Cercherò di fidarmi di te. In realtà stavo per chiamarvi, per invitarvi il mese prossimo all'inaugurazione del mio nuovo locale, ci state?», mi propone lui.

«Inaugurazione? Di già?», gli chiedo stupita.

«Certo che ci saremo!», dice Sandy per tutte e due.

Ohh no, questo significa ancora shopping e lo sguardo di Sandy me lo conferma.

«Ad una condizione...», le dico , «... Il vestito me lo pago io».

«E con quali soldi?», mi chiede Sandy.

«Cercherò un lavoro a partire da oggi e metterò i soldi da parte», le rispondo.

«Ok, va bene, fai come vuoi», una volta che ci siamo messe d'accordo, ognuna di noi torna nel proprio appartamento per sistemare i nuovi acquisti.

Appena ho finito di sistemare tutto sento il bip del cellulare che mi segnala un

messaggio in arrivo. Chissà chi è?

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SPAZIO AUTRICE_

CIAO RAGAZZI SPERO VI PIACCIA IL NUOVO CAPITOLO. NON PERDETEVI I NUOVI CAPITOLI!

RINGRAZIO TUTTI I FOLLOWER E TUTTI I LETTORI.

BUONA LETTURA BY 

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