Capitolo 9. L.A.
Pov.Cristyn
«Signora Parsons!» dico sorpresa. Non mi sarei aspettata di vederla ancora qui. Pensavo beh . . che fosse passata oltre, che il suo tempo fosse già arrivato. Lei è una vecchia amica di mia nonna Beth, che è venuta a mancare quando io ero piccola. Ancora mi ricordo di lei. Delle sue sgridate e delle volte che ci dava le caramelle al miele, perché diceva che ci facevano bene.
«Ecco la piccola Cris!» dice salutandomi, con un abbraccio.
«Sono contenta di rivederla. Come sta?» le chiedo accompagnandola ad una panchina all'ombra.
« Sto come la vecchiaia mi consente di stare. Qualche acciacco qua e là, niente di grave mia cara» , risponde lei rassicurandomi.
« Dimmi tu piuttosto. Tua madre mi ha detto che ti sei trasferita a New York. Come mai sei qui e non là?» chiede lei curiosamente.
«Ecco, mi sto prendendo una piccola pausa» le rispondo, sperando che si accontenti di ciò che le ho detto.
«Ah, ah» dice , con uno sguardo di chi la sa lunga sulle "piccole pause", «Anch'io, quando avevo la tua età, mi sono presa più volte delle "piccole pause"».
«Davvero? Quand'è stata l'ultima volta?» le chiedo.
«Qualche tempo prima di sposare mio marito. Pace all'anima sua. Lui era un pestifero e cocciuto. Quando lui aveva un'idea in testa, non riuscivo mai a dissuaderlo del contrario» dice con uno sguardo malinconico, ma dolce.
«Dovevate essere molto uniti?» chiedo.
«Si moltissimo, ma non è stato sempre così. Prima di diventare una vera coppia, tra noi c'è stato un continuo tira e molla. Litigavamo e spesso vi erano incomprensioni tra noi. Alla fine però ci riappacificavamo sempre, ci riavvicinavamo» dice felice.
«Si, lo immagino» magari fosse stato così anche per me.
«E dimmi, come sta quel birbantello di Steve?» chiede lei.
«Lui sta benone. Da poco ha aperto il suo secondo locale a New York. Il primo è qui a Los Angeles, in quest'ultimo periodo lo sto aiutando un po', nella gestione dei rifornimenti e al bar» la informo.
«Waw , ma è grandioso. A quanto pare voi Mitchell siete veramente cresciuti. Ancora mi ricordo di tutte le marachelle che combinavate nel mio giardino. Dalla vostra casetta sull'albero, guardavate il mio giardino tutto pieno di cespugli fioriti. Prendevate la mira e poi lanciavate dei palloncini d'acqua e rovinavate tutti i fiori» dice allegramente.
«Si me lo ricordo» a quei tempi pensavamo solo a divertirci ed eravamo molto uniti. Lo siamo anche tuttora.
«Mi ricordo anche di quelle volte che giocavate a nascondino e invece di nascondervi in giardino o nella casetta, entravate in casa mia dal cancelletto che dimenticavo aperto. Vi nascondevate nel ripostiglio delle scope o nel piccolo capanno degli attrezzi da giardino» parla di questi episodi molto divertita. Allora tutte quelle volte non era veramente arrabbiata? Si divertiva anche lei.
«Ehi Cris. Vado un attimo a salutare altre persone» mi dice mia mamma.
«Ok. Io rimango ancora un po' con la signora Parsons» la informo.
«Ok. Tesoro. Quand'è ora di andare mi trovi nello stanzone vicino al bancone d'ingresso» dice prima di andarsene.
...................................................
Il resto del pomeriggio trascorse allegramente e serenamente tra chiacchere, risate e ricordi. Guardando di sfuggita l'ora mi accorgo che si sta facendo tardi.
«Mi dispiace signora Parsons ma devo andare. Mi ha fatto piacere rivederla dopo tanto tempo e rivangare i vecchi ricordi» le dico abbracciandola teneramente.
«Anche a me ha fatto piacere mia cara, a presto» dice salutando.
Trovo mia madre, dove mi aveva detto che l'avrei trovata e ritorniamo a casa.
Dopo una doccia veloce, opto per dei pantacollant blu elettrico e una maglia bordeaux, leggera a maniche lunghe e degli stivaletti borchiati, di pelle nera.
Ecco adesso sono pronta.
Arrivata al locale, cerco immediatamente Marc, dato che aveva il bisogno di parlarmi, ma non lo trovo da nessuna parte. Allora vado al magazzino per aiutare Roy a sistemare gli scaffali. Invece di trovare Roy, trovo Marc. Sta discutendo con la ragazza di ieri sera, quella che cercava di attirare la sua attenzione.
Meglio lasciarli stare.
Faccio per andarmene, quando Marc nota la mia presenza e si libera della ragazza.
«Ti ho già detto che da te non voglio niente, quindi non farmi perdere altro tempo» le dice severamente.
«Scusate se vi ho interrotto» dico loro per scusarmi.
«Tranquilla non hai interrotto proprio niente» dice Marc.
«Invece si. Stavamo parlando, prima che tu ci interrompessi. Chi questa qui? La tua sciacquetta?» chiede lei rivolgendosi a Marc.
«Prova a rivolgerti a lei un'altra volta in quel modo e farò si che tu non entri più in questo locali e negli altri locali di tutta la costa. Qui quella che cerca di infilarsi nei miei pantaloni o di qualsiasi altro ragazzo disponibile e interessato alla mercanzia messa in mostra sei tu. Non lei. Quindi vedi di fare la cosa che ti viene meglio e non pensare. Taci » dice avanzando verso di lei. La ragazza intimidita indietreggia e prima di andarsene mi lancia un'occhiata velenosa.
Che figura!! Penso tra me e me. Ho un tempismo perfetto.
«Volevi parlarmi?» gli chiedo.
«Sì. Andiamo di là, seguimi», dice facendomi il segno di precederlo.
«Ascolta. In questi giorni ci saranno degli eventi in città e ho bisogno di te anche a servire tra i tavoli. Quindi, aiuterai Roy e Ethan a servire» mi informa Marc.
«Quindi sarai solo al bancone bar?» chiedo, perché non riesco a capire.
«Di questo non ti devi preoccupare. Comunque Joice e Romy, due ragazzi che hanno lavorato da noi l'estate scorsa ci daranno una mano», mi spiega.
«Ok!»
«Per quanto riguarda la divisa, per oggi va bene anche come sei vestita. Mettiti solo questo grembiule nero in vita. Oh! Ti servirà anche questo» dice porgendomi un indumento nero, con il logo del locale e un taccuino rosso.
«Quindi, dovrò solo prendere le ordinazioni?» chiedo
«E servirle ai tavoli. Cerca di non combinare guai sta sera», che scorbutico e pensare che stavo iniziando a pensare che potesse essere solo una facciata quelle sua durezze e antipatia. Invece è proprio così.
.........................................
La serata procede senza intoppi. L'unica difficoltà nel prendere le ordinazioni e scriverle giuste e stare dietro a ciò che dicono i clienti, quando parlano troppo velocemente, uno dietro l'altro.
Questa sera c'è il pienone. La maggior parte sono tutti ragazzi e uomini di mezz'età. Mi fanno male le braccia e la schiena. Non sembrerebbe, ma è difficile portare per tutta la sera vassoi pieni, ma soprattutto avere equilibrio e cercare di non far cadere i drink è la vera impresa.
Per fortuna siamo già a metà serata. Tutto sta filando liscio, ma forse non dovevo dirlo. Proprio quando passo accanto ad un tavolo pieno di uomini di mezz'età, uno di loro mi dà una pacca forte sul sedere, facendomi sussultare. Cerco di far finta di niente, ma mentre me ne vado via, sento un braccio tirarmi e finisco sulle gambe di un uomo.
«Ciao bellezza! Ci porti anche a noi qualcosa di buono?» dice con tono allusivo, facendo ridere i suoi amici al tavolo. Nel frattempo il porco cerca di aumentare il contatto tra di noi, bloccandomi le braccia, impedendomi tentativi di fuga.
«Vediamo se sei così buona come i drink che ci hai servito!» dice stringendomi forte i polsi.
Ho una fottutissima paura. Il mio corpo è come paralizzato, non riesce a muoversi, non risponde ai miei comandi. Tutto ciò è umiliante e allo stesso tempo disgustoso. Cerco invano di ribellarmi. Sto per chiedere aiuto a uno dei ragazzi quando vengo sollevata e allontanata da quel tizio.
«Stai bene?» mi chiede Roy, ansioso. Faccio solo un cenno con la testa.
«Lui...» .
«Non ti preoccupare. Se ne stanno occupando Marc e Ethan» mi dice mentre mi fa allontanare da lì. Curiosa e vogliosa di capire a cosa si riferisse mi volto e vedo il tizio con il naso rotto, sanguinante, sovrastato da Marc. Non l'avevo mai visto così, è molto arrabbiato, direi furente.
«Non guardare. Andiamo di là» mi dice Roy accompagnandomi alla saletta sul retro.
«Cosa faranno adesso? Ethan e Marc intendo» chiedo ansiosa.
«Li butteranno sicuramente fuori e finiranno sulla lista nera, ma questo non vieta a Marc ed Ethan di dargli una lezione come si deve» dice tranquillizzandomi.
«Lista nera?».
«Sì, la lista su cui sono segnati foto e nome di tutti quelli che hanno l'assoluto divieto di mettere piede nel locale» mi spiega.
«Ah, ok!» . ancora non riesco a crederci. Nonostante non mi abbia fatto nulla, sono terrorizzata. Non riesco a fermare il tremore che mi percuote.
«Ehi, puoi stare tranquilla. Non ti succederà nulla credimi», mi dice Roy cercando di rincuorarmi. Per fortuna ho incontrato dei ragazzi come loro. Ragazzi che difendono le donne e non le umiliano, non le usano, ma le difendono. Assorta nei miei pensieri, non mi sono accorta dell'arrivo di qualcuno. Con uno sguardo perso nel vuoto, non presto attenzione a nulla.
«Ehi!» dice qualcuno per attirare la mia attenzione. Voltandomi vedo Marc. Si è abbassato sulle ginocchia per porsi al mio stesso livello, per guardarmi in viso.
«Mi dispiace di non essere intervenuto prima e di non averti tenuto d'occhi. Non sarebbe dovuto succedere» dice rammaricato.
Istintivamente lo abbraccio, sorprendendolo.
«Non è colpa vostra, ma di quello stronzo. Anzi vi ringrazio, mi avete aiutata. Ringrazio tutti e tre», riferendomi anche a Ethan.
« D'ora in poi servirai solo ed esclusivamente al bancone bar, dove ci sarà sempre almeno uno di noi, ok? Ci siamo capiti?» chiede sfiorandomi una guancia.
Annuisco in segno di assenso e lo abbraccio di nuovo.
« Per oggi hai finito. Roy ti riaccompagna a casa» mi dice Marc.
«Ti ringrazio».
Sto per andarmene quando mi volto per chiedergli un favore.
«Marc?» sentendosi chiamato, si volta anche lui.
«Si? Dimmi».
«Potresti farmi solo un favore? Non raccontare niente dell'accaduto a Steve, ti prego?» gli chiedo speranzosa che dica di si.
«Mi dispiace ma non posso tacere su un fatto del genere. Se vuoi posso non entrare nei dettagli, ma devo comunque informarlo» mi spiega lui.
..............................
Arrivata a casa Roy mi aiuta a scendere e ad arrivare fino alla porta. Dopo un paio di tentativi, riesco a convincerlo che non è necessario che entri in casa, che non mi sarebbe successo nulla dato che ormai sono in un posto sicuro.
Pian piano salgo dritta in bagno. Voglio togliermi ogni traccia di quello stronzo. Voglio cancellare ogni ricordo di quello che è successo stasera.
Ripulita da ogni traccia, cerco rifugio nel mio letto. Sperando che brutti sogni non vengano a tormentarmi questa notte.
-------------------------------------------
SPAZIO AUTRICE_
CIAO RAGAZZI! PIACIUTA QUESTA NUOVA PARTE DLLA STORIA? VI HA SORPRESE Marc?
PER SCOPRIRE SE MARC CI SORPRENDERA' ANCORA, NON PERDETEVI I PROSSIMI CAPITOLI.
BUONA LETTURA BY @SweetCreation94
SALUTO e RINGRAZIO
@LisaAnna61 @LaReinalta90 @Sissi707 @ExiaMoon @the-girl-in-blue-01 @TheMountainaBiker
@Moonlight9819 @gentileclaudia @Maiaiam @Maggie_Maeg @Loveu4evermylove @Cocco_co
@AlyssaRednight @ROMANZI8PIANOFORTE @FedeFran87 @Bambie-cerbiatta @Debby89B
@MyLife363 @EleoNora1990alemanno @Sealine @livsilver_29 @LuciaScarpa8 @en14ci
@presolana @SweetDreams2013 @ChiaraOrtolani58 @139arianna @Polly_pocc @cercami91
@FedeSiano @RosieStyles9 @carmentarantino @portami@CelSpina @raffaella98888
@Floresienta @elenaplacida @EmanuelaPanico5 @@laportadelsapere @Brigida-Ippolito
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro