Pov.Robert

Non l'ho protetta. Non l'ho amata come avrei dovuto. Non la merito. O forse non è lei quella giusta. Se l'avessi amata veramente mi sarebbe venuto tutto spontaneo, o no? O forse.......

Quel che so di certo è che devo vederla. Vado da solo a casa di Cris, senza avvertire Phil.

«Fammi entrare» grido, MA LEI non risponde, quasi come se non ci fosse.

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Pov.Cristyn

Sono passate ormai settimane. Grazie alla fisioterapia, ai controllo sto ritornano in forma. Almeno fisicamente. Le sedute dallo psicologo, a cui mi sono sottoposta solo per far contenta mia madre, invece non mi stanno aiutando gran chè. Moralmente ed emotivamente mi sento spenta. Secondo doc il trauma emotivo è ha avuto un forte impatto difficile da affrontare in poco tempo. Questo tipo di ferite possono non guarire, ma ci si può convivere.

È già venerdì pomeriggio. Sandy e mia madre stanno lavorando al giardinetto. In questo momento stanno curando le piante di viola e rose bianche.

Alla sera per consolarmi mia madre ha preparato tutti i miei piatti preferiti e come al solito ha esagerato con le quantità. C'è il cibo per un esercito intero.

Nonostante la serata sia stata molto piacevole e mi ha fatto ritornare indietro nei ricordi non riesco a dormire.

Scendo quindi al piano di sotto per accomodarmi sul mio vecchio divano insieme al mio vecchio Laffy, un yorkshire terrier ormai adulto.

Pochi attimi dopo arriva mia madre preoccupata.

«Tesoro cosa c'è tutto bene?» mi chiede sedendosi accanto.

«Si mamma tutto bene, non riesco solo a dormire, sono scesa qui perché magari riesco ad addormentarmi insieme al mio vecchio Laffy», dico abbracciando il mio vecchio amico.

«Tu invece mamma? Non riesci a dormire neanche tu?» le chiedo.

« In realtà ho sentito che uscivi da camera tua e pensavo che stessi di nuovo male e ho pensato di venire a controllare in caso avessi bisogno», mi dice con i lacrimoni agli occhi.

«Ohh mamma! »,dico quasi piangendo ed abbracciandola forte,« Non ti preoccupare. Prometto che d'ora in poi mi impegnerò al cento per cento ad andare avanti, a star meglio, promesso».

«Adesso vai a dormire, tesoro mio. Una bella dormita ti farà bene» mi consiglia mia mamma.

Durante la mia convalescenza ho ricevuto molte coccole e chiamata tutte da amici e persone a me care, preoccupate per la mia salute. Ma adesso basta è ora di uscire dal mio guscio e riprendermi la mia vita.

Mi alzo dal divano e vado in bagno per prepararmi per la notte. Prima senza accorgermene ero andata a dormire ancora tutta vestita. Mi sciacquo il viso e indosso dei pantaloncini e un top colorato. Per fortuna qui a Los Angeles , facendo molto caldo, posso indossare vestiti più comodi anche per dormire. Ritorno in stanza e mi raggomitolo sotto le lenzuola fresche, che mi trasmettono un senso di pace. Mi stringo attorno le braccia con fare protettivo. Non voglio più soffrire in quel modo se questo significa lasciarlo andare definitivamente, allora dovrò trovare il coraggio di dirgli veramente addio.

Cullata dalla brezza marina mi addormento dolcemente in pochi minuti.

..................

Dopo una nottata rilassante, forse la prima da quando sono di nuovo a Los Angeles, mi alzo e rimbocco le maniche. Devo trovarmi qualcosa da fare. Parlando con Steve scopro che gli servirebbe una mano al locale che ha qui, vicino alla spiaggia, visto che fra non molto deve ritornare a New York. Una mano e due occhi in più in California lo aiuterebbero molto.

Mi ha spiegato che il mio compito sarebbe quello di occuparmi dei rifornimenti di alcolici e alimenti. Potrei creare anche dolci o aperitivi da servire al bar. Mi piace davvero il mio nuovo compito. Incomincerò lunedì prossimo.

......................

Finalmente arriva lunedì. Decido di arrivare un po' prima al locale in modo da aver la possibilità di conoscere i ragazzi, i miei nuovi colleghi. Potrò anche farmi spiegare bene come è organizzato il sistema rifornimenti, per vedere se è necessario apportare modifiche o cambiamenti.

Arrivata a destinazione parcheggio nel primo posto libero che trovo. Per fortuna mi sono vestita comoda.

Entrando noto che ci sono tre ragazzi che stanno preparando i tavoli e pulendo per terra. Uno di loro, il biondino con un piercing al naso mi nota e mi saluta.

«Ciao bellezza. Mi dispiace ma siamo ancora chiusi» mi dice ritornando a sistemare i tavoli.

«Si lo so per questo sono venuta un po' prima» gli dico. Al ché lui mi guarda stranito, come se non capisse di cosa sto parlando. Steve deve averli avvisati del mio arrivo, o no?

«Scusa come hai detto che ti chiami?» mi chiede all'improvviso.

«Cristyn» gli dico, un po' stranita dal suo atteggiamento.

«Ahh, allora sei tu la sorellina di Steve. Piacere io sono Ethan» dice asciugandosi la mano e porgendomela per salutarmi.

«Piacere mio» gli rispondo stringendogli la mano.

«Io mi occupo di servire ai tavoli, ma prima dell'apertura aiuto Martin, il tizio moro laggiù che vedi al bancone, nella pulizia e sistemazione del locale. Ci sono anche Marc, il barman, e Roy un altro cameriere, adesso non li vedi perché sono impegnati a sistemare il magazzino. Se vuoi puoi andare a salutarli e vedere se hanno bisogno di una mano. Vedi quel corridoio a destra del bancone? Percorrilo tutto e poi gira a destre c'è un'uscita che ti porta all'aperto. Il magazzino è una piccola struttura separata. Lo noti subito, perché dev'esserci la porta aperta. Scusa ma devo ritornare ai tavoli ».

Seguendo le indicazioni di Ethan arrivo a quello che dev'essere il magazzino. Aveva ragione. La porta è aperta.

«Ciao!» dico allegra, forse troppo forte. Penso troppo forte perché il ragazzo che ho salutato e che era girato di spalle fa un balzo e per poco non fa cadere una sfilza di bottiglie di vetro.

«Fiù. Per un pelo» dice passandosi la mano sulla fronte.

«Scusami. Non volevo spaventarti. Mi ha mandato qui Ethan. Sono Cristyn la sorella di Steve. Ti serve una mano?»

«Si, guarda vedi quello scaffale con attaccata l'etichetta gialla. Devi togliere tutte quelle scatole messe sui ripiani e sistemare le scatole appena arrivate. Poi rimetti quelle che hai tolto prima»mi dice istruendomi.

«In modo da avere avanti i prodotti da usare per prima, quelli che hanno la scadenza più recente e dietro i prodotti nuovi con la scadenza meno lontana» aggiungo io.

«si, brava hai azzeccato in pieno» mi dice mentre sistema un altro scaffale.

«Più o meno è come ha casa. In frigorifero riponi in vista i prodotti da consumare per prima» dico riflettendo.

Una mezz'oretta abbiamo finito di sistemare quando una voce ci fa fare un salto.

«Avete finito di sistemare?» ci chiede una voce maschile. Dopo essermi ripresa dalla sorpresa. Alzo lo sguardo e finalmente riesco a dare un volto a quella voce.

Il mio sguardo rimane incatenato ad un paio di occhi verdi. Quegli occhi mi trasmettono una strana sensazione. Mi fanno sentire a disagio.

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SPAZIO AUTRICE_

CIAO RAGAZZI! PIACIUTO QUESTO NUOVO CAPITOLO?

ABBIAMO VISTO CHE LA NOSTRA CRISTYN HA DECISO DI RIPRENDERE IN MANO LA PROPRIA VITA. RIUSCIRA' A DESTREGGIARSI NEL SUO NUOVO COMPITO? Riuscirà A RAPPORTARSI CON I NUOVI COLLEGHI? E IL MISTERIOSO RAGAZZO CHE LE SUSCITA STRANE SENSAZIONI? SOPRATTUTTO CHI è LUI?

PER SCOPRIRLO NON VI RESTA CHE SEGUIRE LA STORIA! AL PROSSIMO APPUNTAMENTO

BY @SweetCreation94

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