Capitolo 66. PRIMA PARTE (Ultimo capitolo)
Pov's Cristyn
Chiudi gli occhi. Inspira ed espira. Inspira ed espira. Riapro gli occhi e porca la miseria. Stento a riconoscermi. La donna riflessa nello specchio sono veramente io? Sembro,... si insomma...una femme fatale tutta in tiro. Tacchi a spillo calze a rete e vestito cortissimo per di più nero e quasi tutto in pizzo. Cavoli in contro luce sembra addirittura trasparente.
«Ehi principessa sei ancora viva? Vogliamo vederti con in vestito», dice tutta elettrizzata Jackie da dietro la porta. Coraggio respira, infondo sono sole le tue amiche. Si tratta solo del tuo addio al nubilato.
Inspira ed espira. Inspira ed espira ed esco raggiungendo le altre in soggiorno.
«Oh mio dio...», la signora Pawell a quanto pare è rimasta senza parole.
«Sei una favola», si complimentano Sandy e Jackie.
«Non sei stupenda», dice ad un tratto Meredith attirando tutti i nostri sguardi, «Sei una gran figa e da adesso in poi...sarai la reginetta della serata».
L'ilarità assoluta invade la stanza. Ci impieghiamo diversi minuti per riprenderci e ricomporci.
«Ok, adesso che siamo tutte pronte, Cristyn devi chiudere gli occhi», mi avverte una Sandy tutta sorridente. Un po titubante, chiudo gli occhi fidandomi di loro. Dopo alcuni istanti sento qualcosa di morbido e liscio porsi davanti i miei occhi.
Mi stanno bendando!
«Ragazze cosa avete in mente?», chiedo agitandomi.
«Stai tranquilla lascia fare a noi», cerca di tranquillizzarmi Margaret.
«Ma così non vedo nulla, cadrò sicuramente per terra come un sacco di patate», dico imbronciata.
«Fidati ti guideremo passo dopo passo».
**
Sento solo suoni e non vedo nulla. tra i bisbigli delle ragazze e il traffico della città non riesco a capire dove siamo dirette. Quando siamo uscite di casa sono riuscita a capire che ad attenderci c'era una limousine con Phill come autista, il quale ci salutate augurandoci una buona serata.
«Signore siamo quasi arrivate», ci avverte Phill.
La limousine si ferma. Sento le portiere aprirsi e le ragazze scendere.
«Cristyn aggrappati al mio braccio, ti farò da guida», mi rassicura Sandy. Sicura? Non mi sento per niente sicura in questo momento. Non mi piace il buio, l'incertezza.
Una volta entrate le ragazze danno il nome della prenotazione ed il cameriere ci porta ad un tavolo, o almeno spero.
«Cris stiamo per arrivare al tavolo. Eccoci adesso puoi sederti», mi aiuta Jackie.
«Ragazze ditemi subito dove siamo». Perché non parlano più?
Passano diversi attimi prima che qualcuna di loro mi risponda.
«Al mio tre ti toglieremo la benda. Appena tolta tu prendi un bel respiro, ok? Uno, due...tre», respiro profondamente tenendo gli occhi chiusi, notando solo ora l'odore d'incenso profumato e finalmente riapro gli occhi. Rivedo la luce.
Oh...mio... dio!
«Benvenuta al Cosmo Night», dicono tutte in coro e due secondi dopo arriva un cameriere al nostro tavolo, vestito solo con uno slip bordeaux, come le luci del locale, mettendo in mostra tutto il ben di dio.
«Ciao ragazze, sono Chandler. Sarò il vostro cameriere per questa serata», ci informa , «Chi è la festeggiata?».
«Lei», dicono tutte insieme indicandomi.
«Bene, bene come ti chiami dolcezza?», si avvicina sornione, «Per voi una bottiglia di Champagne offerto dalla casa. Ecco la prima coppa», grida in segno di augurio prima di stappare la bottiglia, prenderne un sorso per poi versarmelo nella mia bocca attraverso la sua. Il tutto stringendomi a sé, permettendomi di sentire ogni suo muscolo, «Auguri dolcezza. Un giro di Cosmopolitan?».
«Uno di Chocolate Martini, Mojito, e uno di Margarita per incominciare».
Detto questo il nostro bel cameriere se ne va con le nostre ordinazioni, seguito dallo sguardo delle ragazze. Cavoli, il tizio ha fatto veramente colpo.
«Ragazze vi devo ricordare che a casa avete un uomo che vi aspetta?», mi rivolgo soprattutto a Sandy e Margaret.
«Noi no. Siamo liberissime. Single. Disponibili », affermano sorridenti e felici Jackie e Meredith.
Adesso che mi guardo attorno ci sono diversi camerieri vestiti, o meglio svestiti alla stessa maniera di Chandler. Tutti i tavoli sono disposti a cerchio attorno ad uno spazio vuoto.
Oh no! Ho uno strano presentimento. Non mi sento pienamente a mio agio, ma è anche vero che non sto facendo assolutamente niente di male e che l'addio al nubilato è un momento che lo si vive una volta sola. O almeno spero.
Nel presorpresa, come lo chiamano le ragazze, è ora di aprire i regali. Sandy, mi ha regalato una copia del Kamasutra autografata da una squadra di giocatori di baseball, incxredibile e pazza come al solito, penso mentre divento rossa come un peperone. Jackie e Margeret mi hanno regalato due completini intimi, davvero sexy. Uno in pizzo bianco con bustino e reggi calze. Alcune parti sembrano addirittura trasparenti al dire il vero.
«Questo lo metterai sotto il vestito da sposa», mi consiglia Marge.
«Così lo farai impazzire una volta per tutte», osserva una Meredith ormai brilla, «Ecco adesso apri il mio».
Oh, mio dio. Mi ha regalato una collezione di tre vibratori, tutti di colori diversi, «Ti saranno utili per i periodi di magra. Non si sa mai. Meglio essere sempre pronte per ogni evenienza».
Oh cavoli, hanno pensato proprio a tutto.
Le luci soffuse rosse che ricoprono tutto il locale all'improvviso illuminano tutte il palco e all'improvviso sentiamo una voca fuori dal campo, sexy e roca.
«Signore e signorine benvenute al Cosmo Night. Divertitevi, sbizzarritevi. Lasciatevi trasportare dalla musica, dai vostri istinti più animali e nascosti che finora non avete mai mostrato, perché noi siamo pronti ad accogliervi», ci invita la voce sconosciuta, «Adesso una sorpresa speciale per una festeggiata speciale. Dove sei Cristyn?».
Cosa? Io? Le mie amiche cercano d'incoraggiarmi ad alzarmi a salire sul palco, ma è come se fossi bloccata. Cerco di convincerle a lasciar perdere quando vengono illuminata dalla luce.
«Eccola! Ragazze fate un applauso alla futura sposa» ed un forte applauso parte, accompagnato da fischi d'incitamento, «Beh se Cristyn non viene da noi. Verremo noi da lei» e tutto tace. Tutto diventa buio a silenzioso. Sembra la lama prima della tempesta.
Così come si è spenta all'improvviso si riaccende la luce e dal nulla sbucano fuori, circondando il nostro tavolo dei tipi tutti in smoking, giacca e cravatta. Uno per ognuna di noi. Si fermano di spalle e iniziano a muoversi a suon di Be Mine di Ofenbach.
And I want you to be mine
Stand up in the club
Come on let's go
She want me to come
He want me to go
And if you wanna fight
Let's start the show
'Cause I want you to be mine
Stand up in the club
Come on let's go
And I want you to come
I won't let you go
So if you wanna dance dance
Let's start the show.....
«Questi sì che sono veri uomini», grida Sandy tutta elettrizzata.
I ragazzi si avvicinano, si siedono sulle nostre gambe, per poi rialzarsi subito. Non passa un secondo che mi ritrovo in piedi e con le spalle voltate e muscoli premuti contro di me. Al suon di note musicali, movimenti sensuali e inviti concitanti la il ballo diventa più movimentato ed entriamo nel vivo della festa. Tutti insieme, coordinati, i ragazzi si fermano e si strappano di dosso lo smoking, rimanendo solo con slip e cravatta. Grida isteriche, ossesse di tutte le donne presenti riempiono le mie orecchie. Alcune urlano inviti sconci, altre lanciano banconote verso i nostri fusti, che ritornano verso di noi, accalappiandoci con le cravatte che si sono tolti per legarci i polsi e portarci con loro sul palco. Solo quando sonp al centro mi accorgo di essere l'unica ad essere portata sul palco. Le ragazze sono rimaste al tavolo. Le vedo salutarmi tutte sorridenti, facendomi i pollici alzati, per tranquillizzarmi.
Non è tutto ok, col cavolo. Tutti i ragazzi salgono sul palco accerchiandomi, continuando a ballare fino a che la musica si acquieta un attimo, per poi andarsene. Rimaniamo solo io, il palco e uno dei fusti. Sensuale si muove a suon di musica. Strano riconosco quest'odore, queste sensazione.
Vengo sollevata, piroettata. Ammetto che comincio a divertirmi. La musica però sta terminando e il bello si allontana poco per strapparsi quel poco che ha e rimanere con quasi nulla addosso, solo con un cappello.
Oh, mio dio.
«Auguri Cristyn!», ricompare la voce fuori campo. Tutta rossa e con il cuore a mille ritorno dalle ragazze.
«Io vi ammazzo».
«Bugiarda, tu ci adori Cris».
**
Finita la festa la limousine ci riporta tutte a casa, tutte più che brille. È inutile dire che appena chi finisce sul divano, chi sul pavimento o chi sul letto, ci addormentiamo a tempo di record.
Qualcosa però mi sveglia e capisco subito di cosa si tratta. Ansia. Angoscia, para, dubbi.
Devo assolutamente vederlo, ho bisogno di scoprire la verità. So che non dovremmo vederci fino a domattina, ma non sarò tranquilla fino a che non avremo chiarito. Anche perché trattandosi di Clarissa, può sempre trattarsi di un malinteso creato da quell'arpia per mettere zizzanie. Oppure no. Senza svegliare le altre, recupero il soprabito ed esco. Appena metto un piede fuori rischio però spaventarmi sul serio.
«Signorina Mitchell, va da qualche parte?», chiede Phill sbucando dal nulla.
«In teoria si. Dovrei vedere con urgenza Mr.Pawell. Adesso», preciso.
«Ma è notte fonda signorina...».
«Se non mi accompagna lei, ci vado da sola, ma in qualche modo ci andrò comunque».
«Come desidera».
**
Ed eccomi qui, nel traffico notturno di New York in attesa di arrivare dal mio fidanzato. Dovrebbe essere in compagnia dei suoi fratelli E Steve, tutti a casa di Harry.
«Siamo arrivati».
«Bene. Mi aspetti qui. non ci metterò molto».
Provo prima a chiamarlo al telefono. Non vorrei disturbare gli altri e svegliarli in caso dormissero.
«Piccola tutto bene? È successo qualcosa?», chiede con voce preoccupata a impastata dal sonno.
«Sono qui. scendi sotto. Dobbiamo parlare».
«Aspetta un attimo. Come sei qui? ti prego non dirmi che sei venuta fin qui con questo freddo».
«Ti aspetto sotto. Sbrigati» e riaggancio. Pochi minuti dopo eccolo arrivare tutto trafelato, «Non mi devi dire niente? Nessuna nws?».
«Ciao anche a te piccola», mi saluta avvicinandosi per darmi un bacio, ma mi scanso prima che possa farlo.
«Allora?», insisto.
«No nulla. perché lo chiedi? Non ti fidi di me?».
«Non so più se fidarmi», dico prima di andarmene ma vengo bloccata per il braccio da Rob.
«Di cosa stai parlando?».
«Di cosa sto parlando? Sto parlando del fatto che tu ultimamente mi tieni nascoste troppe cose. Non so più se fidarmi di te».
«Cosa dici? Stai vaneggiando».
«Rinfrescati la memoria», gli suggerisco, sbattendogli la scatola contenente le foto incriminanti. Chiedo a Phill di riaccompagnarmi a casa ignorando i richiami di Rob. prova diverse volte a telefonarmi, ma ignoro tutte le sue chiamate.
Dopo un'ora di pianto e la ventesima chiamata decido di rispondere.
«Non so come tu abbia avuto queste foto, ma hai frainteso tutto. Lasciami spiegare ti prego».
«Va bene, hai tre minuti».
«Lei è la mia migliore amica d'infanzia. Si trovava in città e ci siamo visti per un saluto. Tutto qui».
«Se è tutto qui, perché non confidarmelo? Non potevi dirmi che avevi incontrato una tua vecchia amica? No, l'ha fatto Clarissa».
«Cosa centra quella pazza?», chiede inalberandosi.
«Mentre ero in centro con le ragazze è comparsa dal nulla e mi ha consegnato la scatola con dentro le foto». Non sento nessuna risposta tranne che mormori e imprecazioni dall'altra parte del telefono.
«Ascoltami. Quella pazza ha aiutato Noah ad uscire di prigione e non è la prima volta che cerca di dividerci ».
«Questo lo so, me lo ricordo bene, ma non sono arrabbiata per il fatto che tu abbia incontrato la tua vecchia amica, ma per il fatto che tu non me l'abbia raccontato, come se raccontarmelo potesse causare problemi».
«Cris, piccola...».
«Rob, io...».
«Ascolta, Clarissa ci sta facendo pedinare da diverse settimane e non aspetta altro che coglierci di sorpresa. Per riuscirci ha anche cambiato macchina, una monovolume blu metallizzata».
Aspetta un attimo, ma questa descrizione combacia con quella che ho visto vicino casa mia il giorno in cui ho ricevuto il primo pacco misterioso. Quindi è sempre stata lei dietro tutto ciò e questa volta ha deciso di consegnarmelo di persona.
«Credo di aver visto la sua auto davanti casa nostra», dico a brucia pelo.
«Quando?», chiede con voce alterata.
«Il giorno in cui ho ricevuto il primo pacco», l'ansia, la preoccupazione mi provocano agitazione. Il respiro si affatica e le palpitazioni accelerano.
«Piccola? Cris, ci sei? Rispondimi ti prego», ma non riesco a dire una parola, sono come bloccata.
Ad un tratto vedo venire verso di me Sandy con un'espressione preoccupata mentre parla al telefono.
«Si è qui con me. mi prenderò io cura di lei. Tranquillo, aspetta un attimo» .
«Cris, ascoltami. Inspira ed espira. Inspira ed espira. Inspira ed espira. Ecco brava. Adesso calmati e rilassati. Ti ripasso Robert», mi tranquillizza passandomi il suo cellulare.
«Piccola, stai bene?».
«Sto meglio», cerco di tranquillizzarlo.
«Ascolta, farò in modo che tu sia al sicuro e non debba preoccuparti di nulla, ma ti prego non abbandonarmi», mi prega con voce incrinata.
«Non potrei mai lasciarti. Ti amo troppo. Tu devi permettermi di difendermi anche da solo. Devi permettermi di pensare a noi due, non devi fare per forza tutto da solo».
«Ok te lo prometto. Ad una condizione».
«Quale?».
«Che domani tu mi raggiunga all'altare».
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SPAZIO AUTRICE_Ciao ragazzi eccoci agli sgoccioli, agli ultimi atti della nostra storia. I nostri cari Rob e Cris, arriveranno mai all'altare? Lo scopriremo presto.
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