Capitolo 61
Pov's Cristyn
Noah!
Appena apro la porta me lo ritrovo davanti, ma non ho neanche il tempo di rielaborare il fatto che vengo che vengo tirata indietro per un braccio da Rob, il quale mi nasconde dietro di se.
«È un piacere rivedere la coppietta felice. Sei felice di rivedermi piccola?», chiede strafottente Noah sporgendosi verso di me. Il ghigno che ha sulla faccia non mi piace per niente. Anzi mi mette i brividi.
Attaccata e protetta da Rob, lo sento irrigidirsi alle parole del pazzo. Prima che possa fare un passo e scaraventarsi su di lui, gli stringo il braccio trattenendolo. Non voglio che si allontani da me. Non ora. Non adesso. Mi sentirei sola ed impotente.
«Brutto figlio di puttana, come osi presentarti qui a casa nostra. Certo che hai una faccia. Oltre che di tentato stupro, tentata aggressione ed omicidio, vuoi essere accusato di intrusione di proprietà privata, stalking? Cos'è vuoi allungare la tua fedina penale?», dice digrignando i denti. Non deve perdere le staffe, altrimenti cadrebbe nella sua trappola.
«L'unica cosa che mi piacerebbe allungare è la mia conoscenza con la giovane Cristyn», dice con tono allusivo.
Viscido, brutto verme schifoso. Quel che è certo è che ha bisogno di una visita specialistica da uno psicologo, deve farsi curare. Non voglio vederlo a casa mia, vicino alla mia famiglia o ai miei amici. Non voglio che a causa sua io impazzisca o la mia vita sia rovinata. Non glielo permetterò.
«Non so come sei riuscito ad essere scagionato, ma forse non ti è chiaro. Se in questo momento non ti ho ancora eliminato dalla faccia della terra è perché correrei il rischio di lasciare Cristyn in balia di altri pazzi come te», dice severamente.
Ad ogni secondo che passa il clima diventa sempre più teso e la mia ansia aumenta.
«Mr Pawell può anche essere impossibilitato ad agire nei suoi confronti, ma noi no».
**
Non so spiegarmi ciò che è appena accaduto. Credo di essere rimasta talmente scioccate perché sono rimasta imbambolata per diverso tempo, come se stessi assistendo alla scena da spettatore esterno. Qualcuno deve essersi preso cura di me, perché mi ritrovo in veranda, sul divano a dondolo con una tazza di camomilla bollente in mano.
«Cara, bevi la camomilla finché è ancora calda ti farà bene», mi consiglia donna Rosa. Da quando vivo con Rob ho avuto modo di conoscere meglio questa donna. Se si ha la pazienza dietro la persona riservata, si scopre una donna davvero affettuosa e calorosa. Da quando sono stata aggredita si comporta come una chioccia nei miei confronti. Mi dedica molte attenzioni.
«Sai mi ricordi tanto mia nipote», dice sorridendo al ricordo.
«Che tipo è sua nipote?».
«Una giovane ragazza spensierata, brillante e con un gran cuore. Le assomigli molto», dice facendomi salire le lacrime agli occhi. Mi volto dall'altra parte per non farmi vedere mentre piango. Credo di aver accumulato troppe emozioni per oggi. Prima credevo che Rob questa sera mi avrebbe chiesto di sposarlo e invece no. Poi a fine serata quel pazzo è ricomparso. Adesso Rob, Phill e altre due guardie del corpo hanno caldamente accompagnato Noah chissà dove, lasciandomi qui con Rosa, Sally, Steve ed altre quattro guardie del copro.
«Chissà dove lo stanno portando», dico riflettendo ad alta voce.
«Non è una cosa di cui ti devi preoccupare. In questo momento pensa solo a rilassarti. Ricorda Rob farà in modo che quel pazzo non possa più nuocere a te e a nessun altro», mi rincuora Sandy, sedendosi al mio fianco, «Ma questo non è l'unica causa del tuo musone?», dice conoscendomi bene.
«Ecco...in realtà...io credevo che la serata di ieri si sarebbe conclusa in maniera diversa».
«In che senso?», mi chiese non capendo.
«in realtà mi aspettavo qualcosa di più speciale ecco...», dico senza riferimenti specifici a nulla.
«Ohh... credevi che la cena tra la vostre famiglie sarebbe stato il momento in cui Rob... ho capito, ho capito. Beh in effetti anch'io lo credevo».
«Se mi permette signorina, credo che il signorino abbia solo rimandato e che glielo chiederà nel momento che lei meno se lo aspetta. nella giusta situazione, senza timori e pericoli in agguato».
«A proposito di agguati, chissà chi avrà mai aiutato quel Noah ad uscire di galera», dice Sandy.
«Ah io un'idea ce l'avrei», rifletto ad alta voce.
«Hai sentito cos'ha detto Robert. non devi sprecare il tuo tempo e le tue energie per pensare a loro. Pensa a te stessa, a voi due», mi ricorda la mia amica.
«Credo che andrò a riposare un pò», dico andandomene in camera. So che forse posso essere sembrata loro un po' irritata, per via della mia reazione, ma sono davvero stanza ed ormai è notte tarda. Dalla cena della nostre famiglie non ho ancora avuto modo di chiudere occhio. Infatti appena mi abbandono sul nostro letto Morfeo mi reclama.
**
I giorni seguenti sono trascorsi carichi te preoccupazione. Almeno è stato così da parte mia. Robert non sembrava essere preoccupato. Non potendo rimanere nel letto a crogiolarmi, ho deciso che mi sarei rimboccata le maniche ed eccomi qui in pasticceria.
«Wally, tu e Petty occupatevi del bancone e dei clienti che entrano in negozio. Jackie mi aiuterà in cucina visto che non abbiamo ordini da consegnare per domani».
«Sì capo!».
Vado in cucina e trovo Jackie che ha già predisposto i possibili utensili che potrebbero servirci per la preparazione del dolce.
Uovo, latte, zucchero, burro, lievito, cacao, mandorle, cannella e dell'olio. Prefetto ci sono tutti gli ingredienti.
«Jackie tu sciogli il burro e aggiungilo alle uova dopo che le hai sbattute, con un poco di latte, intanto io setaccio farina, lievito e zucchero».
«Fatto!»
«Bene, adesso versa piano piano lo zucchero mentre mescolo così l'impasto viene omogeneo», ripetiamo lo stesso procedimento per la farina e il lievito.
Perfetto, sta venendo bene.
«Vuoi che schiacci le mandorle?».
«Si ma grossolanamente, non farle troppo fini».
Dopo aver imburrato la teglia, cosparso la superficie dell'impasto di mandorle tagliate a metà e aver atteso quaranta minuti, la delizia è pronta.
«Waw che profumino ragazze», dice Wally entrando in cucina, «È per noi vero?», chiede guardando intensamente la torta. Ecco ci siamo Wally è andato, penso ridendomela sotto i baffi.
«Si è per noi, anche s potremmo considerare questa torta come un esperimento. Portatela un pezzo anche alle vostre famiglie», dico loro.
«Sì così se piacerà anche loro, potremmo offrirla anche in negozio come stuzzichino», propone Jackie.
«Non è male come idea, brava Jackie».
**
il resto della giornata trascorre velocemente senza quasi che me ne accorga. Però mi sento ugualmente stanca. Arrivata davanti casa mi accorgo che c'è anche la macchina di Rob. Strano, di solito a quest'ora è ancora in ufficio.
«Ciao, sono tornata».
«Ehi piccola, sei arrivata», dice Rob sbucando dalla cucina, «Come ti senti?».
«Un po' stanca in effetti».
«Che ne dici se ci facciamo un bagno rilassante insieme, così ti riposi? Stasera voglio portarti fuori», dice sorridendo.
«perché no».
Sui bordi della vasca vi sono petali e candele profumate di rosa. Mentre la vasca si riempie lo vedo sbottonarsi la camicia con una lentezza tale da essere una tortura per i miei occhi. Dopo essere rimasto come madre natura l'ha fatto immerge una mano nell'acqua.
«È abbastanza calda», dice guardandomi negli occhi, facendomi arrossire. Lui e le sue frasi doppio senso. Lenitemene, per ripagarlo con la stessa moneta, incomincio a svestirmi, fino a rimanere senza nulla addosso.
Appena l'acqua arriva fino al bordo Rob s'immerge posando la schiena sull'estremità della vasca. Con il suo aiuto entro anch'io nella vasca, sedendomi tra le sue gambe. Prendendo del sapone ed una spugna inizia a insaponarmi il collo, poi il seno, fino a scendere sempre più giù, arrivando alle gambe, al mio centro.
**
Dopo i nostri giochi d'acqua, ci vestito per la nostra serata. Rob mi ha detto di vestirmi elegante, quindi ho deciso di mettermi un vestito verde scuro, con ombre nere, scollo a V e maniche lunghe di velo. Così posso abbinarci gli orecchini e il ciondolo che Rob mi ha regalato la scorsa settimana. Un trucco leggero e sono pronta. Scendo in salotto dove trovo il mio cavaliere.
«Possiamo andare?», chiede porgendomi il braccio.
Il viaggio in macchina non dura molto. Arriviamo al nostro ristorante, o meglio al ristorante del nostro primo incontro e del nostro ricongiungimento. L'esterno e l'entrata è allestita con luci soffuse sparse ovunque, creando un effetto magico. Spettacolare. La vista sulla spiaggia, la location magica e il tramonto rendono tutto magnifico.
Questa volta scelgo io il menu per entrambi. Risotto ai frutti di mare e insalata di polipo, accompagnata da vino frizzante, amabile, bianco. Come sempre è tutto squisito, impeccabile.
«Prendiamo il dolce?», chiedo a Rob.
«In realtà il dolce l'ho portato», dice alzandosi, per avvicinarsi ed inchinarsi davanti a me.
Quando capisco cosa sta per fare vado in iperventilazione. Il mio cuore accelera così come il mio respiro. Inginocchiato di fronte a me mi porge un piccolo muffin decorato con un cuore rosso. Oh che carino.
«Questo è il mio simbolo di affetto e orgoglio per te, per la tua caparbietà nell'essere arrivata a raggiungere il tuo sogno di avere un negozio di dolci tutto tuo», dice per poi tira fuori una scatolina dalla tasca della giacca. Oddio! La apre mostrandomi un anello con diamanti. Ma quello che mi colpisce ancor di più sono i suoi occhi! Vulnerabili e pieni d'incertezze e paure, ansie .
«Questo è per la mia devozione, amore, e sì anche gelosia nei tuoi confronti», dice per poi trovare il coraggio di continuare, «Piccola, ho paura che se ti dovessi allontanare da me non riuscirei a vivere, rivolterei il mondo intero per ritrovarti. Anche se io sono il capo della mia azienda, tu sei la padrona del mio cuore, della mia vita».
Trattengo il fiato.
«So che sono stato la prima causa della tua sofferenza , so che a causa mia ci siamo allontanati più volte, ma ci siamo sempre riavvicinati. Siamo sempre stati legati l'un l'altro. questa volta voglio che questo legame per sempre...», anch'io lo vorrei tanto Rob, «...ci sono diverse cose di cui non ti ho ancora parlato e di cui mi sto occupando, però ho bisogno che ti fidi di me. Lascia che io mi occupi di te, perché le tue preoccupazioni sono le nostre preoccupazioni»
Waw sono sorpresa, non so cosa dire silenzio che però sembra torturare Rob, rimasto ancora in ginocchia in attesa di una mia risposta, «Si voglio sposarti», dico scoppiando in lacrime. Subito si rialza, mi infila l'anello al dito e mi stringe tra le sue forti braccia, così che io appoggi il capo al suo petto.
«Eri per caso preoccupato per un possibile no, Mr.Pawell?», dico scherzosamente sentendo il suo cuore battere a mille.
«Sei la cosa più importante al mondo», sussurra avvicinando i nostri visi. I nostri occhi brillanti di gioisa si guardano intensamente.
« Ti va di fare una passeggiata sulla spiaggia?», mi chiede il mio fidanzato guardandomi con malizia. Passeggiando mano nella mano, arriviamo in spieggia.
«Aspetta un attimo», dico appoggiandomi a Rob per togliermi i tacchi. Appena sono libera corro ridendo come una bambina sulla spiaggi, con i piedi tra la sabbia. Libera e felice come non mai, al chiar di luna, sotto la luce fioca del tramonto, con affianco la persona che amo.
«Sei mia», dice sfiorandomi leggermente le labbra, una volta ritornato accanto a me.
«E tu sei mio», dico di rimando prima di baciarlo con foga.
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SPAZIO AUTRICE_
Che ve ne pare? Eh originale no?
Come festeggeranno i nostri due piccioncini?
Presto lo scopriremo.
Buona lettura e buon week end a tutti voi!
By
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