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Capitolo 6. VOLARE



Pov. SOGGETTO X

Dalla porta della signorina Cristyn vedo sbucar fuori una busta bianca, è ormai da diversi giorni che la vedo lì. So che prenderla può sembrare un gesto che mi definirebbe una ficcanaso, ma qualcuno potrebbe vederla e prenderla. Io invece la conserverei fino al ritorno della signoria.

Controllando prima che non ci sia nessuno nei corridoi, velocemente esco e prendo la busta, per rientrare velocemente nel mio appartamento.

Chiusa la porta guardo la busta incuriosita. Sul retro c'è scritto "Per Cristyn, la mia piccola, il tuo Robert".

Dev'essere succedere qualcosa. Non l'ho più vista nei dintorni. Neanche il fratello, Steve e la loro simpatica ed esuberante amica.

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Pov.Cristyn

Steve mi accompagna ma solo per un paio di giorni, poi deve ritornare per occuparsi del locale. L'aereo inizia a decollare, per fortuna mi sono ricordata di prendere le medicine per non soffrire il volo. L'aereo inizia ad alzarsi in volo e io stritolo più forte che posso i braccioli del mio posto a sedere.

Durante il resto del volo cerco di tenere sotto controllo i miei nervi e ci riesco ascoltando della musica con l'mp3 che ho da sempre, fino ad addormentarmi. All'atterraggio si ripete la stessa cosa. Divento di nuovo nervosa e mi lascio prendere dall'ansia.

L'hostess ci da il permesso mi alzo, Steve recupera i nostri bagagli e ci dirigiamo all'uscita. Appena vedo che ad accoglierci ci sono i nostri genitori scoppio in lacrime e mi tuffo tra le braccia di mio padre, che cerca di consolarmi.

«Cosa ci fate qua? Perché non mi avete detto niente?» chiedo tra le lacrime.

«Volevamo farti una sorpresa tesoro mio» mi spiega mia mamma abbracciandomi dolcemente e rassicurandomi come solo lei sa fare.

«Ci siete riusciti alla grande» le dico.

«Dai ragazzi, andiamo , abbiamo tanta strada da fare» dice mio padre portandoci alla macchina. Mio fratello Steve aiuta mio padre a caricare nostri bagagli in auto mentre noi tre donne ci accomodiamo tutte sui sedili posteriori.

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Il viaggio verso casa procede in assoluto silenzio, come se in tacito accordo avessimo deciso di parlare di ciò che è successo e mi ha spinto a ritornare in California, solo una volta arrivati a casa. Non vedo l'ora di rivedere il mio giardinetto verde e rigoglioso, riempito di tante siepi e fiori durante la mia assenza. Giardino circondato da una recinzione in legno che io e Steve ci siamo duramente impegnati a dipingere quando eravamo piccolissimi. Per una nostra birichinata mio padre ci punì facendoci dipingere tutta la recinzione. Ma noi prendemmo tutto quello come un gioco e ci divertimmo un sacco a colorare tutto quel legno e anche i nostri vestiti.

Arrivati a destinazione vidi che la mia vecchia casa è ancora quella di una volta. Eccitata e felice come non mai di essere di nuovo qui a casa, corro direttamente in quella che è stata camera mia. Aprendo la porta, sento scendere le lacrime sul viso.

È identica a come l'ho lasciata.

«Tesoro, tutto bene?» mi chiede mia madre circondandomi le l spalle.

«Si mamma, stavo solo ricordano i momenti trascorsi in questa stanza» le dico per non farla preoccupare.

«L'abbiamo voluta lasciare così com'era, non abbiamo tolto o aggiunto nulla, in modo che questa rimani sempre la tua stana. In questa stanza tu puoi sempre ritornare, in questa casa ti puoi sempre rifugiare» mi dice lei, leggendomi quasi nella mente.

In effetti sono qui anche per rifugiarmi

«Vi ringrazio mamma!» le dico stritolandola in un abbraccio.

«Per fortuna non ha i più bisogno della sedia a rotelle. Non saresti mai riuscita ad usarla in questa casa, troppi scalini e i corridoi sono anche un pochino stretti» osserva lei.

«HHHmmm» sento qualcuno tossire per attirare la nostra attenzione. Voltandomi noto mio fratello e mio padre.

«Se ci lasciate il passaggio noi porteremmo le tue valigie in camera tua. In modo che mentre voi donne sistemate i bagagli noi uomini prepariamo uno spuntino» propone mio fratello.

«Ma se tu non sai cucinare!» dice Sandy ridendosela.

«Ah si?! È questo che pensi? Vedremo, vedremo».

I due uomini di casa scendono al piano di sotto.

Mentre sento rumori strani in cucina grazie all'aiuto di mia madre io e Sandy riusciamo a sistemare i nostri vestiti scarpe e tutti gli altri nostri accessori.

Essendosi fatta ormai sera tardi, mio padre ha deciso di fare un ricco spuntino e di magiare in giardino, come facevamo una volta durante il periodo estivo, nelle giornate bollenti.

«Papà hai superato te stesso, è tutto squisito» dico mentre assaggio tartine all'aglio, bruschette rustiche, del riso cantonese, dei spaghetti di soia e una buonissima torta gelato alla menta e limone.

La cena prosegue tra allegria, risate e ricordi. L'aria si è fatta stranamente più fresca. Essendo ancora troppo presto per andare a dormire andiamo tutti in soggiorno per continuare la nostra chiacchierata. Io, Sandy e Steve ci sediamo sul divano lungo, mentre mio madre e mio padre si accomodano sulla poltrona di fronte a noi.

«Ascolta Cris, tua madre preferiva aspettare domattina per chiederti di spiegarci cosa è successo a New York, ma io non ci riesco. È ormai da più di una settimana che mi tormento e non riesco a stare tranquillo» dice mio padre prendendomi le mani e stringendole calorosamente tra le sue.

«Tesoro avevamo deciso di aspettare domani» dice mia madre sgridando mio padre.

«Lo so ma guardala. Non ha più quella sua luce vivace negli occhi. Non è più come era quando è partita» le dice lui.

Abbassando lo sguardo e stringendomi le spalle cerco di nascondermi. Non so se ho il coraggio per raccontare loro tutto quello che è successo. Mio fratello e Sandy in tacito sostegno si fanno più vicini a me, per infondermi coraggio.

Gli racconto tutto. Dei primi problemi tra me e Rob nati perché lui si assentava per lavoro, ma senza farsi sentire per gironi interi, facendomi preoccupare. Di quelle volte che mi dava buca o che invece di rimanere con me era con una rossa sconosciuta, che ho scoperto poi essere la sue ex fidanzata. Le litigate nate dal fatto che uscivo con altri ragazzi conosciuti in pasticceria, ad eventi o grazie a Melissa, uscite solo tra semplici amici. Di certo non ci strusciavamo gli uni contro gli altri e ci baciavamo alla pazza gioia. gli racconto della litigata a l parco, delle parole assurde che ci siamo gridati e in fine gli racconto dell'incidente e della perdita del bambino. Alla cui notizia sono rimasti tremendamente sconvolti perché non li avevo nemmeno avvisati di essere in dolce attesa.


Terminato di raccontare tutto osservo di nascosto mio padre e noto il viso gli è diventato rosso dalla rabbia. Sta per scoppiare, e io scoppio in una fontana di lacrime interminabili.


SPAZIO AUTRICE_

COME AVETE TROVATO QUESTO CAPITOLO?

CHI CREDETE SIA IL SOGGETTO "X" CHE SI VEDE A INIZIO CAPITOLO? SE VOLETE SCOPRIRE TUTTO Ciò E VEDERE COME REAGIRÀ IL PADRE DI CRISTYN, NON VI RESTA CHE CONTINUARE A LEGGERE Dolce Rivincita.

VORREI RINGRAZIARE

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