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Capitolo 59


Pov's Cristyn

Siamo al mare. Mi sveglio e mi ritrovo sola nel letto. Seguo la corrente d'aria fredda che entra in stanza, proviene dalla terrazza, ed è li che trovo Rob, con le braccia appoggiate alla ringhiera intento ad osservare il panorama. lo abbraccio da dietro e lo saluto baciandolo sulla guancia.

«Dormito bene piccola?», mi chiede prima di girarsi ed attirarmi a se, lentamente per poi stringermi in un forte abbraccio. fa scorrere le sue mani sulla mia schiena. Essere qui con lui mi fa sentire felice e rilassata. Nonostante la mia indecisione sul decidermi se concederci due gironi solamente per noi, Rob è riuscito a convincermi. Così avendo avuto il turno di mattina in pasticceria, terminati gli ordini, in tardo pomeriggio sono tornata a casa, per una doccia veloce. Il mio piccolo aveva già preparto tutto. Dovevamo solo più salire sull'aereo. Lui continuava a ripetermi di non preoccuparmi e che i ragazzi se la sarebbero cavata in pasticceria, in fondo il sabato il negozio rimaneva aperto solo mezza giornata e la domenica sarebbe stato chiuso.

« facciamo colazione?», dice il diretto interessato riportandomi alla realtà.

«In effetti ho un po' di fame», gli rispondo. Ci accomodiamo al tavolo che c'è qui in terrazza. Mentre mangiamo una colazione veloce e fresca, latte o spremuta di arancia, pane, marmellata e burro osserviamo il paesaggio, lasciandoci rinfrescare dalla brezza marina. Questo posto è un paradiso, si prova una sensazione di pace.

«Cosa hai in programma di fare oggi?», gli chiedo tra un boccone e l'altro.

«Oh credimi ho in mente di fare molte cose, credimi. Molte cose», dice con fare malandrino. Dio quel suo sorrisetto lo conosco bene e mi manda in ebollizione. Incomincio a sentire caldo.

Lo vedo alzarsi ed avvicinarsi piano a me. Non ho il coraggio di guardarlo negli occhi. Scommetto che sono diventata rosso peperone, ma con una mano mi solleva il volto per rivolgerlo verso il suo. Lentamente e senza mai distogliere lo sguardo l'uno dall'altra, ci avviamo in camera da letto. Appena entrati in stanza la forte eccitazione che provo nel cuore e nel basso ventre, mi porta a chiudere gli occhi. Ad un tratto sento le sue mani su di me, intente a sollevare quella che in teoria è una sua camicia, ma che io ho voluto indossare per coprirmi, per sentire il suo odore. Una volta che la camicia è a terra dolci baci iniziano ad accarezzano prima gli occhi, uno ad uno. Poi la fronte, le guance ed in fine il lobo dell'orecchio, il mio punto debole. Cavoli credo che potrei sciogliermi in seduta stante. Sdraiati sul letto ancora disfatto dalla notte passata, recuperiamo il tempo perduto. Eccitata come non mai, mi lascio trascinare dalle emozioni, dai suoi baci che cominciano a scendere sempre più giù, fino ad arrivare al mio addome, al mio ventre. Sì, penso tra me e me sentendolo scendere sempre di più, ma con mia sorpresa decide di dedicarsi o meglio torturale il mio ombelico. Per quel che sembra un'eternità fa al mio ombelico, ciò che prima ha fatto al mio orecchio, con le sue labbra lo bacia, lo accarezza, ma con la lingua lambisce tutta la superficie di pelle che lo circonda, assaporando ogni centimetro. Sistemandosi meglio sopra il mio corpo, intensifica la tortura. La vicinanza del suo corpo al mio, mi inebria, ma il fatto di non essere pelle contro pelle, questo suo trattenersi mi tormenta. Con uno strattone improvviso lo avvicino maggiormente, spingendo letteralmente il suo viso sulla mia pancia.

Dio sì! I suoi muscoli, i miei muscoli. La sua lingua, il mio corpo. Io, lui. Oddio! Con le con le sue mani sulla mia vita cerca inutilmente di tenermi ferma, ma invano, perché ad ogni suo tocco l'ultima cosa che riesco a fare e stare ferma. Vorrei stringerlo a me e torturarlo a mia volta, ma lo lascio fare. butto la testa all'indietro e con le mani stringo forte la coperta sotto di noi. Dai fianchi le sue mani scendono sul mio sedere, fino alle gambe, portando con sé anche i miei slip, facendoli cadere a terra. Il tempo sembra rimanere sospeso tra noi. Rimaniamo a fissarci per secondi che sembrano infiniti, scambiandoci sguardi carichi di promesse, che non hanno bisogno di parole per esprimersi. Lui è bravo nel mantenere il controllo, ad essere paziente in queste situazioni. Non solo è anche un ottimo baciatore. Con un braccio mi solleva una gamba, mentre con l'altro continua a tenermi ferma. Con un mugolio di protesta cerco di ribellarmi, ma niente. Le labbra che prima accarezzavano la pancia adesso accarezzano lievemente il mio centro pulsante. Con le gambe lo abbraccio, circondandogli la schiena. L'unica cosa che riesco a vedere è la suo folta chioma tra le mie gambe. È troppo. Inarco la schiena, gemendo senza più trattenermi. Rob continua imperterrito la sua esplorazione, che sembra essere diventato più audace, più famelica. Nonostante sia sopraffatta dall'intensità delle sensazioni appena provate, lui non sembra voler rallentare, anzi lui non sembra più accarezzare, ma divorare. Prima che io possa nuovamente collassare, lo sento scivolare dentro di me con un unico movimento. Comincia subito a muoversi velocemente, senza dare segni di stanchezza e io non voglio essere da meno. Con le gambe lo circondo, con le mani mi ancoro alla sua schiena, gli accarezzo le spalle e i capelli. La maggior vicinanza intensifica l'attrito tra i nostri corpi. Robert è l'unico che è riuscito a penetrami sotto la pelle, ad entrami nel cuore. Lui è l'unica persona che riesce a riempire la mia vita.

Ahhh..oh dio! I suoi movimenti, si fanno sempre più calzanti. Quando però con una mano accarezza il punto in cui i nostri corpi si congiungono, è veramente la fine. Sento un urlo e solo secondi dopo mi accorgo che quel grido proveniva proprio da me. Mi sento sfinita.

Diamine, waw!

Robert continua imperterrito, dio ma quest'uomo è un maratoneta, penso sorpresa. Sento il suo corpo abbandonarsi sul mio schiacciandolo, non prima di farmi pendere un'altra volta il controllo del mio corpo.

«Ti sono mancata, eh?», chiedo affannata, pensando a ciò che abbiamo appena fatto.

«Immensamente», risponde, attirandomi a sè, finendo a cucchiaio tra le sue braccia, con la schiena sul suo petto, «So che può sembrare egoista, ma so che quando torneremo a casa, non avremo più così tanto tempo da trascorrere insieme».

«Rob, non ti preoccupare, è normale. Lavoriamo entrambi e...», non riesco a terminare la frase.

«Ti prometto che questo cambierà. Farò in modo di avere più tempo per noi», dice baciandomi i capelli.

«Robert, si è vero, anch'io vorrei trascorrere più tempo con te, ma l'importante è come trascorriamo questo tempo», dico sorridendo mentre gli accarezzo le braccia.

«La sai una cosa?», dico ad un tratto rompendo il silenzio.

«Cosa?», chiede continuando ad accarezzarmi.

«Fra non molto inizierà la primavera», dico girandomi tra le sue braccia in modo da poterlo vedere in volto.

Robert non capisce dove voglio arrivare, difatti alza il sopracciglio domandandomi a cosa io mi stia riferendo.

«Quindi, visto che tu hai una moto e che anch'io ho una moto, ecco mi chiedevo, hai detto che dovremmo cercare di trascorrere più tempo insieme, quindi pensavo perché non uscire insieme, facendo un giro in moto», dico giocherellando con un mio ciuffo di capelli, senza guardarlo. Non so ma quando gli chiedo qualcosa, mi intimidisco, di qualsiasi cosa si tratti.

«Cristyn, piccola guardami», e così faccio «prima di tutto non devi assolutamente vergognarti o temere di dirmi qualcosa o proporre qualche tua idea. Al massimo se non siamo d'accordo ne discuteremo, senza litigare, ok?», dice serio continuando a guardarmi.

«Ok!»

**

Per nostra sfortuna il nostro romantico idillio è arrivato al termine. Dobbiamo rientrare dato che i nostri impegni lavorativi ci reclamano. Non abbiamo dimenticato la promessa che ci siamo scambiati. Trascoorere più tempo tra noi e con le nostre famiglie.

«Che ne dici piccola se una di queste settimane invitiamo i tuoi genitori a cenare da noi. Se non sbaglio rientreranno a Los Angeles il prossimo mese», propone Rob. in effetti non ha torto. Fra non molto tempo, appena la salute di mia madre lo permetterà, i miei genitori torneranno a casa a Los Angeles. Nonostante io abbia proposto loro di rimanere nel mio appartamento cosa che non mi sarebbe dispiaciuta, anche perché così li avrei avuti vicino, loro hanno comunque deciso di far ritorno.

«Glielo chiederò appena saremo tornati a casa».

«Se vuoi potremmo anche invitare Steve e Sandy, d'altronde anche loro sono la nostra famiglia».

Nostra! Come suona bene, dico sorridendo felice, di averlo affianco a me.

**

Appena arrivata corro dritta in camera. Mi tolgo le scarpe, liberandomi dalla loro tortura. Adesso si che mi sento meglio. ah, dimenticavo, meglio che chiami i miei, non voglio si prendano altri impegni.

Dai rispondi mamma. Il telefono squilla. Non ho chiamato il negozio di mio padre, perché sono sicura, lui non lo senterebbe, talmente è occupato con il lavoro. Vedete quando lui lavoro e crea gli ordini per i clienti s'immerge nella sua creazione e perde la cognizione del tempo, un po' come me quando preparo i dolci.

"Pronto?", risponde finalemnte mia madre.

"Mamma, non prendetevi impegni per questo sabato"

"ok, lo dirò a tuo padre".

"ok, allora ciao, salutalo da parte mia".

Appena riattacco due forti braccia mi circondano la vita e l'odore di Rob m'invade e mette in allerta i miei bollenti spiriti.

«Mmmm, non voglio andare in ufficio oggi, voglio rimanere solo con te», dice sprofondando il suo volto nel mio collo.

«Non sai quanto lo vorrei anch'io, ma il dovere ci chiama. Avremo molte altre occasioni per stare insieme, vedrai», dico cercando di consolarlo. Per lui il lavoro è importante, non deve saltare altri giorni in ufficio, si è già preso del tempo libero. So che ci tiene molto agl'impegni presi negli affari e non vorrei quindi che qualcosa andasse storto e che si sentisse poi in colpa.

«Ah, dimenticavo, alla cena ho invitato anche i miei, ti dispiace? So che avrei dovuto chiedere prima anche il tuo parere, ma...».

«Rob questa è casa di entrambi e sei liberissimo di invitare i tuoi genitori e i tuoi fratelli, anche perché li adoro», dico interrompendolo subito.

«E loro adorano te, anzi mia madre particolarmente», dice ridendo.

«Ed è una cosa strana?», chiedo.

«Preciso, lei adora te e i tuoi dolci e no non è una cosa strana, è naturale che ti adorasse, perché ti adoro anch'io», dice voltandomi per baciarmi dolcemente prima di chiudersi in bagno per una doccia veloce.

**

I pomeriggi passano veloci e le sere tranquille tra le braccia del mio Rob, accoccolati sul divano. Guardando qualche film o le partite alla tv. Il giorno della cena con le nostre famiglie è ormai arrivato ed io sono in preda all'ansia.

E se non fosse tutto in ordine? E se qualcosa andasse storto o si bruciasse?

Sono davanti allo specchio a tormentarmi con queste stupide domande, mentre osservo il quinto vestito per l'occasione. Voglio che tutto sia perfetto.

«Non sei ancora pronta?», chiede Rob entrando in camera, «Non devi mica andare ad una sfilata, scegli un vestito e andrà bene».

«Lo so, solo che...».

«Non essere nervosa», mi rassicura accarezzandomi le braccia.

«Voglio che tutto sia perfetto», mi spiego.

«Cris, tu non devi fare colpo su di loro...».

«Ah no?», chiedo ancora imbambolata.

«No, perché hai già fatto colpo su di loro e poi è una semplice cena e tu sei stupenda», dice guardandomi negli occhi.

«Grazie».

«E adesso andiamo di sotto in sala, stanno per arrivare».

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SPAZIO AUTRICE_Eccoci al 59° capitolo della storia, siamo quasi agli sgoccioli. Piaciuto il capitolo? E la vacanza dei nostri due protagonisti?

Come credete si svolgerà la cena? Cosa accadrà?

Attendo tutte le vostre idee, non perdetevi i capitoli finali!

Ringrazio tutti i follower e i miei lettori, per avermi seguito e sostenuto!!!

Buona lettura e buon week-end by @SweetCreation94

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