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Capitolo 58

Pov's Cristyn

Finalmente tutto sta tornando alla normalità, o almeno lo spero. Rob sembra essere tornato più tranquillo, meno oppressivo. Non che abbia qualcosa in contrario con il fatto che lui si preoccupi per me, ma a volte la sua preoccupazione può essere soffocante e questo non va. Non dobbiamo rischiare che ciò che ci spaventi ci rubi la felicità di vivere con il sorriso.

Da diverse settimane Rob si tiene in contatto con la polizia. Vuole assolutissimamente risolvere al più presto questa faccenda, così come lo voglio io. In questi ultimi giorni, non ci vediamo spesso. Quando lui ritorna da lavoro, io sono già nel mondo dei sogni e quando mi risveglio è già uscito per andare a lavoro. Ci vediamo più che altro durante la pausa pranzo. A volte vado a trovarlo in ufficio, portandogli uno spuntino e ricordandogli quanto io lo ami e quanto il fatto di lavorare in luoghi distanti mi faccia sentire la sua mancanza. Devo dire che Rob si è impegnato egregiamente per non farmi sentire malinconica ieri pomeriggio. Al sol pensiero arrossisco, come un peperone.

Come promesso ogni settimana vado dal dottore per una visita periodica. Per controllare che la mia guarigione stia procedendo bene. Gli esiti degli ultimi esami hanno fugato ogni mio timore, tutti i valori sono nella norma, ma hanno portato in me tristezza. Data la stanchezza, la continua diminuzione di appetito ero sicurissima di essere incinta, ma non è stato così. Devo dire che nei giorni seguenti la delusione per questa notizia è stata notata. Rob ha capito che ero giù di morale, anche se non conosceva il motivo e io non avevo il coraggio di parlargliene, ma è stato ugualmente al mio fianco senza pretende nessuna spiegazione.

«Ehi capo! Abbiamo terminato di preparare tutte le paste frolle», dice ad un tratto Wally riportandomi alla realtà.

«Ok, infornatene pure e iniziate a preparare il pan di spagna», dico facendo finta di essere occupata, strofinando lo straccino.

«Tutto ok, capo?», questo ragazzo deve aver sviluppato un sesto senso, cavoli.

«Sì, tranquillo. Mi sono solo distratta un attimo».

Per fortuna non ci sono stati intoppi durante la preparazione degli ordini di oggi. Tutti i clienti sono usciti dal nostro negozio con il sorriso in volto. È proprio questo il nostro obiettivo, far felici coloro che si rivolgono a noi, portare un pò di zucchero a questa amara vita.

**

QUATTRO SETTIMANE DOPO

Delle soffici labbra si posano sulle mie, mentre sono ancora addormentata. Con un mugolio di protesta, per essere stata disturbata durante il sonno, mi giro dall'altra parte. Sono davvero stanca, chiunque tu sia non rompere, penso tra me e me. ma non demorde. Le mani e le labbra continuano ad accarezzare il mio corpo dal viso al collo scendendo, sempre più giù, passando dal petto fino ad arrivare all'ombelico. Niente, io non demordo, non voglio alzarmi da questo letto, anche se sono sveglia, eccome se lo sono, impossibile non esserlo se delle mani ti accarezzano in quella maniera. Sento che lui mi prende per i fianchi e mi avvicina a se per farmi sentire la sua eccitazione, quanto il suo corpo mi desideri, ma io sono troppo stanca, non ho forze, mi ha tenuta sveglia tutta la notte.

«Piccola è ora di alzarsi», dice lo stronzo con tono beffardo. Non mi ha fatto chiudere occhio è adesso ride pure. Te la faccio vedere io sbruffone. Fingendo di essere ancora addormentata mi giro facendo finta di abbracciarlo e stringerlo a me inconsciamente. Appena Rob si avvicina quel che basta gli mordo l'orecchio.

«Ahi! Ma che ti prende?», chiede irritato. Irritazione che scompare quasi subito appena mi guarda, «Allora sei sveglia, vieni qui piccola...», dice gattonando verso di me, cercando di afferrarmi.

«Non ci provare, vattene via», dico picchiandolo con un cuscino, cosa che pensavo potesse fargli male, ma che anzi lo eccita ancor di più.

«Sei aggressiva questa mattina», dice avvicinandosi e afferrandomi per la vita questa volta, in modo che la mia nudità sia a contatto con la sua, «...ce l'hai con me? Perché?», chiede ad un mio cenno d'assenso.

«Perché sapevi da giorni che oggi per sarebbe stata una giornata più impegnativa e dura del solito e nonostante ciò, mi hai tenuta sveglia tutta la notte», dico mettendo il broncio.

«Oh, andiamo non fare finta di essere arrabbiata. Devi ammettere che anche tu hai goduto questa notte!», dice ridendosela per la mia espressione scandalizzata, non per il fatto di essermi lasciata andare con lui più del solito, ma per il fatto che me lo stia rinfacciando.

«Sei uno sbruffone, arrogante ed antipatico», dico voltandogli le spalle.

«Mi dispiace se ti ho indispettita ok?», ma io non gli rispondo, quindi lui ricomincia la sua tortura stuzzicandomi il lobo dell'orecchio e il collo con baci caldi ed umidi. Baci che fanno sciogliere quasi e dico quasi totalmente il mio stato di gelo mattutino. «Allora sono ancora uno sbruffone, arrogante ed antipatico ?», chiede continuando la sua tortura.

«Solo un pochino», dico non cedendo del tutto, risposta che lo diverte e fa comparire quel suo sorriso che tanto adoro.

«Dai andiamo, o farai tardi in pasticceria».

**

Per mia fortuna sono arrivata in orario al negozio. Oggi dobbiamo preparare un assortimento vario di assaggi di torte e pasticcini, poiché verranno due fidanzate per scegliere la loro torta di nozze e i pasticcini per il buffet, oltre che ad un'organizzatrice di convention, la quale ha richiesto di poter visionare ed assaggiare il nostro campionario di dolci per intero.

Il campanello alla porta suona e vedo entrare nel negozio una delle due fidanzate.

«Salve, scusi sono in anticipo? Temevo di arrivare in ritardo», chiede tutta trafelata.

«Non si preoccupi, venga con me, abbiamo allestito un'area apposita per occasioni come questa», le dico facendola accomodare ad un'area apposita del negozio, che finora è rimasta inutilizzata, «Qui potrà assaggiare tutti i pasticcini e le torte che desidera, accompagnate da una buona tazza di te, se le fa piacere», dico spiegandole come si svolgerà questo incontro. Io le porterò un piccolo assaggio delle nostre sette torte principali, ognuna diversa delle altre ed un campionario assortito di piccola e fresca pasticceria. senza darle pressioni, concedendole un adeguato lasso di tempo in cui prendere le sue decisioni.

«Ok! La ringrazio. Potrei iniziare prima dall'assaggio delle torte?», chiede mentre si accomoda ad uno dei tavoli della saletta.

«Certamente, glie le faccio portare subito. Gradisce del te?».

«Si, molto gentile».

Vado in cucina per informare Jackie di prepara un vassoio assortito di torte per la nostra cliente quando vedo arrivare l'organizzatrice di convention, vestita in maniera formale, con un tailleur grigio.

«Salve, ho preso appuntamento per organizzare il catering per una convention, tutto a base di dolci», dice appena arriva al bancone, in maniera altezzosa, guardando dall'alto in basso tutto ciò che la circonda. Come se lei fosse chissà chi. Questa donna mi da sui nervi, anche se non la conosco non mi va proprio a genio.

«Certamente, ha già un'idea di che tipo di dolce vuole? Se di piccola o fresca pasticceria? i gusti, se a base di crema, di frutto, di liquori o caffè? Se sfoglia, pan di spagna, flambé o mousse?», chiedo tutto d'un fiato apposta per metterla in difficoltà. Infastidita, si i trattiene prima di rispondere, come se non si aspettasse questa mia risposta, come se si aspettasse che mi scusassi o strisciassi ai suoi piedi,. Come se mi considerasse una serva.

«Vorrei assaggiare quelli al liquore, alla crema e al caffè. Niente mousse la prego, per carità. Deve essere tutto al top per quel giorno. Sia con il pan di spagna che con la sfoglia».

«Certamente. Si accomodi nella saletta. Le farò portare subito un assortimento per la prova», dico accompagnandola in saletta per poi andare ad avvertire Jackie di preparare un vassoietto, ma questa volta di dolci.

«Speriamo i dolci non siano disgustosi come l'arredamento qi questo posto», dice non tenendo conto che io non ero abbastanza lontana e che l'ho sentita perfettamente. Siccome io sono una persona con un cervello e che lo usa per ragionare, non mi abbasserò al suo livello, comportandomi come una bambina viziata che fa dispetti come reazione agli insulti. Rimarrò seria e professionale. Le porterò i dolci e nient'altro. anche perché sono i clienti che ti portano i soldi a casa e ogni cliente felice sono soldi in più guadagnati.

«Jackie prepara un vassoietto di dolci per la prova dell'organizzatrice di convention, mi raccomando al liquore, alla crema e al caffè, sia con il pan di spagna che con la sfoglia. Appena pronto portalo alla cliente nella saletta».

«Ok, lo preparo subito».

Appena torno al bancone vedo che è arrivata anche l'altra fidanzata, accompagnata da due sue amiche. L'affido alle cure di Wally, per concentrarmi sui clienti che entrano in negozio.

*

S-t-r-e-s-s-a-n-t-e ecco com'è stata questa giornata e l'organizzatrice di convention ci ha messo del suo per renderla tale. Le due fidanzate sono state molto cordiali, al contrario suo, che ha adottato un comportamento strafottente, di superiorità e mancanza di rispetto dei nostri confronti.

Questa volta sarà Wally ad occuparsi della chiusura, io potrò tornare prima a casa. Ad attendermi fuori trovo Phill ad attendermi.

«Signorina Mitchell», dice a mo di saluto, aprendomi la portiera. Il viaggio di ritorno verso caso è tranquillo, ma la mia mente no. Ultimamente trovo Rob più distratto dal solito, credo che qualcosa d'importante lo stia tenendo occupato. Forse Phill sa qualcosa a tal proposito.

«Phill, sai cosa preoccupa Robert?», chiedo sperando in una risposta sincera.

«Non so nulla signorina Mitchell».

«Non sai nulla, nel senso che non sai proprio nulla, o che non puoi dirmi nulla, per ordine di tu sai chi?», chiedo sapendo già la risposta, o almeno credo.

«Non so nulla», risponde per poi continuare a guidare.

Appena varco l'entrata sento tutta la stanchezza della giornata calarmi sulle spalle, ma sento anche un buon odorino.

«Ehi», dice un Rob tutto felice di vedermi. A paso lento e con la camicia che mette in evidenza i suoi addominali, mi viene in contro accarezzandomi il volto con entrambe le mani e baciandomi la fronte con fare caloroso. Quanto amo questi piccoli gesti che dimostrano quanto lui ci tenga a me.

«Vieni. Prima la cena e poi la sorpresa».

«Una sorpresa!», grido di gioia, saltellando come una bambina.

«Se sapevo che avresti reagito così, te l'avrei mostrata ieri la mia sorpresa», dice ridendo.

«Forza, non perdiamo tempo. Prima la cena e poi la sorpresa, giusto?».

**

La cena è assolutamente squisita. Donna Rosa si è superata. Tagliolini al ragù, pesce al cartoccio e crostata ai frutti di bosco. Buonissima.

«Ecco, adesso abbiamo finito. Voglio la mia sorpresa», dico leccandomi le labbra per pulirmi dalle briciole della torta.

Contento della mia eccitazione, prendendomi per la mano Rob mi conduce nella veranda, per invitarmi a sedermi con lui sul divano a dondolo. Quanto mi piace trascorrere le serate con lui, solo noi due, seduti qui, all'aria aperta, senza nessun disturbo, senza nessun caos. Accoccolata contro di lui, mi rilasso e mi faccio trascinare dal clima della situazione, libero la mente, mi sento leggera, senza alcun peso.

«Allora, non la vuoi più la sorpresa?», chiede ad un tratto Rob accarezzandomi i capelli.

«Secondo te?», chiedo maliziosa.

Rob si alza e questa volta mi porta in camera. Appena entro nella stanza trovo due valige pronte. Le nostre valige. Non mi sono neanche accorta di essermi imbambolata, se non fosse che Rob si schiarisce la voce, facendomi voltare verso di lui. Dopo pochi attimi, in cui ci osserviamo senza parlare, tira fuori dalla tasca della sua giacca una busta bianca. Chissà cosa contiene.

«Aprila», mi invita porgendomela.

Aprendola vi trovo due biglietti aerei per la Thailandia.

«Quando dovremmo partire?», chiedo sotto shock.

«Domattina».

«Tu sei pazzo», dico ancora incredula.

«Si pazzo di te».

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SPAZIO AUTRICE_ Ciao ragazzi, ecco il nuovo capitolo, ci ho impiegato più tempo per scriverlo perché volevo che fosse n bel capitolo

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Buona lettura, by @SweetCreation94

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