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Capitolo 51

Pov's Cristyn

Rob non mi ha più lasciato un attimo da sola dal momento in cui gli ho confidato del presentimento negativo che ho percepito in negozio. Sembra aver preso sul serio ciò che gli ho detto. Forse troppo. Ovunque io vada, a buttar la spazzatura, a far la spesa o a casa di Sandy, vuole per forza accompagnarmi e quando non può farlo, obbliga uno dei suoi uomini a farmi da baby-sitter. Credo che il fatto che quel pazzo sia ancora lì fuori da qualche parte lo preoccupi, più di quanto preoccupi me. Con Rob al mio fianco io mi sento al sicuro, protetta. Grazie a lui posso concentrarmi sul mio lavoro in tranquillità, o almeno ci provo. Per fine settimana devo elaborare tre possibili dolci per una serata di beneficienza organizzata da un Hotel in centro. Mi hanno chiesto specificatamente di creare più dolci tra cui sceglierne tre o quattro, di creare dolci assortiti, di vari gusti. Per ora ne ho abbozzato solo tre idee, non me ne vengono in mente altre. Dei piccoli dolcetti con base rotonda al pan di spagna, con crema ai frutti di bosco e una ciliegina sopra. Delle mini sfoglie alla ricotta e delle praline al cocco. Sto cercando di essere il più possibile fantasiosa, ma in questo momento non riesco ad andare avanti. Mi sento bloccata. Forse una boccata d'aria mi farebbe bene. Prendo il blocco con i miei schizzi, il cappotto e la sciarpa, così posso disegnare sul portico coperto, accomodandomi sul divano a dondolo.

Apro la porta della cucina che da proprio sul portico, quando una mano la richiude di colpo, facendomi prendere un bello spavento. Voltandomi vedo Rob con uno sguardo preoccupato.

«Non puoi stare fuori all'aperto», dice spingendomi in cucina.

«Stai scherzando spero», rispondo irritata.

«Mai stato più serio di così», dice mentre si versa del caffè, voltandomi le spalle.

«Non posso rinchiudermi qui dentro. non puoi tenermi rinchiusa in una campana di vetro per sempre. Non sono io la persona che dovrebbe essere imprigionata», grido lasciandomi prendere da una crisi di nervi.

«Cris...».

«Non posso smettere di vivere la mia vita, di essere libera perché un pazzoide ha le rotelle fuori posto, cazzo», può sembrare poco signorile parlare così, ma diamine adesso ne ho abbastanza. Posso essere tollerante e gentile, ma anche la mia pazienza ha un limite.

«Non voglio tenerti rinchiusa per sempre, non è come credi», cerca di giustificarsi.

«A no? E come lo chiami il divieto di non poter stare neanche sul portico di casa, all'aria aperta? Di non poter andare a fare la spesa da sola, con la mia auto o alla posta, senza che nessuno mi scorti?», chiedo pensando sia scontata la risposta.

«Se io non tenessi alla tua vita, non farei in modo che tua sia perennemente protetta da qualcuno, non credi?», risponde irritandosi a sua volta, «Non voglio tenerti prigioniera, come dici tu, ma essere cauto. Non voglio dover organizzare un funerale».

Senza che se ne accorga gli arrivo alla spalle e lo abbraccio circondandogli la vita con le braccia, per stringerlo il più possibile a me, «Vedrai che tutto si risolverà per il meglio», cerco di tranquillizzarlo.

«Sai di solito sono io ad essere ottimista e tu la pessimista», dice voltandosi.

«A volte i ruoli possono invertirsi», dico guardandolo negli occhi. Per attimi infiniti continuiamo ad osservarci a vicenda.

«E se ti dicessi che questa sera abbiamo un impegno?», mi avverte. No capisco proprio a cosa si riferisca e lui se ne accorge, perché si spiega subito, «Questa sera siamo invitati al Nice. Trascorreremo una serata insieme ai nostri amici...».

«Rob...»

«...e tu dovrai solo divertirti e non preoccuparti di nulla intesi?», al mio cenno di assenso lo vedo rilassarsi, riprendendo a respirare tranquillamente.

«Bene».

***

Per l'occasione ho deciso di optare per un outfit che mesi fa mai avrei pensato di indossare. Un vestito nero, lungo fino a metà coscia, con un colletto a girocollo e uno scollo piccolo a forma di goccia e uno spacco sul retro merlato da del pizzo. Il tutto ornato da un cinturino dorato e degli orecchini abbinati, accompagnati da tacco dodici di un nero lucido. Con un trucco leggero e uno spruzzo leggero di Coco Chanel sono pronta per la serata.

Ah quasi dimenticavo la pochet.

Scendendo le scale, il rumore dei tacchi avvisa Rob del mio arrivo. Il suo caldo sguardo, penetra nella mia pelle, pervadendomi di mille sensazioni. Imbarazzo, felicità nell'essere io la donna che provoca in Rob quello sguardo, quell'interesse.

«Sei stupenda», dice a fior di labbra. Sento il suo caldo respiro sfiorarmi il viso e il mio cuore palpitare.

«Forse è meglio se andiamo o faremo tardi», dico affannata.

....

Arrivati davanti al locale Phill ferma la macchina. Robert scende per primo, porgendomi la mano, aiutandomi a scendere. Stringendomi a se, mi guida all'interno. La sua stretta si rafforza e la sua mano mi accarezza il fianco, scendendo verso il bordo del vestito. Le sue dite non danno segno di fermarsi, strofinano delicatamente il punto il cui il vestito finisce, lasciando nuda la mia pelle. Per mia fortuna, mentre camminiamo nessuno fa caso a noi, perché arrossisco, il mio corpo si tende a quelle carezze, estasi che termina subito, nel momento in cui raggiungiamo i nostri amici e Rob si allontana per salutare Harry. Ci sono proprio tutti. Sandy, Steve, Petty, Wally e Jackie.

«Ohhh capo sei una bomba», sento dire quest'ultima.

«Per stasera non chiamatemi capo, solo Cris, ok?», dico tra le risate. Ci sedemmo tutti intorno ad un tavolo rotondo appartato, ma allo stesso tempo non lontano dalla pista da ballo. I drink non tardano ad arrivare.

«Alla fortuna di esserci conosciuti, alla fortuna di essere in compagnia di bei fusti questa sera. Alla salute», dice Sandy scatenando l'ilarità di noi ragazze.

Rob non ha mai staccato il braccio che mi cingeva la vita. Ogni tanto lo sentivo accarezzarmi la gamba sotto il tavolo, per risalire sempre più su, facendomi quasi strozzare mentre bevevo. Non mi sono mai sentita così rilassata, allegra e fortuna come adesso. Con un ragazzo che continua a stuzzicarmi il collo con le sue labbra e con amici che non perdono occasione di lanciare frecciatine. Andiamo tutti in pista tranne Rob ed Harry che rimangono al tavolo, forse per tenerci d'occhio. Non passa molto tempo che vengo reclamata da due forti braccia. anche senza voltarmi so che si tratta di Rob. lo riconosco da suo profumo, dalle mille sensazioni che provo e che lui suscita in me. Gli cingo il collo per avvicinarlo, fino a ritrovarci schiacciati l'un l'altro, la mia schiena contro il suo petto. Il mio sedere contro la sua patta dei pantaloni, che credo proprio stia per scoppiare.

«Non volevi rimanere al tavolo?», chiedo mentre ci muoviamo tra le note di Crazy in love di Beyoncè.

«E lasciarti divorare dagli sguardi di tutti i poveri uomini affamati, illusi di poterti avere tutta per loro?», dice suadente.

«Oh, quindi stai ballando con me solo per , come dire...marcare il tuo territorio?», chiedo stuzzicandolo.

«Credi sia solo per quello?», chiede stuzzicandomi a sua volta, avvicinandomi ancor di più a se, facendomi sentire la sua eccitazione.

«Credo che lei, Mr. Pawell stia ballando con me solo perché ha finito gli argomenti su cui discutere con il suo amico e collega, al tavolo», dico cercando di provocarlo.

«E se le dicessi, Cristyn, di volerla avere al più presto tra le mie braccia, nuda, senza barriere che ci separino?», chiede voltandomi, per essere faccia a faccia.

«Dico che non è male come idea», penso passando la lingua sulle labbra, pregustando la notte che verrà.

**

Mi dispiace essermene andata senza aver salutato tutti, ma mi sono assicurata che Sandy avvisasse gli altri.

«Vai d'accordo con i tuoi fratelli?», chiedo pensando alla sua famiglia.

«Con Cristopher sì, anche perché di carattere ci assomigliamo di più e forse anche perché siamo più vicini per età, siamo amici-fratelli. Con Zac, un pò meno, con lui ho un rapporto fratello maggiore e fratello minore. Ci scorniamo e azzuffiamo di più. Sono più protettivo con lui. Inizialmente può sembrare scontroso, ma se lo conosci lo sai apprezzare».

«Un po' come te vero Rob?», gli chiedo.

«Touché!», dice ridendo. Adoro la sua fossetta. Si forma ogni volta che sorride. Lo trovo davvero sexy.

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Pov's Robert

La mia piccola Cris, dev'essere stanchissima perché si è addormentata un'altra volta in macchina. Appena arrivati a casa, le slaccio la cintura di sicurezza e la sollevo delicatamente senza svegliarla. Per fortuna mentre eravamo ancora sulla strada di ritorno ho avvisato Donna Rosario di venirci incontro e aprirmi la porta appena fossimo arrivati. Entrando la porto direttamente in camera. Senza che se ne accorga le tolgo il vestito, ammirandola in intimo. Waw è bellissima. Anche il mio amico lì sotto lo pensa. Calma ragazzi. Sarà per un'altra volta. Non voglio svegliarla. Per una volta, in questo ultimo periodo si è divertita. Adesso ha bisogno di riposo. Tutto il resto può aspettare.

Credo che non sia completamente addormentata perché mentre mi spoglio mi sento osservato. Infatti noto il suo rossore non appena camicia e pantaloni raggiungono il pavimento. Restando in boxer la raggiungo, raggomitolandomi al suo fianco. Sento le sue mani esplorare il mio petto, accarezzarmi le braccia, lentamente.

Niente ci disturba, se non altro che la stanchezza di tutta la settimana, ,ma niente può resistere al desiderio che proviamo l'un l'altro. la desidero con tutto me stesso e lei desidera me. Lo capisco da come il suo corpo reagisce ogni volta alle mie carezza. Non si allontana anzi si avvicina, cercando sempre più contatto. La paura di perderla che mi ha attanagliato in queste settimane non è ancora scomparsa e non sparirà fino a quando nona avremo trovato quel pazzo.

«Dormi piccola. Abbiamo ancora tutta una vita davanti a noi».

Nonostante al momento non vi siano pericoli in agguato il sonno tarda ad arrivare. La mia piccola al contrario si è addormentata subito. Con i capelli sparsi sul mio petto e quel sorriso beato, sembra proprio un angioletto.

La sveglia squilla troppo presto. Purtroppo devo alzarmi o farò tardi in ufficio. Quando sto per scendere dal letto sento Cris muoversi.

«Che ore sono?», chiede con la voce ancora impastata dal sonno.

«Tranquilla è ancora presto, torna a dormire», la rassicuro.

«Dove vai?», chiede stropicciandosi gli occhi. Quant'è buffa in questo momento con tutti i capelli alla rinfusa e quella sua smorfia assonnata.

«Devo andare in ufficio amore, non ti preoccupare», un secondo dopo si rimette sotto le coperte.

Prima di andarmene le pongo un bacio sulla fronte e noto che sta già dormendo profondamente.

**

Sono passate quattro ore. Abbiamo concluso l'affare con i Gregory & Smith, un'associazione che tratta investimenti in immobili qui negli a New York e dintorni.

Ho lasciato un messaggio al mio tesoro per sapere come sta.

Come se avesse poteri extra sensoriali e sapesse che st parlando di lei, eccola che risponde al mio messaggio.

"Sto bene, mi sto preparando per andare al negozio. Passo da te per pranzo. Baci, Cristyn".

Spero dio riuscire a liberarmi in tempo per il suo arrivo. È da tanto che non viene in ufficio a trovarmi. Devo anche parlarle della cena d'affari a cui sono costretto ad andare. Voglio che lei venga con me. Spero non rifiuti il mio invito. Vorrei tanto approfittare di quest'occasione per far sapere a tutti che lei è la mia donna. La mia metà. Il mio tesoro.

Scartoffie e scartoffie ecco cos'ho sulla mia scrivania. Solamente scartoffie. Resoconti di attività e progetti già in atto. Resoconti di guadagni e perdite. Conti su conti, tutti positivi. Ogni reparto della mia azienda guadagna in positivo, si sta evolvendo, crescendo sempre di più.

Il bussare alla porta mi obbliga ad alzare la testa dalla scrivania. Accidenti. Mi sta venendo il torcicollo.

«Avanti», dico mentre mi stiracchio, sciogliendo i muscoli del collo.

«Disturbo?», sento chiedere da Cristyn prima di entrare.

«Ehi piccola, entra pure. Tu non disturbi mai», dico rassicurandola.

«Ti ho portato uno spuntino. Sono quasi sicura che tu spesso, per non dire sempre, ti dimentichi di pranzare. Perciò ecco il tuo pranzo», dice porgendomi un sacchetto d'asporto del ristorante cinese all'angolo.

«Sei la mia salvatrice», la attiro stringendola a me, ringraziandola con un bacio veloce, prima di avventarmi sul cibo.

«Lo so, lo so. Purtroppo ho poco tempo. Devo tornare in pasticceria. oggi abbiamo molte ordinazioni di cui occuparci. Quindi ti saluto bel fusto», dice scherzando.

«Dimenticavo. Fra tre giorni dovrò andare ad una cena d'affari e ho bisogno che tu mi accompagni», le dico prima che se ne vada.

«Sei sicuro che vuoi che proprio io venga con te e non qualcun altro?», chiede titubante.

«La mia donna sei tu e voglio che tu venga con me alla cena», dico convinto.

«Se per te è così importante, allora verrò con te a quella cena», dice sorridendo e sculettando verso la porta, richiudendola dietro di se.

La mia piccola, si prende cura di me e o mi prenderò cura di lei.

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SPAZIO SCRITTRICE_Ciao ragazzi ecco un nuovo capitolo di Dolce Rivincita.

Cosa accadrà alla cena? Chi incontreranno Cristyn  Robert all'evento? Per scoprirlo non perdetevi i prossimi capitoli.

Buona lettura @SweetCreation94

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