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Capitolo 50. IL RISVEGLIO. PARTE 1

Pov's Rob

Speranza. Sono ormai diversi giorni che spero. Le analisi non hanno rilevato nulla di anormale. Almeno questo è quello che dicono i medici. Ieri sera mi è venuta un'idea. Siccome un'infermiera mi ha consigliato di parlare con la mia Cris, stimolare i sensi potrebbe favorire un suo risveglio. Così ho deciso di portarle un dolce che le è piaciuto tanto durante la cena del nostro ultimo appuntamento, prima del disastro. Una mousse fruttata. Ho anche pensato che possa essere carino farle ascoltare quella che è diventata la nostra canzone, Stand By Me – Ben E. King.

Quando cadrà la notte
e la terra sarà buia
e l'unica luce che vedremo sarà la luna
no, non avrò paura
oh, non avrò paura
finché tu sarai con me, sarai con me

Quindi cara, cara
stai con me, oh stai con me
oh stai, stai con me
stai con me

Se il cielo che noi guardiamo
dovesse crollare e cadere
e le montagne dovessero sbriciolarsi nel mare
non piangerò, non piangerò
no, non verserò una lacrima
finché tu sarai con me, stai con me

Quindi cara, cara
stai con me, oh stai con me
oh adesso stai, stai con me
stai con me

Quindi cara, cara
stai con me, oh stai con me
oh adesso stai, stai con me, stai con me
Ogni volta che sei in difficoltà non vuoi stare con me
oh stai con me, non vuoi stare adesso
stai con me

Qualunque cosa accada lei è la mia terra, la mia casa, il mio sostegno. Ecco perché ora mi trovo all'ospedale, accompagnato da mia madre. Quella testarda ha insistito ad accompagnarmi, finché non ho desistito. Arrivati alla sala d'aspetto cammino avanti ed indietro in attesa che l'orario delle visite arrivi. Purtroppo non sono riuscito a convincere nessuno a fare un'eccezione per me, per permettermi di stare per più tempo con la mia piccola. Quando non sono con lei, che è praticamente la maggior parte della giornata, sono in ufficio, cercando di occuparmi dei miei affari. Fortunatamente il mio amico Harry mi sta dando una mano nel gestire i miei interessi professionali, non sprecando nessuna occasione per ricordarmi che comunque vada devo continuare ad andare avanti, a pensare a tutta la mia famiglia. Ma è Cristyn la mia famiglia.

«Robby», la voce di mia madre mi porta via dalle mie riflessioni, «Tutto bene?», mi chiede preoccupata.

«Quando Cristyn si sveglierà, andrà tutto bene, ma adesso non sto affatto bene», dico appoggiando la schiena contro il muro. La stanchezza, la mancanza di ore di sonno si fanno sentire. Senza il mio tesoro accanto, senza il suo tesoro quando mi addormento e quando mi sveglio, non riesco a dormire.

«Sai, non ti ho mai visto così preso da una donna», dice guardandomi attentamente.

«Non è assolutamente vero che non sono mai stato interessato ad una donna», rispongo stizzito.

«non fino a questo punto. No. Ne sono sicura. Non dormi per lei. Non ti concentri più esclusivamente sul lavoro, solo per lei. Tu ti sei riavvicinato a noi, alla tua famiglia, grazie a lei. Sei più sereno, felice, sorridente grazie a lei. Sei più te stesso», dice alzandosi.

«Mamma...», ma mi interrompe.

«Rispondimi sinceramente Robby. Faresti di tutto per lei? Scambieresti i ruoli, vorresti essere al suo posto su quel letto?», chiede seriosamente.

«Si, farei di tutto per lei», rispondo automaticamente senza pensarci.

«Conoscendoti so che lo hai già fatto. Scommetto che hai già iniziato ricerche più approfondite sull'incidente e sul responsabile che l'ha causato. o sbaglio?».

«Mamma...», ma mi interrompe nuovamente.

«La sola cos importante è che tu non faccia niente di stupido. Ne io ne Cris, di questo ne sono sicura, non vorremo venire a trovarti in carcere».

«Non si arriverà fino a quel punto, te lo prometto».

                                                                                      **

Sto per entrare nella camera della mia principessa quando un medico mi ferma.

«Mr. Pawell vorrei parlarle cinque minuti, prima che faccia visita alla sua fidanzata», dice prima di voltarsi. Lo seguo fino a quello credo che sia il suo ufficio.

«Si accomodi».

«No, grazie, rimango in piedi, preferisco così. Vada al dunque», dico senza preamboli.

«Come le abbiamo già detto dalle analisi non sono risultate anomalie. L'ultima tac ha evidenziato una riduzione dell'ematoma cerebrale», mi informa.

«Questo cosa comporta?», chiedo.

«La riduzione dell'ematoma, solitamente è seguito da un determinato periodo, seguito a sua volta dal risveglio del paziente», mi spiega attirando la mia attenzione.

La mia Cristyn potrebbe svegliarsi?

«Quando?».

«Questo non possiamo saperlo. La stessa cosa vale per i danni. Non possiamo sapere se e quali danni abbia subito il suo corpo, il cervello in particolare. Solo quando si sveglierà potremo stabilirlo con certezza, attraverso ulteriori esami ed accertamenti».

«Posso farle una domanda?».

«Certamente?».

«Deve rispondermi sinceramente però», dico guardandolo seriamente, «C'è anche un possibile rischio che Cristyn non si risvegli?», spero che proprio di no , ti prego.

«Purtroppo questo è un rischio. Non possiamo in alcun modo forzare il risveglio della paziente altrimenti potremmo provocare più danni che benefici».

«La ringrazio».

Uscendo dall'ufficio del medico, il mio umore è più nero di quando sono arrivato. Nonostante tutto so che rimarrò al suo fianco. Sedendomi vicino al suo letto, la osservo. Nonostante tutto, nonostante il suo pallore, la sua magrezza, rimane sempre la donna più bella che io abbia mai visto. La donna della mia vita. la donna che amo. Baciandole dolcemente le labbra, la saluto sperando che il contatto con le mie, possa infonderle energie, possa stimolarla. Riportarla a casa. Faccio iniziare la canzone, e le porto vicino la mousse.

«Ti ricordi Cris? Riconosci questo profumo? Era la prima cosa che ti ha colpito di questo dolce. L'odore. Prima ancora di assaggiarlo, assaporarlo, sapevi già che era buono, solo percependone l'odore. L'hai assaporato lentamente. Ti è piaciuto talmente tanto che ne hai preso una seconda porzione», dico sorridendo, ripensando a quel momento.

Aspetta un attimo! Non, forse mi sono sbagliato.

Accidenti, ho le gambe addormentate. Mi alzo per sgranchirmi le gambe quando sento la sua voce.


«Rob!».

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Pov's Cristyn

Sento un forte dolore al petto. Anche le braccia e le gambe sono doloranti. Mi sento sfinita. Prosciugata di tutte le mie forze, ma sono viva.

Viva! Sono viva!

Allora perché mi sento, tutt'altro che viva. Se fossi veramente viva dovrei sprizzare forza, energia e felicità da tutti i pori. Eppure non è così.

Dove mi trovo? Aspetta un secondo. Sento un rumore. Non, non è un rumore è un suono. Una canzone... la nostra canzone, Stand By Me – Ben E. King.

Un profumo, sento ance un profumo. Credo sia n dolce, alla frutta forse. So di averlo già sentito prima questo odore, ma non riesco a ricordare dove.

Sento anche un suono a me già conosciuto e che speravo di non dover sentire mai più.

Bip, bip, bip. Dove sono?

Cerco di aprire gli occhi e lo faccio di colpo. Azione che mi provoca un dolore assurdo alle tempie.

«Rob!», cerco di gridare, o almeno cerco di farmi sentire, di richiamarlo. Appena pronunciato il suo nome, percepisco un rapido spostamento d'aria vicino a me.

«Piccola! Grazie a dio, sei sveglia. Non sai quanto ho pregato che tu ti risvegliassi», dice accarezzandomi il volto. Cerco di alzarmi, ma provo forti dolori alle braccia, schiena e una forte emicrania. sento invece molto deboli le gambe, come se fossero addormentate.

«Non sforzarti piccola, chiamo subito un'infermiera», dice aiutandomi a stendermi sul letto, prima di chiamare qualcuno. Nel frattempo osservo la stanza in cui mi trovo. Le pareti sono completamente bianche. Due grandi finestre permettono di far entrare un pò di aria fresca e di illuminare la stanza. Dopo pochi attimi entrano due infermiere seguite da un dottore.

«Signorina Mitchell, finalmente si è svegliata. Siamo contenti che si stia riprendendo.  Dobbiamo fare ulteriori accertamenti ed analisi. Non deve preoccuparsi se sente dei dolori, nausee o capogiri, è normale nel suo stato, il corpo è ancora debole, deve riprendersi e ci vorrà del tempo. Non abbia fretta, d'accordo? », dice il dottore guardandomi attentamente.

Con un cenno di assenso, faccio capire di aver compreso. Subito dopo escono tutti tranne Rob e...sua madre. Non mi ero accorta ce ci fosse anche lei.

«Vi lascio soli», dice lei commossa prima di uscire dalla stanza.

«Rob, cosa mi sono persa?», devono essere successe talmente tante cose in questi giorni, mentre ero incosciente.

«Non devi preoccuparti piccola. Devi solo pensare a te stessa», dice accarezzandomi dolcemente i capelli, «Vuoi avvisare i tuoi genitori del tuo risveglio?».

«Sì», rispondo commossa. Non vedo l'ora di sentire la voce dei miei genitori. Mi sono mancati incredibilmente. Rob li chiama e rispondono subito.

«Rob, la nostra piccola si è svegliata? Ti prego dicci di sì», chiede piangendo mia madre. Immagino la scena, lei seduta sul divano con fiumi di lacrime e mio padre che cerca di consolarla.

Volevo risponderle subito per farle una sorpresa, ma non ci riesco. un groppo in gola mi impedisce di parlare.

«Mamma...», riesco a dire solamente con voce spezzata.

«Oh bambina mia, sei ritornata da noi. Stai bene?»

«Si mamma, adesso che che ho sentito le vostre voci sì».

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SPAZIO AUTRICE_

Ciao ragazzi! Rieccomi con un nuovo capitolo, spero vi piaccia. So che non è molto lungo, ma in questo periodo sto preparando due esami. Appena potrò pubblicherò ma mano i nuovi capitoli! Scusate ancora per il ritardo.

Non perdetevi il seguito, non mancheranno sorprese ed eventi assolutamente inaspettati.

Prometto sorprese!!!

Buona lettura, by 

kx*

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