Capitolo 48. IL SEQUESTRO. Parte terza.
Pov's Cristyn
Giorni d'inferno, ecco cosa sono i gironi seguiti uno dopo l'altro. le lacrime che fino a ieri mi bruciavano il viso ora sono scomparse. Credo di aver terminato pure quelle oltre alla forza di resistere. Presto il buio mi richiama a sé. Ormai sono rari i momenti in cui riesco a rimanere sveglia e lucida. Sono caduta tante volte e altrettante volte mi sono rialzata e ho ricominciato a camminare.
"Grida quanto vuoi angioletto, tanto nessuno ti sentirà".
In certi momenti mi sembra di sentire quel pazzo nella mia mente. Anche se in questo momento non può ferirmi, picchiarmi, ormai è entrato dentro di me. Lui è nella mia mente, ma Robert, lui rimane nel mio cuore.
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Pov's Robert
Da giorni ormai, l'intera famiglia di Cristyn, i suoi genitori, Steve e Sandy vivono nella mia casa in perenne stato d'ansia. Casa che senza di lei è vuota, silenziosa. Un silenzio straziante che lacera l'anima, il cuore.
A breve dovrebbe arrivare il detective. Ha telefonato dicendo che ci sono delle novità importanti, non ha aggiunto altro, preferisce parlarcene di persona.
I genitori di Cristyn Francine e Frank Mitchell da poco arrivati attendono in soggiorno. La moglie in preda ad un'ennesima crisi nervosa. In pena per la figlia fin da quando ha saputo del rapimento della figlia, è diventata inconsolabile, il marito le rimane accanto, forte come una roccia. Anche se quando pensa che nessuno lo veda, si lascia andare alle emozioni e le lacrime prendono il sopravvento. Domandano in continuazione che cosa possono fare per aiutare la loro piccola, per riportarla a casa. Odiano rimanere seduti senza far niente. Quanto li capisco. Purtroppo l'unica cosa che posso fare e comunicare tutte le informazioni possibili agli investigatori e sperare. Nell'ultimo incontro, di ormai quattro giorni, ho raccontato al detective dei pacchi misteriosi, del biglietto con la foto che ritraeva Cris da vicino, ritrovato nella nostra auto e dell'incidente che ha coinvolto subito dopo entrambi.
«Dobbiamo salvarla, la nostra piccola dobbiamo salvarla...», dice tra i singhiozzi Francine.
«La troveremo, tesoro non smettere di sperare», cerca di tranquillizzarla il marito. La stanchezza e il dolore sembrano aver tolto loro anni di vita. Entrambi distrutti non si allontanano mai un secondo l'uno dall'altro. Le nostre madri, mia e di Cristyn, hanno legato molto, unite dal dolore si danno conforto reciprocamente. Proprio in questo momento l'angelo che è mia madre ha preparato del the caldo, col tentativo di portare un po' di quiete.
Il suono del campanello mi fa scattare verso la porta. Gli investigatori mi fanno un cenno di seguirli nel mio studio. A ruota ci seguono anche Frank, Steve, mio padre e mio fratello.
«Abbiamo indagato su tutti i nomi da lei forniti. Non abbiamo trovato nulla di rilevante...».
«Allora perché ci ha chiamato per dirci che ci sono novità?», chiede inalberato Mr. Mitchell, che viene subito calmato da mio padre.
«Lascialo parlare Frank».
«Come stavo dicendo non abbiamo trovato nulla d'interessante, tranne che per due persone», dice porgendomi la lista che avevo fornito loro.
Appena vedo quei due nomi segnati, tutti inizia a quadrare, ogni tassello sembra andare al suo posto.
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Dopo averci dato un ragguaglio rapido su ciò che hanno scoperto, ci è stato mostrato il modo con cui intendono portare avanti le indagini. Adesso che hanno dei sospetti sui cui concentrarsi le indagini dovrebbero procedere più velocemente, a quanto dice la polizia.
«Lasciatemi solo», dico a tutti una volta che gli investigatori se ne sono andati via. Titubanti se ascoltarmi o no, tutti escono dal mio studio, tutti tranne Frank.
«Rob. so che non ti conosco e da quel poco che so ti definisco uno stronzo donnaiolo, ma forse sei cambiato. Anche tu tieni alla mia piccola Cristyn, l'ho capito osservandoti in questi giorni».
«La troveremo», dico senza rassegnazione e Frank accorda con me con un cenno di assenso.
In questo studio tutto mi ricorda lei. Tutti quei pomeriggi e tutte quelle sere trascorse qui rinchiuso nello studio, lasciando Cris da sola in soggiorno e raggiungendola solo a notte tarda. Quanto l'ho trascurata, quanto ho dato per scontato il nostro rapporto.
Mi prometto di ritrovarla. Mi prometto di non dare più nulla per scontato. Mi riprometto di amarla e onorarla.
«L'hanno trovata», urla Francine dal soggiorno, facendomi risvegliare dai miei pensieri.
L'hanno trovata.
Raggiungo subito gli altri e vedo mio padre parlare al telefono.
«Ok...ok... glielo riferirò immediatamente», dice prima di riattaccare.
«Cosa hanno detto?», chiede Frank togliendomi le parole di bocca.
«Hanno trovato un possibile nascondiglio, dove Cristyn potrebbe essere tenuta nascosta».
Il sangue inizia a pulsarmi velocemente nelle vene e il cuore batte così forte per la gioia di questa notizia.
Amore sto venendo a prenderti.
Un buco nell'acqua. Un fottuto buco nell'acqua. Si quel nascondiglio è sicuramente stato usato dal rapitore per tenere imprigionata Cristyn. Abbiamo trovato dei segni e indumenti che lo dimostrano. Indumenti che lei indossava quel giorno, il giorno in cui è scomparsa. A quanto pare il pazzo non è poi tanto pazzo. C'è strategia dietro ogni sua mossa. I video costruiti su copione. Lo spostamento e cambiamento di nascondiglio. Ha lasciato le tracce solo per farci sapere che lei è ancora viva, che lei è con lui. Una cosa positiva c'è. Secondo la polizia il nascondiglio non è stato abbandonato da molto tempo, quindi vi sono più speranze di ritrovare presto entrambi.
Mentre parlo con un poliziotto per farmi dire cosa hanno trovato dentro questo casolare in malora, ecco il detective raggiungerci.
«Abbiamo trovato una mappa. Vi è una zona cerchiata in rosso. Pensiamo possa essere il nascondiglio attuale in cui è tenuta la signorina Mitchell», mi spiega senza preamboli.
«Voglio venire con voi», gli dico.
«Non posso permetterglielo. Intralcerebbe solo le indagini. Non possiamo perdere tempo. Non possiamo permetterci errori», dice fissandomi negli occhi, «Terremo delle pattuglie a sorvegliare la sua casa, per precauzione. Appena l'avremo trovata la faremo portare da lei. Manterremo la comunicazione radio così potrete seguire passo dopo passo l'intervento, ma non potrete comunicare con noi, solo ascoltare. Promesso », dice prima di ritornare dai suoi uomini.
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Ogni minuto che passa sembra interminabile, straziante. Faccio avanti e indietro per caso. Non riesco a stare fermo. Non posso. Sono ormai da più di mezzora che la polizia ha lasciato la mia casa per dirigersi verso il luogo stabilito.
"Capo. Siamo arrivato a destinazione".
"Non avvicinatevi troppo. Mantenete le distanze. Squadra uno andate in avanscoperta. Voglio un ragguaglio sulla situazione. Persone presenti e ostacoli. Squadra due controllate il perimetro"
"Squadra due. Perimetro sotto controllo. Abbiamo trovato un vecchio furgone scuro targato Chicago, abbandonato poco distante dall'edificio"
"controllate il veicolo"
"Fatto. Nessun soggetto a bordo. Cofano e interno del veicolo vuoti. Ripeto cofano e interno del veicolo vuoti".
"Squadra uno procedete ad entrare nell'edificio. Cautela. La nostra priorità è mettere in salvo l'ostaggio".
Cosa succede. La trasmissione sembra essere interrotta.
«Frank cosa sta succedendo?», chiede apprensiva Francine.
«Non lo so, non ti agitare cara», dice abbracciandola.
Dopo una ventina di minuti la volante della polizia si ferma. Mi guardo attorno, ma vedo solo la swat e agenti.
Dov'è la mia piccola?
Un'ambulanza, che prima non avevo visto, sta caricando una barella, con un corpo coperto da un lenzuolo. Ti prego no, fa che non sia lei. Mi manca l'aria, non respiro e le gambe mi cedono.
«Rob!», mi chiama il detective, «Faccia dei respiri profondi. Dev'essere forte per entrambi. Cris avrà bisogno di lei», dice facendomi scattare sull'attenti. Aspetta un attimo, ma allora...
«Ho chiamato rinforzi per pattugliare il perimetro e le zone circostanti. Il bastardo è riuscito a scappare. Probabilmente quando noi siamo arrivati, ci stava osservando e se ne andato via tranquillo, sapendo che noi saremmo stati occupati nel bliz». Sento la sua voce, ma la mia testa ormai è concentrata su tutt'altro.
Una Cris distrutta priva di sensi giace su una barella. Senza accorgermene sono da lei.
«Ehi piccola, ritorna da me. Non permetterò che tu mi lasci», dico tra le lacrime. So che molti dicono che un vero uomo, virile non deve piangere, ma che andassero al diavolo. Tra le mie braccia ho il mio tesoro distrutto. Il mio mondo sembra andare a pezzi.
«Amore!», provo a svegliarla, ma niente.
«Signore, si sposti, dobbiamo portarla urgentemente in ospedale», dicono i paramedici.
«Avverta la sua famiglia. Io vado con lei», dico al detective prima che l'ambulanza parta.
«Vada più veloce», dico all'autista, ma sembra non ascoltarmi. Velocemente le è stata attaccata una flebo, misurata la pressione ed è stato constatato se lei ha o meno fratture alle costole visibili.
Mi avvicino alla mia piccola peste. Ah quante ne abbiamo passate. Quante litigate e riappacificazioni, penso sperando di avere la possibilità di avere un domani con lei. Fino ad esso non ho dato molta importanza alle nostre discussioni, mi sono arrabbiato per un non nulla senza mai ascoltarla. Quanto desidero il poter litigare ancora con lei, anche solo per poter risentire la sua voce. Per ascoltarla.
Fa che non sia troppo tardi.
L'ambulanza frena e le porte dell'ambulanza spalancate. Quel che accade da adesso in poi è tutto frenetico. I paramedici portano velocemente all'interno dell'ospedale.
Diverse infermiere ci accolgono.
«Ragazza. Venticinque anni. Soggetta a rapimento. Probabili percosse, traumi cranici e frattura delle costole. Pressione bassa e stato d'incoscienza da più di mezzora», dicono mentre percorrono senza fermarsi un corridoio.
«Signore, deve lasciarci fare il nostro lavoro. Dobbiamo occuparci della ragazza», dice un medico allontanandomi dalla mia Cris.
«Sono il fidanzato, devo..», cerco di dire con il cuore in gola.
«quel che deve fare adesso è aspettare. Lasciare a noi il compito di curarla. Lei avvisi i familiari. Al resto ci penseremo noi», mi consiglia prima di sparire dietro ad una grande porta bianca, vicino alla quale si accende una luce rossa.
Solo. Ecco come mi sento in questo momento. Solo senza il mio mondo. Solo, senza la mia Cris.
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SPAZIO AUTRICE_
Ce la farà Cristyn a sopravvivere? E Robert sarà abbastanza forte per entrambi?
Al prossimo capitolo_By @SweetCreation94
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