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Capitolo 45


Pov's Cristyn


La testa mi scoppia in modo assurdo. Ogni singola parte del mio corpo è dolorante. Dolore che rende vano ogni mio tentativo di muovermi. Cerco comunque di aprire gli occhi, ma mi è difficile farlo.

Un odore di muffa, di chiuso mi fa contorcere in naso disgustata. Faticosamente cerco di mettermi seduta, ignorando le fitte che mi affliggono.

Apro finalmente gli occhi e quel che mi ritrovo davanti è una stanza buia, riesco a vedere poco e niente. Non c'è neanche un filo d'aria. Gattono in cerca dell'interruttore, tastando le pareti e strisciando con le ginocchia sul pavimento. Finché non lo trovo. Strizzo gli occhi per la forte intensità della luce e mi porto la mano alla fronte per il dolore che essa mi provoca.

Quando finalmente mi abituo, mi rendo conto di essere finita all'inferno.

Non può essere! Penso sconvolta.

Mi porto le mani alla gola annaspando in cerca d'aria, i polmoni bruciare. La stanza sembra diventare sempre più piccola, aumentando il mio senso di panico, finché il buio mi inghiotte nuovamente.

***

Dopo un tempo imprecisato, un rumore costante mi risveglia. Delle gocce cadono con ritmo costante da una vecchia tubatura, rotta.

Terrore riempie la mia mente, speranza riempie il mio cuore.

Guardo il mio corpo ormai intorpidito, pieno di graffi e lividi. I vestiti appiccicati dal sangue al mio corpo, provocano fastidio e sensazione di bruciore. Le numerose ferite che mi ricoprono mi portano alla mente ciò che è successo.

In un attimo mi si offusca la vista per via delle lacrime che minacciano di bagnarmi il viso.

Flash-back

La mia mente riesce a ritornare un po' lucida, quel che basta per accorgermi di essere chiusa nel cofano di una macchina, ancora in movimento. La stanchezza è talmente tanto forte che mi riaddormento, per risvegliarmi solamente per essere subito scaraventata su un pavimento ruvido e gelato, con la sola forza di un pugno. Indifesa e priva di forza, nel mio stato di trance, sono costretta a soccombere, a subire. Chiunque lui sia infierisce, colpo su colpo, senza risparmiarsi. Vengo violentemente tirata per i capelli per essere rialzata, ma le gambe non mi reggono. Anzi, non le sento più.

«Questo è per ciò che il tuo bello mi ha fatto», dice prima di usarmi come pungiball, «questo per quel che mi ha tolto», continua prima di accanirsi contro il mio naso rompendomelo del tutto, « questo per avere ciò che doveva essere mio», grida tirandomi un colpo allo stomaco, facendomi salire la bile e provocandomi un dolore acuto allucinante. «Questo è per avermi rovinato la vita», dice prima di scaraventarmi contro una parete, facendomi sbattere la testa. Il colpo è talmente forte da farmi perdere i sensi. L'unica cosa che ricordo prima di svenire per l'ennesima volta e l'avvicinarsi dell'ombra di un uomo, che si ferma per un solo istante, per poi ricominciare con un'infinita scarica di calci. Istintivamente mi rannicchio su me stessa. Per protegge me ed un eventuale piccolo Robert. in questi giorni mi sentivo strana ma non ho voluto alimentare false speranze. Alla luce di ciò che sta accadendo avrei dovuto farlo. Forse Robert mi avrebbe protetta meglio e a quest'ora non sarei qui. Colpo su colpo il mio aguzzino colpisce, fino a che il buio non mi reclama. L'ultima cosa a cui penso è Robert, la mia famiglia. I miei amici.

****

Non so quanto tempo sia trascorso, ma a me sembrano giorni. Giorni infiniti, chiusa in questa specie di stanza buia fredda e bagnata. Più che stanza un tugurio. Un'eternità di tempo che avrei voluto trascorrere insieme a qualcun altro ed in tutt'altro modo. Tempo che spero tanto di vivere ancora, perché nonostante tutto io credo, sono convinta che mi troveranno e mi porteranno via da qui. non so quando, ma lo faranno ed è per questo che devo cercare di resistere. Per me. Per i miei genitori. Per Sandy, Steve. Per Robert. cerco di essere forte, ma è difficile. Ogni rumore, ogni sibilo mi spaventa, porta in me la paura che "lui" stia ritornando, stia arrivando per finire ciò che ha iniziato. Non ho neanche il coraggio di provare a parlare, e gridare per chiedere aiuto. Nessuno mi sentirebbe e verrebbe in mio soccorso. Almeno così ha detto. Ogni secondo, ogni minuto, ogni ora che passa mi tormentano. La mia mente ormai ha preso il volo, immagina ogni possibile fine che farò, che il mio aguzzino ha in serbo per me.

La notte si confonde con il giorno. Non so mai se sia mattina o sera, non riesco più a resistere dalla fame e sete che sento farsi largo nel mio stomaco. Ormai faccio fatica anche a respirare, a deglutire. Perfino quello che in un giorno normale mi sarebbe parso come il più stupido pruriti, oggi è come un tormento. Vorrei tanto porre fine a questo supplizio e grattarmi il naso, ma non so come e nemmeno quando, ma mi sono state legate sia mani che piedi.

Non devo aver fatto colpo sul mio carceriere, perché non si fa vedere tanto spesso, solo una volta ogni due giorni. Non resisto più. Ho il timore, anzi quasi la certezza che mi lascerà qui a morire, piano piano, finché non mi consumerò del tutto e di me non sarà rimasto più nulla.

Per un tempo indefinito rimango come sospesa nel vuoto, come se nulla fosse reale.

Mentre questi pensieri mi tormentano, un uomo entra nella stanza, con un giornale e con una telecamera. Mi da un testo da leggere mentre guardo verso la telecamera.

"Tu hai tolto a me la persona più importante al mondo. Per opera delle tue mani la mia vita è andata in malora. Le persone a me care si sono allontanate fino a scomparire".

Appena finito di leggere, mi tappa la bocca con dello scotch e mi scaraventa nuovamente a terra, per poi colpirmi con un calcio nello stomaco. Trattengo il fiato fino a che non sento i suoi passi allontanarsi sempre di più fino a scomparire del tutto.

Non devo aspettare molto tempo prima che lui ritorni . Sistema la telecamera su un tre piedi, per poi mettersi dietro le mie spalle. Anche questa volta per farmi leggere un altro copione.

"Così come tu hai tolto a me la felicità, io ti ruberò il tuo tesoro più caro".

Appena terminata l'ultima frase sento una lama fredda sul mio collo. Il battito del mio cuore aumenta ad un ritmo esagerato. "Ti amo Rob", penso prima di percepire il mio carceriere premere con maggior forza la lama.

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SPAZIO AUTRICE_

Ciao ragazzi! Ecco il nuovo capitolo, entusiasmante che dite? Vi è piaciuto? Cosa credete accadrà ora?

Buona lettura by @SweetCreation94

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