Capitolo 40. VIAGGIO
Pov's Cristyn
La cena dello scorso week end con Rob e suo fratello è andata benissimo. Cristopher è una persona simpaticissima e protettiva verso il fratello. Lo si capiva da come mi osservava. Sembrava che cercasse di capire quali fossero le mie intenzioni con Rob.
Ed è da quattro giorni che mi ritrovo a sorridere ogni volta che mi soffermi a pensare a noi due. Proprio come in questo momento.
«Capo!», il richiamo di Jackie mi riporta alla realtà
«Dimmi tutto».
«Una signora ha chiesto se possiamo occuparci noi dei dolci e torta nuziale per il Matrimonio della figlia», mi informa.
«Non credo ci siano problemi», sottolineo
«Ecco vedi, il matrimonio in questione si terrà su un nave da Crociera. Durerà tutto il girono, poi alla sera sposi ed invitati salperanno per la crociera»
«Su una nave da crociera? L'organizzazione del servizio sarà più complicata e i tempi ristretti», rifletto ad alta voce.
«Cosa devo risponderle, quindi?», mi chiede Jackie.
«Dille che prima di accettare vorremmo avere più informazioni su come si svolgerà il matrimonio, la programmazione dell'evento. I tipi di invitati. Come sarà il menù. Quanto aiuto potremmo avere e i tempo da rispettare. Poi prenderemo una decisione».
«Ok. Le dico di inviarci tutto per email e che le faremo sapere».
Waw. Sarà un'impresa poter organizzare con successo il buffet di questo matrimonio. Devo anche controllare di non aver ordini impegnativi o dovrò cercare altro personale per quell'occasione. Il ché non sarebbe male, anche perché la pasticceria dovrà comunque rimanere aperta.
***
A fine giornata tutti stanchi ritorniamo ognuno alle proprie case. Non vedo l'ora di rivedere Rob. Mi è mancato oggi. Spero sia di buon umore. Faccio per mettere in moto la mia macchina, ma non parte. Strano e pensare che solo settimana scorsa l'ho portata dal meccanico di fiducia di Rob che l'ha completamente messa a nuovo. Ha aggiustato i freni, la frizione, la marmitta, tutto, senza tralasciare nulla.
Questa proprio non ci voleva. Chiamo Phill, spero non stia guidando.
«Signorina Mitchell»
«Ciao Phill. Ascolta la mia macchina non parte eppure Rob l'ha fatta portare da un suo amico meccanico settimana scorsa».
«Lei dove si trova in questo momento?», chiede dopo attimi di silenzio.
«Davanti alla pasticceria».
«Non si muova di lì. La vengo a prendere io», dice prima di riattaccare.
Dopo neanche una mezzoretta eccolo arrivare con la berlina scura, con cui è solito portare Rob ovunque lui voglia.
«Signorina Mitchell», mi saluta aprendomi la portiera.
«Grazie Phill, scusa per il disturbo».
«Nessun disturbo. È un piacere e dovere», afferma prima di chiudermi la portiera.
Una cosa non mi lascia tranquilla. Perché mentre quei pochi attimi in cui Phill è arrivato e mi ha fatto salire in auto si è sempre guardato attorno con circospezione? Spero non sia nulla di grave.
«Eccoci arrivati. Buona serata Phill».
«Buona serata signorina Mitchell».
«Riuscirai mai a chiamarmi Cristyn o Cris, Phill?», chiedo provocatoriamente. È sempre ligio al suo dovere non concede mai un minimo di confidenza.
«Buona serata signorina Mitchell». Ecco come volevasi dimostrare.
Entrando sento un odorino che risveglia il mio appetito.
«Finalmente sei arrivata», mi saluta Rob venendo verso di me.
Oh cavoli! La visione che ho in questo momento porta altrove i miei pensieri.
Rob in versione casalinga con il grembiule? E quando mai mi capiterà di vederlo così?
«Ehi, è tutto ok?», mi domanda stringendomi a sé.
«Sì, certo. Stavo solo ammirando la tua nuova versione», dico distanziandolo un po' per continuare ad ammirarlo. Camicia con maniche tirate un po' su, che lasciano intravedere i suoi bicipiti, il grembiule verde e rosso con temi floreali.
«Sai non sarebbe brutto avere un ricordo di te in questo momento. Potremmo farci una foto», dico riflettendo ad alta voce.
«Scordatelo e correre il rischio che i miei amici e familiari mi possano poi prendere in giro per tutto il resto dei miei giorni?», dice imbronciato.
Non sapete quanto lo adori quando ha quest'espressione da bambino offeso.
«Sta tranquillo. Sistemerò la foto esclusivamente nella mia camera dea letto», cerco di tranquillizzarlo.
«Nella nostra camera da letto, vorrai dire», mi corregge con quel suo sorriso malandrino.
«So cosa stai pensando, ma come hai detto tu la cena è pronta. Su sbrighiamoci».
La cena è buonissima. Couscous alle verdure e salmone affumicato. Due dei miei piatti preferiti. Accompagnati da un budino al cacao e del vino bianco, dolce e frizzante.
«Dal tuo piatto completamente vuoto, devo dedurre che la cena sia stata di tuo gradimento». In effetti sì. Ultimamente non faccio altro che mangiare e mangiare. Sarà per la stanchezza dovuta al lavoro e al fatto che devo ricaricarmi di energie.
«A cosa devo questa cena squisita?», chiedo mentre mi accomodo tra le sue braccia, sul divano.
«Non posso preparare una cenetta alla mia donna, senza che ci sia un motivo in particolare?», chiede lui.
«No, non puoi. O meglio voi uomini lo fate quando volete chiedere qualcosa», dico portando il mio sguardo nel suo.
«È vero c'è una cosa che voglio chiederti...», dice esitante prima di continuare a parlare, «Fra due gironi devo partire per un viaggio d'affari e vorrei che tu venissi con me».
«D'accordo. Dove andremo?», chiedo curiosa.
«Philadelfia».
Aspetta ma l'amico di Josh e il mio possibile investitore non è di Philadelfia?
«Se ti chiedo una cosa prometti di rifletterci prima di arrabbiarti subito, come al tuo solito?».
Prima mi guarda stranito poi annuisce.
«Il mio possibile investitore è di Philadelfia. Vorrei incontralo e discutere con lui della sua proposta», mi spiego.
«L'investitore che "ti" hanno fatto conoscere?», chiede per sicurezza.
«Sì, lui».
«Non senza di me», risponde.
Cosa, cosa? Ho sentito bene. Ma stiamo scherzando.
«Rob non sono una bambina, no ho bisogno della babysitter e poi tu ti occuperai dei tuoi affari e io dei miei, così non perderemo tempo prezioso».
«Con me o non se ne fa nulla», afferma perentorio.
«Spero che tu stia scherzando», affermo con veemenza. Questo è assurdo.
«Cerca di capirmi. Non lo faccio per controllare te, ma per controllare loro. Non voglio che se ne approfittino e che tu non possa guadagnarci niente, che la tua idea ed impresa non possa guadagnarci niente. Voglio che la tua idea vada in porto, ma non voglio che gli altri si prendano gioco di te. Chi uomo meglio di me, con esperienza in questo campo, può occuparsene?»
«Quindi vorresti venire con me all'incontro solo come consulente d'affari, come appoggio e consigliere? Non manipolerai l'intero incontro?», chiede prudente.
«Lo prometto». Cerco di osservarlo per capire se è sincero e lo sembra.
«Ok, affare fatto».
Invece che con la classica stretta di mano, sugelliamo il nostro accordo con una bella nottata infuocata.
..........
Uno dei vantaggi di stare con un ricco imprenditore è quello di poter viaggiare sul suo jet privato, senza perder tempo all'aeroporto con controlli ed imbarchi. Sul suo jet non manca nulla, è presente ogni comfort. Sedili reclinabili, morbidi e comodi. Nini frigo, buffet e vino per allentare la tensione del volo. Quel che non mi sarei mai aspettata di trovare è una camera da letto! Stupenda. Tutta color panna, con coperte e cuscini coordinati. Rimango un paio di istanti a guardandola ad occhi aperti.
«Ti piace?», sento chiedere una voce al mio orecchio. In un attimo sento brividi in tutto il corpo. E l'altezza non centra niente.
«Molto», rispondo sinceramente.
«Se vuoi puoi approfittarne per fare un pisolino. Avrai bisogno di energie per l'incontro e ultimamente ti ho visto troppo stanca. Io rimarrò di là, mi terrò occupato con revisioni di documenti», propone lui.
«Sicuro che ti vada bene?», chiedo.
«D
Si sta tranquilla. Pensa solo a riposarti».
**
Rob aveva proprio ragione. Dopo un bel riposino mi sento più carica di prima. Proprio in questo momento sento il pilota avvisarci dell'atterraggio. Come se il mio corpo sapesse inconsciamente del nostro arrivo a destinazione.
Una macchina nera ci attende. Rob e Phill mi precedono scendendo per primi dal jet. Come la volta prima Phill si è guardato attorno con circospezione, come se si aspettasse l'accadersi di qualcosa da un momento all'altro.
Mi sembra alquanto strano questo loro atteggiamento.
Un secondo autista ci attende affianco ad una berlina grigia metallizzata. Appena entriamo in auto l'attenzione di Rob viene subito attirata dal suono del suo telefono. Dal tono e dalla sua espressione devo dedurre che si tratti di lavoro.
«Scusa amore. Si tratta di lavoro. Prometto che risolverò tutto in poco tempo», dice prima di ritornare alla sua conversazione. Ecco, sono una veggente, cosa avevo detto?
**
Siamo in viaggio da circa venti minuti quando la mia attenzione viene attirata da una piccola busta posta nello sportello anteriore del posto passeggero dell'auto dove sono seduta. Senza pensarci lo prendo e lo apro. Dentro trovo una mia foto in primo piano, che mi ritrae durante una delle mie passeggiate al parco con Rob. Deve avermela scattata lui mentre ero distratta da qualcosa. Girandola scopro una dedica.
"Sempre tuo, sempre mia.
Separati mai, uniti sempre.
Nessun ostacolo ci separerà. Sei la mia dea e io il tuo dio.
Eri mia, sei mia e sarai per sempre mia.
Il tuo adorato "
Oh! Ma quanto sei dolce piccolo mio. Commossa lo osservo. È ancora impegnato nella sua conversazione. Non credo di voler essere dal lato opposto del telefono. Chiunque sia sta sicuramente ricevendo una bella ramanzina.
«Ascolta piccola, Phill ti accompagnerà al tuo incontro e Gary accompagnerà me al meeting. Forse è meglio che il primo di noi che conclude il suo impegno contatti l'altro, in modo da poterci organizzare inseguito», suggerisce Rob.
«Come sempre hai ragione».
Arrivati in hotel sistemiamo le nostre valige, una doccia veloce ed ognuno ai propri impegni. Naturalmente non prima di un bacio veloce di augurio.
**
Grazie a Phill in poco tempo arrivo in perfetto orario al mio appuntamento.
«Signorina Mitchell?», sento chiamarmi. Voltandomi mi trovo davanti una uomo sulla quarantina, «Salve sono Ronny Morrison, il direttore del Centre Hotel. Purtroppo il proprietario è trattenuto da impegni imprevisti. Sarò io ad esporle l'offerta lavorativa».
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Pov's Robert
Purtroppo i miei programmi sono andati in fumo. Il mio incontro si è prolungato ed è durato più del dovuto. Invece di occupare solo tre ore del mio tempo, mi ha portato via ben cinque ore e mezza. Arrivato in stanza mi accorgo che Cristyn non è ancora rientrata.
Decido di attenderla facendo un po' di zapping in tv. Non devo attendere molto. Eccola entrare tutta estasiata con un'infinità di borse di verse boutique prestigiose.
«Ti sei data la pazza gioia, eh?», chiedo scherzando.
«Mai quanto sono con te», dice sorridente avvicinandosi a me per abbracciarmi e stringermi.
Dio quanto l'amo. Lei è il mio centro, il mio tutto. Con un suo sorriso è riuscita a far scomparire tutto lo stress e tutta la stanchezza accumulata finora.
«Quando ripartiamo?», chiede la mia piccola con un sorriso che ben riconosco.
«Possiamo partire quando vuoi tu», le rispondo.
«Preferisco appena possiamo. Prima partiamo, prima arriviamo e prima...», subito le mie labbra le impediscono di terminare la frase. Dolcezza, morbidezza e calore. Ecco cosa provo quando sono con la mia piccola.
«Ti voglio tutta per me. Sei sicura di non voler trascorrere la notte qui? non ti stancherai troppo?».
«Solo noi due. Non voglio che nessuno ci disturbi», dice abbassando lo sguardo. La comprendo perfettamente.
In men che non si dica le valige sono pronte. Al nostro arrivo il jet è già pronto. Il volo sembra durare solo pochi minuti ed il merito è tutto di Cristyn. Le sue carezze mi trasmettono tutto ciò che ancora non mi ha detto a parole. Quanto vorrei che non fossimo già arrivati.
Velocemente, tra sorrisi e sguardi languidi, ci ricomponiamo. Senza mai separarci e con le nostre mani strette ritroviamo rifugio in auto. Mi sorprendo ad ammirarla intensamente pensando nient'altro che a lei.
«Ti ringrazio!», la sento dire, non capendo a cosa si riferisca. Credo che il mio cipiglio trasmetta a piena la mia incomprensione.
«La foto che mi hai regalato...», dice titubante.
«Io non ti ho regalato nessuna foto», e subito vedo il suo viso impallidire.
«Il biglietto dov'è?», subito me lo porge e i miei timori vengono confermati. Una foto la ritrae da vicino, ma a spaventarmi di più è la dedica.
«Morrison chiama subito a casa. Aumenta la vigilanza sia alla villa dei signori Pawell e all'appartamento della signorina Mitchell. Aumenta anche la guardie a casa. Prima di arrivare voglio che sia tutto sotto contr...».
Un momento dopo veniamo spintonati e ...
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SPAZIO AUTRICE_
Ciao ragazzi! Piaciuto il capitolo? Cosa pensate accadrà?
Non perdetevi i prossimi capitoli.
Buona lettura e buona domenica by @SweetCreation94
Vi consiglio di non perdere..
Magnetics eyes di @NOI151013
La ragazza dal passato celato e La ragazza dal destino incerto di @bea_sad
Amore Proibito di @RosieStyles9
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