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Capitolo 39.Parte seconda.SOGNI AD OCCHI APERTI


Pov's Cristyn

Un fastidio disturbo il mio sonno. Appena sveglia mi accorgo che è già mattina e di aver dimenticato le finestre aperte. Non ho proprio voglia di alzarmi da questo letto. Mi sento distrutta. Occhi gonfi e gola dolorante. Il mio ennesimo fallimento. O meglio l'ennesimo fallimento di Rob che mi porta a soffrire. Se solo riflettesse prima di parlare e non si facesse trascinare dall'irrazionalità. Il fatto che sia geloso, mi sta bene, è dimostrazione della sua importanza per me. Non sopporto però quando esagera, dimostra la sua mancanza di fiducia nei miei confronti.

Il brontolio del mio stomaco mi obbliga ad alzarmi. Trascinando i piedi come uno zombie arrivo in cucina. Metto su il caffè, e mi preparo un assortimento di dolci, muffin di diversi gusti vaniglia, cacao, pistacchi, banana. Nel frattempo decido di fare una doccia veloce.

Oddio!

Sembro veramente uno zombie. Il trucco sbavato da per tutto, occhi gonfi, arrossati. Non solo mi sento uno schifo. Faccio schifo. Mi sento distrutta. Avrei voluto risvegliarmi nel letto di Parigi tra le braccia di Rob. Invece mi torvo a chilometri di distanza, nella mia casa, sola soletta. Una doccia calda mi rilassa e un bel caffè mi riporta alla realtà. Adesso mi sento completamente sveglia.

Riaccendo il cellulare che preventivamente avevo spento per non essere disturbata o meglio tormentata. Trovo un paio di chiamate dei miei genitori e di Steve e diverse chiamate e messaggi di Rob. non ho proprio voglia di leggerli. Non mi interessa. Sta iniziando a farmi perdere la pazienza. C'è un limite a tutto. Anche quando avevo ragione non gli ho mai dato del puttaniere. Io ho dovuto accettare il fatto che lui avesse avuto tante donne, lui però non può accettare di non essere stato l'unico per me. Non mi sembra equo. Approfitto del tempo libero per sistemare casa. La mia camera sembra un accampamento di nomadi. La camera è stata rivoluzionata. La Cyclette che ho comprato per far movimento è diventata ormai un appendi abiti. Se mia mamma vedesse questo disordine si metterebbe le mani nei capelli. Forza su, è ora di rimboccarmi le maniche!

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Resettata tutta la casa, decido di richiamare i miei.

«Cris piccola mia, come stai?», chiede subito mia madre.

«Sto benissimo...», rispondo mentendo, «...Voi invece come state? Come se la cava papà con il negozio?» ,chiedo per sviare il discorso.

«Benone. Ha dovuto diminuire gli ordini, altrimenti non riusciva a rispettare le consegne. Ah, lo sa che il mio giardino diventa sempre più bello?», dice raggiante.

«Davvero? Sono contenta per te mamma. Vedi però di non affaticarti troppo come l'ultima volta», le raccomando, sapendo già che lei non mi ascolterà ugualmente.

«Sì, sì non ti preoccupare. Piuttosto come va tra te e Rob?», proprio la domanda che volevo evitare.

«Diciamo che lui mi fa penare e io di più», dico rimanendo sul vago.

«Abbi pazienza con lui. Lo sai che gli uomini sono più complicati di noi e non il contrario».

«Me lo ricorderò. Scusa mamma ma adesso devo andare hanno suonato alla porta».

«A presto stammi bene, tesoro», saluta prima di riagganciare.

Vado alla porta, guardo dallo spioncino e i miei timori vengono confermati. Rob!

«Cris fammi entrare, so che ci sei», dice appoggiandosi alla porta. Apro la porta e i nostri sguardi s'incrociano. Rimaniamo per degli attimi fermi a guardarci. Silenziosamente faccio un passo indietro, invitandolo ad entrare. Solo quando è nel mio salotto, mi accorgo di una cosa che prima non avevo notato. Rob ha con sé un borsone.

«Hai ragione sono uno stupido. Mi comporto sempre da idiota con te. Sono un vero stronzo. Tu non meriti uno così al tuo fianco», dice guardandomi, aspettando forse una mia reazione, «Hai ragione anche sul fatto che non ti racconto tutto, che ti tengo nascoste fatti importanti. Voglio essere io la persona al tuo fianco, con cui condividere il tuo tempo, i tuoi sorrisi e i tuoi pianti. Non è facile per me. Sappi che mi impegnerò al massimo per te, ma ricorda inevitabilmente compirò degli errori e sperò che tu abbia tanta pazienza, voglia e anche amore per poter rimanere al mio fianco. È vero non parliamo molto tra di noi. Per questo motivo sono venuto qui. Per parlare con te», dice sedendosi sul mio divano. Con un gesto della mano fa segno di sedermi affianco a lui.

«Come già sai mia madre vorrebbe conoscerti, vorrebbe conoscere la donna che ha catturato la mia attenzione. Questo non è solamente un suo desiderio. Anch'io ci terrei veramente tanto che i miei genitori, la mia famiglia conoscesse la donna che ha catturato il mio cuore, la donna con cui voglio condividere la mia vita. tieni conto che non ho mai fatto conoscere alcuna donna alla mia famiglia. Non ho mai compiuto e voluto compiere questo passo. Fino ad ora. Voglio che tu li conosca perché per me sei importante. Ogni volta che vengo avvisato che qualcuno si è intrufolato nel tuo appartamento, mi si congela il cuore, per paura che anche tu sia stata aggredita. Quando ho saputo che con la nostra lite, con le mie parole ho causato l'incidente e la morte del nostro bambino, sono morto due volte. Ero a pezzi. Quando ho trovato la lettera di quel Josh indirizzata a te, ho perso le staffe. Ho avuto paura che per te io non valessi tanta importanza per te, quanta tu ne vali per me. Ho pensato che tu non volessi conoscere la mia famiglia, perché non vuoi farne parte, perché non vuoi rimanere al mio fianco. Ho temuto che tu stessi avendo dei ripensamenti su di noi. Poi ho riflettuto. Se io non avevo importanza per te, tu non saresti venuta con me a Parigi. Adesso l'ho capito. Adesso, adesso voglio condividere tutto con te, tu sei tutto per me. So anche che tu non te la senti ancora di conoscerli e lo rispetto. Non ti forzerei mai a compiere un passo se non ti senti ancora pronta», dice stringendo una mia mano tra le sue, prima di alzarsi, per prendere il borsone che ha portato con sé. «Se tu non vuoi stare da me questa sera, starò io da te».

Ha portato dei suoi vestiti da me? Vuole condividere la mia casa con me?

«Non voglio risvegliarmi e scoprire che te ne sei andato, portandoti via tutto», dico, riflettendo ad alta voce.

«Non me ne andrò mai». Ecco, le parole che volevo sentire.

............

Mentre siamo in macchina, verso casa di Rob, ripenso a tutto ciò che ho scoperto in quest'ulite ore. Ci tiene a me è oggi me l'ha dimostrato. È ritornato indietro. Da me. Prima di tutto ho ritenuto importante precisare che non tollero affatto essere paragonata a "Clarissa" e sentirla nominare. Fa parte del passato e così deve rimanere. Entrambi dobbiamo comunicare l'uno con l'altro. si capiteranno episodi in cui ci arrabbieremo per qualsiasi motivi, ma almeno eviteremo bugie, sotterfugi ed omissioni. Cosa molto importante, l'onestà deve permanere nel nostro rapporto, se vogliamo che esso continui.

Arrivati a destinazione entriamo. Appena chiusa la porta sento le sue mani arrivare fino ai miei fianchi e la mia schiena sbattere contro la parete.

«Siamo... io e te...insieme», dice tra un bacio e l'altro. un braccia arriva dietro la mia nuca e la piega, per dare maggior intensità al bacio. Con mani frenetiche faccio cadere la sua giacca sul pavimento e cerco di togliergli la camicia dai pantaloni. Le sue labbra arrivano fino al mio lobo, tormentandolo. Per poi scendere lungo il collo scoperto. Il mio corpo freme e le sue carezze non smettono di tormentare il mio corpo. Sento la mia maglia scomparire e i miei pantaloni abbassarsi quando il suono del campanello ci interrompe. Di scatto ci separiamo e ci fissiamo senza muoverci. Il campanello continua a suonare.

«Ma chi diamine è adeso!», dice furente. In effetti non ha tutti i torti. Chiunque sia, ha un tempismo perfetto, «Vestiti», mi dice Rob mentre finisce di rivestirsi, per andare alla porta con passo spedito. In due secondi mi rivesto e controllo ad uno specchio il mio aspetto. Non voglio essere in disordine.

«Che cosa ci fai qui?», chiede Rob urlando.

«È un piacere anche per me vederti. Sto bene, grazie per avermelo chiesto, fratellino», dice una voce allegramente, «Disturbo per caso?».

Merda! E lo chiede anche? Certo che disturba.

«In effetti sì. Ripeto, cosa ci fai qui?», gli risponde Rob. Sento dei passi. Credo stiano venendo verso di me.

«Ho saputo dal tuo investigatore che stai cercando un fantomatico maniaco».

«Non è affatto fantomatico. Esiste veramente», dico agitandomi non poco. Qualcosa deve averlo convinto perché ha lo stesso sguardo che a volte vedo in Rob, preoccupato, «Piacere di conoscerti. Cristyn», dico presentandomi.

«Piacere mio, John Cristopher Pawell. Sono contento di avervi fatto questa sorpresa. Altrimenti non avrei potuto conoscere te Cristyn. Sai, stavo iniziando a pensare che tu non esistessi veramente e fossi il frutto dell'immaginazione di quel pazzo di mio fratello», dice cercando di provocare Rob

«Ecco adesso che l'hai vista puoi anche andartene», dice stizzito il mio "piccolo".

«Rob non essere maleducato. Cristopher sei invitato a rimanere per cena da noi. Vi va del cinese?», chiedo ed entrambi annuiscono.

.............

La cena si svolge magnificamente. Cristopher, per gli amici Cris, non ha fatto altro che raccontare aneddoti dello loro infanzia, in particolare quelli che coinvolgevano soprattutto Rob. ad esempio di quella volta in cui il preside del liceo chiamò loro padre per avvisarlo che i suoi figli non si erano presentati a scuola. Il padre per punizione gli proibì di andare alla partita di football del liceo, ritirando le chiavi della macchina di Cristopher. Non una partita qualunque. La Finale di campionato studentesco di Football. I due però non si diedero per vinti. Se non potevano andare con la loro macchina sarebbero andati con quella del padre. Così fecero e non fu una bella idea. Si si divertirono moltissimo alla partita, ma non si divertirono altrettanto al loro ritorno a casa, perché il padre li stava aspettando sveglio e più incavolato che mai. Di conseguenza ai due fratelli vennero tolte la paghetta, chiavi del motorino in riparazione, cellulari e portatili. Avrebbero dovuto trascorrere due mesi in totale isolamento dal mondo esterno.

Alla fine del racconto sono piegata in due con un mal di pancia da quanto mi viene da ridere. Anche Cristopher ride ricordando i vecchi tempi, non altrettanto Rob.

«Oh, su fratellino. Era divertente. Cosa c'è? Non vuoi che Cristyn conosca questo tuo lato? Hai paura che se lo scopra scappi via?», chiede ridendo, provocandolo ancora. Anche se scherza credo che Cristopher abbia centrato il bersaglio. Vedo Rob agitato, con mandibola e pugni serrati mentre mangia il riso alla cantonese.

«Rob non si deve preoccupare di questo. Ho accettato di conoscere la vostra famiglia e lo farò. Quindi perché dovrei scappare?». Rob alza subito la testa lasciando stare il cibo e mi guarda sorpreso, anzi felice.

«Bene, bene. E quando ?», chiede il fratello.

«Purtroppo questa settimana è impossibile, perché il lavoro alla pasticceria ci tiene occupati tutti i giorni. Sicuramente la settimana dopo», rispondo.

«Ottimo la mamma ne sarà felice», ribatte Cristopher.

Dopo esserci salutati crollo letteralmente sul letto, addormentandomi in un secondo, non prima però di sentire il materasso abbassarsi sotto il peso di Rob.

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SPAZIO AUTRICE_

Ciao ragazzi ecco il nuovo capitolo! Come vi è sembrato? Cristyn ha reagito come voi vi aspettavate? I due piccioncini si sono finalmente chiariti secondo voi?

Vi presento la mia nuova storia "The Best For You" di .

Faith Natalie Davis. Ragazza dallo spirito forte e allo stesso tempo dolce. Non tutti, come lei, hanno una vita perfetta. La madre ormai misteriosamente scomparsa nel nulla, o almeno è quello che crede Faith. Figlia di un poliziotto quasi in pensione, lavora in un pub come addetta alla contabilità. Il suo lavoro le piace molto, i numeri sono il suo pane quotidiano, ma non sa cosa si nasconde dietro tutto ciò. La comparsa del cupo Christian Reed sarà un altro mistero, o aiuterà a scoprire cosa si cela dietro la nube di apparenza che ricopre il pub?

Faith ha l'impressione che un'ombra la segua ovunque lei vada. Sarà paranoia?

Reed non ha fatto i conti con Faith che a primo impatto può sembrare solo d'intralcio. La userà per i suoi scopi o la proteggerà?

"Quando dietro la realtà si cela una tela di bugie..."

Magnetics eyes, storia d'amore di @NOI151013

Dopo anni di sofferenza ho deciso di allontanarmi da casa, di cambiare vita, di trovare la mia strada.

Lascio alle mie spalle una madre alcolizzata e un padre scomparso nel nulla dopo la nascita di mia sorella Milagros che mia madre lasciò sulle porte della chiesa perché non era in grado di crescerla quando io avevo due anni , insomma una bella famiglia...

Ho vissuto da sola appena compiuti 18 anni perché sentivo il bisogno di cambiare, di cercare finalmente me stessa perché dopotutto me la meritavo la felicità e sentivo che il mio posto era lontano da Manhattan, era l'Italia, almeno per sei mesi e non in un officina per comprare poi rum e tequila a quella che non riesco a chiamare madre. Dopo un volo stancante ero sulla metro diretta a Milano centro e mi sono scontrata con un paio di occhi ghiaccio che mi hanno scosso fino in fondo, occhi tormentati da qualcosa, aveva uno strano tatuaggio sul collo e dei capelli neri come la pece...


Buona lettura by @SweetCreation94

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