Capitolo 37.LE VITE VANNO AVANTI
Pov's Cristyn
Stiamo insieme. Si può dire che stiamo insieme. Da mesi ormai la nostra relazione va a gonfie vele. non vorrei essere una guasta feste ma sembra la calma prima della tempesta. Mi piace trascorrere il mio tempo con Rob. Ritornare da lavoro e trovare qualcun che mi aspetta o che mi prepara la cena. Qualcuno con cui sfogarmi e confidare i mie pensieri i miei progetti. Questo è quello che penso appena apro gli occhi ricordando la serata precedente.
Svegliandomi mi trovo nel letto, con Rob che mi abbraccia il fianco. Dorme ancora. Mi piace osservarlo in questo stato di requiem. Ho la possibilità di imprimere nella mia mente dettagli del suo corpo, del suo essere. Senza svegliarlo, mi rivesto e vado in cucina. Voglio preparagli una vera colazione. Spero solo che abbia il frigoriferi ben rifornito. Preparo un assortimento di cornetti, succhi e una bella tazza di caffè. Sperando di non far cadere il vassoio e vanificare il mio intento, mi avvio per le scale, verso il mio Rob. Poggio il vassoio e mi arrampico su di lui fino a sedermi a cavalcioni. Mi sono ricordata che gli piace quando lo risveglio così. Delicatamente con le labbra gli accarezzo il naso, gli occhi, il viso, dove spunta un accenno di barba.
Le mie carezze sembrano svegliarlo. I suoi occhi si aprono rivelando un ormai conosciuto scintillio.
«Piccolo, la colazione è pronta», faccio per scendere dal letto ma lui mi trattiene tra le sue braccia.
«Resta ancora un pochino qui con me», mi implora.
«Mi dispiace, ma abbiamo entrambi degli obblighi da rispettare e ti ho portato la colazione a letto. Quindi svegli brontolone», lo incito togliendogli il lenzuolo, scoprendolo. Ok, forse non dovevo farlo.
Forse posso fare un'eccezione. Forse cinque, ma dico solo cinque minuti posso concederglieli.
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Altro che cinque minuti. Ecco passati venti minuti che devo ancora prepararmi per il lavoro. Accidenti farò ritardo alla pasticceria, come succede molto spesso in questi mesi.
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Pov's Robert
Sono passati un paio di mesi dall'intrusione nel suo nuovo appartamento e i miei uomini stanno ancora cercando informazioni. Lei è diventata sempre più affamata. Non facciamo che trascorrere ogni weekend e pomeriggio libero a letto. Durante una di queste occasioni sospira rilassata e appagata per poi lasciarsi sfuggire una risata.
« Cosa c'è di così divertente?».
«Ehh sapessi!», mi dice lei sfottendo. Senza pensarci la ribalto supina e la imprigiono tra le mie gambe e la torturo con il solletico per convincerla a parlare.
«Ok, ok smettila, smettila» .
«Allora?», chiedo curioso.
«Non voglio rischiare che tu ti monti la testa, ma i rapporti tra noi ultimamente stanno divenendo sempre più intensi e tu ci sei sempre, nonostante i nostri impegni e nonostante l'ignoto intruso», dice rattristandosi a quest'ultimo pensiero.
«Io vado a farmi una doccia. Tu puoi rimanere qui o...non so, decidi tu», dico rimanendo sul vago, prima di dirigermi in bagno. Apro il soffione e un getto d'acqua fredda mi bagna tutto il corpo, calmando i bollenti spiriti. Il box doccia è abbastanza grande per due o tre persone, ma io non condividerei mai Cristyn. Sto per insaponarmi quando qualcuno mi toglie di mano la saponetta. Senza voltarmi lascio che lei mi insaponi il corpo. La sento inginocchiarsi dietro le mie spalle per insaponarmi i piedi, le cosce per poi salire sempre più su, fino ad arrivare al centro della mia tensione e passare poi all'ampio petto. Non dimentica neanche una singola parte, dedica minuziosamente attenzione ad ogni parte di me.
So che non abbiamo molto tempo ma non mi interessa. Senza darle tempo mi volto, le tolgo il sapone di mano e abbracciandola la solevo contro la parte della doccia. Istintivamente le sue gambe cingono la mia vita. immediatamente entro tra le sue cosce, affondando deciso in lei, ripetutamente, appassionatamente. Le mia mani sul suo sedere, la trattengono, la avvicinano per intensificare maggiormente il contatto, le sensazioni. Per lei dev'essere troppo perché mi conficca le unghie sulle spalle. Ma a me non importa, non mi provoca dolore, ma piacere. Piacere per il fatto di sapere di essere il l'uomo che le provoca queste emozioni. Ad ogni affondo, le sfioro il lobo dell'orecchio, lo succhio. So che è un suo punto debole. La mordo, la bacio, la succhio, la venero. Ad ogni spinta la sua schiena sbatte contro la parete gelida della doccia. Ad ogni morso lascio il mio marchio su di lei. Nonostante io sia già quasi al limite, cerco di trattenermi. Infilo la mano tra i nostri corpi e la stimolo fino a quando non raggiunge il limite. Adesso si che posso lasciarmi andare.
Anche questa volta, non abbiamo usato precauzioni. Non so perché, ma non mi importa. Voglio tutto da lei.
Entrambi affannati, ci asciughiamo e ci prepariamo per andare a lavoro. Mentre siamo in macchina mi viene in mente una cosa.
«Piccola. Vorrei tanto che tu conosce4ssi la mia famiglia. Ci terrei veramente molto», le spiego.
«Mi farebbe molto piacere. Vorrei anch'io che tu conoscessi la mia famiglia, ma sono a chilometri di distanza», ricorda lei tristemente.
«E io a cosa servo scusa? posso venire con il mio aereo. Anzi, visto che le vacanze sia avvicinano potrebbero usufruire delle ferie, cosa ne pensi?», le propongo.
«Penso che sei un genio! Ma non ti montare la testa».
«Visto che venerdì solitamente i miei genitori organizzano una cena di famiglia potresti venire insieme a me per conoscerli»
«Non è una brutta idea. Posso chiederti una cosa? Vai d'accordo con i tuoi fratelli?», domanda, mentre giocherella con n suo bracciale.
Con Cristopher siamo amici-fratelli, forse perché siamo e più vicini di età e abbiamo un carattere molto simile. Con Ethan, un po' meno, tra noi c'è il classico rapporto fratello maggiore e fratello minore, ci scorniamo e azzuffiamo tra noi. Sono più protettivo con lui. Inizialmente può sembrare scontroso, ma se lo conosci lo sai apprezzare.
«Un po' come te vero Rob?», mii chiede.
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La giornata trascorre velocemente e finalmente posso rivedere la mia piccola. Appena sale in macchina, si addormenta per la stanchezza. Arrivati a destinazione la sollevo e grazie a Donna Rosario, apro la porta e la porto in camera nostra, rimboccandole le coperte.
Non riesce a chiudere occhio. La sento rigirarsi nel letto. Borbottare frasi incomprensibili. Pian piano scende dal letto va in cucina. Sento dei rumori. Credo si stia prendendo un bicchiere d'acqua. Non mi piace assolutamente vederla turbata in questo modo. Voglio che sia tranquilla, al sicuro.
Al risveglio sembra essere tranquilla. Ma conoscendola so che quella che indossa è solo una maschera, qualcosa la turba. Molto probabilmente, anzi sicuramente si tratta dell'intruso ignoto.
«Piccola andiamo? Ti do un passaggio a lavoro», grido dalla cucina per farmi sentire dal bagno. È ancora intenta a finire di prepararsi. Ma è mai possibile che le donne per vestirsi e prepararsi devono metterci un'eternità? Questo si che è un mistero.
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Pov's Cristyn
La decisione di chiudere e rimodernare la pasticceria sta dando i suoi frutti. I pavimenti, le mensole e la vetrina sono realizzate con del legno scuro, in netto contrasto con il colore bianco candido del bancone principale, dei centrini e degli accessori ornamentali.
Abbiamo deciso di sfruttare al massimo lo spazio che abbiamo. invece di lasciare il retro del negozio inutilizzato abbiamo deciso di abbattere le mura per ampliare sia l'interno della pasticceria sia del magazzino. In questo modo avremo molto più spazio per accogliere i clienti e mettere qualche tavolo all'interno e delle sedie comode e poco ingombranti, in modo che essi possano gustare tranquillamente i nostri dolci.
Dei barattoli con nastri colorati, contenenti diversi tipi di biscotti da noi creati, saranno presenti sulle mensole. Quest'idea di Petty non è davvero niente male.
Senza che io lo sapessi Rob ha fatto vedere i disegni delle mie creazioni ad un suo amico, il quale si occupa di pubblicità. Ci ha proposto un accordo vantaggioso per entrambe le parti. Lui farà conoscere il nostro nome mettendo il nostro logo sulle sua produzione di macchine da caffè, in cambio noi dovremmo usare in negozio una di queste sue macchinette per il caffe, con il nostro logo sopra e inserire all'interno del negozio riferimenti al suo marchio. Non mi sembra una cattiva idea.
Inoltre pochi giorni fa sono stata contattata dal socio-amico di Josh il quale si intende di ristorazione , edilizia e che mi aveva proposto di rifornire un suo ristorante con le creazioni della nostra pasticceria. Un'altra opportunità da non perdere. I ragazzi sono tutti entusiasti dell'andamento degli affari. Anch'io. L'unica pecca in tutto questo è Rob. Vedete lui non sopporta qualunque cosa abbia a che fare con direttamente o indirettamente con Josh. Non gli va a genio che io incontri questo suo socio. Me l'ha dimostrato ieri sera durante cena.
«Scordatelo. Non ci andrai», dice categorico.
Cosa? Ho sentito bene?
«Tu come reagiresti se durante la gestione di un tuo affare ti si presentasse un'opportunità da non perdere e qualcuno s'intromettesse e ti dicesse lascia stare, lascia perdere non ne vale la pena? Ti incazzeresti, dicendogli che questo è il tuo affare e decidi tu. Io ti chiedo solo una cosa. Di sostenermi in questo mio sogno, in questo mio affare e di mettere da parte tutti i tuoi atteggiamenti da maschio alfa. Quelli li puoi conservare per le nostre serate», dico accentuando quest'ultima parte, lasciandolo di stucco, mentre gli accarezzo il braccio. Dovevate vederlo si è subito ringalluzzito. Mi ha sollevato e in un attimo, addio cena, siamo passati subito al dolce.
«Hey piccola tutto ok?», sento dire una voce all'improvviso. Mi sono presa uno spavento, ma appena vedo che colui che mi ha portato via dai miei pensieri è proprio Rob, lo perdono all'istante.
«Si, tranquillo ero solo sovrappensiero».
«A cosa stavi pensando? Avevi un'aria così tranquilla e felice», mi domanda abbracciandomi possessivamente.
«A noi. Al fatto che ormai sono mesi che siamo tornati a vivere insieme, che sia a casa mia o a casa tua. Al fatto che mi piacere condividere ogni momento con te. Al fatto che mi piacerebbe conoscere la tua famiglia», dico sorprendendolo. La sua faccia in questo momento è uno spettacolo. Un sorriso a trentadue denti è la risposta che desideravo a questa mia idea.
«Anch'io lo voglio piccola», dice guardandomi negli occhi intensamente. Oh, oh! Conosco quello sguardo. Non qui Rob ti prego trattieniti. «Gli operai se ne sono andati via tutti?», riesco solo a fare un cenno di assenso, perché sono certa della sue intenzioni. Prendendomi per mano mi porta in quella che dovrebbe essere la cucina. Tutte le mensole e armadietti sono stati già fissati. Con il braccio libera l'isola che si trova al centro della stanza, prima di sollevarmi e farmici sedere sopra. Ecco! Adesso mi ritrovo seduta su un mobile della cucina del mio negozio, con l'affanno e il cuore palpitante. Anzi non solo il cuore.
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SPAZIO AUTRICE_
Ciao ragazzi! Scusatemi per la mia assenza, ma purtroppo ho avuto problemi con la connessione internet da computer. Fortunatamente sono riuscita a realizzare il nuovo capitolo, che ne pensate? Gli affari per Cristyn procedono bene, ma per Rob come procedono le indagini sull'intruso ignoto? Volete scoprirlo? Non perdetevi il prossimo appassionante capitolo.
BUONA LETTURA BY @SweetCreation94
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