Capitolo 34. LA VITA CONTINUA
Pov's Cristyn
Per mia sfortuna la serata programmata per noi due soli è sfumata. Rob mi ha appena chiamata per avvisarmi che farà tardi perché deve occuparsi di questioni burocratiche legate a uno degli affari di cui si sta occupando in quest'ultimo periodo. Quindi dovrò gustarmi la deliziosa cenetta preparata con le mia mani, pasta fresca al pesto, polpette al sugo e torta variegata, tutta da sola. Però potrei invitare Sandy sta sera da me. Provare non costa nulla. Risponde quasi subito.
«Ecco la mia migliore amica preferita», dice salutandomi.
«E anche l'unica», completo la frase, «Ho cucinato la cena ti andrebbe di passare la serata con me?».
«Fammi indovinare, Rob è occupato in ufficio?», domanda acidamente.
«Come scusa?». Cosa vuole dire con questo?
«So che hai ripreso a vederlo e anche da un po'!», è irritata, si sente.
«Ancora con questa storia. Siamo migliori amiche è questo significa che dobbiamo si dirci tutto, ma possiamo anche avere una nostra vita e il diritto di poter decidere di condividerla o meno con altre persone. Come fate tu e Steve», le ricordo.
«Devo andare, ciao!», dice prima di chiudere la chiamata. Non ci posso credere! Si sta comportando come la scorsa volta. Non mi ha lasciato neanche il tempo di spiegarle. Non ha nemmeno voluto venire da me per trascorrere insieme la serata e parlare delle nostre vite e aggiornarci, dato che a causa dei nostri rispettivi impegni lavorativi, ultimamente ci siamo viste poche volte. Invece di comportarsi da persona adulta, è diventata irragionevole. Non la capisco. Una volta che ci siamo riavvicinate ci siamo promesse che avremmo fatto il possibile per evitare che la nostra amicizia subisse ulteriori arresti o fosse soggetta a incomprensioni. Ma così non è stato. Mi sento stanca e delusa. Mi aspettavo una sua reazione agitata alla notizia del mio riavvicinamento a Rob, ma non un atteggiamento così infantile.
.......................................
Devo essermi addormentata sul divano per la stanchezza, quando il suonare persistente del campanello mi obbliga ad andare alla porta. È Rob! Appena gli apro la porta inizia con i rimproveri.
«Perché non mi hai aperto subito? Perché ci hai messo così tanto?», chiede senza guardarmi. Quando lo fa la sua espressione cambia, «Ehi, piccola. Cos'è successo?», chiede più dolcemente.
«Cosa vuoi che sia successa, Sandy ecco cosa è successo». Ma lui non capisce a cosa mi riferisco.
«Piccola non ti seguo».
«Saputo di noi due, del nostro riavvicinamento si è comportata nello stesso modo di quando mi sono sentita male. Si è arrabbiata. Invece di ascoltarmi si è lamentata perché non mi sono confidata con lei e mi ha riattaccato il telefono in faccia».
«Mi dispiace. So quanto lei sia importante per te. Ma devi cercare anche di capire cosa ci sia dietro questo suo comportamento. Ho una strana sensazione a tal proposito», dice facendo preoccupare anche me. Credo abbia ragione dovrò venirne a capo e al più presto anche.
«Hai già cenato?», chiedo attirandolo verso di me per abbracciarlo.
«Si, ma ho voglia del dessert», dice con voce roca. Lentamente le sue mani risalgono la mia schiena, per fermarsi ai lati del mio viso. nel momento stesso in cui le nostre bocche si toccano aumentano le mia palpitazioni. Vogliosa di emozioni più intense, la mia lingua tocca la sua e a così inizio la danza. La sua bocca si sposta però nel mio punto debole. Il lobo dell'orecchio. Lo risucchi e stuzzica con la lingua e con i denti. Ogni volta che Rob raggiunge quel punto le mie gambe divengono di gelatina. Per fortuna mi sono aggrappata al suo collo altrimenti le mie gambe non mi avrebbero sicuramente retto. Il suo accenno di barba mi solletica il viso. Chissà come sarebbe sentirlo su altre parti. Le sue mani abbandonano il mio volto per afferrarmi e portami in camera. Il letto ad una piazza e mezza non è adatto per due persone, ma abbastanza comodo per noi due. Tolta ogni barriera che può frapporsi fra noi, mi aggrappo a lui come se fossi un koala. Le mie braccia e le mie gambe non lo mollano per un istante. Con respiro affannato, ci allontaniamo per un singolo istante. Mi chiedo ser lui mi desideri tanto quanto lo desidero io. Quando però intravedo uno scintillio nei suoi occhi, i miei dubbi vengono fugati via. Lentamente mi fa scivolare su di se, facendomi sentire il quanto mi desidera, fino a che non poggio i piedi a terra.
«Voglio te, solamente te», dico avvicinando la mie labbra alle sue, in modo che a separarle ci sia solo un filo d'aria. Il silenzio e la tensione che ci circonda mi rendono più audace. Istintivamente intreccio nuovamente le mani dietro il suo collo e mi aggrappo a lui come se fossi un koala. Gambe e braccia lo abbracciano, lo imprigionano. Lui è mio.
«Io sono tuo», dice Rob leggendomi nel pensiero. Afferrandomi per le natiche mi avvicina ancora i più a se e avventandosi sulla mia bocca.
........................
La nottata è stata perfetta. Densa e carica di emozioni promesse. Rob dorme pesantemente, con un braccio allacciato alla mia vita, come se non volesse correre il rischio d lasciarmi andare. É crollato poveretto. Il lavoro deve stancarlo molto. Speriamo che domai la calma rimanga tra di noi. Prima di addormentarmi devo però fare una cosa.
«Caio mamma. Scusa per l'ora, siete già a letto?».
«Stavamo giusto andando a dormire adesso. Hai bisogno di qualcosa?», chiede mamma chioccia.
«Solo dirti che ho ripreso a frequentare Rob già da un paio di mesi. Non ti devi preoccupare questa volta stole cose tra di noi sono diverse. Sto facendo più attenzione e le cose stanno procedendo con più calma. Notte ti voglio bene», dico prima di chiudere la chiamata e non darle il tempo di rispondere. Forse una bella dormita avrebbe dato loro il tempo per elaborare la notizia.
..............................
Svegliandomi stiracchio i muscoli tutti indolenziti. Mi spunta un sorrisetto al ricordo di tutte le nostre capriole notturne. Stavo ancora dormendo quando Rob mi ha svegliato con carezza intense e portata ogni oltre limite, per poi abbracciarmi a cucchiaio. Nonostante fosse una nottata calda, non mi sono allontanata da lui. Nonostante io sia assorta nei miei pensieri mi accorgo che il lato del letto affianco a me è vuoto e freddo. Deve essersi alzato da un po'. Infatti eccolo che arriva, vestito di tutto punto.
«Ehi Buongiorno dormigliona». Io però non rispondo. Mi sarebbe piaciuto davvero molto risvegliarmi con lui accanto. Ci sono rimasta male nel non trovarlo vicino a me. «Ascolta, so che non ti farà piacere, ma devo assentarmi per un paio di giorni massimo per un affare fuori città», dice gettando la boma, così senza preoccuparsi della mia reazione.
«E tu lo sapevi già prima di ieri sera? Prima di venire da me?», chiedo incominciando ad innervosirmi.
«Non è come pensi», dice subito, come se fosse sulla difensiva.
«Ah, no? E come fai a saperlo? Mi leggi anche nel pensiero adesso?», dico arrabbiata, mentre avvolgo il lenzuolo per andare in bagno. Ma vengo bloccata per un braccio.
«Piccola...», non lo lascio neanche finire di parlare.
«Hai fatto il pieno e ora devi andartene. Perfetto vattene. Non è cambiato niente», dico chiudendomi in bagno. Pochi istanti più tardi sento la porta sbattere violentemente e mi pento della mia reazione. Non mi sarei dovuta comportare in quel modo.
......................
Come le altre volte è sparito per un paio di giorni senza farsi sentire e io mi arrabbio sempre di più. Le giornate in pasticceria trascorrono velocemente tra consegne e preparazione di dolci e progetti. La rabbia lascia posto alla preoccupazione. Le mie riflessioni vengono interrotte da una voce conosciuta.
Josh! È venuto qui in pasticceria e non è solo. Ad accompagnarlo un uomo brizzolato sulla cinquantina. Non sapevo fosse qui a New York.
«Ciao!», dico felice di questa sorpresa.
«È bello rivederti Cristyn. Lui è Garret, l'amico imprenditore-culinario di cui ti ho parlato mesi fa. Garret lei è la mia amica Cristyn», ci presenta Josh.
«È un piacere conoscerla», saluto il nuovo arrivato.
«Piacere mio. Josh mi ha parlato molto delle sue creazioni. Afferma anche che lei sia la migliore pasticcera che conosca», dice facendomi arrossire.
«Questo può giudicarlo solo lei», dico di rimando.
«Sarei felice di assaggiare un assortimento dei suoi dolci», afferma sorridente Garret.
«Ma certo. Le farò assaggiare la nostra pasticceria mignon e paste secche».
«Non vedo l'ora». Composto l'assaggio, tra le risate di allegria, presento velocemente i dolci creati, spiegandone le singole particolarità.
«Devo dire che sono davvero ottimi», dice dopo i primi tre assaggi. Sto per ringraziarlo del complimento, ma vengo chiamata da un cliente.
«Scusate , ma il dovere chiama», dico scusandomi.
«Non si preoccupi. Tornerò certamente e parleremo della mia proposta», dice prima di andarsene insieme a Josh. Raggiungo quest'ultimo e lo ringrazio di avermi messa in contatto con il suo amico. è una grande opportunità per me e per la pasticceria.
«Ti meriti questa occasione. Tu e i ragazzi siete un'ottima squadra. È stato bello rivederti», dice mentre mi abbraccia.
«Anche per me».
Ritorno dai miei clienti, tutti vogliosi di una dose di zucchero.
La preoccupazione ha continuato ad accompagnarmi durante tutta la giornata. Così decido di recarmi a casa sua, dove lo trovo nel suo studio. Allora si è rifatto vivo. Perché non mi ha chiamata?
«Rob è successo qualcosa?», chiedo preoccupata vedendolo immobile con lo sguardo fisso fuori dalla finestra. Non l'avessi mai chiesto.
«Tutto bene? Mentre io sono fuori città per questioni d'affari, tu pensi solo a te stessa», grida incomprensibilmente.
Sono esterrefatta. Decido di trascorrere questa serata a casa mia per dargli il tempo di calmarsi e tornare a ragionare. Lui prova a contattami diverse volte, però ad un certo punto deve aver deciso di mollare, perché non prova più a richiamarmi.
Ho bisogno di starli vicino, lui è diventato importante per me. Credo che lo fosse già anche durante i nostri primissimi mesi insieme. Questa volta voglio che entrambi mettessimo tutti noi stessi in questa relazione e che sentissimo essenziale, necessario ed indispensabile l'altro.
Dopo una nottata insonne decido di recarmi presto presso i suoi uffici, prima di andare in pasticceria.
«Non ho molto tempo oggi», dice non lasciandomi neanche il tempo di chiudere la porta.
«Sono solo venuta per sapere se stavi meglio».
«Mai stato meglio», dice rimanendo distaccato.
«Se qualcosa non va o ti disturba ne possiamo parlare. Ma se non comunichi con me, non andiamo da nessuna parte», gli faccio notare.
«Tu sei brava a comunicare, con gli altri soprattutto, ma mai con me», dice freddamente.
«Non so a cosa tu riferisca». Sono confusa. Dove vuole andare a parare? E cosa diamine sarà mai successo per farlo innervosire in quel modo?
«Parli e ti incontri con tutti, soprattutto con lui», dice lanciando una grossa busta gialla sigillata.
-------------------------------------------------------------------------------------------
SPAZIO AUTRICE_
CIAO RAGAZZI! ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO DI Dolce Rivincita, SPERO VI PIACCIA.
BUONA LETTURA _
E RICORDATEVI Dolce successo E Dolce Rivincita PARTECIPANO AI #Wattys2017, NON MANCATE!!!
SUGGERIMENTI:
Non perdetevi le storie di @livsilver_29, @bea_sad e @RosieStyles9.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro