Capitolo 33. L'ALTALENA
Pov's Cristyn
Ancora incredula per il suo atteggiamento, lo guardo irritata fare avanti ed indietro nel mio soggiorno, prima di tornare in camera. Mi butto direttamente sul letto ancora disfatto, stringendo le lenzuola per il nervoso. Non passa più di un minuto quando sento il materasso abbassarsi sotto il peso di Rob. Silenziosamente mi prende tra le braccia, stringendomi, accarezzandomi.
«Piccola cerca di capirmi. Tu come ti sentiresti se mi vedessi in compagnia di un'altra donna?».
«Come Clarissa? O quell'altra bionda bionica?», ribatto stizzita.
«Esattamente! Quando mi hai visto con loro come ti sei sentita?», mi chiede non distogliendo lo sguardo dal mio.
«Incazzata, presa per i fondelli, delusa,...»
«...gelosa, possessiva, amareggiata per non essere al suo posto?», conclude lui al posto mio. Non posso far altro che confermare.
«Non possiamo continuare così», dico riflettendo.
«No, non dobbiamo. Comportandoci in quel modo faremmo del male e prenderemmo in giro solo a noi stessi. Sì, possono esistere momenti grigi, ma possiamo superarli insieme, tu ed io», dice con uno sguardo strano.
« Rob, cosa mi stai dicendo?»
«Voglio che tu stia con me. Sempre ed ovunque. A lavoro e a casa», dice facendomi venire il cardiopalmo.
«Rob non so se sono pronta. Forse è ancora presto».
«Abbiamo già convissuto insieme. Ci siamo persi per poi ritrovarci. Abbiamo avuto una seconda occasione per approfondire la nostra conoscenza e adesso ci conosciamo meglio. non abbiamo bisogno di nient'altro che del tuo consenso a quest'idea».
Accipicchia. Questa è una decisione importante da prendere. Sciolgo il nostro abbraccio e lentamente mi allontano. Io voglio stare con lui, ma non so come potrebbero prenderla i miei, Steve e Sandy.
«Cris, tu vuoi stare con me?», chiede ad un tratto.
«Sì», rispondo senza esitare.
«Allora cosa ti frena?», chiede. In questo momento Rob assomiglia ad un cagnolino sta per perdere il proprio fidato padroncino, ad un uccellino che vede distruggersi il nido costruito con tanta fatica.
«Mi preoccupa la reazione della mia famiglia. Non voglio che siano deluse da me».
«Tesoro. Non devi pensarlo minimamente. Tu non li deluderai affatto, sarò semmai io a deludere la mia famiglia, soprattutto i miei genitori, se dovessi perderti per una terza volta».
«L'argomento famiglie mi sembra abbastanza precoce da affrontare», dico intimorita all'idea di incontrare i suoi familiari.
«È un sì il tuo?», chiede ansioso.
«Sì, sì, sì...», rispondo continuamente, risposta che viene fermata da una bocca che tappa la mia e mi porta in un bacio, che sugella il nostro rapporto.
.........
Da quando ci siamo ritrovati e abbiamo chiarito alcune cose, è come se fosse la prima volta che ci siamo incontrati. Provo le stesse emozioni felicità e gioia di vederlo. Mi fa sentire come se fossimo solo lui ed io al mondo.
Ogni volta che il mio morale cambia, si ingrigisce lui è sempre lì a risollevarlo. Ogni volta che mi sento indebolita Rob è sempre presente. Come oggi. sentendomi ancora male, come la notte appena trascorsa, Rob mi prepara la sua famosa colazione a letto e si accomoda a fianco a me.
«Cris, forse è meglio se per oggi rimanessi a casa», mi consiglia guardandomi finire la colazione.
«Grazie era tutto buonissimo», dico cercando di cambiare discorso.
«Cris. Non far finta di nulla. Stai male, non dovresti affaticarti, di indebolirebbe ulteriormente. riposati».
«Ma Rob non posso assentarmi da lavoro. Sono la proprietaria e la responsabile del negozio», gli ricordo.
«Ascolta la mia idea. Questa mattina ti riposerai e delegherai l'apertura del negozio a uno dei tuoi colleghi e tornerai alla pasticceria per le ultime ore e per la chiusura. In fondo l'hai detto tu. Sei tu il capo, decidi tu», sottolinea mentre mi accarezza i capelli, «So che può sembrare male dirlo, ma si un po' egoista, pensa alla tua salute a te stessa prima degli altri, prima di ogni altra cosa».
«Lo so che hai ragione, cosa credi? Dovrei avvertire i ragazzi, ma ormai è troppo tardi e non so dove è finito il mio telefono», dico inventandomi una scusa per non restare a casa. Io voglio lavorare, insomma. Non c'è niente di male in questo, giusto?
«Non credo sia tardi. Ti ho svegliata un po' prima per prepararti e se vuoi puoi usare il mio cellulare, eccolo. Adesso puoi avvisarli», dice sorridendo, sapendo di avere ragione.
....................
Alla fine ho fatto come mi ha consigliato Rob. Ho telefonato a Petty e l'ho informato che dovrà aprire lui il negozio e che io farò il secondo turno e la chiusura. Momento che si è rivelato tranquillo. Ciò è comprensibile, difatti nell'ultimo periodo abbiamo riscontrato che la clientela solitamente aumenta verso la mattina presto, l'ora di pranzo e verso le quattro di pomeriggio. Arrivata l'ora della chiusura e riassettata la cucina, grazie all'aiuto dei ragazzi, posso ritornare a casa.
Mentre sono per la strada di ritorno sento il mio cellulare segnalarmi l'arrivo di una chiamata con Despacito. È Rob! Chissà cosa penserebbe se sapesse la suoneria che ho scelto per lui?
«Piccola sei già a casa?», chiede.
«Sono per strada, perché?», chiedo curiosa.
«Ti andrebbe di uscire con me sta sera?», mi propone.
«Certo che mi piacerebbe. Devo solo arrivare ancora a casa e cambiarmi», lo avviso.
«Tranquilla. Sono ancora in ufficio, ma non ne avrò per molto», mi avverte.
«Ok, allora a dopo».
«A dopo».
Per questa serata opto per un look sexy, indossando un vestitino nero, che mi arriva fino a metà coscia e scarpe con tacco dieci, comprate sabato scorso con gli sconti. Appena finisco di prepararmi esco di casa, sperando che Rob sia già arrivato. Ed è così. Lo raggiungo Rob alla macchina. Notandomi arrivare mi guarda con occhi sbarrati come un baccalà. Il suo sguardo indugia sui miei piedi per poi squadrarmi tutta ai raggi x .
«Sei stupenda», dice prima di prendermi per il gomito e attirarmi a se premendo le sue gambe contro le mie, provocandomi. I suoi occhi azzurri, penetranti continuano a fissarmi intensamente. Saliti in macchina mette subito in moto e mi porta non so dove. Ad un tratto mi accorgo di essere nel luogo del nostro primo incontro a New York. Durante la nostra cena Rob non mi perde di vista. Ad un tratto mi si avvicina e mi da un bacio possessivo davanti a tutti i presenti, per rimarcare che sono sua. Avvampo come un peperone per l'imbarazzo e il mio corpo reagisce all'intensità del momento. Mentre siamo seduti al nostro tavolo lui allunga una mano sotto il tavolo e la appoggia sulla mia gamba, poi risale facendo alzare il vestito. Per poco non mi strozzo con il pezzo di carne che stavo cercando di mangiare.
«Tutto ok tesoro? Vuoi un po' d'acqua?», chiede lui sorridendo. Lui è un concentrato sexy di fascino virile. Con la testa faccio segno di no. Il resto della serata trascorre tra provocazioni reciproche, sotto lo sguardo di tutti, e ricordi. Parliamo, questa volta veramente. Parliamo e ci ascoltiamo l'un l'altro capendo l'importanza di conoscere più profondamente l'altro. Ad esempio, a Rob non piace avere animali in casa, perché a parer suo sporcherebbero solamente, lasciando peli ovunque. Gli piace però fare corse mattutine e tenersi in forma, frequentando una palestra. Lui va anche matto per la cucina italiana. Di me invece Rob ha scoperto la mia nuova passione per le moto, la mia vena creativa di artista nel creare dolci e disegni su di essi.
Stanchi, ma anche felici di aver trascorso questa serata insieme, mi riaccompagna a casa.
«Sono stato benissimo», dice accompagnandomi alla porta e abbracciandomi.
«Lo sono stata anch'io. Sai stavo pensando ad una cosa», dico guardandolo negli occhi, «Vorrei informare i miei genitori, a Steve e Sandy della nostra relazione. Raccontargli che ci siamo riavvicinati e abbiamo ripreso a rifrequentarci», gli spiego.
«Ad una condizione».
«Quale?», domandai.
«Se tu informerai la tua famiglia della nostra relazione, io informerò la mia», dice lasciandomi sorpresa. Dev'essersi accorto del mio stupore perché si affretta a tranquillizzarmi, «Tranquilla, non significa che dovrai incontrarli, anche se mi piacerebbe molto, davvero. So però che è ancora presto secondo te. Ed essendo un passo importante, non voglio commettere sbagli questa volta», precisa lui.
«Ti ringrazio. Posso chiederti una cosa?», gli domando.
«Certo».
«Sei per caso stato invitato ad un evento settimana prossima?», chiedo mordendomi il labbro, nervosa.
«Si. In effetti stavo per chiederti se ti andrebbe di andarci come coppia».
«Con piacere», dico sorridendo.
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Ed è così. La settimana è trascorsa velocemente. Per la nostra uscita pubblica ho scelto un vestito bordeaux velato, lungo con le maniche. Mi sta ha pennello, in tinta con la cravatta scelta da Rob. Arrivata all'evento, noto che sono presenti molte persone, tutte cordiali e socievoli. È un piacere incontrarle. Sto parlando con Rob ed un suo collega quando lo vedo irrigidirsi. Seguo la direzione del suo sguardo e vedo davanti ai miei occhi Josh. Sono letteralmente sorpresa. Robert dev'essere geloso perché mi attira a sé, stringendomi la vita con un braccio. Vuole marcare il territorio.
«Guarda com'è piccolo il mondo. È un piacere rivederti Cristyn. Tu devi essere Robert», dice sottolineando quest'ultima parola.
«Sì, sono io», dice rafforzando la sua stretta su di me.
«È un piacere avervi visto. Mi vogliate scusare ma devo parlare con dei signori», dice Josh prima di andarsene.
Quella che doveva essere una serata piacevole, è diventata una serata stressante. Rob è rimasto irritato e freddo per tutta la serata, ma io non l'ho lasciato solo un attimo. Io voglio lui e rimarrò con lui sempre, non mi allontanerò.
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Il clima della serata scorsa deve averlo accompagnato anche oggi, perché l'ho chiamo a lavoro e mi risponde seccato.
«Posso venire a trovarti in ufficio? O è un brutto momento?», chiedo per precauzione.
La sua voce al telefono sembra inizialmente irritata, ma poi quando si accorge che sono io cambia tono, si addolcisce.
«Certo che puoi».
Quando arrivo al suo ufficio mi accoglie sorridente e mi da un regalo.
«Mi stai viziando»
« Ti vizio perché mi piace viziare la mia donna e la mia donna sei tu», dice intrecciando le dita della mano libera alle mie per cercare di tirarmi tra le su braccia. I miei occhi guizzano sulle nostre mani intrecciate. In un secondo mi ritrovo tra le sue braccia e una sua mano scivola tra i miei capelli per tenermi ferma. In pochi attimi la sua bocca ricopre la mia e la esplora, mi sento tutta fusa. In punta di piedi mi protendo verso di lui, appoggiando le mani sul suo torace premo la mie labbra sulle sue. Lui fa scivolare una mano lungo la mia schiena e mi avvicina ancora di più a se per approfondire il bacio, questo bacio non è come gli altri che ci siamo scambiati finora, ha qualcosa di diverso.
«Voglio che tu sappia quanto ti desidero», e me ne vado lasciandolo lì così. Lui mi desidera, non mi ama. Vuole solo e non da niente in cambio.
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SPAZIO AUTRICE_
Piaciuto il nuovo capitolo? Cosa ne pensate della vecchia e nuova coppia? E Josh? Possibile sia sempre in mezzo? Non perdetevi i prossimi capitoli, saranno movimentati!
nON PERDETEVI LE STORIE DI @livsilver_29 e @RosieStyles9
Buona lettura by @SweetCreation94.
Dolce successo e Dolce Rivincita partecipano ai #Wattys2017!
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