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Capitolo 31. ROB E CRIS

Pov's Cristyn

Dopo settimane di silenzio assoluto, ripenso ancora al mio incontro con Rob nel suo ufficio. La mia reazione alle sue parole è stata forse un po' esagerata, ma non la smetteva di parlare. Avrei voluto dirgli tante cose, ma avevo le idee confuse. Anzi le ho tuttora confuse.

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Pov's Robert

Non posso starle lontano. Lei per me è l'aria. Lei per me è l'essenziale. Lei è il mio tutto, mi completa. Sono uscito per la mia solita corsa mattutina, ma non ho energie e voglia di correre. I mesi trascorrono e le stagioni cambiano. Non siamo più in inverso. La neve ha lasciato il posto ai fiori primaverili. È una splendida giornata. L'aria che rinfresca l'ambiente, pieno di vita, non rispecchia per nulla il mio umore. Le famigliole che vedo giocare allegramente tra loro, provocano in me invidia e tristezza. Prima non sapevo cosa volessi nella mia vita. Adesso si. Voglio una casa. Qualcuno che mi aspetti e che mi accolga quando ritorno a casa dal lavoro. Qualcuno che condivida con me la mia vita, i momenti di gioia e di tristezza. Provo invidia nei confronti degli amici dei miei genitori, i cui figli sono quasi tutti sistemati, sposati, con figli e con la loro carriera che procede a gonfie vele.

Inoltre mancano pochi giorni al compleanno di mia madre e non ho risposto all'invito che mi ha spedito, per partecipare alla piccola festa che ha organizzato a casa Pawel. Posso immaginare quanto siano frenetici questi giorni per lei. Da donna di casa e festeggiata, sarà alle prese con molte decisioni. La scelta del menu, delle decorazioni e degli invitati. Voglio solo evitare le solite ed infinite domande sulla mia vita sentimentale. Anche se so che non presentandomi alla festa recherei un torto e un enorme dispiacere a mia madre e non solo. Anche a mio padre. In fin dei conti sono la mia famiglia. Ci sosteniamo a vicenda. Nel mio caso il fatto è che non voglio essere sostenuto. Voglio cavarmela da solo. Non voglio rischiare che le cose si complichino a causa del loro intervento.

Sono invidioso dei miei genitori. Loro sono sposati da molto tempo e sono ancora molto uniti, innamorati l'un l'altro. lo si può notare da dallo sguardo che mio padre rivolge a mia madre ogni volta che lei gli si avvicina o ogni volta che parla di lei. E viceversa. Insieme hanno costruito una splendida famiglia. Si noi tre fratelli siamo una banda di scalmanati, ma ci vogliono ugualmente un mondo di bene.

Passeggio per il parco, quando vedo in lontananza una donna seduta su una panchina isolata. Da questa distanza riesco notare i suoi lunghi capelli raccolti in una treccia e il fatto che sia seduta sulle sue gambe intrecciate. Avvicinandomi noto che la ragazza sta disegnando. Noto che è Cristyn. Scommetto che è talmente concentrata nei suoi disegni, da essersi estraniata dal ciò che la circonda e da non accorgersi di essere osservata, oltre che della mia presenza.

Adesso che ci penso il mio amico che si occupa di affari in ambito editoriale, non mi ha dato notizie riguardante i disegni di Cristyn che avevo scannerizzato e che gli avevo mandato. Dovrò ricontattarlo al più presto. Voglio sapere se ha ottenuto delle informazioni.

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Perfino quando sono in ufficio il mio umore rimane grigio. Riesco a concludere gli affari, ma non con la mia solita spigliatezza ed energia. Non voglio ammetterlo, ma forse da solo non riuscirò a riportarla da me. Adesso devo però concentrarmi su come agire. Quali passi compiere per primi.

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Pov's Cristyn

Sono letteralmente immersa nella pasta frolla per creare i biscotti di diverse fantasie ho dovuto stendere la pasta, utilizzare le formine o andare a mano libera utilizzando un coltello. Possiamo dire che mi trovo nel momento clu, più faticoso e stressante della preparazione. E sé i biscotti non venissero bene, ma deformi? E se non bastassero? Devo preparare altro impasto? Quel che è certo e che devono essere pronti per l'ordine effettuato dalla signora Blinny. Una simpatica anziana di settant'anni.

Come se non bastasse la fretta che mi sprona a continuare ad aumentare lo stress, anche lo squillo del telefono ci mette il suo. Numero sconosciuto! Chissà potrebbe essere un nuovo cliente che cerca informazioni u vuole ordinare. Vediamo.

«Pasticceria Sweet come posso esserle utile?», rispondo automaticamente.

«Sono Rob», risponde una voce che riconoscerei sempre ed ovunque. Istintivamente però chiudo la chiamata. Sarà per timore, sorpresa o il suo pessimo tempismo. Non è ne il momento ne il luogo adatto per affrontare questioni private. Adesso devo solo pensare alla preparazione dei dolci.

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La chiamata a sorpresa di Rob non mi ha aiutato per niente. Mi ha resa più nervosa, cosà che mi ha reso impossibile lavorare serenamente. La mia mente è in subbuglio. Perché mi chiama? Non mi aveva dimenticata? Cosa vuole da me? Sono passati ormai mesi dall'ultima volta che ci siamo visti per puro caso. Pensavo fosse andato avanti. Il corso dei miei pensieri è come se fosse diventato automatico, porta sempre a lui. Rob. Ma perché non riesco a togliermelo definitivamente dalla testa? Cosa mi prende?

Ritornata a casa ho a malapena le energie per una doccia rinfrescante, figurarsi per cenare. Stufa e stanca di questa situazione di comparse e scomparse, non so cosa pensare.

Accidenti e adesso chi sarà mai? Il cellulare mi sta segnalando l'arrivo di più messaggi.

"Sono Rob"

"Rispondimi ti prego"

"Dobbiamo parlare"

"Io devo parlarti. È importante. Possiamo vederci?"

Vuole vedermi? Ma dico è per caso impazzito? Non gli rispondo nemmeno. Si stancherà subito di contattarmi. A quanto pare mi sbaglio, perché arrivano altri messaggi.

"Decidi tu dove e quando. . . ti prego piccola, pensaci".

Dio quanto mi piaceva quando mi chiamava in quel modo... piccola. Per me significava che ero importante per lui. Forse lo sono ancora. Oppure no?

"Ti farò sapere", questa è la mia risposta. Niente di preciso, rimango vaga.

...................

I giorni passano e non ho ancora dato una risposta a Rob. Deve prima sudare sette camicie e non pensare che sia così facile riavvicinarsi a me. Penso che ormai sia trascorso abbastanza tempo. Gli invio un messaggio in cui accetto la sua proposta.

Ci accordiamo di incontrarci in un luogo pubblico, in un bar vicino al ristorante cinese dove l'ho rivisto per la prima volta al mio rientro a New York. Sono agitata come non mai. Ho un nodo allo stomaco e mi sudano le mani. Non vedo l'ora di incontrarlo, ma ho paura, paura di soffrire ancora. Per evitare malintesi decido di indossare niente di esagerato e provocatorio. opto per dei semplici jeans e una maglia a maniche lunghe, leggera, giallo canarino. Arrivata al bar noto subito la sua presenza, così come lui nota la mia. Si alza dal tavolo a cui è accomodato per venirmi incontro.

«Ciao Cris», mi saluta usando il diminutivo con cui mi chiamano fin da piccola, «Sono contento di vederti», dice prima di darmi un bacio sulla guancia, cosa che evito facendo un passo indietro. QUESTA MIA Reazione lo mette in guardia.

«Ti trovo bene, sei. . . », fa per dire lui ma lo interrompo.

«Saltiamo i convenevoli e vai dritto al punto». La mia freddezza sembra aver effetto su di lui, sembra essere stupito dal mio atteggiamento.

«Sei cambiata», MI DICE.

«E tu no invece», gli rispondo.

«E invece si Cris, devi credermi, sono cambiato, non sono più la stessa persona di prima».

«Disse colui che mente, omette e si comporta da ipocrita facendo soffrire coloro che gli stanno vicino», dico infastidita.

«Devi credermi, in questi mesi ho capito quanto tu sia importante per me, tu sei vitale. Non posso stare lontano da te. Ti penso ogni attimo, ogni secondo della mia vita. Ogni giorno trascorso lontano da te mi logora», dice mettendo la sua mano sulla mia, appoggiata al tavolo.

«Anch'io ti ho pensato in quest'ultimo periodo. Il fatto che tu mi sia mancato non implica necessariamente che io mi fidi cecamente di te e riprenda la nostra relazione come se non fosse accaduto nulla», spiego.

«Lo capisco».

«La mia priorità adesso è la pasticceria», spiego decisa.

«Non ti sarò di intralcio, promesso».

«Non è così semplice», dico riflettendo, chiudendo gli occhi.

«Non voglio metterti fretta. Questa volta faremo le cose per bene. Ma ti prego dammi una possibilità. Ti amo», dice sapendo di rischiare molto con queste sue ultime parole.

«Devo andare». Queste solo le uniche parole che riesco a dirgli prima di andarmene.

Sono troppe. Troppe informazioni. Non so spiegarmi il perché, ma questa volta le sue parole hanno uno strano effetto, quello di non sentir più la terra sotto i piedi.

Durante il mio ritorno a casa ripenso alle sue parole. Forse ha ragione Rob. Forse questa volta avrebbe funzionato, se non avessimo affrettato le cose. So che voglio ritornare da lui. Io voglio stare e vivere la mia vita con lui, l'ho capito subito. La prima volta che l'ho visto ho pensato "Accidenti. È lui il mio tutto". Si sarà trattato di un colpo di fulmine e per questo mi sono fatta trascinare dalle sensazioni. Questa volta userò anche la testa.

Senza sprecare altro tempo, appena varco la porta di casa gli telefono subito.

«Dimmi piccola».

«Se riprendiamo la nostra relazione, lo faremo secondo le mie condizioni», lo avverto.

«Qualunque tu decida per me va benissimo, l'importante che comprenda la possibilità di rivederti ancora».

«Potremmo incontrarci in diverse occasioni, lavoro permettendo, avevo in mente di vederci qualche volta al bar per un caffè, o al cinema, tanto per iniziare», gli propongo.

«Sembra perfetto. Che te ne pare di vederci dopodomani al bar, vicino alla sede del giornale locale, come primo appuntamento?», chiede.

«Non è un vero e proprio appuntamento, ma un incontro tra vecchi amici», tengo a precisare.

«Va bene se vengo a prenderti a casa tua verso le sette?».

«Forse è meglio se ci incontriamo direttamente lì», non voglio che lui sappia dove mi sono trasferita, anche se forse lo ha già scoperto, nello stesso modo in cui ha scoperto la ..................

Due mesi dopo circa . . .

Abbiano deciso di comune accordo di incontraci in occasioni informali. Per conoscerci meglio, per capire se i nostri interessi sono compatibili e se le nostre vite possono in qualche modo incastrarsi, fondersi l'un l'altra. La prima, così come le volte seguenti in cui ci incontriamo l'ansia, la felicità e l'alta aspettativa aleggiano tra di noi. L'imbarazzo inziale lascia posto alla curiosità, ma anche all'impazienza di vederci di nuovo e alla delusione dei puntamenti cancellati. Senza accorgercene iniziamo a trascorrere più tempo l'uno con l'atro. La nostra conoscenza si approfondisce in maniera tale che entrambi apprendiamo novità riguardanti l'altro, cose che prima ignoravamo. In questi ultimi giorni ho pensato molto ad una cosa. Ho riflettuto sulla possibilità di concedere a Rob una seconda occasione.

Voglio rivelare a Rob la mia decisione. Essendo un'occasione speciale voglio creare un'atmosfera speciale. Voglio organizzare una cena a casa mia. Voglio preparare i suoi piatti preferiti. Risotto di mare, bistecche al sangue con insalata e tiramisù.

...........

La cena è pronta e la tavola apparecchiata. Manca solo l'ospite d'onore. Per l'ennesima volta guardo l'orologio. Sono passati solo cinque minuti dall'ultima volta che ho l'ho controllato. La mia mente è talmente immersa e in preda ai dubbi scuse si presenterà o mi darà buca, quando suona il campanello. È lui.

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SPAZIO AUTRICE_

Ecco il fatidico momento tanto atteso? Riuscirà Cristyn a trovare le parole adatte? E Rob secondo voi sa cosa aspettarsi da questo incontro? Pensa che sia il momento che tanto aspetta, o l'attimo in cui l sua Cris si allontanerà da lui? Per scoprirlo non perdetevi i nuovi capitolo di Dolce Rivincita!

Buona lettura by @SweetCreation94

Dolce Successo e Dolce Rivincita partecipano ai #Wattys2017

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