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Capitolo 3. ROB DOVE SEI?


POV.CRISTYN

Dolore. Solo dolore. Era questo il mio ultimo ricordo prima che il buio più totale mi avvolgesse. Non ricordo nulla di quello che è accaduto dopo.

Non so dove mi trovo. Vorrei tanto alzarmi e andare via da qui. Qualunque posto esso sia. Cerco di muovermi, ma il mio corpo non mi risponde. Non ho la forza neanche di parlare.

Non credo di essere a casa. percepisco niente attorno a me, tranne un continuo bip bip bip.

Cerco di aprire gli occhi ma niente. Le palpebre mi sembrano talmente pesanti che non riesco a sollevarle. Faccio un ultimo sforzo, un ultimo tentativo e quel che vedo non è quel che mi sarei aspettata.

Mi trovo in una stanza tutta bianca, in un letto tutto in ferro, ma su un morbido materasso. Voltando lentamente la testa, per paura di non risvegliare altre parti doloranti del mio corpo, mi guardo attorno e noto di essere attaccata ad una flebo. Da un lato ci sono degli apparecchi a cui sono attaccata. Dunque sono questi aggeggi a fare quel rumore fastidioso che continua a martellarmi, a far aumentare il mio mal di testa.

Dall'altro lato c'è invece. . . Steve! Mio fratello. Sta dormendo su una sedia accanto al mio letto. Da quanto tempo è qui al mio fianco? Da quanto tempo veglia su dime?

Da quanto tempo sono in ospedale? E soprattutto cosa mi è successo?

Cerco di ricordare. Mi spremo le meningi e gli occhi per la frustrazione di non ricordare nulla. Nada, niente. Lacrime iniziano a scendermi a dirotto sul viso. Come se fosse stata aperta una diga.

«Cris!! Finalmente sei sveglia» dice sorridendo mio fratello.

«Ti prego non gridare, mi scoppia la testa» dico richiudendo gli occhi per il dolore.

«Come ti senti?» chiede avvicinando ancor di più la sedia al mio letto.

«Malissimo. Non sento più niente. Non riesco a muovere più niente, neanche un muscolo» finisco di dire tossendo. A queste mie parole lo sguardo di mio fratello si rattrista moltissimo.

Osservandolo meglio noto la sua barba incolta. I vestiti che indossa devono essere gli stessi dei giorni prima, credo. Quel che mi colpisce è l'intensità del suo sguardo.

Qualcosa non va! Ho un bruttissimo presentimento.

«Steve cosa...» sto per chiedergli di darmi spiegazioni, ma vengo colpita da un violento colpo di tosse che mi impedisce di respirare regolarmente.

«Non parlare, non devi affaticarti. Vado a chiamare subito il dottore» dice prima di uscire dalla stanza. Per ritornare subito con il dottore e due infermiere.

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Pov.Steve

Vengo invitato ad uscire fuori dalla stanza in modo che loro possano visitarla. Nel frattempo ripenso al momento in cui si è risvegliata. I nostri sguardi si sono subito incontrati. Il suo era così spento come se sapesse già che fosse accaduto qualcosa di grave. Istintivamente si è portata la mano al ventre e inutilmente ha cercato di trattenere le lacrime.

Ho avvisato immediatamente il dottore del suo risveglio. Voglio solo sentirmi dire che ce la farà, che sta bene. Voglio solo questo.

Sembra essere passata un'eternità quando vedo alcune infermiere uscire dalla stanza di Cris ed avere il permesso di ritornare da lei.

Guardandola adesso sembra star meglio. respira senza l'ausilio di macchinari. Le è stata attaccata una flebo e , quelli che credo siano sensori volti a monitorare il battito cardiaco.

«Mr.Mitchel sua sorella deve stare ad assoluto riposo per minimo cinque giorni. Le sono state ricucite tutte le ferite. Nei giorni in cui è stata prima di coscienza la guarigione delle fratture è proceduta velocemente. Per quanto riguarda la riabilitazione e l'alimentazione dovrà seguire le nostre direttive. Le consegno un calendario con segnate le sue sedute di riabilitazione motoria e controllo dei valori sanguigni. Periodicamente dovrà fare dei controlli» ci informa il dottore.

«D'accordo» gli dico. Cristyn muove il capo in segno di assenso.

«Dottore, se dovessi per caso trasferirmi, le cure, le visite e i controlli periodici potrò comunque farli? Anche se mi trasferissi a Los Angeles?» chiede lei con uno strano sguardo.

«Si potrebbe farlo. In questo caso potrei contattare un mio collega in California e indicarla come sua paziente, in modo tale che lei abbia un riferimento medico» ci dice il dottore.

«Può farlo il prima possibile?» gli chiede lei.

«Farò tutto il necessario il prima possibile e al meglio. appena avrò delle novità sarà la prima a saperlo, nel frattempo dovrà rimanere ricoverata un altro paio di giorni, per sicurezza» le coniglia doc.

«La ringrazio dottore» dice Cristyn.

«Si riguardi» le dice prima di andarsene.

Dopo attimi di silenzio, decido di dirle un paio di novità.

«Ascolta Cris, ho avvisato i nostri genitori dell'incidente, ma non della perdita del bambino. Dovresti richiamarli » le dico osservandola.

Tiene gli occhi chiusi e respira lentamente. Stringe forte i pugni. Quel che mi preoccupa sono le lacrime che le bagnano il viso.

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SPAZIO AUTRICE_

CIAO RAGAZZI! ECCO IL TERZO CAPITOLO.

VI É PIACIUTO? MA CHE FINE HA FATTO ROBERT?

SPERO SOLO CHE CRISTYN SI RIPRENDERÀ, PER FORTUNA CI SONO FRATELLO STEVE, SANDY E ANDY ACCANTO A LEI.

BUONA LETTURA,

BY @SweetCreation94

Vi consiglio la storia di @livsilver_29 s'intitola "Il diario di Sara:)"

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