Capitolo 24. PALPITAZIONI
Pov's Cristyn
Per il resto della mattinata abbiamo scherzato e parlato. La colazione è stato un momento fantastico. Ci siamo rincorsi sporcandoci con del burro. Ammetto che è stato un momento dolce e tenero. Le carezze, i baci anche se innocenti hanno suscitato in me imbarazzo. Forse non sono pronta a lasciarmi andare totalmente. Eppure questa notte ho dormito da lui. Questo dilemma non so proprio spiegarmelo.
Purtroppo sono dovuta ritornare a casa e prepararmi per il mio turno a lavoro. In questo momento sono sulla strada per il locale. Da giorni penso al momento del confronto decisivo con Marc. Spero solo che tutto si risolvi per il meglio.
Arrivando lo trovo subito al bancone, intento a riordinare i bicchieri.
«Marc devo parlarti. Adesso!», gli dico prima di andare verso il magazzino. Sento che mi sta seguendo. Ancora non so cosa dirgli. Appena arriviamo al magazzino rimaniamo per attimi infiniti ad osservarci a vicenda.
«Cris, mi dispiace. Mi sono fatto trascinare dall'alcool, dall'euforia e ho sbagliato. Non volevo rovinare tutto», dice scusandosi.
«Marc. Tu hai rovinato tutto proprio nel momento in cui hai deciso di evitarmi, di smettere di parlarmi. Capisco che può essere stato un momento imbarazzante, ma questo non giustifica il fatto che tu ti stia allontanando», gli faccio notare.
«Cris, mi sono allontanato perché non volevo che Steve, visto che è ancora qui, notasse che qualcosa non va. Non volevo creare problemi tra voi due e tra me e lui», mi spiega.
«Ah! Quindi adesso mi stai dicendo che l'hai fatto per me. Sai sei davvero comico. In realtà l'hai fatto per te stesso. Non hai minimamente pensato a come potessi sentirmi io a causa del tuo distacco. So che quel momento è stato uno sbaglio, ma tu per mei sei un amico molto importante e il tuo atteggiamento mi ha ferito e non poco», gli dico prima di voltarmi per andarmene.
«Cris mi dispiace. Non possiamo dimenticare e andare avanti?», chiede lui.
«No! Finché tu non mi spiegherai cosa ti sta succedendo veramente», gli dico ritornandomene al bancone bar. Per il resto del turno lavoriamo fianco a fianco come se fosse un turno normale. Con l'unica differenza che non ci raccontiamo stupidi aneddoti e barzellette. La situazione va avanti così per diversi giorni.
Siamo già a venerdì e Marc non si è ancora deciso a parlarmi di cosa lo preoccupa veramente. Da diversi minuti fisso a vuoto lo schermo del computer, senza concludere nulla. Vengo subito risvegliata dal suono del campanello. Sento mia madre andare ad aprire la porta.
«Ciao Marc. È bello vederti di nuovo», dice accogliendolo felice.
«Salve, c'è Cris?», chiede entrando.
«Si è in soggiorno. Lavora sempre al suo computer», gli dice mamma. Ma perché deve sempre spifferargli tutto?
«La ringrazio!».
Pochi attimi dopo mi raggiunge in soggiorno.
«Ciao!», lo saluto con distacco.
«Hai un minuto?», mi chiede.
«Anche cinque. Se ti fa stare più tranquillo possiamo parlare in veranda o al bar. Come vuoi tu», gli dico.
«Vieni con me?». Lo seguo e andammo al bar con la sua moto.
Appena arrivati. Ci accomodiamo ad un tavolino appartato e ordiniamo due caffè e due cornetti. Mentre bevo il mio, noto che Marc continua a fissarmi serio, senza toccare il suo.
«Mi dispiace di essermi allontanato da te. Di essermi comportato in quel modo. Per me sei una vera amica. Una persona importante nella mia vita. non voglio che tu scompaia».
«Questo me l'hai già detto», dico freddamente. Quasi mi dispiace di sembrare così fredda. Dico quasi.
«Cris. Mi sono lasciato trascinare. Ti ho baciato per dimostrare a me stesso che forse non c'era qualcosa di sbagliato in me», inizia a dirmi.
«Non capisco», sono confusa.
«Quando ti ho baciato non ho provato niente. Nulla di nulla», e ancora non riesco a capire dove voglia andare a parare.
«Marc, basta con tutti questi giri di parole», dico stanca. Mi sembra di perdere tempo.
«Non sono attratto dalle donne», dice tutto d'un fiato.
Ecco questo non era quello che mi sarei aspettata di sentirmi dire. Marc è. . .
«Ho fatto outing, lo sanno tutti. i ragazzi a lavoro, ma mia famiglia», spiega.
«Non l'hanno presa bene?», chiedo cauta.
«No, no. Anzi. Mi hanno sostenuto fin da subito. Dicono che ognuno do noi è libero di vivere la propria vita come vuole, di essere se stesso, senza nessuna costrizione. Che sarò per sempre loro figlio e che mi vorranno bene, che nulla è cambiato», dice, anche se in realtà vedo un filo di malinconia nei suoi occhi.
«Ma?», chiedo per spronarlo ad andare avanti.
«Tutti i vecchi amici miei e di Steve si sono allontanati appena lo hanno saputo. Hanno iniziato a guardarmi con occhi diversi e poi a scomparire ad uno ad uno», mi spiega.
«Ascoltami. Tu Marc sei una persona fantastica. Sei gentile, solidale, umile con gli altri. Sei una persona seria, divertente spiritosa. Amorevole e protettiva con le persone a te care. Dimmi cosa c'è che non vada in te? I tuoi orientamenti sessuali? Quelle sono scelte due. Non è colpa tua se gli altri hanno una mentalità chiusa, ristretta. Non è colpa tua se sono degli idioti. Sono loro ad avere qualcosa che non va, non tu!», gli spiego.
«Sono felice che tu sia qui!», dice abbracciandomi.
«Vieni con me e le ragazze stasera. Usciamo insieme e ci divertiamo. insieme».
«Sei la migliore!».
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Sono di nuovo al pub dove mi aveva invitata Steph settimana scorsa. Questa volta c'è Marc con noi. Era da diverse settimane che non lo vedevo ridere in questo modo. Sta ballando. Si sta divertendo. Sembra essere tornato il ragazzo sorridente che ho conosciuto.
Noi ragazze siamo ancora al nostro tavolo in attesa dei nostri drink.
«Cris, ricordati. Questa volta il primo giro lo devi offrire tu!», mi ricorda Sandy.
«Non l'ho dimenticato. Tranquilla», rispondi di rimando.
Faccio segno alla cameriera, che arriva subito da noi.
«Puoi portarci tre tequila?», le dico.
«Subito».
Ridiamo, scherziamo. Buttiamo giù le nostre tequila. Sovrappensiero mi guardo attorno e noto che i baristi ogni tanto guardano verso di noi.
«Ragazze. Credo che stasera abbiamo fatto conquiste», dico loro indicando il piano bar. Tutte e due brille, con sfacciataggine si voltano per guardarli, salutarli.
«Ragazze diamo loro qualcosa da guardare», dice Steph trascinandomi in pista. Ci scateniamo senza riserve. Appoggiandoci alle schiena delle altre, senza pensare altro che divertirci.
«Ehi ragazze!», dice Marc raggiungendoci.
«Ehi! Adesso il nostro gruppo è completo», grido sopra la musica per farmi sentire.
«Sono contentissima di essere qui con voi», sbiascica Sandy.
Torniamo al nostro tavolo. La cameriera di prima ci raggiunge subito.
«Vi porto qualcosa ragazze?», chiede gentilmente.
«Si per me un Jack Daniel's», ordina Steph.
«Io un Mojito Martino», le dico.
«Una Pina Colada», dice Sandy.
Stiamo aspettando i nostri drink, quando i baristi di poco prima ci raggiungono.
«Ciao ragazze, vi state divertendo?», chiede il biondo. Intanto il rasato si è affiancato a Steph.
«Si si tanno divertendo», dice Marc con fare protettivo appena ci raggiunge.
«Tranquillo amico. Volevamo solo chiedere alle ragazze se vogliono ballare con noi», spiega lui.
«Per noi va benissimo». Così facendo ritorniamo tutti in pista naturalmente seguite anche da Marc.
Stiamo ballando con i baristi, quando qualcuno mi tocca la spalla io mi giro e mi trovo di fronte un Josh mozzafiato.
«Ciao dolcezza!» mi dice con un sorriso. Sono ancora sorpresa dalla sua comparsa, che mi lascio trascinare verso un altro tavolo.
«Non mi aspettavo di trovarti qui. Dai ti offro da bere», gli dico.
«No. Tu hai già bevuto abbastanza», mi dice, «Scusi, due acqua toniche», dice, ordinando per entrambi.
«Josh che ci fai qui?», gli chiedo.
«Sono qui per te!», dice spiazzandomi.
Mi riaccompagna a casa. Il viaggio di ritorno non è silenzioso come l'altra volta. Anzi. Chiacchieriamo tutto il tempo, della mia pasticceria. Di come stanno procedendo i miei progetti. Gli racconto che sono in una situazione di stallo. Ho una sorta di blocco dello scrittore.
«SE vuoi domani potrei venire da te e aiutarti con i tuoi progetti?», mi propone.
«Ti ringrazio Josh», dico ringraziandolo prima di rientrare a casa.
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Sono ancora nel mondo dei sogni quando il continuo squillare del mio cellulare mi sveglia completamente.
«Pronto?», chiedo con voce assonnata.
«Dove diavolo sei finita? Ci hai fatto preoccupare», dice Sandy preoccupata.
«Mi dispiace avrei dovuto avvisarvi. È che è arrivato Josh. Abbiamo bevuto un bicchiere e poi mi ha riaccompagnata a casa», le dico.
«Non prendertela, ma non starai correndo un po' troppo con Josh?», ha il coraggio di chiedermi lei.
«Correndo un po' troppo? Me lo chiedi proprio tu che odiavi così tanto Steve, siete stati insieme e adesso che lui qui invece di chiarirvi, fai di tutto per evitarlo. Esci e frequenti senza remore altri ragazzi», le faccio notare.
«Questo è un colpo basso Cris», mi dice.
«No questa è la verità», le dico prima di riattaccare.
La telefonata con Sandy mi lascia un po' perplessa. Ultimamente si comporta in modo strano. È sempre impegnata con il suo lavoro, però trova il tempo di giudicarmi. Le voglio bene, è la mia migliore amica, ma Steve e mio fratello. Sono più arrabbiata con lei perché il suo comportamento mi costringe a schierarmi dalla parte di uno dei due. Questa è una delle cose che proprio non sopporto. Per sbollire questo stress, questa ansia che questa situazione suscita in me, credo che una corsa è quello che ci vuole.
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Sto correndo per il lungo mare quando noto una macchina scura che riconosco all'istante. Proprio mentre mi sto avvicinando vedo scendere dall'auto Josh. Si appoggia all'auto con la sua solita posa da figaccione. Questa volta è vestito in modo informale.
«Ehi! Come sapevi che mi avresti trovato qui?», dico sorpresa.
«Sono felice anch'io di vederti!», dice sfottendo, ma sorridendo al tempo stesso.
«Scusa, sembro una maleducata. Mi fa piacere vederti».
«Sono venuto per aiutarti con i tuoi progetto. Mi ha aperto la porta tua madre e mi ha detto che ti avrei trovata qui», dice avvicinandosi a me. Istintivamente mi allontano e lui mi guarda stranito.
«Sono tutta sudata», gli dico allontanandomi di un passo.
«Non mi importa. Ti adoro tutta bagnata», dice maliziosamente.
«Forse è meglio se ritorno a casa», dico. Mentre sto per avviarmi lui mi ferma.
«Vieni con me. Non te ne pentirai», dice con voce roca.
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SPAZIO AUTRICE_
Ciao ragazzi! Vi è piaciuto questo capitolo? Vi ho sorpresi non è vero? E non abbiamo ancora visto niente, nei prossimi capitoli vi sorprenderò ancora di più. Non perdetevi Dolce Rivincita.
Buona lettura By @SweetCreation94
-Saluto tutti i miei follower e lettori;
-Chi fosse interessato, in un mio libro pubblicizzo le storie;
- Una mia amica crea i BOOK TRAILER;
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