Capitolo 20. SOGNI O REALTA'?
Sandy e Steph sono riuscite a convincermi a raccontarle tutto, di Josh e del nostro "quasi appuntamento".
«E tu hai aspettato tutto questo tempo per dircelo?» chiede irritata Sandy.
«Ascolta non è che non volessi tenervi all'oscuro, ma dovevo prima capire io stessa cosa sta succedendo».
«Non sono arrabbiata con te Cris, anzi sono contenta che tu ti stia guardando un po' intorno, ma pensavo che noi due parlassimo di tutto» mi fa notare Sandy.
«Tu invece mi parlerai di te e di mio fratello?» le chiedo.
«Quando dovresti incontrarti con Josh?» chiede la furbetta, cambiando discorso.
«Stasera!» .
«Cosa? Stasera? Vuol dire che abbiamo pochissimo tempo per trucco parrucco e vestito. Sai già cosa indosserai?» chiede Steph più agitata di me. Sembra essere lei quella che ha un appuntamento, non io.
Si avvicina al mio armadio e inizia a scartare quasi tutto il mio guardaroba, esprimendo giudizi negativi su tutti i miei vestiti, se così si potevano chiamare. Sono comodi!
«Sì, indosserò il vestito bordeaux, con le maniche merlettate» la informo.
«Fantastico. Potresti raccoglierti i capelli con uno chigon, qualche ciuffo sbarazzino, indossare le tue decolté nere e usare la pochette nera» dice tutta eccitata Sandy.
«Ragazze calma. Non è il mio primo appuntamento, so come bisogna comportarsi e come prepararsi. Tranquille. Sembra che siate voi ad avere un appuntamento e non io. Siete più agitate di me».
Come promesso Josh questa volta è puntuale. Aprendogli la porta mi accoglie con un bel sorriso e un bel mazzo di tulipani rossi.
«Questi sono per te, dolcezza» distratta dalla sorpresa del mazzo di fiori, Josh ne approfitta e di sfuggita mi da un bacio sulla guancia. La tenerezza del suo gesto mi mette un po' in imbarazzo. Forse perché non sono abituata a tutte queste attenzioni tutte in una volta.
«Grazie. Entra pure. Dammi solo un attimo per sistemare i fiori e possiamo andare» dico facendogli segno di accomodarsi. Intenta ne sistemare i tulipano, sento di sfuggita le risatine delle mie due amiche, che in questo momento sono al piano di sopra. Quando tornerò faremo due chiacchere.
«Carina casa tua» dice guardandosi attorno.
«In realtà è casa dei mie genitori, dove vivevo fine a meno i un anno fa, ma mi sono trasferita a New York per poi ritornare. Adesso possiamo andare» gli dico, sorridendo e andandogli incontro.
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Arrivati noto immediatamente che il Los Angeles County Museum of Art supera le mie aspettative. Giochi di luce e ombre, circondate dalle consuete palme sparse per tutta la città.
«Questo posto è bellissimo» dico affascinata mentre Josh mi accompagna all'interno.
«Tu sei bellissima» risponde senza staccarmi gli occhi di dosso.
«Grazie» rispondo con imbarazzo.
Incantata dai quadri e dalle opere esposte, vago senza guida ammirando ogni creazione, lasciandomi trascinare dalla curiosità vago senza pensiero.
Ad un tratto provo una strana sensazione di freddo, che impedisce al mio copro di muoversi. Una folata di vento porta fino a me la flagranza di un profumo fin troppo a me noto. Fa che non sia lui. Sento una mano scivolarmi lentamente sulla schiena e sospingermi per andare avanti e continuare il nostro giro. Proprio quando Josh mi mostra ed illustra una scultura bizzarra, ma interessante, lo vedo. I ricordi, i dolori e le delusioni tornano tutte a galla. Il mio cuore rischia di scoppiare. Mi manca l'aria, non riesco a respirare. Istintivamente la mia mano si aggrappa al braccio di Josh stringendolo il più forte possibile. Le gambe non mi reggono più e vedo tutto intorno a me girare.
«Tieniti a me Cris» mi sussurra Josh portandomi in un luogo più appartato. Non so dove mi stia portando, ma non m'importa. Al momento voglio solo allontanarmi. Entriamo in una piccola stanza e solo dopo aver chiuso a chiave Josh mi fa accomodare su un divanetto per sedersi accanto a me. Rimane vicino a me. Sussurra parole rassicuranti. Si prende cura di me e non mi urla contro. Anzi.
«Abbassa la testa fra e gambe e fai respiri lenti e profondi. Inspira, respira, inspira, respira». Accarezzandomi la schiena cerca di aiutarmi a ritornare in me. Devo cercare di riprendere il controllo di me stessa.
«Stai meglio?» chiede, continuando ad accarezzarmi la schiena e facendomi appoggiare la testa sul suo petto. Sento che il suo calore, il suo respiro hanno un effetto magico, calmante su di me. Sento che il respiro è tornato alla normalità e il cuore non minaccia più di esplodermi. Al mio cenno di assenso mi aiuta ad alzarmi. Sollevando il capo i miei occhi incontrano i suoi. Nei suoi occhi vedo timore e preoccupazione.
«Non ti preoccupare non è niente. O due parole.Sarà solo un calo di pressione. Mi capita a volte quando sono qui a casa». Sembra accettare la mia spiegazione. Infondo perché non dovrebbe credervi. Sono sicurissima di essermi sbagliata prima. Non è lui. Se fosse stato lui sarebbe venuto da me, almeno per un saluto
Ritorniamo all'esposizione e ne approfittiamo per accettare un bicchiere di champagne offertoci dai camerieri. Neanche il tempo di assaggiarlo che qualcuno mi urta e facendomi rovesciare sul vestito.
«Guardi dove va quando cammina idiota!» grida Josh contro l'uomo che mi ha urtato e che non di è nemmeno degnato di fermarsi e scusarsi. Accipicchia, il vestito è tutto rovinato. Spero solo il pasticcio sia recuperabile.
«Josh, non è che per caso sai se qui c'è un bagno o una stanza in modo che io possa riparare al danno?» gli chiedo riferendomi al vestito.
«Certo. Ci dovrebbe essere lo studio del proprietario della mostra, che al suo interno ha un bagno. Non credo ci siano problemi se lo usiamo un attimo». Dopo aver parlato con un uomo distinto, mi afferra la mano e mi porta nella stanza di cui parlava prima.
Provo a smacchiare o comunque a rimediare parzialmente usando la saponetta, trovata sul lavandino del bagno e acqua fredda. La macchia sembra scomparire un pochino, anche se non del tutto, ma almeno il vestito non è più appiccicoso. L'unica cosa che posso dire è che questo ufficio è un po' strettino. Si ha un bagno, ma ha lo spazio solamente per due sedie e una scrivania non tanto grande. Uscendo dal bagnetto faccio che scontrarmi contro Josh.
«Scusa!» gli dico spostandomi, ma non me ne dà il tempo e mi stringe a sé.
«Non chiedermi scusa. Scontrami con te è un episodio tutt'altro che spiacevole» dice sorridendo. Riconosco questo tipo di sorriso promette tanto e chiede anche tanto. Mentre rifletto sul fatto che con Josh mi sento bene, serena, priva di preoccupazioni, lo vede avvicinarsi al mio viso, portando una mano dietro la mia nuca.
Oddio !! non starà per. . .
«Rob sei lì? Sono Freddy vieni che sta per iniziare la presentazione di quella scultura» sento chiedere ad una voce maschile. Rob? Freddy? Non era il nome dell'amico di Robert? allora lui è veramente qui. Perché è venuto solo adesso, a rovinare il mio primo momento di serenità?
Durante il resto della serata cerco di rilassarmi. Josh sembra essere veramente interessato al mio lavoro. Chiede sempre di più.
«Vedi per me creare dolci non è soltanto cucinare, ma implica creare, dare vita a qualcosa di nuovo, di unico a cui dare la mia impronta, il mio stile» spiego con enfasi.
«Si vede che ami il tuo lavoro. Quando ne parli ti luccicano gli occhi» mi fa notare lui.
«Si lo amo. È il mio mondo» confermo.
«Hai già in mente dei progetti?» chiede interessato.
Gli spiego che vorrei creare un nuovo sito per far conoscere e pubblicizzare la propria pasticceria e le proprie creazioni .
«Se vuoi potrei aiutarti a creare un sito che pubblicizzi la tua pasticceria di New York qui a Los Angeles» mi proporne.
«Davvero lo faresti?» chiedo sorpresa.
«Per te questo ed altro Cris» dice prima di darmi un semplice bacio sulle labbra, ma che dura quello che a me sembra un'eternità.
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Ritornata a casa, trovo rifugio nel mio letto e mi addormento come un sasso.
Per il resto della giornata trascorro il tempo a creare bozzetti di nuovi dolci. Torrette di paste secche con frutta e diversi biscotti aromatizzati. Senza accorgermene si è fatta sera tardi. Fra non molto i miei genitori torneranno dal negozio.
Mangio velocemente un sandwich per poi continuare il mio lavoro.
I miei piani vengono però rovinati dal continuo bussare alla mia porta. Accidenti! Chi mai potrà essere? Aprendo la porta non ho neanche il tempo di accorgermi chi ci sia davanti alla porta, che Sandy entra come un filmine, seguita da Steph.
«Non abbiamo molto tempo. Perciò cambiati. Mettiti qualcosa di carino, che gridi "PRENDIMI" e andiamo al Night Seven» dice a raffica la mia amica.
«Me lo stai chiedendo o semplicemente dicendo?» le chiedo.
«Non fare la guasta feste. Non ti prendi mai una pausa, tranne che per uscire con Josh. È da tanto che noi usciamo tutte insieme» mi fa riflettere lei, «Non dire di no. Viene anche Marc».
«Eh va bene. Datemi il tempo di cambiarmi e arrivo» dico rassegnata. In fondo cosa mai potrà capitare?
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Ah! Certo che questo Cosmopolita sembra essere davvero squisito. Non so se è il secondo o il terzo che bevo.
«Ragazze avevate ragione. Questo posto è super super super fico! » dico finendo il mio drink. Siamo tutti un po' brilli, «Non per dire, ma ragazze quei due laggiù non vi staccano gli occhi di dosso» dico loro indicando con lo sguardo, due tipi alti e mori ad un paio di tavoli dal nostro.
«Non ti dispiace se andiamo da loro, vero?» chiede sorridente Sandy.
«Andate pure e poi non sarò sola. Ci sarà Marc qui con me» dico stringendo per il braccio il diretto interessato, che per poco non si strozza con il suo drink. La sua faccia è talmente divertente che mi fa sbellicare dalle risate.
Per un po' io e Marc rimaniamo al tavolo chiacchierando di non so cosa e bevendo un ultimo drink. Quando ad un tratto lo vedo alzarsi e porgermi una mano con un sorriso malandrino.
«Oh no. No, no. Niente ballo. No, no» dico indietreggiando. Lui però finge di non sentire. Arriviamo in pista nel bel mezzo di Dejavu di Shakira e Prince Royce.
¿Quién puede hablar del amor?
¿Y defenderlo?
Que levante la mano, por favor
¿Quién puede hablar del dolor?
Pagar la fianza
Pa' que salga de mi corazón
Si alguien va a hablar del amor
Te lo aseguro
Esa no voy a ser yo
Sorprendentemente Marc è anche un ottimo ballerino. Non l'avrei mai detto. Balliamo bene insieme. Ci divertiamo molto. Automaticamente seguo i suoi movimenti. A seguire ci scateniamo in Subeme la radio. Senza che ce ne accorgiamo ci ritroviamo a ballare stretti l'un l'altro. Così vicini che a dividerci non vi è niente. Ci lasciamo andare.
Forse un po' troppo perché la sua bocca si avventa sulle mie labbra, saccheggiandole e immobilizzandomi per lo stupore. Appena dischiudo le labbra per dire qualcosa le nostra bocche si fondano completamente. Il bacio diventa più esigente. Le nostre bocche si cercano e si trovano. L'aria tra noi diventa bollente. Ci risveglia. È dal quel che sento tra noi non siamo gli unici a svegliarci. Allora Marc prova qualcosa, penso staccandomi immediatamente da lui.
No, no, no, no. Non doveva succedere. Questo non doveva proprio accadere. Marc per me è solo un amico. Ho lasciato Rob perché era un farabutto e adesso mi piacerebbe conoscere Josh, ma se mi comporto così sarei davvero un'ipocrita. Senza pensarci due volte esco dal locale e prendo un taxi dritta a casa. Dietro di me sento Marc chiamarmi per cercare di fermarmi. Esco dal taxi lasciano al taxista venti dieci dollari interi senza prendere il resto. Ho la testa letteralmente in subbuglio. Cosa mi sta succedendo? Ad un tratto sento bussare alla porta della mia stanza, ma la stanchezza ha il sopravvento.
..............
Carezze leggere e sensuali percorrono il mio corpo e un caldo respiro, riscalda la mia guancia. Una mano sposta il mio vestito alzandolo e aiutandomi a toglierlo. Con respiro affannato e con gli occhi ancora chiusi le abili mani mi riadagiano sulle fresche lenzuola per ripartire con la loro esplorazione. Dove le mani accarezzavano, labbra focose adoravano, risvegliando in me ogni cellula, perfino quelle più remote. Una calda pressione opprimeva il mio centro e aumentava ad ogni tocco abile e forte. Prima la pancia, poi il seno vengono stuzzicati senza tregua provocando scariche di desiderio intense in tutto il corpo. I miei gemiti soffocati da un bocca vorace, calda ed esigente. Ma non basta. Voglio di più, molto di più. Inarcandomi aumento il contatto tra noi. Sollevandomi per una gamba unisce completamente i nostri corpi, premendo contro di me. Lacrime di piacere mi bagnano il volto, raccolte da dolci labbra. Schiacciata dalla profondità di ogni spinta, le mia gambe si ancorano a lui. Non voglio lasciarlo scappare. Non voglio perderlo. Sudore, ardore e sincronia. Ecco com'è la danza dei nostri corpi perfetta. Intensa.
«Ho bisogno di te!» urlo allo stremo delle forze.
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SPAZIO AUTRICE_
Ciao ragazzi, spero vi piaccia il nuovo capitolo? Riuscirà la nostra Cristyn a far chiarezza su ciò che vuole veramente? E chi sceglierà al suo fianco?
Per scoprirlo non vi resta che attendere il prossimo capitolo di Dolce Rivincita
Ringrazio ed invito:
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