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Capitolo 16. RICERCA DISPERATA


Pov's Robert.

Continuo a chiamarla a ormai più di un paio di settimana, ma niente. Non risponde provo a richiamarla, ma questa volta la segreteria mi dà numero inesistente.

Questa non ci voleva. Ha cambiato numero per non Farsi rintracciare. Non so nemmeno dove possa essere in questo momento. Credo che sia dai suoi genitori, ma la California è uno Stato molto grande.

Devo assolutamente ritrovarla. Cristyn è parte di me, della mia vita. lei è la mia famiglia. Non posso perderla. Sono passati ormai diversi mesi dall'ultima volta che l'ho vista. Tutte le volte che ho provata a chiamarla e lei ha risposto, ha espresso tutto il suo rancore e il desideri di non volermi sentire mai più e di non voler più avere a che fare con me. Non volevo che le cose tra noi andassero in questo modo. Non volevo farla soffrire. Ci tenevo e tengo molto a lei, ma questo non le bastava. Lei voleva di più. Non l'ho mai tradita. Si è vero, molte donne mi vengono dietro, mi adorano e mi fanno offerte di ogni genere. Io però non ne ho accettata nessuna, le ho respinte tutte. Non avevo motivi di prenderle in considerazione. Era ed è Cristyn l'unica donna per cui provavo e provo desiderio, che voglio affianco a me nella vita. Non so come si possa chiamare questa sensazione che provo per lei. Questo desiderio assoluto di ritrovarla, di riaverla con me, nella mia famiglia.

Steve! Perché non ci ho pensato prima. Posso chiedere a lui, dove abitano i loro genitori in California. Sperano che mi voglia ad aiutare.

«Signorina Rush, cancelli e posticipi i miei impegni di oggi a omani» dico alla mia segretaria.

«Sì, signor Pawel, sarà fatto».

Non voglio perdere altro tempo. Chiamo subito Phill.

«Phill, prepara subito la macchina», rimetto in ordine la scrivania, conservando i documenti confidenziali di ogni progetto che stavo esaminando, recupero la mia ventiquattr'ore ed esco dagli uffici.

«Dove la porto signore?» chiede Phill, dopo aver chiuso la portiera ed aver messo in moto la macchina.

«Al locale di Steve Mitchell».

«Conosco il posto. Saremo lì in breve tempo». Per sfortuna il traffico non è dalla nostra parte. Rimaniamo imbottigliati e arriviamo a destinazione solo quaranta minuti dopo.

«Aspetta qui» dico a Phill.

Entrando nel locale noto diversi ragazzi, ma tra questi non vedo Steve.

«Mi scusi, ha bisogno i qualcosa?» mi chiede un biondo, venendo verso di me.

«Sto cercando Steve, sa dirmi dove posso trovarlo?» gli chiedo.

«Dovrebbe essere al chiosco sulla spiaggia, lo Smile Sea. Deve incontrare un fornitore. Se si sbriga lo troverà ancora lì» mi informa.

«Grazie» ritorno immediatamente in auto e dò a Phill l'indirizzo del chiosco. Il posto si trova a Long Island. Dev'essere un fornitore importante se Steve è disposto a percorrere tutta questa distanza.

«Siamo quasi arrivati» mi informa Phill dopo un'ora. L'ora più lunga della mia vita, «Ecco signore. È quello laggiù il chiosco Smile Sea» mi indica.

«Parcheggia qui e aspettami. Voglio parlargli da solo, tranquillamente senza scatenare scontri», dicendo questo scendo dalla macchina e mi dirigo al chiosco. Con la speranza di trovare le informazioni che cerco.

Per fortuna trovo Steve, intento a conversare con il proprietario del chiosco, credo. Notando la mia presenza si scusa con il suo socio e viene da me. Dalla sua espressione non sembra affatto felice di vedermi. Proprio per niente. A dimostrarlo è il gancio destro che mi rifila.

Porca miseria. Deve avermi rotto la mascella, noto massaggiandomela.

«Ascolta Steve. Non sono venuto qui per litigare, ma per parlare» gli dico.

«Parlare. Nessuno di noi vuole avere a che fare con tè. So perché sei venuti qui. Scordati che io ti dia informazioni su Cris. Lei non ti vuole più vedere e sentire. Per quanto riguarda me io vorrei solo spaccarti la faccia e romperti le gambe» mi dice avanzando verso di me, stringendo i suoi pugni.

«Senti, sò di essermi comportato da vero stronzo, di non aver capito quanto vale Cris, quanto sia veramente importante per me. So di averla fatta soffrire».

«No. Tu non l'hai fatta soffrire, tu l'hai istrutta, le hai tolto una parte fondamentale di se stessa. Parte che non potrai mai restituirle. Dammi retta Rob, non farti più vedere o sentire» dice prima di salire su un furgone e andarsene.

«Tutto bene signore?» chiede Phill prima i ripartire.

«Si. Riportami a casa». Approfitto del viaggio di ritorno per chiamare il mio investigatore.

«Pronto?» risponde subito.

«Sono Pawel. Vorrei che lei rintracciasse la famiglia della signorina Mitchell. Dove abitano i suoi genitori, dove è cresciuta. I possibili luoghi e indirizzi. Tutto» gli ordino prima di riagganciare.

Non sarà una passeggiata trovarla, ma sarà ancora più difficile trovare il modo di avvicinarmi e parlarle.

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Pov's Cristyn

In questi giorni sembro essere diventata un'ameba, senza carattere, di volontà. Si sto continuando a lavorare al locale, sto migliorando nella preparazione dei cocktail e degli aperitivi, ma a parte questo non sono più uscita con le mie vecchie amiche del liceo, con Marc. Non sono neanche andata più a fare dei giri in moto. Non ne trovo l'utilità. È come se il mio umore si stesse pian piano affievolendo.

Sto cercando di ideare nuove ricette, ma non me ne viene in mente neanche una. È così che in queste settimane trascorro i sabati sera. Ferma a fissare lo schermo del computer, ad aspettare chissà cosa. L'idea geniale? O un'ispirazione? Non lo so.

«Cris, sono a casa» dice Sandy entrando spedita.

Di scatto chiudo il computer e salto sul divano per lo spavento.

«Ma dico sei per caso impazzita? Entrare così senza farti sentire!» le dico rimproverandola.

«Senti è da almeno mezz'ora che suonavo al campanello e visto che non mi aprivi, dato che sicuramente avevi la testa fra le nuvole, ho usato la chiave di riserva dei tuoi e sono entrata. Non ti dispiace vero?» mi chiede accomodandosi tutta tranquilla accanto a me sul divano. Mi sembra allegra. Forse anche troppo.

«Perché quello strano sorriso?» chiedo diffidente alla mia amica.

«So come posso tirarti su il morale. Stasera uscirai con me e Steph».

«Oh no, no. L'ultima volta che sono uscita con voi. . . ».

«Tu verrai con noi. Tutte e tra parteciperemo alla serata dei fiori» mi dice lei guardandomi, come se dovessi capire a cosa si sta riferendo.

«La serata dei cosa?» le chiedo sempre più confusa.

«Si tratta di una serata di Speed-date, basata sul tema dei fiori. Ogni partecipante dovrà identificarsi con un tipo di fiore e portarlo addosso per tutta la serata» mi spiega lei.

«Non credo che questo tipo di evento sia adatto a me. Non mi sentirei a mio agio per tutto il tempo. Vorrò soltanto andarmene via da lì» le faccio notare.

«Non dire stupidaggini. Sarà perfetto. Tu sarai perfetta e tutti gli uomini che incontrerai ti adoreranno». Sandy è davvero determinata e testarda. Quando si mette in testa una cosa non c'è verso di convincerla del contrario.

«Se ti dico che verrò, mi prometti che sarà per un'unica volta e non mi proporrai mai più speed-date?» le chiedo.

«Affare fatto. Ora pensiamo al trucco, parrucco e vestiti» mi dice, tirandomi per il braccio e portandomi in camera.

Dopo un'ora buona, siamo tutte messe in tiro e ci avviamo al locale. Ti prego fa che stasera non incontri stupidi idioti. Fa che io possa trascorrere una serata per lo meno divertente.

Durante il tragitto passiamo a prendere Steph, per darle un passaggio.

«Ciao ragazze! Pronte per questa serata?» chiede tutta spumeggiante.

«Sì, sì, ma ti prego non ridere in quel modo, mi rompi i timpani» le dico scherzando, felice per la sua ilarità.

Arrivate a destinazione lasciamo la macchina al parcheggiatore ed entriamo nel ristorante, adibito per questa sera a speed-date. Come fiore per identificarmi, la mia scelta è ricaduta sul bucaneve, simbolo di ottimismo. Steph ha scelto invece la Gardenia, simbolo di gioia, che rispecchia il suo carattere sempre vivace e allegro e Sandy ha preferito la margherita simbolo di spontaneità. Sandy è difatti una ragazza spontanea, che segue l'istinto. Non è affatto una calcolatrice.

«Ben arrivate signore. Prego, lasciatemi i vostri cappotti. EJ vi accompagnerà nella grande sala» ci accoglie ed invita un giovane, receptionist.

«Ragazze, voi andate avanti. Io mi fermerò un attimo al piano bar» le avverto.

Per fortuna vi sono diversi posti liberi.

«Cosa le posso offrire?» mi chiede il barman, sorridendomi.

«Un Strange on the night», mi hanno consigliato diverse volte di provarlo. Caffè Musetti freddo, vov, kalua, bayles e crema di latte.

«Ecco a lei!».

Mm. sembra buonissimo. Due secondi dopo tossisco, sentendomi soffocata. Si è buonissimo e si sente un retrogusto di alcool solo dopo il primo sorso. È davvero buono. Con una spinta in più mi sento più rilassata, almeno un pochino.

Mi faccio coraggio. Mi alzo, mi sistemo il vestito e vado a sedermi al posto assegnatomi.

«Signori e signore,. . . » parla un uomo di mezz'età vestito tutto elegante, «. .., benvenuti allo speed-date flowers. Prego le signore di sedersi. A breve la serata avrà inizio».

Vado a prendere posto e noto che le mie amiche non sono tanto distanti da me. Il suono di un gong segni l'inizio di quest'evento.

Vedo accomodarsi al posto libero, di fronte a me un uomo giovane, in completo.

«Ciao, io sono Joe. Piacere di conoscerti» dice presentandosi.

«Ciao Joe, io sono Cristyn» rispondo di rimano.

«Cristyn. Sai avevo una nonna che si chiamava Cristyn. La mia nonna materna. Suo marito, mio nonno, andava ad Harvard e di conseguenza anch'io ho studiato lì per diventare avvocato. Mi sono laureato e ho aperto uno studio con dei miei amici del college. Oh, il college bei tempi, eh? Lo sa che . . .» e continua a parlare ininterrottamente solo lui. Sembra una macchinetta fastidiosa e mi sta facendo venire perfino il mal di testa.

Per fortuna il gong scocca lo scadere dei cinque minuti. Una liberazione.

Subito dopo arriva un bel ragazzo, giovane. Dovrebbe avere la mia età più o meno.

«Ciao , io sono Malcom. Ho venticinque anni e vengo dal Kansas» dice sorridendo. Devo ammettere che ha un bel sorriso e sembra un tipo divertente.

«Io sono Cristyn e ho ventitré anni e sono nata e cresciuta qui a Los Angeles».

«davvero? Non ci credo. Come mai allora non ti ho mai visto in spiaggia. Dico, non mi sarei mai scordato un corpo come il tuo pupa» dice squadrandomi maliziosamente.

Oh no. E pensare che mi sembrava simpatico. Adesso penso solo che lui non sia venuto qui per conoscere, ma solo per trovare compagnia per questa notte.

Non mi piace proprio. Parla solo di uscite, di donne, di alcool e di serate nei locali. Questo è il classico tipo di uomo interessato solo a segnarsi le tacche sulla cintura, ad aumentare le sue conquiste serali.

«Ascolta Joe. Non per sembrare antipatica, ma tu non mi piace. Sei solamente uno senza cervello, che ragiona solo con gli ormoni. Un vero e proprio porco. Dati i commenti e i discorsi che fai. Quindi sono davvero felice che i cinque minuti a disposizione stiano per finire» e suona nuovamente il gong.

La serata continua in buona parte su questa linea. Incontri al dire il vero noiosi, per niente interessanti. Per mia fortuna è ora dell'utlimo turno.

«Ciao, io sono Ian!»

«Ciao, Ian. Io sono Cristyn».

«So che può sembrare sfacciato, ma posso chiederti come mai una ragazza carina come te è qui stasera?» chiede curioso.

«No, non sei invadente, affatto. Semplicemente sono stata costretta da due amiche a venire qui stasera. Avrei preferito rimanere a casa con una bella pizza e guardare una partita di baseball in tv» dico sfinita da questa serata.

«Sai ti capisco. Mentre venivo da te, ho notato che non sembravi tanto entusiasta della serata» mi fa notare.

«Sai, hai ragione è che voi uomini siete tutti così pompati e concentrati solo su di voi» gli dico.

«Ah sì?» chiede.

Iniziamo a parlare di come sono secondo noi gli uomini e le donne, per poi arrivare a parlare del più e del meno, quando il gong segna la fine della serata.

«Mi ha fatto piacere parlare con tè, Ian» dico prima di congedarmi.

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Pov's Mr.X

Le sue gambe, le sue curve sono perfette. Saranno mie. Sono mie. Solo mie e di nessun'altro. ancheggia come una vera provocatrice. Mi sta mandando un messaggio. Vuole essere mia e sarà mia. Presto ci uniremo e non ti lascerò mai andare.

SPAZIO AUTRICE_

Ciao ragazzi, vi è piaciuto il capitolo? E questo Ian, sarà colui che l'ha perseguitata a New York e la sta perseguitando anche a Los Angeles?

Per scoprirlo non vi resta che continuare a leggere Dolce Rivincita!

Buona lettura!! By @SweetCreation94

Ps: Vi consiglio di passare da @BarryCaitforever e non perdere le sue bellissime ed interessanti storie "A Melbourne per amarti.." , "I Diari della luna" , "Strategie di un Nogitsune", "La Volpe Rossa" e molte altre.

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