Capitolo 15. DECISIONI
Pov's Cristyn
Durante questi giorni il mio umore non è cambiato molto. Mi trovavo in uno stato tra la tranquillità e l'ansia. Mia madre sta iniziando a preoccuparsi. Non voglio che si faccia mille pensieri per niente. Si tratta semplicemente di quei giorni no, in cui hai l'umore a terra e non vorresti fare nulla. Purtroppo la vita ti costringe ad andare avanti e a rispettare gli impegni presi.
Oltre al lavoro al locale non faccio altro che tenermi occupata con il blog della pasticceria. Rifiuto ogni altro invito di Sandy, ad uscire con i nostri vecchi amici. Anche la mia Elvis inizia a sentirsi trascurata, è ormai da più di una settimana che è rimasta in garage.
Alla mattina mi alzo mal volentieri e mi ritrovo in uno stato molto simile a quello degli zombie. Sono proprio un disastro. Anche adesso, guardandomi allo specchio credo proprio che devo darmi una ripulita prima di tornare al locale. Sono già le sei di sera e devo ancora lavarmi e rivestirmi, oltre che risistemare la mia stanza. Sembra la piazza dopo la fiera. Tutta sottosopra. Se mia madre la vedesse in questo stato inizierebbe a farmi la sua solita ramanzina di dover tenere in ordine la mia camera, di essere responsabile e bla bla bla.
Come un fulmine riassetto la mia stanza. Sembra un'altra adesso da quanto è ordinata.
Prendo la biancheria e mi reco in bagno. Apro il getto d'acqua della doccia per tastare la temperatura. Mentre si riscalda faccio mente locale dei miei impegni della settimana. Mm, vediamo. Oltre ai miei turni di lavoro devo incontrami con Marc alla pista motociclistica. Non mi sembra di avere altri impegni.
Entrando nel box il tepore dell'acqua mi rasserena, scioglie i miei muscoli. Essa ha un effetto lenitivo su di me. Man mano sento rilassarmi sempre di più.
Pochi minuti dopo sono già intenta a vestirmi optando per una tuta sportiva leggera e attillata nera con una maglietta e scarpe azzurro marino.
«Cris, io sono già pronto ti aspetto fuori così metto la macchina in moto» mi avvisa mio padre. Ah già, stavo per dimenticarmene. Mio padre si è offerto di accompagnarmi a lavoro oggi. Avendo assunto da poco due aiutanti al negozio, può assentarsi per poco, giusto il tempo di accompagnarmi al locale. Pronta lo raggiungo e ci avviamo. Il viaggio di andata sta procedendo silenziosamente, per ora.
«Cris c'è per caso qualcosa di cui vuoi parlarmi? Lo sai che puoi dire tutto al tuo vecchio, lo sai?» dice con fare protettivo, mentre continua a guidare e guardare la strada.
«Non è niente di grave, non ti preoccupare» gli rispondo.
«Ah, ma allora qualcosa c'è!» dice rabbuiandosi.
«Si, ma ti ho dett...» .
«Cris si tratta di quel ragazzo Marc? Perché se è così vado a casa sua e gli do una bella lezione che non si scorderà per tutta la vita» dice stringendo con forza il volante.
«non si tratta di lui. In realtà qualche giorno fa mentre ero di turno mi ha telefonato Robert. chiedeva di ascoltarlo, di perdonarlo di ritornare. Cose così, ma io non me la sono sentita di ascoltare quello che aveva da dire e ho riattaccato» dico guardando fuori dal finestrino
«Robert? quel figlio di puttana osa anche ricontattarti dopo quello che è successo a causa sua? E ti chiede anche di ritornare con lui? Se lo può assolutamente scordare. Dovrà passare sul mio cadavere... quel cretino. Non si avvicinerà a te neanche di un solo centimetro, te lo posso giurare tesoro» mi dice mio padre mentre parcheggia la macchina.
«Ti voglio bene papà. Sei il migliore in assoluto» gli dico schioccandogli un bacio sulla guancia prima di entrare nel locale.
Il tempo di sistemare i dolci preparati per questa serata organizzata per i ritrovi degli studenti universitari ed è già ora dell'apertura. Fin da subito il locale si riempie. A quanto pare molti stanno decidendo di far carburante di drink adesso per poi scatenarsi in pista per il resto della nottata.
In un momento di calma, dove la ressa al bancone è scemata sento il mio cellulare squillare. Istintivamente rispondo senza guardare il nome sul cellulare.
«Piccola. Non riattaccare. Ascoltami. Ti amo. Sto cambiando. Sto aspettando solo te. Mi manchi. Sei tutto er me» dice senza pausa Robert. in sottofondo sento voci di donne. Soprattutto quella di una che gli chiede se vorrebbe andare a casa sua per la notte. Che schifo!
«Sono tutte idiozie, bugie assurde. Tu non mi hai mai amato, tu non sai amare. Non ti interessa vivere con una sola donna. Lo dimostra il fatto che in questo momento sei in dolce compagnia. Mi fai schifo» gli grido arrabbiata.
«Ti sbagli, non è come credi. Ti prego perdonami» cerca di discolparsi lui.
«No. Adesso basta. Ormai è tardi. Dimentica tutto. Io l'ho già fatto» gli dico svogliata.
Lui tenta di attirare la mia attenzione, cerca di convincermi ad ascoltarlo, ma chiudo la chiamata.
Le lacrime di stanchezza e rassegnazione mi inondano il viso. non ne posso più di questa situazione. Sembra che la nuvola di tristezza abbia deciso di perseguitarmi. Ad un tratto sento due braccia stringermi in un tenero abbraccio.
«Cris se hai bisogno io sono qui». Oh cavolo. Marc ha ascoltato tutta la conversazione. Un'altra volta.
«No, ma ti ringrazio. In caso ti chiamerò subito, promesso. Adesso sarà meglio tornare di là al bancone bar» gli dico ringraziandolo.
Per fortuna questa sera sembra essere la serata dell'ironia. La maggior parte dei clienti sono spiritosi. Si è formato un gruppo numeroso, dove a turno, a gran voce, raccontano barzellette davvero divertenti. L'umore di tutti è salito alle stelle e la serata si è conclusa piacevolmente.
Oggi non mi sento stanca come tutte le altre sere, ma più leggera, più serena e lo devo ai miei amici.
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Believer degli Imagine Dragons mi porta via dal mio sogno.
Stavo sognando di trascorrere le vacanze natalizie a casa dei miei genitori. Ci trovavamo seduti a tavola e ridevamo. Ad un tratto ho sentito una mano appoggiarsi alla mia. Mi sono voltata e ho trovo un uomo seduto affianco a me, ma non gli vedevo il volto. Guardando le nostre mai vedevo invece che io portavo la fede al dito. Un attimo dopo il pianto di un neonato mi ha portata a voltarmi dall'altra parte. mentre stavo osservando incantata il bambino, ho sentito l'uomo, vicino a me, dirmi che nostro figlio mi stava chiamando.
Il ritrovarmi tra due persone care mi sembrava un miracolo troppo bello per essere vero. Proprio quando stavo per prendere in braccio il piccolo, il sogno ha incominciato a svanire.
Spegnendo la sveglia noto un messaggio non letto da parte di Sandy.
" Mattinata libera. Vengo da te per le dieci e mezzo. Shopping tra ragazze. Fatti trovare pronta".
Cavolo sono già le dieci e un quarto. Sandy sarà qui a momenti. Velocemente mi faccio la doccia e corro al mio armadio. Per fortuna è una bellissima giornata. Scannerizzando il mio armadio decido di mettermi un vestitino color salmone con fiorellini blu. Mi arriva a metà coscia. Perfetto con gli stivaletti marroni o i sandali alla schiava. Essendo i miei preferiti opto per quest'ultimi.
Un leggero tocco di correttore, matita e un goccio di profumo sono pronta ed esco fuori casa proprio quando Sandy sta per parcheggiare la macchina.
«Ehi socia. Incredibile che tu sia già pronta. Dimmi la verità, non hai letto il messaggio che solamente dieci minuti fa, giusto?» chiede la spiritosa.
«Ecco in realtà l'ho letto quindici minuti fà, ma cosa ti lamenti? L'importante è che io sia pronta. Allora, andiamo?» chiedo accomodandomi in macchina.
Partiamo e subito mi impossesso della radio e la sintonizzo sul canale mio canale di musica preferito. Proprio in questo momento stanno trasmettendo Treat You Better, di Shawn Mendes. Adoro questa canzone. Mi trasmette leggerezza.
Arriviamo in una zona dedicata principalmente al commerci, costituita da numerosi negozi di marche diverse. Negozi che vanno dagli abiti agli accessori da abbinarvi. Da prodotti per casa a prodotti per animali. Da negozi di profumeria, erboristeria a parrucchiere e centri estetici. È incredibile come in una zona non tanto grande possano trovarsi così tanti negozi. è come un museo costituito da due piani, che mostra quadri completamente diversi in ognuno di essi.
Sandy ha la fortuna di trovare sempre il vestito che ha deciso di comprare e persino della taglia giusta. Al contrario, io solo alcune volte riesco a trovare la mia taglia sia di vestiti che di scarpe. Per fortuna questa volta sono riuscita a trovare almeno il vestito giusto. Mi piace veramente. È semplice. È un vestito leggero, a fascia, senza spalline, verdacqua con varie sfumature di verde e blu qua e là
«Allora, visto che siamo riuscite a fare acquisti che ne dici di andare al bar per un caffè?» mi chiede Sandy.
«Certo, perché no?» dico concordando con lei.
Scegliamo di andare al bar che abbiamo visto al negozio in cui Sandy ha acquistato le scarpe. Gli esterni, come gli interni sembrano moderni e colorati. Dentro al bancone vi sono diversi sgabelli alti e viola, delo stesso colore dei tavoli e delle poltrone, in contrasto con il colore giallo delle pareti e del pavimento. Questo abbinamento mi piace molto. Colori totalmente diversi sembrano davvero belli abbinati insieme. Non per forza devono stonare.
Stimo per ordinare quando mi squilla il telefono. Strano è il numero di Steve.
«Steve! Come stai? È tutto a posto?» chiedo mentre faccio segno al cameriere di ordinare un caffè macchiato.
«Ti prego ascoltami Cris!!» urla Rob ,« Dobbiamo parlare . Ascoltami». Io però non voglio rischiare di ricadere nella sua rete.
«Non ti azzardare a richiamarmi un'altra volta questa è stata l'ultima volta che mi hai chiamato» lo avverto.
«Ascolta so di essere stato un stronzo, non ho giustificazioni per questo e lo sò. Ho pensato ogni singolo istante a te , a noi due insieme come una coppia, che ci risvegliamo la mattina insieme, che facciamo la colazione insieme, che andiamo in vacanza insieme , a trovare le nostre famiglie. Non riesco pensare ad una vita senza te. dacci una possibilità» mi chiede per l'ennesima volta.
«Non riesco a credere alle tue parole e non riesco più immaginare un futuro, una vita che in cui ci sia anche tu. Ti prego, non chiamarmi più» gli dico prima di riattaccare.
«Cris, mi dispiace» mi consola Sandy stringendomi una mano. Sono contenta di averla come amica. Il suo sostegno, la sua presenza sono molto importanti per me. La adoro. Lei è parte importante della mia vita. siamo molto legate da sempre, fin da quando andavamo in classe insieme alle elementari.
Sulla strada del ritorno il mio cellulare continua a squillare. È ancora lui. Non a cuor leggero non gli rispondo. Con le lacrime che traboccano, cerco di trattenere i singhiozzi. L'unica cosa che so e che non voglio più soffrire come prima. Così lascio squillare il cellulare all'infinito, senza rispondere.
Sandy capisce all'istante cosa stia succedendo. Comprendendo il mio stato d'nimo non mi fa domanda, semplicemente mi ricorda che in caso di bisogno lei c'è sempre per me.
Essendo ancora presto per andare a lavoro posso dedicare del tempo a me stessa. Dall'armadio prendo un paio di leggins neri, una maglietta sportiva rosa e delle nike. Mando un messaggio a Marc per chiedergli se vuole fare una corsa insieme in spiaggia. Accetta la mia proposta.
"Ok! Ci vediamo direttamente in spiaggia. A dopo".
Con solo una borraccia d'acqua esco e inizio a correre. Sentire l'aria tra i pelli, correre aiuta a svuotare la mente, a sentirsi più leggeri, in pace con se stessi. Senza accorgermene in poco tempo raggiungendo la spiaggia e noto che Marc è già arrivato.
«Ehi. È bello fare una corsa insieme, ma credo, anzi sono sicuro che tu mi abbia chiesto di vederci perché mi vuoi chiedere una cosa» dice, andando dritto al punto.
«Sì, hai ragione. Voglio cambiare numero di telefono. Mi aiuterai?»
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SPAZIO AUTRICE?
Ciao ragazzi, spero vi stia piacendo la storia. La vicenda tra Cristyn e Robert sta andando come avevate immaginato? Per scoprire cosa farà il nostro Robert continuate a seguire la storia.
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