Capitolo 13. SICUREZZA
Pov's Cristyn
La corsa è stata davvero entusiasmante, liberatoria. Libera non pensavo più a nulla. È davvero un peccato che il tempo a disposizione si già finito. Non avrei mai pensato che una moto potesse trasmettere emozioni incredibili.
Quasi arrivata al punto di arrivo rallento e fermo la moto. Toltami il casco vedo fermarsi fianco a me Marc, con la sua Honda rossa.
Vedo avvicinarsi a noi il ragazzo che ci ha accolti una volta arrivati. Non ricorderò mai il suo nome.
«Ragazzi, siete andati alla grande!» dice entusiasta, «Soprattutto tu Cris! Sei stata fantastica» dice avvicinandosi un po' troppo.
«Grazie» dico smontando dalla moto e allontanandomi, con la scusa di portarla al box. Ormai lontana non colgo ciò che si stanno dicendo lui e Marc. Sembrano avere una discussione animata. Spero che non sia un litigio serio.
Arrivata al box, parcheggio la moto. Controllo il cellulare per vedere se nel frattempo mi siano arrivate chiamate. Nessuna. Però ho numerosi messaggi da un numero sconosciuto.
"Ti osservo"
"Hai una casa stupenda"
"Tua madre è davvero simpatica"
"Ti ho vista in spiaggia l'altro giorno. Stavi correndo, con il tuo completino stretto. Era dannatamente sexy"
"Hai degli occhi dolcissimi"
"Sei perfetta"
Tutti i messaggi provenivano dallo stesso numero. Tutti i messaggi erano di questo genere, nulla di inquietante. Tranne l'ultimo.
"Un giorno sarai mia, solo mia e di nessun'altro".
Il gelo si propaga in tutto il corpo. La bile mi sale in gola. Il cuore batte a mille e le mani iniziano a sudarmi.
La mente mi riporta subito alle intrusioni nel mio appartamento di New York. Non è ancora stato scoperto di chi si tratta e io non ho nessuna idea di chi si possa trattare. Angoscia e tristezza ingrigiscono il mio umore.
Non so cosa fare. dovrei parlare dei messaggi a qualcuno? Ai miei genitori, a Sandy o a Marc? Non credo che questo mi aiuterebbe molto. Il numero è sconosciuto e ,oro non potrebbero fare molto per aiutarmi.
«Ehi tutto ok?» chiede Marc riportandomi alla realtà. A seguito c'è il suo amico.
«Sì, tutto a posto».
«Stavo dicendo a Mr Simpatia che per i pass per la pista non c'è problema. Potete passare settimana prossima e ve li farò consegnare. Se vi interessa ogni tanto organizziamo gare per la raccolta fondi per terremotati, vittime di uragani, tornadi, cose così. Eventi durante i quali ognuna pubblicizza la propria attività » mi spiega lui.
«Davvero? E il nostro compito quale sarebbe?» chiedo curiosa.
«Gareggiare, se vi va e portare la vostra bella presenza» dice guardandomi mentre rimarca quest'ultima parte di frase.
«Parli sul serio? Posso quindi pubblicizzare la mia pasticceria? Anche se si trova a New York?» chiedo per precauzione.
«A New York? Cosa ci fai qui? Problemi di cuore dolcezza?»
«Non sono affari tuoi e dolcezza chiami tua nonna. Non ti conosco nemmeno» ribatto irritata.
«Se vuoi possiamo colmare questa lacuna e approfondire la nostra conoscenza» dice ammiccando.
«Le uniche cose che mi interessano qui sono le moto. Non tu».
«E dai dolcezza!» insiste lui.
«Dacci un taglio. L'hai sentita, ha detto che è qui solo per le moto. Stalle alla larga, chiaro. Non è il tuo tipo» mi difende Marc.
«E quale sarebbe il mio tipo? Sentiamo !» chiede lo sbruffone.
«Quelle del bordello, o sulla superstrada!» dice Marc prima di spingermi verso l'uscita, «Prendiamo le nostre moto e torniamo a casa».
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Arrivati a destinazione Marc parcheggia anche la sua moto ed entra in casa con me.
Senza dire una parola mi dirigo in cucina e cerco nel frigorifero qualcosa di fresco da bere. Un bel bicchiere di succo d'arancia rossa.
Mentre bevo, mi accorgo di avere addosso lo sguardo fisso e preoccupato di Marc. Ancora irritata poso il bicchiere sul piano cucina. Forse con troppa forza, perché si scheggia.
«Allora, mi vuoi dire cosa sta succedendo? Alla pista un attimo primo sei felice, divertita e un attimo dopo sei triste, angosciata. Cris, ti puoi fidare di me» dice avvicinandosi e accarezzandomi le braccia.
Ci fissiamo per secondi che sembrano interminabili. Proprio quando lui si sta per voltare, prendo il mio cellulare dalla tasca dei pantaloni e glielo consegno, dopo aver aperto la conversazione con i messaggi dello sconosciuto.
Inizialmente non capisce di cosa si tratta. Mentre legge i messaggi alza più volte il volto guardandomi, facendomi comprendere che non sta capendo di che cosa si tratti. Dopo un paio di minuti, sembra essere arrivato alla fine dei messaggi, perché lo sento imprecare.
«Merda! Da quanto va avanti questa cosa?» chiedo arrabbiato, stingendo pugni . Il suo umore è cambiato. Sembra così arrabbiato.
«Da un paio di giorni, ma non gli ho dato tanto peso» dico cercando di scusarmi.
«Non gli hai dato peso? Ma dico, sei impazzita? Sai che c'è ancora qualcuno in giro che si è introdotto nel tuo appartamento a New York e non dai peso a una cosa di questo genere?» indietreggio per timore che si arrabbi di più. Lui pare notare la mia reazione istintiva e cerca di scusarsi.
«Cris. Ascolta, non sono arrabbiato con te. Ma con quel maniaco che ti perseguita. Tengo e te, siamo amici e gli amici si sostengono a vicenda. Come posso aiutarti se non mi dici mai nulla? Ti puoi fidare» mi dice Marc, riavvicinandosi a me e alzandomi il volto per guardarlo negli occhi. I suoi occhi mi trasmettono sicurezza, conforto, protezione, ma mi fanno sentire anche stupida per non essermi confidata prima.
«Adesso ti dico cosa faremo. Mi darai il numero di questo maniaco, così lo terremo sotto controllo. Appena ti arriveranno messaggi tu devi avvisarmi subito, a qualsiasi ora, ovunque io sia e qualsiasi cosa io stia facendo, chiaro? Per stasera, non mi fido a lasciarti andare da sola. Mi offrirei per venire anch'io con te e le tue amiche, ma ho il turno al locale. Chiederò un favore ad un mio amico, che lavora in quel club di tenere gli occhi e orecchie ben aperte» mi dice serioso.
«Credi sia necessario?» domando.
«Assolutamente sì. Devo andare. Mi raccomando fai attenzione Cris. Avvisami se hai bisogno» detto questo lo vedo andarsene sulla sua honda.
......................
Durante tutto il girono non ho fatto che rimuginare su quanto mi ha detto Marc. C'è un maniaco che mi importuna, qui e anche a New York. Che si tratti della stessa persona? Non lo so, ma non voglio rischiare che capiti qualcosa di brutto. La voglia di uscire sta sera al club con le ragazze è scomparsa.
Ho avvisato Sandy dei messaggi e del fatto che non uscirò sta sera.
Avvolta da dubbi e pensieri, sto per scivolare nel sonno quando ad un tratto sento il mio cellulare avvisarmi dell'arrivo di un nuovo messaggio. Vediamo chi è.
"Ciao sono Sandy. Ascolta non puoi deprimerti per il resto della giornata. Non so cosa farei al tuo posto se avessi perso anch'io il mio bambino e l'uomo che amo. Però sono la tua migliore amica e so cosa devo fare. devo aiutarti a riprenderti, passo, passo. Quindi per iniziare devi uscire con me e le nostre vecchie amiche questa sera. Non vedono l'ora di rivederti"
Ci penso un po' su. In fondo cos'altro potrei fare questa sera oltre a poltrire sul divano? Se starò in mezzo ad altra gente cosa mai potrà accadermi. Poi chiunque sia per ora mi ha inviato solo messaggi e non si sa neanche se si trovi qui a Los Angeles.
Quindi le rispondo "Accetto. Ci sono. Dimmi dove e quando".
"Al locale vicino alla torretta. Non ti preoccupare il posto non è sullo strapiombo ma verso l'entroterra! Alle otto in punto".
.............
Mi sono sistemata i capelli lisci questa volta lasciandoli liberi sulla schiena, e ho indossato gli orecchini che mi ha regalato Sandy a natale. Per questa sera ho indossato un vestitino corto, che mesi fa non avrei assolutamente indossato. Il corpetto è talmente stretto che mette in risalto il mio seno. Ha decorazioni ricamate al centro e continuava con una gonna corta che arrivava a metà coscia, con sotto dei leggeri e davvero stupendi leggins neri, brillantatati. E non potevano mancare gli stivali in pelle tacco dodici.
Pronta, prendo pocket, cellulare e corro, non devo arrivare in ritardo.
Salgo sulla moto e spero non ci sia traffico. Los Angeles una città troppo trafficata, in macchina ci avrebbe messo una vita per attraversare la città. IN MOTO accorcio i tempi e sarò più veloce.
Partita, ho la sfortuna di incontrare quasi tutti i semafori rossi. Come se si fossero coalizzati tutti contro di me, questa sera. Dopo quello che le sembro un'eternità il semaforo diventa verde e lei scatto all'istante. Sono già le otto. Le altre dovrebbero essere arrivate . Per fortuna sono quasi a destinazione. Finalmente raggiungo il parcheggio del locale, lascio lì la moto e raggiungo le altre.
Arrivata vedo subito Sandy farmi segno. Eccole!
«Ciao ragazze. Sono felicissima di rivedervi!» dico abbracciandole e salutandole una ad una.
«Allora che ve ne pare del posto? strepitoso vero? Non fatevi ingannare da tutti questi fustacchioni qui in giro, sono qui solo per una cosa e non l'avranno da noi stasera. Penseremo solo a noi stesse, al nostro divertimento. Un giro di tequila offro io! » dice Steph incoraggiandosi.
Al liceo Steph era una ragazza pom pom, molto sveglia e simpatica. Se la cavava in tutte le materie. Alta e bionda era una delle ragazze più ammirate.
Dopo un paio di giri tutti in pista.
«Avevi ragione la musica è da sballo e il posto non è niente male».
«Che ne dite di un altro giro?» propongo. La proposta accettata all'unanimita', ci ritroviamo al bancone bar a bere altri shottini. Il barman di cui non ricordo il nome, quello biondo che all'inizio ci ha servito la tequila, non mi toglie gli occhi di dosso.
Sto parlando con Sandy quando un cameriere mi porta un bicchiere di champagne con una ciliegia.
«Non l'ho ordinato».
<<È offerto il barman>>, volgendomi verso di lui alzo il bicchiere in segno di ringraziamento.
Finito il drink mi dirigo in bagno, cercando di rimanere in equilibrio su questi maledetti tacchi. Accidenti sono una vera trappola mortale. Non sono mai a mio agio vestita così, ma non volevo deludere le mie amiche, in fondo stanno cercando di farmi sentire meglio.
A fatica riesco a liberarmi dei leggins. Dopo essermi rinfrescata, cercando di non rovinare il trucco, l'opera d'arte che mi è riuscita per la prima volta, ritorno al bar.
Quando raggiungo le mie amiche al bancone bar il barman continua a fissarmi, decido di fare finta di niente di continuare a parlare con le ragazze. Per la curiosità ogni tanto mi capita di votarmi per controllare se il barman c'è ancora, ma non lo noto da nessuna parte.
« Ehi Cris girati guarda chi c'è dietro di te!» mi incita una Steph abbastanza brilla.
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SPAZIO AUTRICE_
CIAO RAGAZZI? COME STATE? PIACIUTO IL NUOVO CAPITOLO? CHI SARA' MAI IL MANIACO!! SPERO ANCHE VOI RIUSCIATE A COGLIERE UN NUOVO LATO DI CRIS, QUELLO AFFASCINANTE CHE ATTRAE GLI ALTRI.
BUONA LETTURA BY @SweetCreation94
PS: non perdetevi Il diario di Sara:) di @livsilver_29
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