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Capitolo 10. CRESCITA



Pov. Robert

Da un paio di settimane lavoro ad un progetto, per espandere le mie proprietà di ristorazione. Voglio creare una specie di labirinto in cui in ogni intersecazione ci sono diverse casette, ognuna che prepara un diverso e solo tipo di dolce. In ogni casetta ci dev'essere una piccola dispensa, con un cucinino, in modo da creare solo quel tipo di dolce, per poter creare, organizzare una specie di "festival del dolce".

Voglio realizzare ciò in nome di Cris. In questo modo mi sembra di sentirla vicina.

Grazie all'aiuto di Harry ho anche creato un blog in cui pubblicizzo la pasticceria di Cris. Spero che questo possa essere un modo che mi aiuti a starle vicino, ad aiutarla nel suo grande sogno. Anche se non sono riuscito a starle vicino come avrei dovuto, la aiuto a raggiungere il suo obiettivo professionale più alto, per dimostrarle che tengo veramente a lei.

Per il resto va come deve andare. Mia madre continua ad invitarmi a casa, per farmi conoscere le figlie delle sue amiche, ma io non demordo. Rifiuto i suoi inviti. Invento impegni improvvisi e mi presento alle cene. La maggior parte delle volte vado con Harry al nostro solito pub.

Come sta sera. Lo sto ancora aspettando. Non è da lui arrivare in ritardo. Nel frattempo ordino un paio di drink.


Penso a lei. A cosa stia facendo in questo preciso momento. Se mi sti pensando ose sia già andata oltre. Se è già andata avanti o abbia conosciuto qualcun altro. Spero di no. Il solo pensarla parlare, stare vicino a qualcun altro mi manda in bestia. Non lo sopporterei. Il fatto di non averla qui accanto a me è dovuto ad un mio errore.

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Pov.Cristyn

In quest'ultimo periodo ho ripreso a lavorare sul blog della pasticceria. Ogni tanto noto che mi arrivano messaggi pubblicitari alcuni riguardanti la il negozio e altri che non hanno niente a che fare con la mia attività in entrambi i casi cestino ogni tipo di questi messaggi. Non mi interessano.

Non visito neanche altri siti di altre pasticcerie perché non mi interessa "spiare" o copiare la concorrenza. Utilizzo solo e solamente il blog della mia pasticceria, non vado a cercarne altri.

Durante il giorno creo ricette, slogan o promozioni per la pasticceria. Di pomeriggio vado a correre e di sera vado al locale.

Da quell'episodio del giorno scorso i ragazzi sono diventati più protettivi nei miei confronti. Credo che mi avessero preso per la solita raccomandata, che viene assunta ma che poi non combina nulla. Io gli ho invece dimostrato che porto a compimento ogni compito che mi viene dato, senza fare lamentele. Se non comprendo qualcosa chiedo subito chiarimento ai miei colleghi, per evitare errori e disguidi. Insomma, sono riuscita a farmi conoscere per quella che sono veramente, a fargli cambiare idea su di me.

Soprattutto l'atteggiamento di Marc nei miei confronti sembra essere cambiato. A volte ci fermiamo anche oltre la chiusura per una chiacchierata. Talmente presi dalle nostre discussioni non ci accorgiamo che l'ora si fa tardi e ogni volta Marc si offre di riaccompagnarmi a casa e prima di andarsene mi saluta e mi augura la buona notte. In questi pochi giorni ci siamo avvicinati molto. Non so cosa ci sia bene tra di noi. Si potrebbe definire amicizia. Solo che sento che si tratta di qualcosa che va ben oltre un semplice legame di amicizia. Non so bene ancora come definire lo stato d'animo che provo ogni volta che sto sola con lui. Lui sembra tenere a me. Credo che all'inizio io avessi ragione. Tutta quella sua freddezza e quella sua voglia di mantenere le distanze, il suo voler sembrare un duro, solitario fosse solo una facciata. Ho scoperto lati di lui che prima non conoscevo. Ho conosciuto un Marc amorevole e sincero. Ogni giorno mi ricorda che per ogni difficoltà e necessità lui è sempre presente.

Grazie a lui riesco a superare questi momenti cruciali della mia vita. ancora non gli ho raccontato nulla per quanto riguarda il vero motivo del mio trasferimento. Ancora non me la sento. Grazie a lui riesco a vedere la vita secondo una prospettiva ottimistica e non mi lascio scoraggiare da tutti gli aspetti negativi che possono caratterizzare il mio percorso. Marc è diventato un punto di riferimento importante, qualcuno su cui contare davvero. Quando ho dei dubbi su qualsiasi cosa lui mi ascolta, mi da consigli.

Grazie al suo aiuto sono riuscita ad imparare a creare diversi tipi di aperitivi, contando solamente sulle mie capacità col tempo sono riuscita a trovare dimestichezza nella gestione dei rifornimenti e nella preparazione degli aperitivi.

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Nei giorni seguenti il mio lavoro al locale procede senza incidenti.

In questo momento, come settimana scorsa, essendo a fine settimana arrivano molti studenti che vogliono svagarsi e divertirsi.

«Cris! Fai attenzione stasera, cerca di rimanere il più possibile al bancone bar. Ci sarà il pienone. Non voglio che accada niente di quello che è successo l'altra volta» mi dice premuroso e preoccupato Marc, riferendosi alla sera in cui quell'idiota mi ha importunato mentre ero di turno a servire i tavoli.

«Non ti preoccupare. Starò tutto il tempo al bancone bar e con me ci sarete tu e il ragazzo nuovo» gli rispondo mentre sistemo i bicchieri puliti sulla mensola.

«In caso io dovessi assentarmi vi avviserò. Tu stai attenta» mi dice prima di prendere un'ordinazione.

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Come promesso rimango al bancone bar. Ad un tratto arriva un ragazzo indeciso su quale drink ordinare.

«Tu quale mi consiglieresti?» mi chiede, sorridendo e guardandomi negli occhi, sorridendo.

«Ehm . . . io ti consiglierei il Cola rum, ma con un'aggiunta di lime» gli dico. Lui però non sembra tanto convinto.

«E se tu mi preparassi qualcosa che non c'è sul menu?!» chiede lo sbruffone. So dove vuole arrivare, ma con me ha sbagliato alla grande.

«Non credo che qui ci sia ciò che cerchi» gli rispondo voltandomi e non dandogli più corda.

«Oh andiamo bambolina!!!» dice cercando di attirare l'attenzione. Vuole qualcosa fuori dal menu? E allora lo avrà. Dio ridendo tra me e me, al sol pensiero di vendere la sua faccia nel momento in cui assaggerà il suo nuovo drink.

Prendo lo shaker e creo un cocktail con sangria, succo di fragole e mora, con un'aggiunta di peperoncino messicano.

«Ecco a te!» dico prima di allontanarmi e fingere di non osservarlo. Lui tutto tranquillo e non consapevole di ciò che sta realmente bevendo, ride e sghignazza con i suoi amici, facendo scommesse su quante tacche sulle cintura si sarà segnato a fine serata. Al primo sorso non sente ancora niente. Finisce il drink in una sola sorsata, tutto in una volta. Io attendo, impaziente come una iena con la sua preda, che il drink faccia effetto.

La sorte non mi fa aspettare molto. Dopo poco il ragazzo inia a sentire caldo e si lamenta del fatto che si sente la bocca svampare. Decide di andarsene con i suoi amici visto che in quello stato no riuscirà a concludere niente, ma i suoi amici gli dicono che loro stanno bene e che quindi rimarranno al locale un altro po' e che lui se vuole può andarsene. Viene lasciato quindi solo come un baccalà. Ben gli sta'. Rido tra me e me.

Per sfortuna a Ethan questo piccolissimo episodio non è sfuggito.

«Criiis! Cosa hai combinato?» mi chiede preoccupandosi.

«Non ti preoccupare! Quel tipo ci ha provato con me e l'ho respinto, ma come il tipo dell'altra sera si stava spingendo troppo oltre e stava facendo battute indecenti su di me. Ho voluto cavarmela da sola. Voleva qualcosa "fuori dal menu" e gliel'ho data. Un bel drink passion corretto con un po' di peperoncino» gli dico.

«Peperoncino? Davvero?» chiede ridendo.

«Si!» .

«Quanto gliene hai messo?» chiede.

«Un cucchiaino» gli rispondo.

«Solo uno? Potevi mettergliene due? La prossima volta raddoppia la dose» mi dice ammiccando prima di ritornare ai tavoli a prendere le ordinazioni.

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Il resto della serata così come i giorni seguenti passano velocemente. Credo che svolgendo un compito che mi piace e lavorando in un posto, in un clima e con persone davvero gradevoli e simpatiche il tempo di venti più leggero, piacevole e passi velocemente, senza che noi ce ne accorgiamo.

Sandy è riuscita ad ottenere come incarico il compito di intervistare la squadra dei San Francisco 49ers, o almeno qualche giocatore, l'allenatore, il presidente e il fan-club. Per lei questa è un'opportunità importante. Potrà favorire un avanzamento di carriera o potrà portare il suo capo a decidere di assegnarle nuovi compiti, nuovi argomenti su cui scrivere articoli.

Queste settimane di lavoro tutto sommato stanno andando bene, per entrambe.

In questo momento essendo ancora pomeriggio, ho ancora tempo da dedicare al mio book. Proprio mentre sto finendo il disegno di una mia nuova creazione sento il mio cellulare squillare.

«Pronto?!» rispondo senza guardare il cellulare per vedere chi ha chiamato.

«Ciao Cris sono Sandy. Ascolta oggi sono riuscita ad intervistare presidente e allenatore della squadra di football. Entro un paio di giorni dovrei riuscire ad intervistare anche giocatori e fans-club» mi dice lei, ma sono sicura che sta per aggiungere altro.

«Ti ho chiamato perché mi è venuta un'idea. Ti andrebbe se organizzassimo un'uscita, sabato sera con le nostre vecchie amiche di liceo?» mi propone Sandy.

«Non saprei» le dico indecisa.

«Cris ti prego. Sarà un'occasione perfetta per non pensare altro che divertirci» cerca di convincermi lei.

«Anche se volessi devo chiedere prima il permesso a Marc. Devo chiedergli se può darmi il sabato libero» le dico.

«Vedrai che se gli farai gli occhi dolci ti darà la serata libera» mi dice ridendosela a crepapelle.

«Non è come credi!» le dico cercando di rimanere seria, anche se scoppio anch'io a ridere.

«Fammi sapere cosa decidi. Adesso devo andare. Ciao!».

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Arrivo al locale un po' prima in modo da poter parlare cinque minuti da sola con Marc.

Per fortuna lo trovo da solo nel magazzino, intento a sistemare gli scaffali.

«Hai intenzione di rimanere imbambolata lì o vieni ad aiutarmi?» aia. Oggi sembra di cattivo umore. Non voglio farlo innervosire ulteriormente. Quindi senza discutere lo aiuto a sistemare le nuove provviste. Dopo che abbiamo finito, torniamo al bancone bar. Marc è ancora silenzioso. Sembra preoccupato per qualcosa.

«Marc va tutto bene?» gli chiedo avvicinandomi a lui, accarezzandogli un braccio per fargli sentire la mia presenza.

«Si. Non preoccuparti. Pensa a lavorare» mi dice bruscamente.

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Per tutto il resto del turno manteniamo le distanze. Ancora non ho capito bene quello che è successo. Perché ad un tratto, così all'improvviso sia diventato il ragazzo che ho conosciuto settimane fa.

Mentre sto preparando un paio di tequila per due ragazze mi sento toccare la spalla.

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SPAZIO AUTRICE_

Ciao ragazzi! Buona pasquetta a tutti. Piaciuto questo capitolo? Come pensate che se la stia cavando Cristyn? Credete che Robert tenga ancora a lei?

Per scoprirlo non perdetevi i prossimi capitoli!! Buona lettura.

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