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Just me and... me


JUST ME AND... ME

C'è una maschera per la famiglia.
Una per la società.
Una per il lavoro.
E quando stai da solo, resti nessuno.

— Anonimo

Mi fanno paura tante cose, credetemi. Davvero, davvero tante. Credevo che ormai sarei stata capace di capire cosa mi fa paura e cosa no.
Evidentemente ho ancora molto da imparare...

La musica a palla mi riempie la testa, impedendomi di pensare a qualsiasi altra cosa se non al testo della canzone. È buio, ma non ci faccio troppo caso. Controllo il telefono come un'ossessa, sperando che qualcuno risponda al mio messaggio. Per ora, nessun segnale di vita.

Sbuffo. Gli ho scritto un'ora e mezza fa, possibile che non abbiano ancora letto il messaggio?

Una notifica.
"Scusa, sono via, non posso venire. Se vuoi, ci becchiamo domani?"

Sorrido. L'unico da cui non mi aspettavo una risposta, l'unico che non considero un amico, è stato l'unico a rispondermi.
Bel colpo, begli amici del cazzo, penso.

Rispondo con un "Tranquillo, non preoccuparti."

Spengo il telefono e ritorno alla realtà. Delle bimbe stanno saltellando sulla scalinata. Una di loro cade giù. Trattengo una risata.

Mi piacciono i bambini. Sono creaturine spensierate che ancora non sanno cosa significhi vivere in un mondo che fa così schifo.

La madre le chiama e loro corrono da lei.

Nonostante io mi trovi in un posto affollato, mi sento sola. Sorrido.
Mi sa che è tempo di fare nuove amicizie...
Ah, vero. Non ne sono capace.

Due signori si vedono, si corrono incontro, si abbracciano e si danno delle affettuose pacche sulle spalle.

Li guardo. Uno di loro incrocia il mio sguardo e mi sorride. Ricambio al meglio, sperando di non risultare finta.

Una decina di persone che non conosco si raggruppano vicino a me per sentire meglio la musica.
Faccio un respiro profondo. Bleah. Odio essere schiacciata in mezzo a troppe persone.

Il ragazzo che controlla il gonfiabile dove giocano i bambini – lo stesso ragazzo che guardo da ormai un paio di settimane – sembra essersi accorto che non sto proprio benissimo. Mi sta fissando. Gli sorrido, sperando che la smetta.

Mi appoggio al muretto, cercando di fare respiri il più profondi possibile.

Cerco di spostarmi, ma una ragazza di schiena mi blocca la strada.
Cazzo. Voglio solo spostarmi da qui.

Un suo amico mi nota e mi indica. Lei si gira e mi guarda. Mi schiarisco la voce.
"Poss- mh... posso passare?"

Mi sorride e si sposta.

Un ragazzo con gli auricolari mi passa di fianco. Ci guardiamo. Nessuno dice niente. Non sembra a suo agio neanche lui.

Vado alla bancarella dei dolci.
A me neanche piacciono i dolci.
È pieno di caramelle.
Sbuffo e mi sposto.

Controllo che non ci sia nessuno e torno sulla scalinata. C'è ancora la musica. È pieno di gente che balla. Mi ritrovo a sorridere.

Una ragazza in particolare attira la mia attenzione. Indossa un lungo vestito rosso. Sta ballando con suo marito. Si guardano negli occhi. Lui la fa girare e poi la solleva.

Sorrido ancora di più. Si vede, da come si guardano, che sono innamorati.

Il respiro è a posto. Il cuore batte a un ritmo normale.

Mi giro. Vedo i ragazzini dell'altro giorno. Li guardo storto. Loro ricambiano lo sguardo.

Guardo l'ora. 23:15.
Dovrei tornare a casa, penso.

Decido che posso rimanere ancora un po'. Mi siedo su un gradino e sto con il telefono.

Senza che me ne accorga, finisco in una chat di qualche anno fa. Due estati fa, se non sbaglio.

Trenta messaggi visualizzati.
Trenta messaggi per trenta giorni diversi.
Uno al giorno.

Indovinate? Nessuna risposta.
Non sono uscita con nessuno quell'estate.
Non mi hanno mai risposto.

Sbuffo. Devo smetterla di pensarci. Magari erano impegnate per davvero.

Rido da sola.
"Va bene, non importa. Sarà per la prossima volta", mi dico.

Mi alzo e torno a casa.

Vado dritta a letto.
Come se mi mettessi davvero a dormire...

Prendo il telefono.
"Non importa, sono tornata a casa. State tranquilli."

Dopo mezzo secondo, mi arriva un messaggio.
"Ah ok, va bene. Non potevo venire comunque."

Sorrido.
Cosa mi aspettavo?
Non lo so neanche io.

Continuo ad illudermi.
Dovrei smetterla.

Una gocciolina d'acqua bagna il telefono.
Mi asciugo la guancia.

Non piangerò per una cazzata del genere.

Nota dell'autrice:

Mhhhhh. Benvenuti nelle mie giornate pessime hahahah.

Mi sento molto in imbarazzo a pubblicare questa cosa, sinceramente. Però vabbè, dai, bisogna fare una cosa imbarazzante almeno una volta al mese hahahah.

Con questa cosina voglio farvi capire che abbiamo tutti delle giornate no. :)
Quindiii, non arrendetevi! La vita farà anche schifo, ma c'è un equilibrio. :)

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