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4: La festa

Ero molto preoccupata per l'incontro tra la direttrice e Daniele. Nadia e Serena cercavano di distrarmi e di curarmi ma il mio pensiero era sempre verso di lui. Perché era stato convocato? Perché la direttrice lo aveva cercato? Che cosa era accaduto?
"Che cos'hai Francy?" chiese Nadia.
"Sono preoccupata" risposi. "Chissà perché la direttrice ha cercato..."
Accidenti, non riuscivo nemmeno a dire quel nome, troppo bello per essere pronunciato da me che mi agitavo con una facilità impressionante.
Sentii bussare alla porta e cercai di alzarmi, ma Serena mi precedette e mi disse: "No, ferma! Tu devi riposare!"
Aprì la porta e vidi qualcuno raggiungermi alla velocità della luce. Ebbi paura e cominciai ad agitarmi ma quando lui mi prese per mano lo riconobbi e mi tranquillizzai.
"La direttrice ha scoperto tutto" mi disse.
"E cos'ha deciso?" chiesi.
"Ha detto che mentire non è la cosa migliore, ma ha lodato sia me che te, il problema è che Cassandra se l'è cercata, capisci? Credo che lei l'avesse capito fin dal principio! E poi si è capito che per te una bugia sarebbe stata un peso sulla coscienza!"
"Grazie" sussurrai. "E tu come stai?"
"Io sto bene tesoro" rispose lui. "E tu, invece?"
"Adesso sono un po' più tranquilla!" gli risposi. "Però mi sento un po' frastornata, ho una strana sensazione qui, alla testa."
"Girati, fatti guardare" mi disse sollevandomi con delicatezza la testa. Quel contatto con lui mi fece rabbrividire leggermente e lui lo sentì.
"Hai freddo?" mi chiese con tenerezza.
"No, sto bene" risposi. "Cioè, non bene inteso come... come bene fisico!"
"Hai ancora la febbre?" mi chiese.
"Non lo so" risposi.
Lui mi baciò la fronte e mi disse: "Mi sembra che vada un po' meglio piccola!"
La febbre andò avanti per un paio di giorni durante i quali venni a sapere di una festa in maschera.
"Ehi Francesca! Tu credi che verrai a questa festa in collegio?" chiese Daniele.
"Non posso, non ho una maschera" gli risposi.
"Povera piccola, non ha una maschera e non può comprarla perché è troppo povera per farlo!" disse Cassandra.
"Tu non ti smentisci mai, vero?" le chiese Daniele. "Non ti è bastata la punizione?"
Poi si avvicinò a me e mi prese la mano per farmi coraggio.
"Stai tranquilla, per quanto riguarda la maschera posso procurartela io e non accetto un no come risposta! Non devi farti problemi con me, okay?"
Cavolo, ma esiste un angelo come lui?
"Grazie, ma io..." dissi con un filo di voce.
"Ma che gentile il nostro Daniele!"
"La smetti o no di sputare il tuo veleno?" disse lui. "Dovresti imparare a tenderla quella manina bianca e non a tenertela stretta in questa maniera!"
Mi portò di sopra e disse: "Aspettami qui principessa, tra poco avrai una bella sorpresa!"
Infatti un paio d'ore più tardi mi trovai un pacco sul letto con su scritto: "Ecco il tuo regalo piccola!"
"Piccola" era cerchiato di giallo.
Aprii il pacco e trovai il travestimento completo di Cenerentola.
Mi preparai e sentii qualcuno bussare alla mia porta. Aprii e c'era lui!
"Sei stupenda!" mi disse.
"Grazie mille... per tutto" sussurrai.
"Ora però devi conservare questo vestito per stasera." mi disse Daniele.
"Sì, hai ragione" acconsentii. "Ma ho una strana sensazione, te lo giuro!"
"Stai tranquilla, andrà tutto bene" mi tranquillizzò lui.
"Però... però dovresti andare, non posso toglierlo adesso" gli dissi.
"Hai ragione piccola! Allora tu vai a cambiarti, io ti aspetto" mi disse lui.
Andai a cambiarmi e lo raggiunsi correndo.
"Posso chiederti un favore?" gli chiesi con un po' d'esitazione.
"Anche due!" rispose lui.
"Mi permetti di abbracciarti?" chiesi.
"Ma ci mancherebbe! È ovvio che te lo permetto!" disse lui avvicinandosi a me e abbracciandomi fortissimo. Era dolce, molto dolce, e tra le sue braccia mi sentivo protetta. Era davvero stupendo.
"Adesso però sono io che devo chiederti una cosa!" mi disse con dolcezza.
"E sarebbe?" chiesi un po' intimidita.
"Vuoi essere la mia Cenerentola per questa sera?" mi chiese.
"Dici sul serio?" chiesi sorpresa.
"Sicuro che dico sul serio piccola mia! Allora? Vuoi essere la mia Cenerentola?"
"La tua Cenerentola!" esclamai felice.
Lo strinsi più forte e dopo un po' gli dissi: "Sì che voglio essere la tua Cenerentola!"
"Allora verrò a prenderti mia piccola Cenerentola!" disse lui sorridendo.
Ero felice, così felice da iniziare a ballare e saltare per tutta la stanza, e considerando che per me il ballo è un tabù era un bel traguardo, o no?
All'improvviso la porta della mia stanza si riaprì ed entrò quell'arpia di Cassandra. Subito dopo arrivarono le mie amiche e la strega disse: "Ma che bel vestitino!"
"Ti prego, ti scongiuro, non toccarlo!"
"Ma no, non lo tocco! Lo distruggo!" diisse Cassandra.
Nadia e Serena le si lanciarono contro e la bloccarono per cercare di fermarla ma lei scalciava peggio di una mula impazzita.
"Lasciatemi! Quella ragazzina non merita tanto affetto da nessuno e ancora meno da parte di Daniele!" inveiva.
"Smettila strega!" le gridò Serena. "Chi non merita è chi dice che qualcun altro non merita! Quindi smettila di sputare il tuo veleno, mi sono spiegata?"
Cassandra scalciò a tal punto da raggiungere il mio vestito e tirò fuori dalla tasca un paio di forbici.
"No, ti scongiuro!" le dissi, ma quelle grida non mi servivono ad un bel niente perché la strega afferrò il mio vestito e lo ridusse in mille pezzi.
"Sei una miserabile!" gridò Nadia. "Hai ottenuto quello che volevi! Adesso togliti di torno!"
"No, voglio guardarla bene!" disse Cassandra. "Non riuscirà a trattenere le lacrime tanto a lungo, è troppo debole e stupida!"
"O esci con le buone o ti portiamo via di peso!" dissero entrambe le ragazze.
Cassandra uscì dalla mia stanza. Io attesi di sentire i suoi passi allontanarsi. Mi gettai sul letto e scoppiai in un pianto disperato. Mi coprii il viso con le mani e sentii gli occhi bruciare a causa delle lacrime. I singhiozzi divennero terribilmente forti e soffocanti. Le ragazze erano uscite, avevano sentito che ero triste e che desideravo restare un po' da sola.
All'improvviso sentii la porta aprirsi.
Qualcuno eentrò nella stanza. Io non volevo girarmi per guardare, anche perché non volevo che si notasse che avevo pianto, ma alla fine la curiosità mi prese. Vidi qualcuno che guardava il pavimento e mi prese il panico.
"Che disastro!" disse una voce che avrei riconosciuto tra mille. Era lui!
Si avvicinò al letto e mi strinse a sé.
"Scusami, ti giuro che non volevo che tu soffrissi così! Non piangere!" disse dandomi un leggero bacio sul collo.
"Non sarò mai la tua Cenerentola! Non me lo permetteranno mai, non è giusto!"
Lui mi tirò su e mi guardò dolcemente.
"Santo cielo, come ti hanno ridotta!" disse. "Non m'importa del vestito! La sola cosa che m'interessa sei tu!"
"Non può essere così, capisci?" dissi.
Lui mi guardò con gli occhi pieni di tenerezza.
"Scusami" dissi, "non avresti dovuto spendere tanto denaro per me, non ne valeva la pena! Hai visto il risultato! La strega ha distrutto tutto, capisci? Io non merito di essere la tua Cenerentola, non lo merito per niente!"
"Shhh, calmati piccola! Non piangere!"
Mi scompigliò i capelli e aggiunse: "Ne è valsa la pena! Tu sei la mia Cenerentola e lo sarai per sempre! E sai che ti dico? Io non andrò alla festa se tu non potrai essere con me!"
"Ma..." iniziai, ma lui mi fermò dicendo: "Ma dai principessa! Non mi costa niente! Io voglio stare con te!"
Lui mi strinse più forte e mi disse: "E adesso vediamo se riesco a toglierti la tristezza da quel visetto angelico!"
Mi abbracciò fortissimo, tanto da sollevarmi da terra e farmi letteralmente volare sul letto. Mi fece distendere e iniziò ad imitare la strega che mi aveva distrutto il vestito e poi si trasformò nel principe azzurro che mi aveva risollevato il morale. Il mio morale tornò al di sopra della mia testa.
"Sei riuscito nel tuo intento!" dissi.
Infatti ridevo come una matta.
"Oh, brava tesoro! Quando sei triste sei bellissima, ma quando ridi sei un angelo con tutti gli attributi!" disse.
Arrossii a quel complimento e lui se ne accorse e mi diede un bacio sulla guancia.
"Ti va di andare in giardino?" chiese.
"D'accordo, ma come faccio? Di sotto c'è la festa, come facciamo a uscire?"
"Vedi quella portafinestra? Possiamo uscire da lì" disse prendendomi la mano.
Quando uscimmo in giardino un brivido mi percorse tutto il corpo e un vento gelido mi passò sulle guance. Lui si tolse la giacca e me la mise sulle spalle.
"Così non dovresti avere troppo fredno" disse. "Su, adesso andiamo!"
Eravamo abbastanza in alto da vedere tutta la città ed era davvero stupendo.
Da lontano vidi la locanda dove viêevano e lavoravano i miei genitori e un velo di tristezza mi piombò addosso.
Lui se ne accorse all'istante, mi si avvicinò e mi abbracciò per confortarmi.
"Non essere triste piccola! Vedrai che presto le cose miglioreranno e magari i tuoi genitori verranno a prenderti e ti diranno che l'incubo è finito! Adesso calmati, vedrai che andrà tutto bene!"
Mi sentii subito meglio, lui sapeva come confortarmi e ci riusciva sempre.
Non c'erano dubbi, ero la Cenerentola più fortunata del mondo, il mio principe sapeva sempre come offrirmi confohto. Peccato che i nostri mondi fossero ai poli opposti... anche se lui sembrava tutto fuorché uno che pensa solo ai soldi e alla sua popolarità. Chissà, forse un giorno qualcosa sarebbe cambiato... chi poteva dirlo?

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