"Che cosa succede? Perché vedo sfocato?" dissi sottovoce.
"Piccola, cerca di stare calma. Sono certo che non sia nulla di irreparabile" cercò di rassicurarmi lui, ma senza alcun risultato.
"Non voglio rimanere di nuovo nel buio!"
"Non ci rimarrai, te lo giuro!" mi disse con tono dolce.
Rabbrividii: quella era una promessa che non sarebbe stato in grado di mantenere, perché nemmeno lui sapeva cosa mi stesse accadendo... ma il fatto che me l'avesse fatta in buona fede mi rassicurò moltissimo, tanto che non cercai di staccarmi dal suo abbraccio. Non sarebbe stato giusto! Lui non mi aveva fatto niente di male!
"Ti prego, cerca aiuto, fai quello che vuoi. Qualsiasi cosa, ma non permettermi di tornare al buio. Non voglio, non voglio!" urlai disperata, agitandomi sul letto e nascondendo il viso sul cuscino come per attutire le grida che non riuscivo a frenare in altro modo. Lui si alzò di scatto e mi disse solo: "Farò di tutto, te l'assicuro!"
Lo sentii uscire dalla stanza e iniziai a piangere con tutta la disperazione che avevo in corpo.
Non riuscii a frenarmi: volevo soltanto che quell'incubo finisse. Era da troppo tempo che stavo male o avevo paura che qualcuno potesse farmi del male. Avevo addirittura perso la memoria per un periodo!
Dopo qualche secondo, però, alzai la testa e ripresi a vedere in maniera chiara. Com'era possibile? Fino a pochi istanti prima sembrava che il buio, come un vortice, stesse te_ntando di risucchiarmi del tutto e ora la mia vista era tornata come prima, come se nulla fosse. Cosa dovevo aspettarmi? Come sarebbe andata a finire?
Sentii la porta aprirsi nuovamente, ma stavolta non ebbi problemi a vedere la figura del mio migliore amico, che correva verso il mio letto come se stesse cercando di sfidare il tempo ad una corsa assurda... e forse, in un certo qual modo, lo aveva fatto.
"Tesoro, come ti senti?" chiese afferrando le mie mani e stringendole forte nelle sue.
"Non lo so... fino a qualche minuto fa se_mbrava che il buio avesse deciso di avvolgermi completamente, e poi, come se niente fosse, la mia vista si è schiarita di nuovo. Ho tanta paura: cosa mi sta succedendo?"
"Non lo so, piccola. Non posso dartela io la risposta, lo sai, non sono un medico, ma se lo fossi te l'avrei data subito. L'unica cosa che posso fare è cercarlo in un dottore e farti visitare!"
"Ma io una visita l'ho appena fatta e mi è stato detto che era tutto a posto. Perché adesso sta cambiando tutto? Perché non capisco più il mio corpo? Perché sto rischiando di vedere il buio?"
Daniele non mi disse altro. Si limitò a mettersi accanto a me ed asciugare le mie lacrime, perché purtroppo non c'era nulla che potesse dire per consolarmi e, anche se capivo che per questo provava un forte rammarico, lui stesso se n'era reso conto ed aveva rinunciato alle parole. Si era limitato a starmi vicino e in quel momento gliene fui grata... veramente grata.
Non ci furono parole. Solo il contatto tra i nos corpi: un contatto che mi permise di farmi coraggio e sperare che quello che era appena accaduto non si ripetesse e che quel: "Va tutto bene" che il mio medico mi aveva detto non fosse una frase di circostanza, usata solo per non spaventarmi.
Preferivo avere paura piuttosto che ritrovarmi in un vortice oscuro e non conoscerne nemmeno la ragione... anche se dopo l'incubo che avevo avuto avrei potuto benissimo averla un'idea della ragione che mi avrebbe condotta all'oscurità... e purtroppo non soltanto esteriormente, ma anche a livello morale, perché ogni giorno mi sarei sentita più sporca e spaventata visto che, dopo quell'incubo, il ricordo non se ne sarebbe andato tanto facilmente dalla mia testa e dal mio cuore...