18: Il pezzo mancante dei miei ricordi
Ero molto nervosa. Il mio migliore amico era in direzione con i miei da parecchio tempo.
Ma cosa diavolo dovevano dirgli che io non potevo sentire?
Ero da sola in corridoio quando qualcuno mi prese per un braccio.
"Guardami!" mi disse. Riconobbi subito la sua voce: era Romano! "Io e te ci siamo già visti in passato."
"Come?" chiesi.
"20 agosto 2013" sussurrò.
Iniziai a ripetermi quella data nella mente. Ripetevo quelle tre parole, ma non ne venni a capo.
Sentii la porta della direzione aprirsi e vidi mio padre, mia madre e Daniele uscire dalla direzione. Mio padre si buttò su Romano, che mi teneva stretti i polsi.
Romano spalancò gli occhi, terrorizzato.
"Disgraziato!" gli d@sse papà a denti stretti, mollandogli un pugno in faccia.
"PAPÀ, NO! LASCIALO!"
"Signor Fiorente, lo lasci stare, per favore! Questo verme non merita nemmeno il disturbo di ricevere un pugno sul viso!"
Il tono calmo di Daniele mi fece capire che lui era tutto fuorché calmo, ma almeno mi stava aiutando a mantenere la calma. Mi gettai tra le sue braccia e scoppiai a piangere.
"Shhh, calmati, va tutto bene."
"Perché lui mi fa tanta paura?"
Lui mi portò in camera mia e mi fece distendere sul mio letto.
"Tu sai perché quel ragazzo mi mette paura? Lo sai, Daniele?"
Lui strinse forte le mie mani e mi guardò negli occhi. I suoi occhi mi sembravano tanto profondi. Vidi l'insicurezza nel suo sguardo.
"Non posso dirtelo. Non ce la faccio... fa troppo male" mi disse abbracciandomi.
Non ce l'avevo con lui. Non avrei potuto. Mi aveva detto che non riusciva a dirmi la cosa orribile che mi aveva fatto Romano, ma non potevo togliermi dalla testa né le sue parole né quella stupida data, che non mi diceva nulla... quel dannato 20 agosto 2013. Cosa intendeva Romano nominando quella data?
Il mio migliore amico, che in realtà per me era qualcosa di più di un amico, mi tenne stretta, cullandomi tra le sue braccia, ed io mi addormentai così, tranquillamente.
"Ehi, bella ragazzina!" mi disse un ragazzo che era dall'altra parte della strada.
Io ingenuamente mi avvicinai.
"Sei proprio carina, lo sai?"
"Chi sei? Cosa vuoi?"
Il ragazzo mi afferrò i polsi, spingendomi contro un muretto, e sentii le sue labbra avvicinarsi alle mie. Ero terrorizzata, al punto che girai la testa di scatto, ricevendo uno schiaffo che mi fece sbandare e cadere a terra.
"Non ti conviene ribellarti" mi disse muovendo le mani lungo il mio corpo, privandomi della dignità solo con il suo tocco. Iniziai ad urlare e tentai di difendermi, ma in cambio sentii il ragazzo prendermi a pugni e calci. Mi sentivo un sacco di patate, distesa in quel modo sul lastrico della strada... tutto questo prima che qualcuno si buttasse sul ragazzo, colpendolo in un punto che non vidi bene e che lo fece crollare a terra. Quando mi sentii sollevare da terra, piena di botte e sangue, vidi due occhi marroni che mi fissavano preoccupati. Poco più in là vidi mio padre che, insieme al ragazzo che mi teneva in braccio, aveva messo al tappeto il mio aggressore e non si decideva a mollarlo. Voltai di nuovo gli occhi verso il ragazzo e lo vidi fare cenno a mio padre di fermarsi. Subito dopo essermi soffermata sugli occhi dello stesso ragazzo persi i sensi... prima di non sentire più nulla, però, tornò quella data: "20 agosto 2013..."
"NO!"
Mi svegliai urlando e mi sentii stringere più forte. Aprii gli occhi e vidi quelli castani del mio migliore amico, preoccupati come non mai. Lo guardai meglio e capii che il ragazzo del mio sogno era lui. Lui mi aveva salvata!
"Tesoro, calmati" mi disse accarezzandomi le guance. "Ti prego, calmati!"
"Mi hai salvato la vita... io e te ci siamo già visti... lui mi ha aggredita il 20 agosto del 2013... Romano mi ha quasi..."
"Basta! Ti prego! Dio mio, io non ti avevo neanche riconosciuta quando sei venuta qui!" mi disse sottovoce.
"È questo che ti hanno detto i miei, non è vero?"
Lo vidi annuire, ma subito dopo quel gesto iniziai a vedere sfocato.
Provai a sbattere le palpebre, ma niente: andava sempre peggio...
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