Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

13: Verità e minacce

Eravamo appena usciti dalla direzione quando quella ridicola biondina mi si avvicinò e disse malignamente: "È inutile che tu faccia l'innocentina, e sai perché? Io so che tu nascondi un grande segreto!"
A quel punto mi stancai di incassare colpi: come poteva quella ragazzina viziata comportarsi in quella maniera? La guardai malissimo, come se volessi incenerirla con gli occhi, e le dissi: "E tu? Qual è il tuo segreto? Le detective sono quelle che hanno più scheletri nell'armadio, lo sai?"
"Oh, la gattina ha iniziato a mostrare gli artigli! Beh, te ne pentirai!"
"Sempre che non debba essere tu la prima a pentirti di quelle cose orribili che hai scritto!"
"Ma quali cose? Di che parli?"
"Ma per favore, si vede lontano un miglio che quell'articolo è farina del tuo sacco, quindi smettila di fare la santarellina!"
Vidi gli occhi di Daniele luccicare per la rabbia e per un attimo tutto il mio corpo fu scosso da un brivido.
"NON POSSO SOPPORTARE IL FATTO CHE TU LA DIFENDA IN QUESTO MODO! NON RIESCO PROPRIO A SOPPORTARLO!"
Lui la prese per il polso e con l'altra mano le sollevò il volto in modo che lei lo guardasse dritto negli occhi. I suoi erano sempre più luminosi a causa della rabbia.
"Senti, adesso tu la finisci di gridare e badi a come ti rivolgi a lei!" disse indicandomi con la testa. "Ah, e piantala con la tua gelosia!"
"Ma ti prego!"
""Ti prego!", a dire il vero, dovrei dirlo io! Ti rendi conto che stai continuando ad infierire su una ragazza che non ti ha fatto un bel niente mentre tu continui a farle degli sgarbi?"
"L-lascia... va tutto bene, sul serio!" dissi balbettando.
"Hai sentito il tuo pulcino?" mi schernì lei. "Ora lasciami!"
"Non chiamarla in questo modo!"
Avevo fiducia in lui, sapevo cbe non avrebbe mai alzato le mani su una donna, lui era un cavaliere, ma la stava trattenendo e questo per me significava che la stava... come aggredendo!
"Lasciala stare ora, ti prego!"
Lui lasciò il polso di Cassandra e, facendomi capire che non voleva farle alcun male abbassò lo sguardo sul suo polso. Lo guardai anch'io e vidi che non aveva segni rossi.
Tutti i ragazzi del collegio erano stati esaminati e ora dovevamo soltanto aspettare che il confronto delle firme e delle impronte si concludesse.
La cosa avvenne verso sera e fummo tutti convocati in direzione.
"Ragazzi" disse la direttrice con serietà, "le indagini si sono concluse e devo ammetterlo, sono rimasta molto delusa dal comportamento di uno di voi!"
Tutti guardammo la direttrice: il suo sguardo vagò tra di noi fino a fermarsi su una chioma bionda: quella di Cassandra!
"Vieni Cassandra!" le disse seccamente la donna. "E adesso spiegherai a tutti perché ti sei comportata in questo modo!"
"Perché io non sopporto le santarelline come quella stupida!" disse indicandomi. "E quale modo migliore di dimostrarlo se non attraverso quell'articolo?"
"Si può sapere cosa ti ho fatto Cassandra?" le chiesi confusa.
Lei si allontanò dalla direttrice e mi afferrò per le spalle spingendomi fino a farmi sbattere la fronte contro il muro. Il dolore era davvero atroce!
"È QUESTO IL TUO POSTO, POVERETTA!" mi gridò contro lei. "È QUI CHE MERITI DI STARE!"
"È meglio... che non ti dica... dove meriti di stare tu!" dissi dandole uno spintone.
"NO, ORA TU ME LO DICI, ALMENO FINALMENTE SCOPRIRÒ CHE NON SEI AFFATTO UNA SANTARELLINA!"
"Meriteresti... di stare... in una stanza solitaria di una torre... senza nessuno che ti rivolga la parola... e prima o poi... finirai così..."
"Ah, accidenti! Vedo che non ti smentisci mai, fai sempre la brava bambina!"
Lei mi teneva ferma la testa e spingeva contro la zona in cui si trovava il mio cervelletto.
Dopo un po' cedetti all'ira, le diedi una forte spinta e finalmente, anche se con molta fatica, me la scollai di dosso.
"Cassandra, adesso basta!" disse Nadia prendendola per un braccio. "Non puoi trattare in questo modo le persone solo per il gusto di farlo!"
"IO POSSO FARE TUTTO QUELLO CHE MI PARE E TU NON SEI NESSUNO PER IMPEDIRMI DI AGIRE IN ALCUN MODO, PERCHÉ SEI SOLTANTO UNA POVERACCIA COME LA TUA AMICHETTA!" gridò Cassandra afferrando la mia amica pe il braccio libero e sbattendola al muro.
"Cassandra smettila!" disse la direttrice bloccandola per le spalle.
Cassandra sembrava una furia, ma dopo qualche istante vidi che anche Daniele si avvicinava a lei e la bloccava strappandole di mano la presa del polso della mia amica.
"Adesso basta!"
Fu tutto quello che disse, poi la portò verso la poltrona di fronte alla scrivania della direttrice e la spinse a sedersi.
"Cassandra, tu e il tuo amico Bonaventura" disse indicando i miei persecutori Master, "state rischiando l'espulsione! Tu verrai espulso senza giri di parole, Giacomo Bonaventura, mentre tu, Cassandra, dovrai stare molto attenta a quello che fai!"
"Ma non è giusto!" dissero all'unisono.
"È giustissimo, invece! Tutti hanno quello che meritano e voi due avete meritato questo! Siamo intesi?"
Congedò i due con un cenno della mano, ma prima di andarsene Cassandra mi lanciò uno sguardo omicida e disse: "ME LA PAGHERAI! VEDRAI COME ME LA PAGHERAI!"
Io, spossata dalle troppe emozioni e ancora appoggiata alla parete, mi lasciai scivolare sul pavimento e, nascondodno quasi interamente la testa tra le ginocchia, iniziai a bagnare il pavimento con le mie lacrime.
Sentii due forti braccia sollevarmi da terra e fui portata precipitosamente via dalla direzione. Non avevo ancora aperto gli occhi, ma sapevo benissimo chi mi stava portando via da quell'umiliazione. Mi ritrovai su di un letto, avvolta da lenzuola e coperte, e con le mani di Daniele che mi accarezzavano le guance. Sapeva che quel gesto mi calmava.
"Shh, tranquilla, è tutto finito!" cercò di rassicurarmi. "Ti prometto che continuerò a proteggerti da Cassandra e da chiunque si azzarderà a farti del male!"
"Tu... tu hai la tua vita! Non è giusto che la sprechi per aiutare una debole come me!"
"Ehi, non dirlo più, d'accordo? Tu non sei una debole, davvero! È la tua fragilità a renderti forte!"
"Lo credi davvero?" chiesi timidamente.
"Non è che ci credo io! È così!" mi rispose lui.
Dopo qualche secondo mi calmai completamente. All'improvviso, però, la porta della stanza in cui mi trovavo si spalancò e fece il suo ingresso quella mezza strega di Cassandra.
"Francesca... devo parlarti!"

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro