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Cap. 10

Grazie ad una ciglia caduta.


Seduta ad uno dei tavoli della caffetteria, insieme ai propri migliori amici, Rebekka rischiò di morire soffocata. La soda all'uva che stata sorseggiando fino a pochi secondi prima le era andata di traverso, costringendo così la ragazza a tossire come una forsennata e battersi una mano sul petto.

Morire per una stupidissima soda era davvero l'ultima delle sue intenzioni, specialmente se conciata com'era quel giorno.

La tuta da ginnastica che si era infilata di corsa, quella stessa mattina prima di incontrarsi con Lyla, la faceva sembrare una scappata di casa, e i suoi capelli non miglioravano il quadro generale. La crocchia che si era fatta aveva assunto una forma strana. Tanto da sembrare, più che un ammasso di capelli mossi, una sorta di ananas esploso sulla sua testa.

Dall'altro lato del tavolo rettangolare, Lyla riempì e le passò il proprio bicchiere pieno d'acqua. Rebekka d'istinto lo prese, e mandò giù l'intero contenuto.

L'acqua dell'amica riuscì a darle un sollievo quasi immediato alla gola, e le fece scomparire la tanto fastidiosa tosse.

Una volta ripresa, ridiede il bicchiere alla corvina e puntò la propria attenzione sul ragazzo dall'altra parte del tavolino.

- Tu hai fatto cosa? -

Robert, che era a capo chino, si portò le mani tra i capelli castani, se li scompigliò freneticamente ed emise un lungo verso di esasperazione.

- Lo so! - parve difendersi, disperato - Non so per quale motivo abbia fatto una cazzata simile! -

- Ma quale cazzata! - lo riprese la bionda, alzandosi in piedi ed appoggiando entrambi i palmi delle mani sul tavolo, incurante degli sguardi dei curiosi lì intorno - Hai finalmente fatto il primo passo con un ragazzo. Sono così fiera di te, Rob! -

Bekka sembrava sinceramente commossa, tanto da andare ad abbracciare di slancio il ragazzo per la gioia.

- Lyla! Il nostro Robert è finalmente diventato un ometto grande. Sono così felice che potrei piangere! - disse, stritolando ancora di più il ragazzo che prese a dimenarsi come un gatto in una vasca d'acqua gelata.

- Non fare la scema, tu! Non c'è niente di cui essere contenti qua. È un disastro! - ribatté, liberandosi della sua stretta - Ho baciato il fratello del dottore di Lyla! -

- E allora? Dove sta il problema? - inclinò la testa di lato la bionda - Aveva per caso mangiato dell'aglio? -

- Cosa? No! Ma che dici? -

- Allora ha fatto schifo il bacio? È per questo che dici che è stato un disastro? -

- No - marcò il ragazzo - È questo il punto! -

A quel punto Rebekka rimase in silenzio, sbatté gli occhioni scuri un paio di volte, e li puntò verso la corvina lì vicino alla ricerca di una risposta.

- Lyla, mi aiuti a capire? Non sto seriamente capendo, a questo punto... -

L'amica, confusa quasi quanto lei, alzò le spalle.

- Non chiedermelo a me, Beki -

- Allora ricapitoliamo un secondo - iniziò risoluta la bella texana, afferrando il proprio bicchierone dal tavolo e prendendo un lungo sorso di soda - Ieri al giappo avete incontrato la famigliola del dottor Stranamore, solo che inizialmente non sapevate chi fossero la tipa e il tipo con lui. C'è stato tutto quel qui-pro-quo un po' alla "Beautiful", che poi avete tutti quanti chiarito. Lyla ha fissato poi una visita speciale col suo dottore, mentre tu hai baciato di tua spontanea volontà suo fratello, dopo averci passato praticamente tutto il pomeriggio insieme e dopo averlo dolcemente riaccompagnato a casa sua. Con l'aggravante che ti è pure piaciuto... Giusto? -

Robert pigolò un "sì".

- In realtà... - si vece avanti Lyla, timida - Non ho fissato un bel niente. Ho solo accettato un eventuale appuntamento, ma non abbiamo programmato niente -

- Mh - mugugnò la bionda, arricciando la bocca - Comunque sia... Robert? - lo chiamò.

- Sì? -

All'improvvisò gli arrivò un coppino dietro al collo.

- Ma sei impazzita?! - urlecchiò, massaggiandosi la zona lesa.

- Io? Tu semmai! - gli puntò in dito contro - Trovi finalmente un ragazzo con cui ti senti così in sintonia da fare per la prima volta nella tua vita il primo passo, lo baci, dici che è stato fantastico... E mi vieni a dire che è stato un errore? Io ti faccio tornare il senno a suon di pizze Robert, se non ti dai una regolata! - lo minacciò.

- Io non mi sono sentito in sintonia proprio con nessuno, e non ho fatto nessunissimo primo passo! - si difese lui - Non so che cosa mi sia preso, ma è stato un errore e continuerò a ripeterlo. Quell'Orso-tattoo poi non è nemmeno lontanamente il mio tipo... -

L'amica assottigliò gli occhi, per niente convinta. Non gliela stando a bere nemmeno un po'.

- Beh, però Robert... - intervenne Lyla, appoggiandogli una mano sul braccio - Converrai con noi sul fatto che è strana questa cosa. Non prendertela male, però nessuno bacia qualcuno così, tanto per... senza sapere il perché. Qualcosa che ti ha spinto a farlo, ci deve essere per forza -

Fu per pochi secondi, ma la corvina riuscì a vedere una luce passare tra gli occhi del ragazzo. Come se avesse appena realizzato qualcosa, Robert sgranò lo sguardo e parve boccheggiare alla ricerca d'aria.

- Io... Non lo so - balbettò - Davvero non so cosa mi sia preso. È come se... il mio istinto mi avesse suggerito che fosse una cosa sensata da fare. Però non è stata una cosa sensata da fare! -

Lyla lo capì. Anche lei con Ciel si era sentita così, a grandi linee.

Nonostante la testa le avesse detto di restare diffidente e sulle sue, alla fine l'istinto l'aveva portata ad avvicinarsi a lui. E il perché non riusciva a comprenderlo nemmeno lei, alla fine dei conti.

- Secondo me vi state rincoglionendo entrambi - intervenne Rebekka, attirando entrambi gli sguardi su di sé - Non sembrate ragionare nemmeno più! E parlo per entrambi -

Lanciò un'occhiata anche a Lyla.

- Robert, hai baciato un ragazzo. Fine. Non hai ucciso un coniglietto indifeso, e non hai nemmeno infranto la legge. Sei convinto di aver fatto uno sbaglio? Dopo tutto quello che ci hai raccontato mi sembra assurdo, però se sei così convinto che sia stata la cosa peggiore dell'esistenza... è chiusa lì. Nessuno ti obbliga ad avere rapporti con qualcuno che non voi, ricordalo. E tu Lyla... -

Quando si rivolse a lei, la corvina ebbe un lieve sussulto, nonostante lo sguardo della bionda parve essersi addolcito un poco.

- Dove è finito il tuo carattere? Seriamente amica, sono molto preoccupata per te. Non è da te essere così... confusa - le fece notare - Non so che cosa vi stiano facendo questi ragazzi, però se continua su questa linea ho paura per come possa finire. Siamo giovani, e momenti come questi dovreste afferrarli stretti in un pugno e goderveli fino alla fine! Perciò, mettetevi le idee in chiaro in qualche modo, e godeteveli 'sti momenti, voi che potete... Sennò farete la mia fine, e vi ritroverete in casa con dieci volpini a cui badare -

- Ma tu non hai nemmeno un volpino, Beki -

La nota della corvina fece sospirare afflitta l'amica.

- Per adesso - disse - Ma questo sarà il mio futuro, e se non volete condividere la mia stessa sorte... ripigliatevi -

Robert si lasciò scappare una lieve risata dalle labbra.

- Dispensando consigli del genere potresti fare tranquillamente la life coach, lo sai? - la prese in giro.

- Lo so - sorrise, iniziando a giocherellare con la cannuccia della bibita - Sulla parte teorica non mi batte nessuno - aggiunse, orgogliosa.

- E la pratica? - le ricordò il ragazzo.

Rebekka arricciò la bocca in una smorfia.

- Lasciamo proprio perdere -

La bionda lasciò perdere la cannuccia, solo per potersi concentrare sul tappo del bicchierone in cartone.

- La mia calamita per i casi umani sembra non smagnetizzarsi mai. Darei un rene per avere anch'io un dottore con cui giocare a "L'allegro chirurgo" e fare un sacco di visite speciali come Lyla -

Nel sentirsi chiamare in causa, la corvina arrossì di colpo.

- Ma che stai dicendo, Rebekka? Io non ho fatto niente con Ciel! -

Al solo pensiero, la ragazza si sentì andare completamente a fuoco. Era meglio se non ci pensava.

- Per adesso - le sorrise sorniona l'amica - Però una visita speciale ce l'hai, e chissà... magari avrai modo di vedere come opera il suo bisturi -

- Rebekka! -

Lyla era fortemente tentata di lanciarle contro la bottiglietta dell'acqua.

-... Magari ha anche un camice di riserva per le visite speciali -

La corvina si voltò di scattò alla propria sinistra, dove Robert sembrava essersi improvvisamente rianimato. Guardò sconvolta prima uno poi l'altra, senza parole.

- Ma la smettete con questa storia della visita speciale? Quante volte vi devo ripetere che non abbiamo nemmeno deciso quando vederci per la cena? -

Il trillo di un telefonino attirò l'attenzione di tutti e tre, che buttarono un occhio sullo schermo del telefonino che si era appena illuminato sopra al tavolo.

Era il cellulare di Lyla.

- Dicevi? -

Per quanto possibile Rebekka allargò ancora di più il proprio sorriso, tanto da farla sembrare lo Stregatto quando incontra per la prima volta Alice, appena caduta nella tana del Bianconiglio. Era evidente che avesse sbirciato prima di lei il nome del mittente.

Infatti altri non era che Ciel, che le stava appunto domandando se fosse libera quella sera per potersi vedere.

- È Ciel! Mi chiede se usciamo questa sera! - li informò - Ma non può invitarmi il giorno stesso. Voglio dire... una persona ha bisogno di prepararsi prima! Santo cielo, che faccio? -

- Dammi qua, ci penso io -

Era talmente sconvolta e in panicata che si accorse di non avere più il telefonino tra le mani solo quando lo vide tra quelle della bella texana, intenta a digitare qualcosa velocissima con le dita.

Fu così veloce che glielo riporse, con lo schermo bloccato, dopo nemmeno una decina di secondi.

- Che hai fatto? - domandò, confusa.

- Semplice - il sorriso malizioso che le spuntò sulle labbra carnose preannunciò il resto - Ti ho fissato la visita -




Davanti allo specchio del bagno, Lyla non seppe se ringraziare o maledire la propria migliore amica. In quei pochi secondi in cui si era ritrovata a boccheggiare come un pesce palla spiaggiato, la texana non era riuscita solo a confermare l'appuntamento con il dottore per le 7:00 di quella stessa sera e a mandargli il suo indirizzo di casa. No, no. Era riuscita pure a mandargli l'emoji della faccina che strizza l'occhi e manda un bacino.

Se avesse potuto, la corvina si sarebbe nascosta al Polo Sud con i pinguini tanto era il suo imbarazzo.

Tra tutte le faccine, proprio quella aveva dovuto mandargli!

Con che faccia avrebbe potuto guardarlo dopo ciò?

Esasperata, la ragazza riportò la propria attenzione sull'immagine riflessa nello specchio.

Si poteva definire soddisfatta del proprio risultato. Il trucco le aveva uniformato e illuminato l'incarnato chiaro del viso, facendo risaltare gli occhi verdi come due pietre preziose e donandole un aspetto più fresco e rilassato. I ciuffetti di ciglia finte che aveva applicato nell'angolo esterno dell'occhio, insieme agli ombretti caldi che aveva usato, le davano uno sguardo più profondo e magnetico.

Lyla non avrebbe mai finito di ringraziare il tutorial di NikkiTutorials, che aveva seguito passo passo, per realizzare quel piccolo miracolo.

La ragazza era anche riuscita ad arricciarsi lievemente le punte dei capelli con il vecchio ferro della madre, che aveva lasciato a raffreddare sul davanzale della finestra. La chioma corvina le ricadeva morbida lungo la schiena nuda, in una serie di onde uniformi che le fecero venir voglia di sistemarsi i capelli in tale maniera molto più spesso. Anche se sapeva che sarebbe durato poco; la sua pigrizia aveva la meglio la maggior parte delle volte.

A quel punto le mancava solo decidere, definitivamente, gli abiti da indossare.

Tornata in camera sua, con solo gli slip scuri indosso, aprì le ante dell'armadio alla ricerca di qualche papabile scelta.

Tirò fuori alcune alternative, e dopo averle sistemate con cura sul letto, fece una serie di foto da mandare sul gruppo in comune con Rebekka e Rob.

Le risposte dei due non si fecero attendere tanto, e anche se inizialmente discordanti. Dopo un paio di minuti di discussioni, in cui uno diceva A e l'altra B, riuscirono ad arrivare ad un accordo comune.

A fatica, per non rovinare trucco e capelli, si infilò un maglione bianco molto largo, con lo scollo ampio e la maglia che formava una serie di trecce verticali. Mentre sotto optò per una gonna a vita alta a stampa scozzese rossa scura, con un paio di collant neri e un cinturone scuro, sempre nero, che strinse all'altezza della vita.

Per le scarpe invece si ritrovò a disobbedire ai propri amici, che le avevano quasi ordinato di mettere i tacchi. Lo avrebbe anche fatto, se la paura di cadere come una pera davanti a Ciel non avesse avuto la meglio.

Così alla fine si ritrovò a mettersi i propri scarponcini neri, con il carro armato sotto, a cui era estremamente legata.

Una volta pronta, fece una giravolta su se stessa tutta soddisfatta, e ad afferrò borsa e giaccone. Scattò rapida una foto, stando ben attenta a non inquadrare le scarpe, e la caricò sul gruppo per soddisfare la morbosa curiosità dei due amici.

E una volta fatto tutto, scese le scale a due e due, per aspettare l'arrivo del pediatra nel salotto di casa. 



Alle sette in punto, preciso come un orologio svizzero, Ciel arrivò davanti alla casa della ragazza. Lyla lo trovò appoggiato con una spalla ad uno degli alberelli spogli della loro via, con il viso illuminato dalla luce bluastra del telefonino. Con la mano destra reggeva l'apparecchio elettronico, mentre la sinistra era nascosta nella tasca del giaccone nero che aveva indosso.

Non potendo nemmeno intravedere cosa ci fosse sotto il giubbotto che gli arrivava fino ai fianchi, Lyla iniziò a scandagliare il resto della sua figura. Partì dalle scarpe marroni che aveva ai piedi, per poi andare sui jeans neri che gli fasciavano le gambe muscolose e finì in bellezza sul suo viso.

Ciel si era tagliato ogni accenno di barba, e nell'accorgersene Lyla non nascose una smorfia di disapprovazione. I capelli, invece, erano come al solito leggermente tirati indietro.

- Ciao, Ciel - lo salutò, avvicinandosi - È da tanto che aspetti? -

- Ciao, Lyla - ripose il telefono in tasca, scuotendo la testa - No, assolutamente. Sono appena arrivato - le sorrise, facendola già sciogliere.

Possibile che non si rendesse conto dell'effetto che faceva, specialmente quando sorrideva?

- Allora... - iniziò la corvina - Dove andiamo di bello? -

- Nel posto in cui fanno quella fantastica carne alla griglia, di cui ti ho parlato. Caso vuole ho scoperto non essere nemmeno molto lontano da qui. Volendo possiamo anche andarci a piedi, sempre... se per te non è un problema. Sennò prendo la macchina senza problemi -

- No no, tranquillo. Non ci sono problemi - scosse la testa lei, sollevata di non aver ascoltato il consiglio degli amici sui tacchi - Camminare un po' non ci farà di certo male -

- Già -

Iniziarono così a camminare fianco a fianco, lungo il marciapiede illuminato dai lamponi della sua strada, in completo silenzio.

Lyla notava che di tanto in tanto Ciel le lanciava qualche occhiata con la coda dell'occhio, come se volesse dirle qualcosa, cambiando però idea quasi subito distogliendo lo sguardo.

Le tornarono alla mente i numerosi consigli che l'amica texana le aveva dispensato negli anni, ed immaginandosi una piccola Rebekka seduta sulla sua spalla, intenta a suggerirle cosa fare, decise di mettere in atto il suo primissimo consiglio: fare il primo passo.

- È da tanto che conosci questo posto? -

- Abbastanza, direi - rispose - Me l'ha fatto conoscere mio fratello, un paio di anni fa circa. Sono sicuro che ti piacerà. I ragazzi che ci lavorano sono tutti gentili e alla mano. Riescono a metterti a tuo agio in un secondo -

- Se lo dici tu, mi fido -

Lyla si portò una ciocca dietro all'orecchio, arrossendo appena non appena si rense conto di avere gli occhi chiari del dottore puntati addosso.

- Il posto della cioccolata calda si è rivelato una bomba, perciò... se mi dici che anche questo è fantastico, non posso che crederti - aggiunse - Si vede che hai degli ottimi gusti, in fatto di locali -

- E non solo - sorrise orgoglioso, gongolando un po'.

- Ma sentitelo! Quanta modestia -

La corvina ridacchiò leggera, tirandogli una lieve gomitata giocosa.

- E sentiamo... in quali altri ambiti avresti degli ottimi gusti? - gli domandò, con un piccolo ghignetto divertito.

Ciel parve pensarci un po', portandosi una mano davanti alla bocca e socchiudendo gli occhi grigi, in un'espressione concentrata.

- Beh, modestamente... - iniziò, ricambiando il sorrisetto della corvina - Posso tranquillamente affermare di avere un ottimo gusto per quanto riguarda le persone di cui decido di circondarmi -

La frecciatina che le lanciò non passò inosservata.

- Stai cercando di adularmi, per caso? - inarcò un sopracciglio.

- Non so - rimase appositamente vago, non facendo scomparire il sorriso che gli stava ancora increspando le labbra - Sta funzionando? -

- Non so - lo ripagò con la stessa moneta, sorridendo furba, e portandosi entrambe le mani dietro alla schiena - Potrebbe essere -



Continuarono a camminare per un paio di minuti, quando ad un certo punto arrivati sotto il lampione all'angolo della strada, Ciel la chiamò.

La ragazza si girò appena, confusa.

- Che c'è? È successo qualcosa? -

Vide Ciel avvicinarsi, e chinarsi appena su di lei. Poteva sentire il fiato caldo del dottore solleticarle la punta del naso, e l'odore del suo dopobarba inebriarla completamente.

Gli occhi dell'uomo erano seri e concentrati. Il suo sguardo era così intenso da sembrare che le stesse scandagliando l'animo.

Con il cuore in gola, e il viso in fiamme, Lyla non riuscì a muovere un muscolo. Come un leprotto davanti ai fari di una macchina, rimase abbagliata ed immobile sul posto ad occhi sbarrati.

Ciel fece per allungare una mano verso il suo viso.

- Stai ferma - e la ragazza realizzò di star trattenendo il respiro.

Con il polpastrello le premette appena sopra lo zigomo sinistro, e lo allontanò dopo un secondo.

- Avevi una ciglia - le spiegò, mostrandole la colpevole.

Lyla si sentì una deficiente.

- Ah - riuscì solo a mormorare.

Dall'altra parte, Ciel parve accorgersi solo in quel momento di quanto fossero vicini i loro visi e la ragazza lo vide chiaramente colorirsi anche lui sulle gote. Ma nonostante ciò, non si allontanò.

Lyla lo guardò con i propri occhioni verdi, incuriosita e confusa allo stesso tempo.

- Ho... ancora una ciglia, per caso? -

Il pediatra non risposte subito.

- No - e si avvicinò ulteriormente, fino a far combaciare le loro bocche. 



ANGOLO DELL'AUTORE:

Sono molto felice di essere riuscita a finire di scrivere questo capitolino. E finalmente possiamo festeggiare il nostro secondo primo bacio in Diversi.

Finalmente Lyla e Ciel iniziano a darsi da fare. DAJE!

Che dire, volpini belli. Cosa ne pensate?

Se vi va fatemelo sapere con un commentino :3

Io come sempre vi porgo i miei omaggi

E ci si becca in un prossimo capitolino

- Harl



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