Capitolo DIECI
Ivan sentì dei rumori, scese giù e lesse il biglietto, sapeva che non doveva ma era più forte di lui
Hey hey hey, stop! Cosa vorresti fare eh.
Già è tanto che ti ospita, e tu che fai le disubidisci!
"No non voglio disubidirle, ma tanto ora me ne vado quindi apposto"
Ma che dici! Più tosto fallo e basta, mi basta solo che dopo tu non mi tormenti di sensi di colpa
"O-ok"
Ivan si avvicinò lentamente alla porta della camera di Hime e abbassò lentamente la maniglia
"Non posso" pensò mollandola di botto.
Sentì dei rumori, si girò... Hima era difronte a lui 《H-hi-m-ma》 disse lentamente.
La ragazza sorrise, gli fece cenno di allontanarsi e poi entrò per poi chiudere a chiave le stanza, lasciando Ivan fuori, solo.
Bussò, 《Hima ti devo dire una cosa》disse Ivan avvicinandosi alla porta 《cosa?》 《Non sono entrato in camera tua...c'è volevo ma non mi permetterei mai》disse con un filo di voce
《Lo so, ho visto quello che hai fatto, non hai rinunciato perché mi hai visto lo hai fatto perché ti pentivi》rispose Hima aprendo la porta, stava sorridendo
Ivan non rispose, resto li immobile a fissarla
"È molto carina" pensò accennando un sorriso
《Grazie》 rispose lei
《Ehm...eh? Cosa...mi hai sentito? ...ma come》
Hima scoppiò in una sonora risata 《sono un felino, ricordalo, non mi scappa mai nulla》.
Ivan annuì energicamente, 《Vedo che ti ostini a non mangiare....》dice buttando un occhiata sul piatto ancora pieno
《Non ho fame...》
《Seh...senti fa come vuoi, non vuoi mangiare ? Non farlo.
Io non ti obbligo ti ho preso dei vestiti puliti comunque, sono sul tavolo in cucina 》detto questo richiuse la porta
QUANTO È BELLA
"Coscienza non dirmi cose che già so" pensó Ivan toccandosi la testa
Non sono io quello innamorato ihihihi
"Beh... In realtà si, sei la mia coscienza se io sono innamorato tu lo sei
però... - - - ARG non farmi dire cose che non penso, non sono innamorato ok?"
Farò finta di crederti... Ehi senti anche tu quello che sento io?
"un pianto..."
<<Hima>> disse Ivan bussando alla porta <<Hima tutto ok? >>
Silenzio, il pianto cessò e Ivan impaurito salì in camera sua
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