Capitolo 8
Mi sto recando all'aeroporto, con valigia al seguito.
Camminando, poiché è a due passi dal mio hotel e mi sembrava inutile chiamare un taxi.
All'improvviso non vedo più niente, una mano mi copre la visuale.
Lo sconosciuto mi trascina per un pò, appena torno a vedere, noto che mi trovo in un vicolo, abbastanza pulito e non lontanissimo dalla via principale.
Mi giro per guardare in faccia la persona che mi ha trascinato fin qui e lo vedo.
"Che cosa cazzo vuoi?"
urlo in preda ad una rabbia incontrollata e repressa da troppo tempo.
"Calmati, sono qui per parlare"
mi risponde pacatamente.
Io sono tutt'altro che calmo.
E non ho intenzione di calmarmi.
"Non mi interessa cosa devi dirmi, hai distrutto me e la nostra amicizia con un messaggio.
Non ti avevo fatto niente.
Ti volevo bene.
Ti ho sempre augurato il meglio.
E tu, invece, mi rinneghi come la peggiore delle persone.
Ed ora, dopo due mesi di lacrime, vieni qui e mi dici di stare calmo.
No, non mi calmerò.
Ti meriti molto peggio della mia ira"
ribatto amareggiato ed infuriato come non mai.
Vedo un cambiamento nella sua espressione.
Da calma diventa rabbiosa.
Si avventa su di me, sbattendomi con poco garbo ad un muro.
Facendomi dolere la spalla sinistra.
E sollevandomi un poco da terra per poter essere alla stessa altezza, essendo molto più basso di lui.
"Ascoltami" sibila acido
Annuisco, impaurito.
Ma non l'avrà vinta.
Si avvicina piano a me, fino ad arrivare al mio orecchio.
"Mi dispiace di averti fatto male alla spalla" sussurra
Rido.
Una risata amara.
"Con tutto il dolore che mi hai causato in due mesi, la spalla è l'ultimo dei miei problemi"
sorrido sbeffeggiandolo.
Si tira leggermente indietro.
Per guardarmi in faccia.
Sento il suo respiro sulle labbra.
Mi solletica il collo.
Percepisco il suo profumo.
Rimango ammaliato da tutta la sua essenza.
Quanto vorrei baciarlo.
Mi basterebbe allungarmi due centimetri, facendo scontrare le nostre giovani labbra.
Manderei in frantumi tutte le promesse che ho fatto a me stesso questa notte.
Dio, quando vorrei farlo.
Però è lui ha precedermi.
Mi bacia.
Sbarro gli occhi.
Ricambio all'istante.
Mi adagia per terra e mi stringe le mani intorno alla vita.
Intreccio le dita tra i suo capelli, beandomi della loro morbidezza e mi metto in punta di piedi, per facilitare i baci e i leggeri morsi che ci stiamo dando a vicenda.
Ci stacchiamo per un attimo.
Mi guarda negli occhi, per poi scendere a baciarmi il collo ed arrivare dietro all'orecchio.
Mi bacia sotto di esso e mi accarezza i capelli.
"Sei mio, ricordalo sempre"
sussurra dolcemente.
Ci scambiamo un ultimo bacio, dolce e lento, diverso dal primo che era un mix di rabbia e mancanza.
Mi guarda negli occhi.
E va via.
Lasciandomi, ancora più confuso di prima.
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