Capitolo 77.
"Che sarei banale a descrivere
che immagino ogni giorno di svegliarmi accanto e farti il caffè."
▪︎ Teletrasporto - I giocattoli
Sgranai gli occhi quando aprendo la porta vidi Pellegrini davanti a me e corsi, letteralmente, verso di lui. Scoppiò a ridere per la mia reazione mentre mi disse che "non potevo evidentemente proprio stare senza di lui" meritandosi così uno schiaffo leggero sul braccio e poi ci stringemmo in un abbraccio. Non era passato nemmeno un minuto da quando ci eravamo rincontrati, eppure eravamo nuovamente quelli di sempre.
Comunque odiavo dargli ragione ma, da quando era andato via, mi mancava terribilmente. Era uno degli amici più cari che avevo, passavamo sempre molto tempo insieme, perciò quando tornò a Torino, e in seguito fu prestato al Genoa, fu veramente strano e triste affrontare le giornate solite senza la sua presenza e aspettarsi sempre le sue battute idiote che, però, non arrivavano più.
- Guarda che poi il tuo ragazzo è geloso!- sciolse la stretta, lasciando un braccio intorno alla mia spalla e facendomi posizionare accanto a sé, in modo tale da poter indicare Alberto con l'indice - E lo capirei pure, guarda quanto sono bello.-
Si vantò scherzosamente e Alberto rise con lui, poi Luca mollò la presa su di me e si avvicinò al mio fidanzato, stringendolo in un abbraccio fraterno. Sorrisi inconsciamente davanti a quella scena, amavo l'amicizia che legava tutti loro. Era davvero come se fossero sangue dello stesso sangue, sapevo che non si sarebbero mai abbandonati o traditi a vicenda, sarebbero sempre rimasti l'uno accanto all'altra.
Dopo di che, Pellegrini entrò definitivamente nell'appartamento di Alberto e salutò tutti i presenti, inutile specificare quanto anche gli altri fossero felici di vederlo, soprattutto Giovanni e Ceppitelli. Quest'ultimo gli presentò immediatamente Nunzia, con fierezza.
Era passato un mese da quando ce l'aveva fatta conoscere e devo ammettere che aveva fatto una buona scelta. Avevamo iniziato a legare praticamente subito, ad una cena della squadra con le rispettive famiglie, e non potevo smettere di pensare che fosse la ragazza giusta per il mio amico, come se fosse stata creata apposta, e lui era perfetto per lei... era l'uno la metà mancante dell'altra, si completavano alla perfezione.
- A che pensi?- Alberto apparve alle mie spalle, circondandomi la vita con le braccia e posando le mani sulla mia pancia - Ti vedo un po' assorta, ma hai un sorriso dolce stampato sul viso, perciò non credo tu stia pensando nulla di brutto.-
Da quando eravamo tornati insieme, le cose erano quasi tornate come una volta, come prima che lui fosse prestato alla SPAL. Eravamo tornati quelli che parlavano tanto di tutto, quelli attenti ai dettagli, quelli che cercavano sempre di capirsi... insomma, eravamo tornati Alberto e Nova, quelli inseparabili e unici. E mi sentivo davvero fortunata a quel proposito. E la paura di soffrire ancora stava svanendo piano piano, grazie alle sue attenzioni e al suo modo di farmi sentire amata e speciale, proprio come tempo prima.
- Stavo osservando Luca e Nunzia, sono davvero una bella coppia, non trovi?- girai leggermente la testa per vederlo in viso, mentre lui posò il mento sulla mia spalla per agevolarmi nel mio intento.
- È vero, devo darti ragione. Lei mi sembra molto presa e lui ha due cuori al posto degli occhi. Non sai quanto sia divertente prenderlo in giro quando dopo le partite la chiama al cellulare ed è tutto sdolcinato.- scoppiò a ridere e risi anche io, ma poi gli lanciai scherzosamente un'occhiata malefica e subito lui mi chiese: - Che c'è?-
- Prendi in giro lui per questo? Serio? Ma se tu non sei da meno. Dovresti sentirti quando mi parli al telefono o quando sei geloso... - lo stuzzicai un po' e lui alzò immediatamente gli occhi al cielo, sapendo che avevo perfettamente ragione. - Sai bene cosa voglia dire essere in quella fase di luna di miele. È solo innamorato, lascialo in pace.-
Mi fece girare verso di sé, continuando a tenere le mani sui miei fianchi e sorrise dolcemente, posando le sue labbra sulle mie, regalandomi così un bacio casto, poi avvicinò la sua bocca al mio orecchio, solleticandomi leggermente con la barba - Quello più innamorato in questa stanza, sono io. Perché tu sei la donna più fantastica dell'intera pianeta, Nova. Non potrei cambiarti con nessun'altra.-
Gli accarezzai piano il viso e risi leggermente, sentendomi arrossire per le sue parole e per l'intensità con il quale le pronunciò - Non so se il tuo sia un modo per essere dolce o un po' un paraculo.- lo presi scherzosamente in giro e lui fece per rispondermi, con un'espressione contrariata nel volto, che ai miei occhi lo rendeva solo ancora più bello, ma Giovanni mi si affiancò, con un bicchiere di spumante in mano. Ci fissò intensamente per qualche secondo, così gli chiesi immediatamente che cosa volesse, visto che sembrava alquanto inquietante in quel momento. Capii subito che non era perfettamente sobrio.
- Wow Nova, c'è qualcosa che devo sapere?- mi guardò negli occhi e poi indicò la mia pancia con un gesto del capo. - Avanti, mi merito di saperlo per primo. Un mese fa, a casa mia, ti ho visto con baby Nandez in braccio e poco fa Alberto ti stava accarezzando la pancia. Diventerò zio?-
Sussultai davanti alle sue parole e il mio ragazzo fece lo stesso. Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva, mentre mi affrettai a scuotere la testa con enfasi - Giovanni, probabilmente tu hai bevuto già abbastanza. Sappi che no, non sono incinta.-
- Ma sicura? Mi sento alquanto deluso.- mise su un broncio triste e scosse la testa come se avesse appena scoperto che uno dei suoi più grandi sogni è andato in frantumi - Ne ero così convinto... ma comunque quando sarà, sarò io il primo a saperlo vero? Lo so che io sono il tuo migliore amico in assoluto e che mi preferisci agli altri...- sussurrò l'ultima frase come per paura di essere sentito, mettendosi pure la mano davanti alla bocca, come per paura che qualcuno potesse leggergli il labiale.
- Oh, ma certo, Gio. Contaci.- sollevai i pollici in aria e lui andò via soddisfatto dalla conversazione appena avuta. Poi io e Alberto scoppiammo a ridere, guardandoci negli occhi, senza nemmeno parlare. Giovanni non era esattamente abituato a bere e quella ne era la prova, aveva iniziato a dare i numeri dopo aver ingerito solo poco spumante.
- Forse dovremmo pensarci davvero... Nova.- mi girai di scatto verso il mio ragazzo, sentendolo parlare, rendendomi conto che si stava riferendo all'argomento "bambini" - Appena ti laurei, potremmo parlarne... ovvio senza fretta e senza impegno. Solo parlarne e iniziare a pensarci.-
Lo guardai con gli occhi colmi di dolcezza, mentre cercava di dirmi di volere un figlio da me, ma cercava di non farmi pesare la situazione, di non farmi sentire obbligata e in trappola. Così posai la mano sulle sue labbra e lo zittii, fermando il suo giro di parole, visto che sapevo già cosa intendesse dire.
- Ci sto, Alberto. Davvero. Vorrei anche io diventasse una realtà, perciò presto ne parleremo con serietà.-
- Ti amo, immensamente.- afferrò il mio viso tra le sue mani e mi stampò un bacio dolce e protettivo sulla fronte - E non cambierà mai tutto questo. Mai.-
Posai la testa sul suo petto e strinsi le mie braccia intorno alla sua vita, mentre annuii trovandomi d'accordo con lui. - Ti amo anche io e non sai quanto.-
Nota: questo era il penultimo capitolo... manca solo l'ultimo per giungere alla fine di questo percorso. State connessi, ci sentiamo presto 💓
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