Capitolo 73.
"E non so perché
ma parlo ancora di te
e mi sembra strano,
da così lontano,
lontano ma c'è."
▪︎ Lontana da me - Coez
Sorrisi mentre le mie dita passavano leggere sulle sue labbra morbide, le quali mi lasciavano baci dolci sui polpastrelli. Sorridevo, finalmente felice di essere nuovamente accanto a lui, sentivo il cuore quasi scoppiare di gioia mentre i suoi occhi scuri mi scrutavano attenti e colmi di gioia.
- Amore mio, mi mancavi troppo.- una lacrima abbandonò i miei occhi sentendo le sue parole e feci scontrare le nostre bocche, dando vita a un bacio dolce e passionale allo stesso tempo. Il sapore dei suoi baci era un ricordo bellissimo e sentirlo nuovamente sulle mie labbra fu come toccare il paradiso. - Ti amo, Nova.-
- Ti amo anche io Albe, immensamente. Non credevo di poter rivivere tutto questo, ma ehi, eccoci, noi siamo più forti degli avvenimenti e di tutto il resto.- sorrise piano, catturato dalle mie parole, e annientò nuovamente la distanza tra le nostre labbra. La sua mano accarezzò delicatamente il mio viso e poi la posò sul mio collo, mi attirò più a sé e lo sentii sorridere nel bacio e io feci lo stesso. Improvvisamente, però, si allontanò e sorrise ironicamente, facendomi spostare dalle sue gambe e scrutandomi attentamente. Non mi guardava più con dolcezza, sembrava arrabbiato, quasi schifato da me. Così, di punto in bianco.
- Non possiamo stare insieme, Nova. Quando hai avuto l'incidente e mi hai dimenticato, ho fatto di tutto per starti accanto senza spaventarti ma tu mi hai allontanato. Ho cercato di avere sempre pazienza, anche quando hai baciato uno dei miei migliori amici, e tu come mi hai ripagato quando hai ricordato? Mi hai lasciato, senza sentire spiegazione, senza pensare a ciò che ho passato per non lasciarti mai sola, senza pensare a nulla, tranne che a te stessa. Perciò no, ora non possiamo tornare insieme. È troppo tardi.-
- Ma Albe, mi hai detto che mi ami... e poi mi dispiace che sia andata così, ma mi sentivo ferita e tradita. Ho avuta così tanta paura di soffrire ancora.- feci per riavvicinarmi a lui, ma mi diede una leggera spinta, per tenermi lontana.
Lo guardai con le lacrime che inondavano il mio volto e più cercavo di avvicinarmi, più lui si allontanava, finché sparì e non lo vidi più.
Mi svegliai di soprassalto e mi misi immediatamente a sedere, portandomi una mano sul cuore, d'istinto. L'avevo sognato ed era passato così tanto tempo dall'ultima volta che era successo. Probabilmente la mini discussione con Ceppi aveva smosso qualcosa in me e il ricordo e la paura dell'abbandono mi avevano terrorizzato.
Vidi che fuori era quasi luce, il sole stava sorgendo, ma era ancora troppo presto per me, visto che ero rimasta sveglia fino a tardi per studiare, anche se con scarsi risultati dato che avevo la testa da tutt'altra parte.
Respirai profondamente e presi il cellulare da sopra il comodino, lo sbloccai con il riconoscimento facciale e aprii WhatsApp. Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva quando vidi che Aurora era stata inserita nel gruppo WhatsApp dove organizzavamo le uscite tutti insieme. Aveva mandato una sua foto davanti allo specchio e poi aveva cerchiato, con un effetto dell'app, Alberto che era seduto alle sue spalle intento a giocare con la Playstation. Mi venne immediatamente un conato di vomito, ma tentai di reprimerlo.
Faceva di tutto per dimostrare al mondo la sua relazione con Alberto o era solo la mia gelosia a farmelo credere? Probabilmente, non avendo nulla da rimproverarle, stavo solo cercando delle scuse per detestarla. Non si era comportata mai male con me, mentre io ero stata una stronza con lei e avevo cercato di farli litigare al bar, dicendole della mia relazione con Alberto... forse non era lei la cattiva della situazione, bensì io. Avevo chiuso con lui e poi, quando andava avanti, cercavo di intromettermi?
Sospirai profondamente e cercai la sua chat, tra le varie, per poi aprirla. Mi obbligai a non leggere assolutamente nessuna conversazione vecchia e gli scrissi un messaggio, seguendo il consiglio di Luca. Non potevamo stare in quella situazione di stallo, dovevo prendere una decisione. Perciò iniziai a scrivere speditamente, senza rileggere per non avere ripensamenti.
" Ciao, vorrei chiederti se possiamo parlare. Lo so, l'abbiamo fatto tante volte, ma hai ragione tu, hanno ragione gli altri. Non posso tornare nella tua vita, quando stai andando avanti, e poi tenerti in bilico tra me e la tua nuova vita. Perciò ti chiedo, per l'ultima volta, di incontrarci. Ho bisogno di chiarire tutto una volta per tutte, per me, per te e per i nostri amici che sopportano i nostri problemi da troppo tempo. Decidi quando e dove, qualora vorrai parlarmi. Ciao Albe."
Premetti invio e lanciai il telefono lontano da me, come se fosse una granata pronta ad esplodere, e poi mi passai le mani sul viso, in maniera frustrata. Sapevo di aver fatto la cosa giusta, ma una piccola parte di me era comunque pentita, forse per paura. Paura che rifiutasse di incontrarmi, paura di come sarebbe andato il nostro incontro. Era tutta una grande incognita che mi terrorizzava.
Mi alzai dal letto, sicura che non avrei più ripreso sonno, e decisi di farmi una bella doccia rigenerante per levare via i residui di una notte tormentata dal caldo di agosto e del sogno che avevo fatto sul mio ex e mi aveva lasciato addosso tutte le sensazioni ed emozioni, come se fosse realtà.
Avevo bisogno di rilassare mente e corpo, e scacciare via ogni problema dalla mia mente, almeno per un po', per non rischiare di impazzire sotto il peso dei miei pensieri.
*
Dopo aver indossato degli abiti comodi, tornai in camera mia per controllare il cellulare e vidi immediatamente varie notifiche WhatsApp. Avevo due messaggi di Pellegrini che mi aveva mandato il buongiorno con una foto della sua colazione torinese, un messaggio di Giovanni che mi chiedeva di vederci e uno di Alberto. Mi bloccai immediatamente vedendo il suo nome nello schermo e aprii subito il messaggio, dandogli la priorità.
" Ciao Nova, va bene. Facciamo così, se è quello che vuoi. In fin dei conti credo sia la cosa migliore, parlare come due adulti maturi. Ci vediamo a casa tua, verso le dieci, perché di pomeriggio abbiamo allenamento."
Risposi con un semplice "ok" con le mani che mi tremavano e poi decisi di rifare il letto e riordinare la stanza, in modo tale da tenermi occupata fino a che sarebbe arrivato. Sapevo già cosa gli avrei detto, ed era forse per questo che l'ansia era così forte in me, ma dovevo cercare di rilassarmi, per quanto fosse possibile. Avevo preso la mia decisione e non avrei più cambiato idea, perché ci avevo pensato tanto su e sapevo fosse quella la cosa più giusta.
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