Capitolo 61.
"Quando ti ho vista piangere
E ho letto in quelle lacrime
Che qualcuno ha bisogno di me
Che finalmente qualcuno ha bisogno di me."
▪︎ Sparami nel petto - M.E.R.L.O.T.
Passò qualche giorno da quando io e Giovanni avevamo iniziato a parlare nuovamente e, pure sotto consiglio del mio psicologo, decisi che era giunto il momento di provare a riavvicinarmi a Pellegrini a Ceppitelli. Lui sosteneva che mi sarei assolutamente pentita se non avessi fatto pace con uno dei miei migliori amici il quale stava per andare via, inoltre, pensava che avessi bisogno di recuperare piano piano, senza mettermi fretta e senza che nessuno mi obbligasse a fidarmi nuovamente di tutti come se niente fosse. Ed io, mi trovavo d'accordo con il mio medico, anche perché mi aveva davvero aiutata nel periodo post incidente e mi fidavo anche dei consigli che mi dava per risolvere le cose con le persone più importanti della mia vita.
C'è da dire che nemmeno con Simeone le cose erano come prima, tra noi si era creato un velo di imbarazzo che nasceva qualvolta stavamo l'uno accanto all'altra e non sapevamo che dire, ed era davvero una cosa estenuante. Mai prima di allora noi due eravamo rimasti a corto di argomenti.
Il mio cuore iniziò a battere talmente veloce che mi sembrò quasi di sentirlo in gola, mentre entravo nel locale dove avrei dovuto incontrare i miei amici.
Era stato Giovanni a prendere l'iniziativa, perché io, probabilmente, non avrei mai avuto il coraggio di farlo. Mi sentivo super agitata, come se avessi dovuto superare la sfida più importante della mia vita e non come se avessi dovuto rivedere i miei migliori amici che mi conoscevano non bene, ma benissimo.
Li notai immediatamente, erano seduti in un tavolino appartato del locale, sicuramente per non essere visti dai tifosi e avere un momento di privacy visto l'occasione delicata. E per occasione delicata si intendeva me.
Pellegrini si guardava intorno di tanto in tanto, con aria agitata, mentre Ceppitelli e Simeone chiacchieravano animatamente su qualcosa che non riuscivo a capire dalla mia posizione. Immaginai stessero parlando di calcio, come al loro solito.
Presi un bel respiro profondo e, sistemando la borsa nella mia spalla, mi diressi al loro tavolo. Mi maledii sentendo le gambe tremare, perché diavolo dovevo essere così emotiva?
- Ciao ragazzi.- si girarono tutti e tre di scatto verso di me, i due Luca quasi con un'espressione sbalordita, come se non si aspettavano realmente la mia presenza, Simeone super entusiasta di avermi davanti. Se fossi stata in un'altra situazione sarei scoppiata a ridere per le loro facce, ma in quel momento avrei potuto solo vomitare per il panico che mi stava paralizzando.
Il primo ad alzarsi fu Pellegrini, il quale mi guardò ancora per qualche secondo e poi mi strinse forte a sé, senza nemmeno parlare. Restai leggermente titubante per quel contatto, ma poi presi un altro bel respiro e ricambiai la sua stretta. Mi abbracciò come se gli fossi mancata più di qualsiasi altra cosa e per un secondo sentii gli occhi pizzicare, ma cercai di mascherarlo una volta sciolto l'abbraccio. - Piccola Nova, sei qui.-
- Sono qui, Luca.- mi strinse le mani sorridendo in modo sincero, tanto che i suoi occhi azzurri brillarono, ma il momento fu interrotto da Ceppitelli che, avvicinatosi a noi, rimproverò scherzosamente Pellegrini dicendogli che doveva potermi salutare anche lui in pace. Ridacchiai davanti alle sue parole e davanti all'espressione indispettita di Pellegrini, poi mi ritrovai davanti al capitano del Cagliari.
- Nova, ehi, come stai?- annuii solamente alla sua domanda, come a voler significare che era tutto ok, ma non stavo bene, pensavo ininterrottamente al momento in cui io e Alberto ci eravamo lasciati, e a tutti i nostri litigi, ma cercavo di scacciare via ogni cosa dalla mia mente appena mi accadeva. - Sei dimagrita tantissimo.-
- Sto bene, è stato un periodo intenso, ma ora va tutto bene.- mi diede un bacio sulla guancia e io gli sorrisi, poi ci accomodammo tutti al nostro posto. Non mi ero rilassata più di tanto, forse un po', ma ero ancora tesa come se loro non fossero stati con me nei momenti peggiori e sapere ogni cosa della mia vita.
Alzai lo sguardo su Pellegrini, il quale mi stava fissando come se all'improvviso sarei potuta sparire e gli sorrisi debolmente - non voglio che va via senza che mi saluti. Non voglio ricordare la nostra amicizia solo come un ricordo di quando stavi al Cagliari, voglio che restiamo amici anche dopo. Vorrei poterti rivedere ogni tanto, quando potrai, e vedere che nulla tra noi è mutato.-
- Io e te non potremo mai non essere amici, Nova. Abbiamo condiviso tante cose e anche se ora non siamo più uniti come prima, so che le cose torneranno uguali, noi saremo sempre noi.- sorrisi intenerita dalle sue parole e poi mi girai di scatto verso Ceppitelli sentendolo parlare.
- Mi dispiace per la storia del bacio... non avrei mai voluto che finisse così e non avrei mai voluto allontanarmi da te. Non sapevo cosa fare per non ferirti e per non ferire Alberto allo stesso tempo.-
- Siamo tutti dispiaciuti per il fatto che hai sofferto Nova...- Simeone parlò a nome di tutti, catturando la mia attenzione - Tutti, nessuno escluso. In fondo lo sai che di noi puoi fidarti ciecamente.-
Passai il dito sul bordo del tavolino, come per prendere tempo e riordinare i pensieri che si accumulavano nella mia mente e inondavano i miei pensieri, poi rialzai gli occhi e li guardai tutti e tre a turno. - Come ho detto a Gio per me è complicato fidarmi, ma voglio riprovarci, perché senza di voi sono crollata a picco. Siete parte della mia famiglia, lo sapete. Però ci voglio andare piano, ho bisogno di ricostruire e ricominciare tutto con calma, perché per voi magari è stupido, ma io ho paura.-
- Non è stupido e hai a disposizione tutto il tempo che vuoi, noi siamo qua.- Giovanni mi accarezzò il braccio, cercando di tranquillizzarmi e darmi coraggio - Ci vorrà tempo, ma le cose si sistemeranno.- "non tutte" avrei voluto aggiungere alle sue parole, vista la mia relazione finita con Alberto.
Ero consapevole che mi avrebbe atteso un periodo complicato una volta che lui sarebbe tornato a Cagliari, non avrei potuto evitarlo come facevo quando era a Ferrara, e non potevo usare la modalità: 'lontano dagli occhi lontano dal cuore', ma sicuramente l'avrei superata, avevo superato tante cose ed ero abbastanza forte per superare anche quell'ostacolo emotivo.
- Allora Nova, posso offrirti il tuo amato thè al limone?- Ceppitelli mi sorrise facendomi un occhiolino - È un bel modo per rientrare nelle tue grazie, ne sono consapevole.-
- E vada per il thè, ma non ti prometto che riuscirai nel tuo intento.- ridacchiai mentre lui mi mimò un "spietata" con le labbra, prima di chiamare il cameriere per le ordinazioni.
Sospirai debolmente e mi sentii meglio rendendomi conto che piano piano l'ansia stava svanendo, sarei riuscita a risistemare la mia vita, ne ero certa.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro