Capitolo 52.
"Però mi si ferma il battito
Quando ti incontro per strada sembra un derby di coppa."
▪︎ Superclassico - Ernia
Alberto's pov
- Perciò ieri ti ha telefonato? Bene, ha seguito il mio consiglio. Era così preoccupata per te che ho preso la palla al balzo e le ho detto di contattarti.- sorrisi davanti alle parole di Simeone e, anche se non poteva vedermi, sapevo che aveva ben inteso quanto ero più sereno e che immaginasse il sorriso ebete sul mio volto.
- Giò, mi è bastato parlarle in quel modo nostro, come in passato, per farmi stare nettamente meglio. Ti ringrazio. È con te ora?-
- Non devi ringraziarmi, gli amici servono a questo, alla fine è l'unica cosa che posso fare. Comunque siamo in un bar e mi sono spostato un attimo, lei è con Rog, Claudia e Giulia.- chiusi gli occhi e me la immaginai subito, lei e la sua risata contagiosa che cercava di far ridere gli altri, di alleggerire l'atmosfera.
- Spero che questo sia solo l'inizio di qualcosa.- lei sentiva il nostro legame, nonostante tutto, perciò doveva pur significare qualcosa, non poteva essere una sciocchezza.
- Lo è, Albe, ne sono certo.-
*
Nova's pov
- Un uccellino mi ha detto che ieri hai chiamato Alberto e che avete chiacchierato per quasi un'ora.- sorrisi davanti alle parole di Giovanni e mi sistemai meglio sul sedile della sua macchina, nonostante ormai fossimo arrivati davanti casa mia, come sempre restare a parlare prima che io scendessi era un rituale.
- Sono stata bene, mi sentivo spensierata, è una cosa leggermente strana.- scrollai le spalle - Comunque anche solo averlo fatto ridere e distrarre mi rende felice.-
- Lo richiamerai ancora?- mi girai ad osservarlo sentendo la sua domanda, non pensavo me lo chiedesse.
- Giò, non è che stai giocando a fare Cupido, vero?-
- Cosa? No, ma cosa hai capito?- rise quasi nervosamente e io assottigliai lo sguardo esaminandolo attentamente, cercando di capire le sue reali intenzioni. - Sei proprio sciocca, Nova.-
- Sì, stavo solo scherzando...- più o meno - Comunque la risposta alla tua domanda è: credo di sì. Penso che tu abbia ragione, ha davvero bisogno di amici che gli stiano accanto, sembra un buon momento per intraprendere un'amicizia con lui.-
- Esattamente, sai che io non sbaglio mai.- si vantò per finta, mentre ridacchiò, guadagnandosi un pugno sul braccio da parte mia. - Ora scendi e lasciami andare via perché devo riandare da Giulia, stanotte dormo da lei.-
- Oooh!- lo presi in giro io, con un sorrisetto sbilenco stampato sul volto. - Dormi lì eh? Ti lascio andare immediatamente allora, piccioncino vai dalla tua piccioncina.-
Mi fece una smorfia infastidita sentendo il mio tono derisorio e io gli stampai un bacio sulla guancia prima di scendere dalla macchina. Lo salutai velocemente con la mano e salii finalmente fino al mio appartamento. Ero esausta dalla giornata lunga ed interminabile che stava volgendo al termine.
Appena entrata la prima cosa che feci fu togliermi le scarpe maledette, avevo i piedi a pezzi, poi mi diressi in bagno. Avevo bisogno assoluto di farmi una doccia rigenerante per scacciare lo stress accumulato a lavoro. Mi ci voleva proprio un po' di relax per farmi sciogliere i muscoli.
*
Il mio telefono iniziò a squillare, appena finii di asciugarmi i capelli, e lo presi in mano immediatamente, prima che la vibrazione lo facesse cadere dal lavandino. Appena notai che stavo ricevendo una chiamata da Alberto mi agitai immediatamente, senza nemmeno sapere il perché. D'istinto mi guardai allo specchio, come se potesse vedermi attraverso la chiamata... respirai profondamente e mi resi conto che dovevo calmarmi e che ero entrata in panico per nulla.
Risposi alla chiamata e andai in soggiorno, dove mi sedetti sul divano, mentre iniziai a sorseggiare un bicchiere d'acqua versato in precedenza. - Ciao Albe, che sorpresa, non aspettavo la tua chiamata!-
- Ehi Nova, ti do fastidio?-
- Come? No- risi appena davanti alla sua domanda e al suo tono leggermente impaurito. - Mi fa piacere che tu mi abbia chiamato, solo non mi aspettavo lo facessi, tutto qua.-
- Perché no? Ieri ho passato una bella serata solo perché mi hai chiamato tu.-
- Bene, mi sento onorata, ma non farmi troppi complimenti che poi mi monto la testa più di quanto non ce l'abbia già montata.- risposi sarcasticamente - Beh, che mi dici?-
- Niente di che, stasera abbiamo fatto gli allenamenti e poi sono stato un po' con i miei amici al bar, tu invece?-
- Lavorato e poi anche io ho passato un po' di tempo con i miei amici.-
Per un attimo mi venne in mente il momento in cui avevo chiesto a Ceppi di venire al bar con me e gli altri, ma aveva rifiutato con una scusa, come sempre da un po' di giorni, ma poi scossi la testa e scacciai il ricordo, per quanto mi dispiacesse doveva avere le sue ragioni se si era allontanato, no?
- Venerdì giochiamo in anticipo, perciò sabato scendo a Cagliari, mi piacerebbe vederti, se per te non è un problema.-
Sentii il cuore tamburellare veloce nel mio petto immediatamente e iniziai a giocare con i miei capelli, in modo nervoso. - Beh, chiedo agli altri se sono liberi, ok?-
- No, non hai capito...- rise appena, ma in realtà mi sembrò agitato. - Voglio uscire solo con te.-
Sgranai gli occhi e per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva. Rimasi in silenzio per alcuni secondi, poi, non sapendo come reagire, decisi di usare il mio sarcasmo. - Non è che ci stai provando con me Cerri?-
- E se così fosse, ti dispiacerebbe?- ribattè lui, ma senza alcuna punta di sarcasmo. - Comunque può essere un appuntamento oppure no, può essere quello che vuoi tu, Nova. Io voglio solo trasformare queste telefonate in chiacchierate faccia a faccia, se per te non è un problema ovvio... se pensi che stia correndo troppo dimmelo.-
- No, va bene. Ci sto anche io. Mi fido di te, anche se non ci conosciamo da tanto, e poi se i miei amici ti vogliono bene non posso non fidarmi e non accettare.- sentivo lo stomaco stretto in una morsa e abitato da milioni di animali che starnazzavano all'interno. Perché mi sentivo come una sedicenne davanti alla sua prima cotta? Come era iniziato tutto quello?
- Bene, allora devo dedurre che tu vuoi che io ci provi con te.- aggiunse, sarcastico, riferendosi alle mie parole di poco prima.
Scoppiai a ridere divertita dal fatto che riuscisse a fare il mio stesso gioco e apprezzasse il mio essere sarcastica. Ascoltai anche lui ridere e mi sorpresi a pensare che, in fondo, magari non mi sarebbe dispiaciuto più di tanto se avesse deciso davvero di farlo.
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