Capitolo 34.
"Volevo dirti tante cose ma non so da dove
Iniziare, ti vorrei viziare
Farti scivolare addosso questo mondo infame
Mettermi tra te e cento lame."
▪︎ La musica non c'è- Coez
Sentii le labbra di Alberto lasciarmi piccoli baci sulla bocca, costringendomi così ad abbandonare Morfeo e il mondo dei sogni. Aprii gli occhi e dei raggi di luce entrarono dalla finestra, colpendomi leggermente gli occhi, perciò ci misi qualche attimo ad abituarmi alla luce e a concentrarmi sul viso del mio ragazzo.
- Buongiorno piccola, sei sveglia?!- chiese sarcastico, visto che mi aveva svegliata di proposito.
Alzai gli occhi al cielo ridendo e mi coprii meglio il corpo con il lenzuolo, indossavo solo l'intimo e sentivo un leggero freddo pungermi. - Sei proprio uno stronzo, sono esausta, potevi farmi riposare ancora.-
- Oh no, non si spreca il tempo a dormire quando siamo insieme, parole tue.- fece spallucce, mentre io gli diedi un leggero pugno sul petto, sentendolo citare una mia vecchia frase. - Possiamo fare tante cose insieme e abbiamo ancora tante cose da dirci.-
- Vero, ma ho sonno.- chiusi gli occhi nuovamente e mi girai, dandogli le spalle, intenzionata a dormire nuovamente, ma lui non era per niente d'accordo con me.
Mi lasciò alcuni baci sul collo, poi sulla spalla e infine sulla schiena. Sentii immediatamente la pelle diventare d'oca a causa dei suoi baci delicati. Era una dolce tortura. - Piantala, voglio dormire.-
- Ripetimelo con più convinzione.- ghignò, continuando a lasciarmi piccoli baci, mentre posò la mano sinistra sul mio fianco, aggiungendo le carezze al suo piano malefico. - Prima devi volerlo, altrimenti continuerò finché ho voglia.-
Non risposi e non lo fermai, perché avrei dovuto? Mi avvicinai maggiormente a lui, appoggiando la mia schiena al suo petto e poi, girando leggermente la testa, feci scontrare le nostre labbra. Fu immediatamente un bacio passionale e sentii lo stomaco sottosopra, come se una mandria fosse appena passata all'interno. Il mio cervello smise di pensare e mi sentii di essere nel posto giusto. Come sempre quando stavamo insieme, mi sentivo a casa.
- Sei così bella...- accarezzò il mio viso e poi mi attirò più a se, facendomi mettere faccia a faccia con lui, per essere più comoda.
Arrossii davanti al suo complimento, come se fosse la prima volta che lo sentivo farmeli, e ripresi a baciarlo. Non ne avevo mai abbastanza di lui, delle sue labbra.
Mi aiutò a togliere la maglia e poi mi attirò nuovamente a sé, volendo eliminare ogni distanza tra di noi. Improvvisamente però sentimmo un rumore dal soggiorno e smettemmo di baciarci di scatto, ci guardammo per qualche secondo negli occhi, interrogativi, e, prima che ci alzassimo a controllare, sentii la voce di mia madre fare il mio nome.
- Oh merda!- mormorai immediatamente, mentre Alberto rise, come se la situazione fosse divertente. - Oh, vestiti invece di ridere. Potrebbe essere equivocabile se ci vede in questo modo.-
- Veramente capirebbe bene, non è un equivoco!- continuò a ridere divertito e io gli lanciai la maglia.
- Non mi sembra il caso che mia madre ci veda così e capisca tutto, insomma sarebbe imbarazzante. Una cosa è che immagini che possiamo farlo, una cosa è che abbia le prove.-
Mi alzai dal letto e raccolsi tutti i vestiti da terra, dalla sera precedente, e li lanciai dentro l'armadio. Non c'era tempo che piegassi e sistemassi tutto. Sbuffai sentendola chiamarmi nuovamente e cercai dei pantaloncini e una canotta da indossare velocemente.
- Arrivo mamma.- la informai, in modo tale che non entrasse nella camera pensando, come suo solito, che fossi morta. Insomma, le mamme tendono leggermente ad esagerare quando i propri figli non rispondono immediatamente. Che sia a voce, che sia al telefono.
Mi vestii in fretta e mi girai verso il mio ragazzo. Vidi che non si era mosso minimamente, anzi stava comodamente usando il telefono, come se niente fosse. Alzai gli occhi al cielo e mi avvicinai a lui, così bloccò il cellulare. - Perché hai deciso di farmi i dispetti? Indossa degli abiti e andiamo di là.-
Lui annuì, ridendo sotto i baffi, e mi fece il tipico gesto militare di chi ha ricevuto l'ordine. Poi mi rubò un bacio e mi fece l'occhiolino, indicandomi la porta. - Inizia ad andare, ti raggiungo subito.-
Alzai il pollice della mano destra, segno che avevo capito ed ero d'accordo, poi uscii velocemente dalla stanza e raggiunsi mia madre in soggiorno.
I suoi capelli rossi mi saltarono subito agli occhi e notai che li aveva tinti di un rosso diverso rispetto all'ultima volta che l'avevo vista, ossia tre giorni prima. Appena mi notò un sorriso dolce e materno si increspò tra le sue labbra e mi strinse in un abbraccio.
- Buongiorno piccola, come stai?-
- Bene mamma, e tu? Come mai sei qua?- insomma, aveva le chiavi di casa mia per ogni evenienza, ma di solito non le usava mai.
- Volevo vederti, sapere come stai, mi sei sembrata molto giù in questi giorni. Perciò ho portato dei cornetti caldi per te e Alberto.- annuii comprensiva, ma poi sgranai gli occhi rendendomi conto che io non le avevo parlato del fatto che il mio ragazzo sarebbe venuto a farmi visita.
- E tu come lo sai?- ero sconcertata e la guardavo come se avesse fatto una magia e improvvisamente avrebbe fatto uscire un coniglio bianco da un cilindro nero.
- Primo: Luca Pellegrini ha parlato con la sottoscritta. Secondo: prima di venire in cucina ci hai messo un po', non mi è stato difficile capire che non fossi sola.-
Sentii qualcuno ridere dietro di me e mi girai lentamente. Fulminai Alberto con lo sguardo e al contempo mi sentii arrossire per le parole di mia madre.
- Salve signora Rina, come sta?- il mio fidanzato mi si affiancò e strinse la mano a mia madre, in modo cordiale. Lei ricambiò la stretta a sua volta, regalandogli un sorriso dolce.
- Sto bene, grazie Alberto. Com'è che tu diventi sempre più bello?-
- Com'è che uno dei miei migliori amici ti parla e ti dice le mie cose?- le chiesi, interrompendo il discorso tra lei e Cerri, ancora shockata del fatto che Pellegrini le avesse parlato di tutto. Come era possibile? E poi non era tipo etnicamente sbagliato?
- Luca è un caro ragazzo, niente di più. Ogni tanto gli commento le foto su Instagram e cordialmente mi risponde.- mi spiegò, come se fosse normale. Mamma mia, maledetto il giorno in cui decisi di presentare i miei amici a lei, quasi quasi trattavano meglio lei di me. - Scusa amore di mamma, ma vado un attimo in bagno. Appena torno facciamo colazione tutti insieme, ok?-
Alberto acconsentì, mentre io mi girai verso di lui, appena mia madre non fu più nei paraggi. Doveva spiegarmelo il suo atteggiamento super divertito.
- Alberto Cerri, posso sapere perché hai riso e perché hai quest'espressione idiota stampata sul viso?-
- Perché ti amo?!- chiese, con finta innocenza, guadagnandosi una mia occhiataccia. Non avrebbe funzionato la sua dolcezza corruttiva in quel momento. - Ok, perché tu volevi nascondere a tua madre ciò che lei ha già capito.-
Mi sbattei la mano sul viso, esasperata e imbarazzata, mentre lui rise ancora più forte e io mi incantai a guardarlo, rapita dal suono della sua risata e dalla felicità che irradiava. Era da tempo che non condividevamo un momento così spensierato, e solo allora mi resi conto quanto effettivamente ne avevo sentito la mancanza.
- Sei un perfetto idiota!- risi anche io, mentre lui mi afferrò una mano tra le sue e mi lasciò un piccolo bacio sul dorso.
- Ma mi ami da morire!- esclamò tra il sarcastico e il serio. E aveva ragione, eccome se ne aveva.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro