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Capitolo 26.

"Mi induci a tenere per sempre lo sguardo occupato
Mi piace osservarti quando non mi guardi perché come farti uno scatto rubato
E anche una volta soltanto ti porterò in alto a vedere il sole come Trinity."
▪︎San Junipero II- Nitro


- Ho pensato tanto a noi in questi giorni, nonostante avrei voluto che non fosse così.- il suo sguardo era attento e fisso su di me, mentre il tono di voce era leggermente titubante, come se stesse cercando le parole giuste per parlarmi, senza offendermi, senza farci male, ancora. - Ho provato in ogni modo a non pensare a te, ho addirittura usato il metodo del rancore, pensavo che se ti avessi portato risentimento, allora avrei finito per odiarti, e avrei smesso di stare male. Ma non ce l'ho fatta, ti amo troppo per finire con l'odiarti. Non ce l'ho fatta. Ripetevo che l'avevo superata, ma era una gran cazzata, che raccontavo agli altri ma soprattutto a me stesso. Poi appena ti ho vista con Ceppitelli, mi sono resa conto che non sarei riuscito a vederti con un altro e che dovevo venire a parlarti, che non potevo buttare tutto nell'immondizia, per orgoglio... non dopo che mi hai chiamato dicendo che mi ami ancora e che eri dispiaciuta.-

Mi passai la mano sul collo e poi iniziai a giocare con la collanina che portavo sempre, una piccola tartaruga celeste. Mi sentii leggermente a disagio, non sapendo come rispondere, visto che era completamente sincero con me.

- Mi conosci, non capisco come puoi aver pensato che tra me e Ceppi ci potesse essere qualcosa.- tentai di non mostrarmi né offesa né infastidita, dovevamo parlare non discutere.

- Ma non lo so, eravate entrambi single... non chiedermelo, sono stato immediatamente accecato dalla gelosia e non ho pensato ad altro.- si passò la mano sul suo viso e scrollò le spalle.

- Lui è tuo amico e in più ci eravamo appena lasciati, sai quanto io ti amo, non potrei stare con un altro pochi giorni dopo la nostra rottura. Avrei preso in giro sia lui che me stessa.-

- A mente lucida mi rendo conto di saperlo.- scorsi il senso di colpa nel suo sguardo e decisi di lasciar cadere il discorso. Non ne valeva la pena continuare a parlarne dopo che si era scusato.

Mi presi qualche secondo per pensare. Poi appoggiai i gomiti sulle ginocchia e il viso sulle mani, riportando la mia attenzione su di lui, abbandonando i miei pensieri.- Quindi perché sei qua, Albe?-

- Voglio ricostruire le cose, se anche tu lo vuoi ovviamente. Non posso davvero farcela più senza di te. Sei prima di tutto la mia migliore amica e sei troppo importante per me.- si alzò e venne verso di me, inginocchiandosi davanti al divano in cui ero seduta. Eravamo alla stessa altezza e risi leggermente. Nonostante fosse inginocchiato non ero comunque più alta. - Perché ridi, Nova?-

Le sue dita accarezzarono delicatamente il mio viso e poi mi scostò i capelli, incastrandoli dietro le orecchie. Sentii i brividi pervadermi anche con delle semplice carezze.

- No, per niente.- mentii, per poi accarezzare le sue labbra con il mio indice. - Posso baciarti, quindi?-

Il mio tono di voce risultò leggermente insicuro, me ne accorsi io stessa, ma lui non disse nulla, si limitò a sorridere ed appoggiare la bocca sulla mia, regalandomi immediatamente un bacio dolce e ricco di passione. Portai le mani sui suoi capelli, leggermente più lunghi dell'ultima volta che ci eravamo visti, mentre lui posizionò entrambe le mani sul mio viso, attirandomi sempre di più verso sé, anche quando ormai nessun centimetro divideva i nostri visi.

Ci allontanammo un attimo, a corto di fiato, e lui poggiò la sua fronte contro la mia, rimanemmo così in quella posizione, a guardarci negli occhi, finché decisi di parlare.

- È sempre così facile risolvere... a volte non so se sia un bene. Come se non affrontassimo i problemi in modo reale, ma passassero in secondo piano con il tempo, fino a scomparire... ma se in realtà fossero solo nascosti?-

Sospirò e si alzò dal pavimento, per potersi accomodare accanto a me nel divano. - Io non credo sia il nostro caso, abbiamo discusso abbastanza stavolta, non credi?-

- Ma un bacio fa svanire tutto come se non fosse mai accaduto.-

- Di cosa hai paura, Nova?- sussurrò come se qualcuno potesse sentirci, intrecciando le nostre mani, come a volermi farmi sentire al sicuro.

- Di soffrire ancora.- affermai, con naturalezza, sapendo che potevo parlare apertamente con lui. Perché le parole che aveva usato poco prima erano più reali che mai, noi eravamo amici, ancora prima di essere fidanzati. La nostra conoscenza iniziò come una semplice amicizia. - Non fraintendermi, sono contenta che tu sia qua, del gesto che hai fatto venendo da me, sono contenta di averti baciato, perché ne avevo bisogno. Solo che sono spaventata dall'intensità di quello che ci lega e il modo in cui ci lega.-

- Lo capisco, davvero. Forse è strano dopo tutto quello successo risolvere così, con un bacio, ma probabilmente ci eravamo già perdonati da prima l'un l'altro. Questo bacio è stato solo un gesto.- i suoi occhi castani riflettevano la dolcezza e l'amore e istintivamente lo baciai nuovamente a fior di labbra.

Era vero. Io avevo perdonato già da tempo le sue parole della lite avvenuta a Ferrara e per lui era evidentemente la stessa cosa.

- Ti amo, e credo sia questo quello che conta realmente, non importa più quello che è stato in questi giorni di lontananza.-

Il suo sguardo si incupì per qualche secondo, poi scosse la testa come per tornare in sé e fece un gesto affermativo con il capo. - Ti amo anche io, piccola.-

- Va tutto bene?- chiesi preoccupata per il suo cambio d'umore durato pochi secondi, era come se qualcosa l'avesse fatto preoccupare improvvisamente.

- Perché me lo chiedi? Certo che va bene, sono qua con la donna che amo,  pensavo non sarebbe più potuto succedere, quindi non potrei che stare bene, divinamente in realtà.-

Sorrisi intenerita mentre il cuore mi batteva velocemente. Fino ad allora ero convinta che alcune cose succedevano solo nei film d'amore, invece in quel momento stava accadendo anche a me, ed era più bello di come descrivevano gli altri. Molto di più.

Lo baciai nuovamente mentre le sue mani finirono sulla cerniera della mia giacca, la sganciò e la tolse, mentre mi sorrideva dolcemente, come a voler esaminare ogni mia espressione e mia emozione, come a non voler sbagliare nulla, non capendo che ero completamente presa da lui e che per me era tutto perfetto così.

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