Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 18.

"Dovrei dirti che non manchi
E che ora non mi tocchi
Che ormai sono andato avanti
E che ho riaperto gli occhi
E invece vedo a malapena
Provo a scordare quei ricordi, anche se troppi
Ma ho pezzi sparsi di te incastrati negli occhi."
▪︎Parlami- Mezzosangue

I giorni passavano e le mie giornate erano tutte uguali. Mi sentivo sempre più vuota e triste. Cercavo sempre di andare avanti come se niente fosse, mi alzavo, andavo all'università la mattina e andavo nel solito bar, in cui lavoravo da circa un annetto occasionalmente, nei pomeriggi. Ormai ci lavoravo quasi ogni pomeriggio, l'avevo chiesto io, per tenere la testa occupata, ma serviva a ben poco.

Cercavo di essere sorridente ogni giorno che incontravo i miei amici, ma so che loro capivano che non ero davvero felice. Mi conoscevano bene ed era impossibile non notare il mio cambiamento, il mio essere più taciturna e meno sorridente. Non ero me stessa senza le mie solite battute.

Inoltre, non sapevo come se la stesse passando Alberto. Vedevo solo che qualche volta stava con i suoi amici in dei locali e lo vedevo sempre sorridere alla telecamera del cellulare. Arrivai a pensare che fossi solo io la solita stupida a stare così male per qualcuno che non mi stava più pensando.

- Ciao alla barista più scema del mondo.- sentii la voce di Luca e alzai la testa, smettendo di asciugare i bicchieri che avevo appena lavato. - Finito il turno?-

- Ciao Lù, quasi, come mai sei qua?-

Mi sorrise dolcemente, mentre io misi a posto i bicchieri. - Abbiamo finito l'allenamento e sono venuto a prenderti, questi giorni ci siamo visti poco e ne ho approfittato per recuperare.-

Aveva passato gli ultimi giorni in compagnia della sua fidanzata, che avendo un momento libero ne aveva approfittato per venire a trovarlo. Erano carini insieme e mi dovetti ricredere su di lei, ci teneva molto a lui, insieme era una forza. Avevo sbagliato a giudicarla dopo averla vista una sola volta, cenando insieme capii che era una ragazza fantastica e non era difficile capire perché lui fosse così innamorato di lei.

- Va bene, accetto la proposta. Mi prendo le mie cose dallo spogliatoio e andiamo.- lui annuì e io andai a recuperare il mio zainetto e il mio giubbotto, lasciando il grembiule piegato per bene nel mio armadietto.

Ormai la mia era la solita routine, ogni giorno. Ma forse mi andava bene così. Nel mio guscio, con le persone di cui potevo fidarmi, non sarebbe successo nulla di male.

Tornai da Luca e gli feci un cenno con il capo, facendogli capire che ero pronta. Perciò lui si alzò da una delle sedie poste davanti al bancone e, poggiandomi una mano sulla schiena, mi condusse alla sua macchina.

Appena saliti lo ringraziai per il passaggio, ero così stanca, sia fisicamente che emotivamente, che non avevo assolutamente voglia di prendere uno dei pullman cittadini, affollati dalla gente e con quasi sempre un odore tutt'altro che piacevole.

- Vuoi fare qualcosa?- mise la freccia a destra e svoltò, dopo aver dato una rapida occhiata allo specchietto sinistro e a quello retrovisore. - Uscire a cena, al cinema, a ballare, dimmi tu.-

- Sono molto stanca, mi piacerebbe restassimo a casa.- lo informai, con la voce piatta. - Se non ti spiace.-

- Oh... no, non mi spiace.- il suo tono di voce era tutt'altro che d'accordo con le sue parole.

Sospirai e mi sistemai nel sedile, guardandolo attentamente. - Cosa non va?-

- Non stai uscendo nulla se non per le lezioni e il lavoro, non è giusto. Hai bisogno di distrarti.- mi guardò un attimo, poi continuò a prestare attenzione alla strada. - Non stai andando avanti. Sei come in un limbo.-

- Dovrei fare come lui, no? Uscire con gli amici e andare a ballare come se io non fossi mai esistita.- fui acida e tagliente, e per la prima volta da giorni feci riferimento ad Alberto. - Ma io non sono così, siamo diversi.-

- Nova, non volevo paragonarti a lui. Non volevo nemmeno nominarlo e farti stare male. Voglio solo che vai avanti e che smetta di essere così chiusa.- mi strinse leggermente la mano, come per darmi coraggio.

Capivo le sue parole, le condividevo pure. Ma non riuscivo ad andare avanti in quel momento in modo diverso, quello era l'unico modo che conoscevo per superare tutto.

- Lo so... datemi tempo, mi passerà. Ero abituata ad averlo, sia quando era al Cagliari che alla SPAL. Sono abituata ad averlo nella mia vita da tempo, ho solo bisogno di riprendermi, di capire che non l'ho più, che non posso più rivolgermi a lui quando mi succede qualcosa, quando ho bisogno di parlare o una determinata cosa mi ricorda lui. Tutto qua.- gli sorrisi dopo aver parlato, come per tranquillizzarlo. Quella era la realtà dei fatti, quello che davvero pensavo.
Era solo quello il problema: capire che non era più nella mia vita ed abituarmi.

- Va bene, sono sicuro che la supererai.-

Ne ero certa anche io.

*

Alberto's pov

Entrai nel bar del centro sportivo, con Castro. Mi stava aiutando tantissimo negli ultimi giorni e riusciva sempre a farmi tornare in me, quando mi perdevo nei ricordi.
Era la prima volta che rientravo in quel bar, da quando Nova mi aveva lasciato. Mi sembrò strano e mi tornò in mente tutto, ma scossi la testa e mi andai a sedere in uno dei tavolini, con il mio amico.

Valeria, appena mi notò, si sistemò i capelli, guardandosi allo specchio dietro il bancone, e venne a prenderci le ordinazioni. Sbuffai, senza contenermi.

- Ciao ragazzi, il solito?- sia io che Castro acconsentimmo, poi lei si rivolse a me, con uno sguardo falso. - Ho sentito che tu e quella pazza vi siete lasciati, mi spiace. Però tu meriti di meglio di una così. Era esaurita? Sicuramente, per arrivare a mettere le mani addosso a me, senza nemmeno conoscermi, non è normale.-

Mi innervosii immediatamente, tra le sue parole e il suo tono di voce mellifluo. - Non osare parlare così di lei, non la conosci nemmeno.-

- Mi è bastato quello che ha fatto per capire che persona è.-

- Tutto quello che tu non sarai mai.- riposi di getto, sotto lo sguardo preoccupato di Castro, ero davvero nervosissimo.

- Grazie al cielo aggiungerei, sai che non sarebbe bello essere pazza e non essere in grado di tenersi uno come te!?-  ridacchiò, mentre si allontanò dal nostro tavolo. Strinsi la mano in un pugno, come per scaricare la tensione, poi diedi un colpo al tavolino e mi alzai dalla sedia, uscendo fuori dal locale.

Mi dava ancora fastidio sentire parlare male di lei, la amavo, tanto. Non avevo mai trovato nessuna come lei e, per quanto cercassi di dimenticarla, tutto mi riportava a lei.

Perché era andata via senza risolvere? Mi aveva lasciato invece che parlare con me! L'avevo sempre capita, ma non quella volta, non ero riuscito.

Mi sentivo nervoso e pure agli allenamenti stavo facendo pena a causa di questo. Non ero più in me ed era tutta colpa sua, del suo essere scappata da me, del suo essere sempre presente pur non essendoci.

Volevo solo andare avanti e buttare fuori quel dolore da dentro di me, in fin dei conti non chiedevo molto.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro