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Capitolo 13.

"Dici 'No' ma ti manco e lo so
Dico 'Sì, tutto a posto' ma boh
Sono sempre lo stesso, lo sai
Era tutto perfetto, ma ormai."
▪︎Uno squillo- Capo Plaza

Sentii la porta aprirsi e misi in pausa Netflix, vedendo Alberto entrare in camera da letto. Erano passate ormai ore da quando si era congedato da me con la scusa che doveva telefonare, invece non si era fatto più vedere, era uscito, per andare chissà dove.

Fece un cenno del capo, ma non parlò. Nemmeno allora. Così mi alzai dal letto e mi avvicinai a lui, che era di spalle, mentre cercava una maglia nell'armadio.

- Amore...- lo abbracciai da dietro e lo sentii irrigidirsi, non fu una cosa molto piacevole, anzi. - Che sta succedendo? Perché nemmeno mi guardi?-

- Ti prego, sono molto stanco, vorrei dormire.- si infilò la maglia appena presa e mi dovetti allontanare per lasciarglielo fare, anche se il suo doverlo fare in quel momento mi sembrò solo una scusa per non permettermi di stargli vicino.

- Albe, guardami.- mi alzai sulle punte dei piedi e lo obbligai ad un contatto visivo. - Dimmi che succede, sono qua per te.-

I suoi occhi scintillarono un'emozione che non riconobbi, mentre sospirò piano. Era in balia di mille sentimenti contrastanti, si percepiva. - Non posso.-

- Non puoi o non vuoi?- tentai di essere dolce e farlo sentire al sicuro, facendogli capire che poteva dirmi tutto. Non mi rispose, perciò tentai di baciarlo, ma girò il viso e me lo impedì.

Mi allontanai di scatto e lo osservai attentamente. Era inutile che non mi dicesse cosa fosse successo, per non so quale ragione, se poi mi trattava in quel modo freddo e non voleva nemmeno che io lo toccassi.

- Va bene, come ti pare. Non posso certamente obbligarti, ma bastava aggiungere che non volevi che mi avvicinassi a te.- feci roteare lo sguardo per la stanza, per poi riposarlo su lui che mi stava guardando. - Non capisco cosa sia cambiato da prima che andassi all'allenamento a quando sei tornato.-

Sussultò appena davanti alle mie parole e scosse la testa. - Perché vuoi sapere per forza? Perché non accetti e rispetti che non voglio?-

- Scusa?- finsi di non aver notato che aveva usato il "voglio" mentre poco prima aveva usato il "posso". - Vabbè, mi metto a dormire.-

- Sarà meglio.- lo sussurrò appena, ma lo sentii bene.

- Albe, non credo di meritare questo trattamento. Qualsiasi diavolo di cosa tu abbia.- lo guardai storto e alzai un po' la voce, sedendomi sul letto. - Perciò non farlo.-

- Mi ha baciato.- sbottò, urlando. Come se non potesse più trattenere quel segreto, come se fosse esploso. - Oggi, al bar.-

- Cosa?- quasi balbettai. La mia voce non mi sembrò nemmeno la mia. - Chi?-

Era praticamente scontato chi fosse stata, ma in quel momento tutti i miei migliori ragionamenti erano andati a farsi benedire. Non riuscivo a pensare lucidamente. Mi aspettavo di tutto per il suo strano comportamento, ma stupidamente non pensavo che c'entrasse quella.

- La cameriera. Ero con Lucas, e quando lui si è spostato per andare in bagno, lei si è avvicinata e mi ha baciato.- rimase fermo dov'era, mentre mi guardava. In attesa che io rispondessi magari, o che facessi qualsiasi cosa. Ma non feci nulla. - Dì qualcosa, qualunque cosa.-

- Perché te la sei presa con me?- fu l'unica cosa che mi venne in mente. Non capivo perché si era comportato in quel modo. - Che colpa ne ho io?-

- Nessuna. Mi spiace, solo che non volevo che mi baciassi o che, senza sapere cosa fosse successo. Mi sembrava di averti tradito. Ma sappi che l'ho allontanata subito, non ti farei mai del male.- si avvicinò a me, inginocchiandosi ai miei piedi, per vedermi bene in viso. - Lo sai, puoi credermi.-

- Non so che dire... non è colpa tua quello che è successo, non ti farei mai una colpa di qualcosa che non hai fatto, soprattutto dopo che ho visto come è fatta quella, però di una cosa ti do la colpa.- mi guardò in attesa che continuassi e cercò di afferrarmi la mano, ma mi spostai. - Potevi reagire sicuramente meglio, parlarmene, o che ne so. Invece sei prima sparito e poi mi hai trattata con freddezza.-

- Avevo paura di rovinare tutto... volevo solo avere tempo per riuscire a parlartene.-

- Forse è meglio se per stanotte dormo nel divano.- le parole mi uscirono da sole dalla bocca, mentre lui sgranò gli occhi meravigliato.

- Prima parliamo Nova, voglio farti capire.- mi spostò un ciuffo di capelli da davanti gli occhi.

- Ah ora vuoi parlare?- gli chiesi sarcastica, visto che aveva evitato per tutto il tempo di farlo. -Comunque ho già capito tutto.-

- Nova, dai, non fare così.-

Mi alzai in piedi come una molla e lui mi imitò. - Io? Tu non hai diritto di dirmi come reagire, visto come hai reagito tu.-

- Piccola, non ti ho tradito.-

Risi istericamente, mentre giocavo nervosamente con il lembo della maglia del mio pigiama. - Non hai nemmeno capito perché sono arrabbiata. Non è per il bacio, è per come mi hai trattata dopo, mi pareva di essere già stata chiara.-

- Ok, infatti ho sbagliato, lo so. Potevo fare diversamente, invece sono un coglione, ma ora cosa devo fare per parlare civilmente e sistemare le cose?-

- Darmi tempo, come io ne ho dato a te.-

- Ma Nova...- lo interruppi mettendo una mano davanti, tra me e lui.

- Per favore, fammi dormire di là.- lo guardai un'ultima volta e lo superai, andando fuori dalla stanza.

Sentii il cuore andare velocissimo a causa della lite e della nozione che mi aveva appena dato. Ci misi tutta me stessa per non scoppiare a piangere in un pianto nervoso.
Sapevo che dovevo solo calmarmi, respirare profondamente.

In cuor mio, sapevo sin dall'inizio che la cameriera avrebbe fatto qualcosa, ne ero certa, infatti non ce l'avevo con lui per quello, davvero. Ero anche certa che non le aveva dato corda e che l'aveva respinta, mi fidavo di lui, non era quello il problema.

Ero ferita per come mi aveva allontanata da sé. Per come era sparito tutta la sera con una scusa. Per come si era sottratto dal mio tocco. Era un comportamento che non gli si addiceva, che non aveva mai avuto. Direi, quasi immaturo.

Mi misi a sedere sul divano e chiusi gli occhi, cercando di scacciare via il malessere che mi aveva colpito.

Per la prima volta mi sentivo delusa da lui, e fino ad allora non credevo sarebbe mai accaduto.

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